Angolo
dell'autrice:
Ripeto che questa
storia è un'autentica pazzia, ma mi è venuta
così naturale e spontanea ( per me la spontaneità
in ciò che faccio sta al primo posto ) che non dev'essere
così pessima...spero.
Allora, la prima
parte del primo dei tre capitoletti che compongono la storia
è tratta dalla conversazione di Karen e Cady nella stanza di
Regina, ovviamente, non mi ricordo perfettamente le frasi, ma il succo
è quello.
Beh, bando alle
ciance e buona lettura.
_ Karen, accidenti, lo sai che sto seguendo una dieta di soli
carboidrati! Sei proprio scema!_, gridò Regina con disprezzo
alzandosi dal letto in preda ad un attacco isterico e dirigendosi verso
il bagno, seguita, ovviamente, dall'onnipresente Gretchen.
Karen era rimasta seduta sul letto di Regina, con lo sguardo fisso
sulle proprie Jimmy Choo tacco 12, pensando a ciò che
perfino la sua migliore amica pensava di lei.
E se lo pensava Regina, probabilmente, anzi, sicuramente lo pesava
tutta la scuola.
Da tempo aveva preso coscienza del fatto che tutti la rispettavano
perchè era una Barbie, era bionda, era carina,
vestiva bene, aveva un bel corpo e le tette grandi.
_ Karen..._, Cady si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla
schiena, iniziando a carezzarla, _ tu non sei scema_.
_ Sì che lo sono, vado male a tutte le materie_, disse Karen
con rassegnazione incrociando i suoi occhi blu con quelli grigi di Cady.
Quella ragazza le piaceva, e molto anche, adesso che ci faceva caso,
era l'unica persona che si comportava da amica nei suoi confronti.
_ La scuola non è tutto, sicuramente sarai brava in
qualcosa_.
Karen rifletté per un secondo su tutto ciò che
aveva provato a concludere in quegli anni, ma le vennero in mente solo
ricordi negativi, come quella volta che aveva provato a giocare a palla
a volo ed il pallone le era rimbalzato in fronte per ben tredici volte.
O sennò c'era quella volta in cui a calcio aveva segnato
dieci gol...beh, nella propria porta. Altrimenti c'era...aaah.
_ Sì, una cosa ci sarebbe!_, esclamò tutta
contenta con una luce nuova che faceva risplendere l'azzurro dei suoi
occhi.
_ Cosa?_, chiese Cady con interesse.
_ E' che ho una specie di quinto senso...cioè, le mie tette
mi avvertono quando piove!_.
_ Oh_, disse la rossa con espressione leggermente allibita lanciando
un'occhiata al seno dell'amica, _davvero? _.
_ Sì, solo che mi avvertono quando la pioggia è
iniziata da qualche minuto_, spiegò seriamente Karen con
rinnovata sicurezza in sé stessa.
Allora anche lei sapeva fare qualcosa. Forse non era poi
così scema. La conferma di ciò, Karen la
trovò guardando il viso della rossa.
Cady le sorrise in maniera talmente dolce e rassicurante che tutti i
suoi dubbi svanirono con la stessa velocità con cui erano
arrivati.
_ Vedi Karen? Non devi sempre dare ascolto a ciò che dice
Regina, altrimenti rischi di stare male come adesso_.
La bionda abbracciò Cady di slancio, stringendola a
sé e mormorandole un “grazie”
nell'orecchio.
Però...non si era mai accorta di come quei lunghi capelli
rossi fossero morbidi, profumati e belli, né di come la
pelle di Cady fosse morbida e ricoperta di tante piccole, adorabili
lentiggini, né di quanto fosse gradevole abbracciarla.
“ Ma
è la prima volta che vi abbracciate!”
“ Sssh, zitto
cervello!”.
Fu Cady a sciogliere l'abbraccio nel momento esatto in cui Regina e
Gretchen rientrarono nella stanza senza nemmeno degnarle di uno sguardo.
_ Ho le cosce grasse! Non so più cosa fare!_,
gridò Regina pestando i piedi per terra e serrando i pugni,
mentre Gretchen cercava di calmarla.
_ Forse se tu non mangiassi quelle ciambel-_, Gretchen
iniziò timidamente il discorso ma venne zittita da una di
quelle spaventose occhiatacce di Regina che valevano più di
mille minacce.
_ Complimenti, Gretch! Adesso ho fame!_, sibilò Regina
dirigendosi a passo svelto e nervoso verso le scale che conducevano al
piano di sotto, seguita a ruota dalla povera Gretchen che sapeva di
dover rimediare al suo errore.
Karen ridacchiò sommessamente per la scena ma quando
cercò lo sguardo di Cady, la trovò stranamente
assente e con l'aria preoccupata, così decise di prenderle
la mano per consolarla come quest'ultima aveva fatto con lei poco fa.
“ Strano”, pensò Karen,
“adesso sembra anche più preoccupata di
prima”.
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