« Ci sono abissi che l'amore non può superare,
nonostante la forza delle sue ali. »
–– Honoré de Balzac
Lyra si svegliò, ancora fremente della voglia di accarezzare le labbra del suo amato, lontanissimo Will.
Un'altra notte tanto dolce quanto atroce.
Un'altra notte di soave agonia pensando al suo amore che, ancora una volta, la pugnalava in pieno petto.
Erano passati anni dall'ultima volta che aveva potuto sentire il calore
del ragazzo, eppure ricordava distintamente ogni dettaglio del suo
volto, del suo respiro, del suo tepore. Erano ricordi di una nitidezza disarmante e feroce.
Le lacrime cominciarono a scivolarle lungo le tempie, mentre fissava il soffitto senza muovere un muscolo.
Pantalaimon però, nonostante non fosse più così
intimamente collegato a lei, ancora percepiva i suoi sentimenti, le sue
emozioni e si svegliò comunque. Vide quelle gocce calarsi dai
suoi occhi ai capelli dorati, ma non disse nulla. Semplicemente si
strinse ancora un po' a lei. Non poteva fare nulla per colmare quel
vuoto che anche lui avvertiva dentro di sé.
Cosa poteva fare?
Cosa poteva dire?
Cosa dovevano sopportare...
Gli anni passavano, ed ora questi sogni, sempre più chiari,
sempre più veri; come poteva, Lyra, sperare di dimenticare la
sua vita?
Era letteralmente impossibile.
Non avrebbe mai potuto dimenticare la sensazione del suo respiro sulla propria pelle, fra i capelli biondi e fini, che si sollevavano docili...
Non avrebbe mai potuto dimenticare le sue dita che le sfioravano le gote, mentre le loro labbra s'incontravano...
Non avrebbe mai potuto dimenticare la sua voce che, melodiosa e tremante d'emozione, le dichiarava il suo amore...
Non avrebbe mai potuto dimenticare.
Dopo qualche momento di indecisione, si alzò a sedere.
Nonostante fosse perfettamente sveglia, non aveva voglia di affrontare un nuovo giorno; si sentiva troppo stanca, di tutto.
Guardando fuori dalla finestra, s'incantò a fissare la
pioggerella sottile che scivolava lungo i vetri della finestra;
Pantalaimon intanto la scrutava con gli occhi grandi e neri,
domandandosi come avrebbero fatto a superare quel periodo così
grigio.
Will e Kirijava erano sempre più frequentemente e
realisticamente nei loro sogni, così tanto che al risveglio
entrambi sentivano davvero quel lieve sentore di pelle contro pelle,
pelo contro pelo, come se si fossero veramente sfiorati tutta una notte.
- ...Pan?
- Dimmi.
- Secondo te, che dovrei fare?
Pan rimase qualche secondo in silenzio, poi le si avvicinò.
- Non lo so, Lyra. Mancano da morire anche a me. Sapessimo esattamente
cosa chiedere, potremmo domandare all'aletiometro cosa vogliano dire
questi sogni, se davvero è la realtà. Dobbiamo
rifletterci su.
Lyra continuava a fissare la pioggia: Oxford non le era mai sembrata così grigia.
Chiedere all'aletiometro? Aveva ragione Pantalaimon, però davvero non sapeva come impostare le sue domande.
Non riusciva davvero più a pensare. Will era il suo unico pensiero, specialmente ora che s'erano intesificati i sogni.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterlo vivere ancora, avrebbe anche
compiuto l'estremo gesto se avesse avuto al certezza di poterlo
riabbracciare immediatamente.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa.