Quando Cappuccetto "mangiò" il
Lupo
Stop!
Fermi tutti! Questa è veramente la mia storia?
Ricapitoliamo:
per prima cosa ero (e sono fino a prova contraria) solo la povera Cappuccetto
Rosso che si recava, indisturbata, dalla nonna naturalista, amante della
meditazione e dello yoga che aveva obbligato mio padre a costruirle una casa in
mezzo al bosco. Secondo, la vecchia al quadrato aveva una memoria piuttosto
corta a causa dell’età, perciò non si sarebbe minimamente
aspettata il mio arrivo verso la sera. Terzo, che fine aveva fatto il lupo
cattivo? La bestia feroce nera e pelosa? In quel momento, davanti a me,
c’era solo il ragazzo più sexy che avessi mai visto in vita mia,
con solo un paio di jeans neri addosso e delle orecchie e una coda alquanto
sospette!
Quando
lo vidi rimasi abbagliata dal fisico scolpito e dal ghigno malizioso che
continuava a rivolgermi. Indietreggiai. Doveva avere più o meno la mia
età. Il che era un problema se consideriamo che io ero in piena tempesta
ormonale e lui non era da meno.
Spaventata
ma allo stesso tempo sorpresa, inciampai in una roccia. Atterrai immediatamente
nell’erba umida sbattendo il sedere per terra. Chiusi gli occhi e, dentro
di me, imprecai per il dolore. Di solito avevo ottime doti atletiche ma quel
maledetto “ragazzo” mi stava mandando il confusione.
Sentivo
i suoi passi. Il rumore dei fasci d’erba spostarsi. Si stava avvicinando.
Percepii l’odore di cane bagnato, di muschio e di bosco. Un odore troppo
intrigante per esser considerato umano.
“Ma
guarda cosa abbiamo qui.” Parlò. Il suo tono canzonatorio mi fece
sussultare. Aprii gli occhi e lo vidi di fronte a me. Arrossii immediatamente
appena i miei occhi verdi di scontrarono con le sue gemme blu.
Il
suo sorriso ironico mi infastidiva ma non potei fare a meno di osservarlo. Era
particolare in tutti i sensi e le orecchie che spuntavano dalla disordinata
chioma corvina lo rendevano quasi adorabile da guardare.
“Ci
siamo persi Riccioli D’Oro?”
“A
dire la verità sono Cappuccetto Rosso!”
Ero
irritata, fastidiosa, il “lupo” stava avendo una brutta influenza
su di me.
Con
audacia, mi si chinò accanto e prese tra le dita una ciocca ribelle dei
miei capelli dorati. Spostai lo sguardo imbarazzato mentre lui mi osservava come
se fossi il miglior pasto che avesse mai visto. La porzione ideale. Mi stava
mangiando con gli occhi!
“Come
mai tutta sola nel bosco?”
“Non
sono affari tuoi!”
Lui
continuava a farmi domande e io rispondevo in maniera sempre più acida.
Volevo tenerlo a debita distanza da me, volevo mantenere una certa distanza da
lui, tra noi.
Con
un rapido gesto abbassò il cappuccio rosso della mia mantellina, che
come sempre mi copriva il capo. Così, l’indumento principale che
usavo per nascondere il viso, fu tolto rivelando la mia espressione arrabbiata
ma imbarazzata.
“Come
siamo scortesi, dolcezza.”
“Non
accetto Caramelle dagli sconosciuti.”
E
con “Caramella” mi riferivo a lui. La natura mi stava servendo il
suo più attraente “scherzo” su un piatto d’argento e
io cercavo di rifiutarlo in tutti i modi, nonostante lui provasse un certo
interesse per me.
Mi
afferrò il mento portando nuovamente i miei occhi dentro i suoi. Il
contrasto tra i capelli neri e gli occhi blu mi tolse il fiato. Ma i lupi non
dovevano fare paura in questa storia?
“Mi
piace molto giocare con le Pastorelle smarrite.” Disse in maniera
accattivante. Mi stava provocando.
Si!
Il lupo ci sapeva proprio fare con le pastorelle smarrite!
Mi
protesi verso di lui, e lasciandolo di sasso lo baciai. Premetti con forza le
mie labbra contro le sue. Sentii le sue dita scivolare via dal mento
percorrendomi, poi il nudo braccio. Rabbrividii ma con insistenza continuai a
baciarlo. Mi cinse la vita stringendomi ancora più a se, ma io mi
limitai a tenere le mie mani salde sul terreno.
Della
serie, cogli l’attimo!
Per
fortuna però, quel briciolo di coscienza pulita rimasta nel mio
cervello, si fece spazio tra i miei pensieri impuri e prese il controllo.
Sciolsi prima il bacio e poi la presa. Mi alzai di scattò.
Ero
spaventata dalle mie stesse gesta. Lui continuava a fissarmi con
un’espressione compiaciuta. Si passo la lingua sui denti e poi sulle
labbra “Sei la prima Pastorella che ha più voglia di giocare di
quanta ne abbia io.”
Corrugai
la fronte e pestai i piedi “Io sono Cappuccetto Rosso!”
Fece
un passo verso di me e io, allo stesso tempo, ne feci uno indietro. Dovevo
scappare prima di essere travolta da quella tempesta ormonale. Un albero?
Dannazione! Prima la pietra mi aveva fatto cadere a terra, e ora una stupida pianta
mi aveva messa con le spalle al muro.
“Beh
Cappuccetto, renditi conto che il Lupo Cattivo non ha occhi che per te
ormai”
E
tu non hai occhi che per lui stupida Cappuccetto Rosso, pensai tra me e me. Era
la pura verità e quando le nostre distanze si dimezzarono nuovamente
ebbi la conferma decisiva di esser attratta da lui.
Gli
lanciai uno sguardo di sfida invitandolo ad avvicinarsi. Si fece più
vicino. Appoggiò una mano sopra la mia spalla, contro il tronco
dell’albero, e con l’altra incominciò a giocherellare con il
bordo in pizzo della mia gonna rossa. Deglutii consapevole di essere
prigioniera del peggior predatore del bosco.
Sorrisi
per un attimo attratta dalla sua folta coda nera che scodinzolava. Spostai poi
lo sguardo alle sue orecchie rilassate per passare alla dentatura della sua
bocca. Già, la sua bocca. Troppo vicina alla mia per non notarla. Le sue
labbra erano veramente invitanti. Mi sentivo molto “animale” in quel momento.
Questa
volta fu lui a baciarmi. Non era per niente un attacco a sorpresa
perché, in fin dei conti, me lo aspettavo che sarebbe andata a finire
nuovamente così.
Mi
si fece più vicino. Le mie gambe si intrecciarono immediatamente
alle sue e il mio corpo, percosso
da mille brividi, aderì perfettamente con quello del Lupo. Lo volevo. Lo
desideravo. Era mio.
Sapevo
che ciò che stava succedendo andava contro le leggi della natura, la sua
presenza sotto spoglie quasi umane
era inconcepibile per un normale essere umano.
Le
sue mani audaci andarono sotto la mia mantella sino a raggiungere l’unica
linea di pelle visibile, quella tra la gonna e la maglia. Sentii i lacci del
mio corpetto allentarsi e scendere leggermente. Ricordo che pensai che nessun
uomo fosse mai stato così abile e pazientoso a sciogliere quel groviglio
di nodi. Ma qui stiamo parlando di un Lupo, sicuramente una creatura con una
marcia in più.
Quando
le sue dita fredde accarezzarono la mia pelle le gambe mi cedettero. Solo lui
ora reggeva quel mio corpo senza forze, troppo concentrato a controllare le mie
emozione da non coordinare né braccia né gambe.
Lui
mi trascinò a terra con un abbraccio. Lasciai le braccia penzolare lungo
i fianchi mente mi godevo quel bacio così intenso da desiderarlo
infinito.
“Non
capisco proprio cosa mi stia succedendo.” La voce mi moriva in gola.
Il
Lupo incominciò a riempirmi di baci. Dalle labbra andò
giù, percorrendo il collo. Mi
stava divorando l’anima in tutti i sensi. “Ammettilo che
tutto ciò ti piace”
A
tentoni cercai il mio amato cestino. L’avevo abbandonato quando ero
caduta a terra la prima volta, ma non doveva essere molto lontano. con fortuna
lo trovai non poco distante da noi.
C’era
una cosa lì dentro che aveva scatenato la mia fantasia più
perversa e impura.
Presi
l’oggetto tra le mani e spinsi immediatamente il Lupo a terra. Lui non
oppose nemmeno resistenza, e con un sorriso convinto e malizioso mi accomodai a
cavalcioni su di lui.
l’oggetto
che avevo recuperato non era altro che il collare del mio cane. Portavo sempre
con me quell’oggetto munito di guinzaglio, anche se non capivo il
perché.
Legai
immediatamente il collare attorno al collo del “ragazzo” e poi
presi tra le mani la corda e lo tirai nuovamente a me. Lo baciai con
soddisfazione. Era mio!
“Un
nuovo giochetto? Sembra divertente”
“Non
immagini nemmeno quanto sarà divertente visto che non ho intenzione di
lasciarti andare caro Lupo Cattivo!”
Le
parti si erano invertite? Avevo la strana sensazione che fosse così.
Beh, infondo tutti credono che io sia l’innocente Cappuccetto Rosso ma se
mi arriva un Lupo simile l’innocenza diventa un’opinione.
Quel
giorno non arrivai a casa della nonna. Fino alla mattina dopo non tornai a casa
della mamma. E, per finire, non fu né il primo né l’ultimo
incontro tra me è il mio nuovo “migliore amico”.
***
Due Di Picche …
Inizialmente questa storia doveva essere
pubblicata sul giornalino della scuola però, alla fine, mi ha preso sin
troppo la mano che non è diventata il “genere” di racconto
da far correggere alla prof di Religione (il nostro supervisore). Perciò
ho deciso di pubblicarla qua! Amo riscrivere le favole/fiabe e Cappuccetto
Rosso, in chiave un po’ “erotica” con un bel Lupo Cattivo
(licantropo o lupo mannaro?) è stata un vero e proprio successone. Le
primine lo avrebbero molto apprezzato.
Comunque, per chi non mi avesse mai letto
(prima avevo un altro account che è ancora esistente) io sono Due Di
Picche.. e spero che questa storiella vi sia piaciuta!!!
Certo che Cappuccetto è proprio una
psicopatica O___o