PERCHE’…
Mi muovo piano nel letto, tentando di non sballottare troppo il braccio fasciato.
Mi fa un sacco male, perché mentre cercavo di spostare le
braci del camino, nella stanza dove siamo finiti tutti e quattro, mi sono
scottato.
Comunque questo dolore non mi è nuovo. Non è la prima volte
che mi brucio con le cose calde, mi è successo anche quando vivevo al tempio, e
ogni tanto andavo con Sanzo, Gojyo e Hakkai a fare un giro nel paese vicino.
Sanzo diceva sempre che non aveva voglia e che non capiva
perché doveva perdere tempo a gironzolare senza motivo per un affollatissimo
mercato; alla fine però, sbuffando, ci seguiva sempre.
Un giorno eravamo andati fino là in macchina, perché c’erano
un po’ di nuvole e non volevamo farci cogliere dalla pioggia (soprattutto non
voleva Sanzo)…la macchina è una cosa utilissima, ma a volte diventa anche
tremenda, capace di fare un male orrendo!
Ok, forse io non dovevo andare a infilarmici sotto,
all’auto, che dopo tutti quei chilometri era ancora con i motori bollenti e ustionanti,
ma lo spiedino che ci era rotolato sotto era ancora nuovo, e io stavo morendo
di fame perché Gojyo e Hakkai erano arrivati tanto presto da impedirmi di
prendere una terza porzione della colazione!
Così ero stato davvero felicissimo quando avevo trovato
quella bancarella di spiedini e involtini in città…e lo ero stato ancora di più
quando Sanzo me ne aveva comprato uno. Non credevo ci fossero speranze, di
solito la roba sulle bancarelle a Sanzo non piace prenderla, ma mentre fissavo lo
spiedino doppio, quello più grosso e con lo stecchino colorato di verde
brillante, avevo visto una banconota passarmi sopra la testa.
- Uno di quei cosi, grazie. -
Era stato Sanzo ad ordinarlo.
Avevo guardato lo spiedino, tentando di non sbavare alla
sola vista di tutta quella carne così buona, poi avevo chiesto a Sanzo, che se
ne stava lì con lo spiedino in mano senza fare niente (neanche mangiarlo! E
dire che aveva un’aria squisita…), fissandomi:
- Non hai fatto abbastanza colazione, Sanzo? E’ per questo
che hai fame? -
Ma lui aveva sbuffato e messo la carne in mano a me:
- Certo che l’ho
fatta, stupido! Mangialo te questo. -
Si era girato e
incamminato verso Hakkai, lasciandomi lì a guardare il cibo.
Era la prima volta che Sanzo mi prendeva qualcosa senza che
lo dovessi chiedere io.
Sembrava tanto…un regalo. O qualcosa del genere.
All’improvviso mi sono sentito strano.
Avevo voglia di piangere e fare un balletto per la gioia,
tutto insieme.
Invece sono rimasto lì a fissare l’involtino…finché mi sono
passati vicino dei bambini piccoli che si rincorrevano. Uno di loro mi ha dato
uno spintone e io, per la sorpresa, ho fatto un salto improvviso, ma così
improvviso, che lo spiedino mi è sfuggito di mano e si è messo a rotolare per
la strada, che era leggermente in discesa.
L’ho inseguito, perché non volevo perdere il primo regalo
che Sanzo mi aveva fatto.
Quel dannato coso è andato a finire proprio sotto l’auto, e
allora ho allungato il braccio e la mano per prenderlo…
- ARGHHHHH! -
Penso che mi ricorderò quel bruciore fino alla morte!
Il braccio e la mano mi erano diventati rossi come pomodori e avevano cominciato a
bruciare come non mai.
Sanzo a quel punto si era arrabbiato da matti, urlandomi che
non ero una stupida scimmia, ma una scimmia che il cervello proprio non ce
l’aveva!
Hakkai, mentre mi medicava, aveva detto che non devo toccare
i motori surriscaldati mai e poi mai.
Però non mi importava del bruciore, né delle sgridate.
Ero riuscito a riprendermi lo spiedino! Ovviamente era
diventato immangiabile, tutto nero e pieno di terra non era più così
appetitoso…però, dopo aver tolto tutto il cibo sporco, il bastoncino mi era
rimasto. Ce lo avevo ancora.
Alcuni giorni fa, mentre disfacevo la borsa in camera, Sanzo
lo aveva visto cadere fuori insieme ai calzini.
- Che roba è? Non che mi importi, ma dovresti buttarlo,
rischi di infilzartici con quel coso!
– No, ho tagliato le puntine apposta. –
Sanzo era rimasto a guardare il mio stecchino verde, poi,
dopo qualche secondo, aveva alzato le sopracciglia:
- Mi pare di averlo già visto, quello stecchino. -
Non ero riuscito a trattenere un sorriso.
- Allora te lo ricordi? –
In quel momento era entrato Gojyo per dirci che la cena era
pronta e aspettava solo noi. Aveva notato anche lui lo stecchino.
- Cos’è scimmia, adesso collezioni gli stecchini colorati?
Che moccioso! E poi, conoscendoti, con quella roba potresti cavartici un
occhio! Se vuoi dedicarti a collezioni di quel genere, limitati alle cannucce.
–
- Te lo scordi, pervertito di un kappa! Questo è una cosa rara,
è un regalo di Sanzo! –
Sanzo aveva fatto una faccia stranissima, quando avevo detto
così. Anche Gojyo se ne era accorto, e aveva guardato prima me e poi di nuovo
lui.
- Stai diventando sentimentale, Sanzo? Ahh io l’ho sempre
detto che in fondo sei una biondina! –
Poi era corso fuori ridendo, per evitare gli spari di Sanzo.
Mentre uscivamo, Sanzo mi aveva guardato di nuovo con quello
sguardo strano, poi si era allontanato dicendo solo:
- Muoviti Goku. -
Mi sembrava lo sguardo di chi vuole dire qualcosa ma poi
lascia perdere.
Però non potevo esserne certo.
Quando si tratta di Sanzo, non puoi mai essere certo di
nulla.
Lui è così. E’ sempre stato così.
E’ tanto vicino ma anche tanto irraggiungibile…ci parlo ogni
giorno, ma a volte ho l’impressione che non riuscirò mai a penetrargli
nell’anima e vedere tutto ciò che ha dentro, a capire tutto di lui.
Vorrei tanto che si aprisse un po’…mi basterebbe che lo
facesse almeno con me.
Uffa! Per colpa del dolore non riesco a dormire.
Mi sollevo sul gomito del braccio sano, e guardo cosa fanno
gli altri: Gojyo russa spaparanzato sul letto, riempiendolo tutto con quelle
braccia e gambe lunghissime che ha; Hakkai invece è sì addormentato, ma composto,
con il volto rivolto verso il muro dall’altra parte.
Che buffo, mi viene da ridere. Tanto diversi persino nel
modo di dormire, ma anche tanto amici.
Sanzo…Sanzo non c’è.
All’improvviso ho paura.
Qualche sera fa l’ho trovato sul prato fuori da una delle
locande dove facciamo sosta la notte, con la pistola sulla tempia.
Temevo che sparasse davvero, così ho urlato.
Neanche a dirlo, si è arrabbiato e mi ha chiamato stupida
scimmia.
A lui non l’ho detto, non lo farei mai, so che detesta i
discorsi pseudo-sentimentali… però la verità è che mi ha fatto piacere sentirlo
dire “stupida scimmia”. Voleva dire che non era veramente disperato o fuori di
sé, come quella volta con la demone sotto la sabbia…finché mi chiama stupida
scimmia vuol dire che è sempre lui, se stesso come lo conosco io, arrogante e
impetuoso, deciso e sicurissimo di sé e di quello che fa…brillante di luce
propria.
Perché Sanzo brilla, brilla sempre, almeno per miei occhi.
Quel giorno di alcuni anni fa, quando mi portò via dalla
grotta, lo vidi apparire completamente illuminato dalla luce del sole
albeggiante.
Per alcuni secondi, mentre mi dava del “rumoroso”, ebbi
l’impressione che fosse il sole stesso a parlare.
Poi riconobbi un ragazzo con semplicemente i capelli dorati,
ma per me lui sarebbe sempre stato una parte del sole vero e proprio, l’essenza
dell’astro che illuminava l’oscurità più cupa.
Un sole da invocare quando si ha paura, un sole al quale
affidare la propria fiducia, un sole che spazzerà via il buio ogni volta che
esso diventa troppo annichilente…un sole da inseguire sempre e comunque, senza
badare alla razionalità.
D’altronde, nemmeno il bisogno di luce è una cosa razionale.
Niente che si desidera davvero lo è.
Intimamente, ho sempre pregato che nessun altro vedesse mai
il proprio vero sole in lui.
Questo pensiero così cattivo mi ha sempre fatto provare
rabbia verso me stesso, ma, anche se ora sono cresciuto e ho capito che non
potrò avere sempre l’esclusiva su Sanzo, penso che avrò questo desiderio
segreto per tutta la vita.
Il desiderio che lui abbagli sempre e solo me, che la sua
luce non la debba mai condividere con nessuno e sia sempre tutta mia.
Anche se lo so bene, alla fin fine, che tutti quanti, quando
lo incontrano, vengono accecati da lui. Carisma, sicurezza, brillio
naturale…qualunque cosa sia, lascia sempre chiunque un po’ scioccato.
Chissà se Sanzo se ne rende conto…lui sa di essere riverito e
adulato ovunque perché è un Sanzo Hoshi, ma io sono arci sicurissimo che è
anche perché chiunque lo incroci sulla sua strada rimane abbagliato da lui.
Mai quanto me comunque.
Di tutte le stupide scimmie di questo mondo, mi piace
pensare che sarò sempre il solo a vedere in lui tutta la luce del mondo, quella
che anche se intorno tutto il resto è buio rimane ad illuminarti perpetuamente
quel tanto che basta per sopravvivere.
Forse Gojyo ha ragione a dire che sono un moccioso.
Sembra anche a me di esserlo, quando mi trovo a fissarlo
come se fosse una divinità.
Come ora.
C’era odore di fumo, veniva dal corridoio, sono uscito
sperando che fosse lui…e sono stato esaudito.
Sanzo dice che l’unica entità in cui si deve credere è se
stessi…e gli do ragione. Quando si fa qualcosa, si deve farla solo per se
stessi e nessun altro.
Quelli a cui piace giocare agli eroi muoiono presto.
E a me vivere piace troppo per rinunciarvi in nome della
morale comune di pensare agli altri prima che a se stessi.
Però…
E’ seduto sul balcone della finestra. I capelli biondi come,
sarò monotono ma è la verità, il sole sono rischiarati anche dalla luna. Se ne
sta seduto lì, un ginocchio piegato a v sul balcone e l’altra gamba mollemente
abbandonata per terra.
Fuma la sua sigaretta in silenzio, lo sguardo perso tra
chissà quali pensieri.
Ritrovo la parola e chiedo:
- Nemmeno stasera hai sonno? –
Mi risponde solo dopo qualche secondo, come se si fosse
accorto all’improvviso di me:
- No, ho già dormito in macchina. Piuttosto, i ragazzini
devono dormire la notte. Sta’ buono e tornatene a letto. –
- E’ che mi fa male il braccio. –
Sbuffa.
- Se ti fa troppo male per dormire sveglia Hakkai. E’ lui
quello che si occupa delle ferite. –
Scuoto la testa.
- No, non è così tremendo, non preoccuparti. –
- Tsk, chi ha detto
che mi preoccupo? E’ solo che non voglio passare la nottata a sentirti
lamentare per il braccio. –
- Uffi! Non è vero che mi lamento…-
Poi mi rendo conto che forse l’ho infastidito sul serio,
stavolta.
L’altra sera, dopo che gli è passata la rabbia per essersi
fatto sorprendere in un momento tanto particolare, non sembrava davvero seccato
di avermi intorno. Mi ha pure lasciato dormire fuori con lui.
Ma stasera non sembra avere progetti suicidi, ha invece un’aria
un po’ provata.
E’ anche vero che un po’ di tempo fa ha avuto la
febbre…forse è per questo che sembra tanto stanco. Nemmeno il suo colorito è
buono…ha sempre avuto la pelle molto chiara, ma ora sembra proprio pallido.
Pallido malaticcio.
All’improvviso capisco. Capisco il sonno fuori orario,
l’aria stanca, il colorito pallido.
Non sono io a dover svegliare Hakkai.
- Sanzo…-
- Che c’è ancora, scimmia?! –
Mormora guardandomi scocciato.
- Tu…non ti senti bene, vero? –
- Tsk. –
Butta la sigaretta finita sul pavimento legnoso,
calpestandola con il tacco della scarpa, poi se ne prende una nuova dal
pacchetto posato sul balcone della finestra.
- L’altra sera ti ha fatto male rimanere tutta la notte
fuori…eri in convalescenza, vero? –
- Non sarà qualche linea di febbre ad uccidermi. –
Accidenti, ma perché si fa così tanti problemi ad ammettere
di sentirsi non esattamente in forma?
- Dovresti dirlo ad Hakkai. –
Mi guarda con aria scocciata.
Sto per dirgli che se non la smette di fare così Hakkai lo
schiamo io, quando un gemito mi sfugge dalle labbra: è quel maledetto braccio.
Mi fa male. Più male di prima.
Deve essere finito l’effetto della pomata che mi aveva dato
Hakkai.
- Che ti prende scimmia? Che hai al braccio?–
Tanto lo so, adesso cerca di portare l’attenzione su di me
per farmi dimenticare ciò che stavamo dicendo! Ma me non mi frega, lo conosco
troppo bene.
- Nulla. Ho mosso male il braccio, piuttosto se non vai da…-
Mi guarda strano, fumando con aria apparentemente impassibile,
mentre cincischio minacce che fanno ridere. Poi tira fuori qualcosa dal
pacchetto delle sigarette.
- E’un antidolorifico. Tò. -
Mi interrompe, tirandomelo in mano.
- Ti dico che il braccio non ha nulla, usalo tu!-
- Prendi quella roba e vattene a dormire una volta per tutte,
se non vuoi che ti rispedisca a letto a calci! -
- No, la medicina è tua…-
Sanzo biascica qualcosa, piano. Riesco a sentirlo solo perché
in giro non c’è nessun rumore tranne le nostri voci.
- Te lo regalo stupida scimmia, perciò tienitelo e piantala
di mugugnare scemenze. –
Un regalo?
Un altro?
Mi riprende quella sensazione strana, quella che mi aveva
catturato già una volta quando ero piccolo.
Mi viene da piangere e
fare un balletto, tutto insieme; così finisce che sorrido ma non riesco
a spiaccicare parola.
E’ solo un’aspirina, vuole semplicemente che me ne vada a
letto e smetta di rompergli le scatole, lo so.
Ma ha detto che è un regalo. Lo ha proprio detto, questa
volta.
Inghiottisco quella cosa strana che mi si è piantata in
mezzo alla gola, peggio di quando mi va di traverso qualcosa.
E’ un qualcosa che ha un sapore tanto dolciastro da far
venir voglia di buttarlo fuori in qualche modo.
Ma non si può.
Lui è Sanzo, io sono Goku.
Certe cose sono vietate, è una legge non scritta che però va
rispettata.
Quindi butto quel groppo giù, nello stomaco, e cerco di
tornare a parlare come si deve, quando mi dice:
- Piantala di fare quella faccia. –
- Non faccio…non faccio nessuna faccia! Comunque allora vado
a letto…-
- Bravo. –
E così esco, me te torno davvero a dormire.
Mi sdraio e guardo la medicina.
Il braccio brucia, brucia da
matti.
Ma non ho proprio voglia di far sparire nella mia bocca
questa pillola.
Finirei per credere che mi sono sognato tutto.
Perciò mi alzo e la metto nella borsa.
Sono ancora qui nel mio letto, in qualche modo sono riuscito
ad addormentarmi, quando sento un rumore provenire da fuori.
Vado a vedere: Sanzo si è addormentato, se ne sta mezzo
sdraiato sul balconcino. Doveva sentirsi proprio spossato per addormentarsi in
una posa simile… Però fa freddo.
Lo vedo rabbrividire un po’.
Vado in camera, prendo la coperta di lana poggiata sopra il
mio lenzuolo, e la porto in corridoio. Gliela appoggio addosso, sperando che adesso
senta un po’ meno freddo.
Forse dovrei svegliarlo, ma proprio non ce la faccio. Sembra
dormire bene, in fondo. I tratti del viso sono duri, come al solito, però
comunque più rilassati di quando è sveglio.
Rimango qualche minuto, vedo che non trema più.
Bene.
- Goku, che succede? –
Un bisbiglio proveniente dalla soglia della camera mi fa fare
un salto.
- Scusa Hakkai, non volevo svegliarti. Però Sanzo si è
addormentato qui e prima mi sembrava che stesse poco bene, perciò … -
Naturalmente, Hakkai sorride. Però adesso il suo sembra un
sorriso sincero, non di cortesia.
- Hai avuto un bel pensiero…comunque ha un’aria tranquilla,
sarebbe un peccato svegliarlo. Tu invece stai bene? Come va il braccio? –
- Insomma, brucia un po’. Magari domattina ci rimetto di
nuovo un po’ di quella pomata, ok? –
- Ok. Adesso creda sia meglio tornare a dormire, dobbiamo
alzarci presto. –
Un debole raggio di sole e dei mugugnii mi svegliano:
- Razza di bonzo corrotto, è troppo presto! Oltretutto sei
anche mezzo malaticcio, quindi potr…-
BANG BANG BANG!
In qualche minuto ci prepariamo per scendere a colazione.
Gojyo e Hakkai escono chiacchierando, io resto a sistemarmi
un po’ il braccio con la pomata. Voleva farlo Hakkai, ma non sono così
imbranato da non sapere fare neanche una cosa così!
Sanzo sta spolverando la shoerju: Hakkai si è accorto che si
sentiva ancora poco bene, e ha proposto di rimanere qui qualche altro giorno,
ma Sanzo non ne ha voluto sapere perché, dice, prima andiamo prima arriviamo;
in compenso ha preso delle medicine per la febbre, e adesso sembra stare
meglio.
Mentre mi spalmo alla meglio la pomata sul braccio, tentando
di non farne scendere troppa o troppo poca da questo dannato tubetto tutto unto
che scivola dalle mani, mi sento piovere in testa una coperta.
- Questa è roba tua, no? –
Sanzo mi guarda distrattamente, apparentemente più
interessato ad accendersi la prima delle molte sigarette della giornata che
altro che altro.
- Oh…si, grazie. –
- Comunque, stanotte mi pareva di averti detto di dormire.
Fare il crocerossino non era compreso nel concetto, sai? –
- Ma tremavi! E poi, continuavo a non avere sonno… –
- Tsk. Piuttosto, quella roba te la stai mettendola da cani.
Da qua. –
E senza aspettare che io risponda, mi prende la pomata e
agguanta il braccio bruciato, sistemandomi come si deve, la sigaretta stretta
tra le labbra.
Resto a guardarlo senza dire nulla, per il semplice fatto
che non so cosa dire.
- Ora dovrebbe tenerti per un po’. Andiamo. –
- Si, grazie. –
- Se non ti levi quell’espressione ancora più idiota del
solito dalla faccia ti riempio di buchi! Smettila! –
- Va bene.-
- Tsk –
Fa un verso seccato, si volta e esce.
Resto qualche secondo in camera, a guardarmi la fasciatura.
- Allora, ti muovi o no?! –
Mi grida dal corridoio.
- Si, si! –
E mentre esco di corsa e lo vedo battere un piede sul
pavimento, mentre scuote la cenere dalla sigaretta, ne sono sicuro.
Gli andrò sempre dietro, spaventandomi quando non lo trovo e
correndo perpetuamente dietro alla sua luce.
Lo ha detto anche Hakkai, che tutti hanno bisogno di
qualcosa in cui credere, qualcosa la cui esistenza non venga mai messa in
dubbio.
E io crederò nella mia luce per sempre, sempre e comunque,
senza remore, crederò in questo sole: capelli dorati, occhi color mare
all’apparire delle prime stelle, cipiglio seccato e sigaretta perennemente in
bocca.
- Stanotte…non faceva freddo. Si stava bene. –
Lo dice dandomi le spalle, incamminandosi verso la sala da
pranzo.
Sento nascermi un sorriso.
- Ora muoviti Goku, altrimenti ti lascio qui! –
Il sorriso mi rimane lì, non riesco a tornare serio.
E mentre lo vedo camminare sicuro davanti a me, è come se
anche la nuvoletta di fumo che sale verso l’alto spruzzasse bagliori dorati.
Perché Sanzo
brilla, brilla sempre, almeno per i miei occhi.
Nota
di Mel-chan
O.O Finito un
altro parto del mio cervello bacato.
Prima di tutto:
N.B.:So che si dovrebbe dire “ai miei occhi”, ma
concedetemi la licenza poetica, volevo
proprio dire “per”..Goku intende che l’opinione è dei suoi occhi, è un modo per
rendere più decisa la sua opinione, ecco.
Passando alle cose
serie: devo dire che le recensioni di“Certe notti” mi hanno lasciata
piacevolissimamente stupita…ok diciamocelo: ero contentissima! ^o^
Me la sono riletta
e, a mentre fredda, devo dire che –errori sintattici e qualche tempo a parte-
mi sono ritenuta molto più soddisfatta di questo lavoro di quando lo avevo
riletto la sera prima.
Non ho resistito
e, nonostante i continui lamentii di mia mamma riguardo la mia permanenza quasi
fissa al computer, mi sono cimentata in questo POV di Goku, sempre con il Liga
di sottofondo.
In confronto a ”
C.N.” mi pare molto molto meno riuscita, ma credo che questo risultato dipenda
prevalentemente da due fattori (imbranataggine a parte), visto che comunque la
voglia di scrivere ce l’avevo:
1)Sebbene mi
piaccia tantissimo Goku –è troppo troppo…bè, Goku!- e trovi il suo legame con
Sanzo uno dei più complicati e belli tra tutti i manga che ho letto in questi
anni, come carattere sono portata a comprendere maggiormente Sanzo *__* per il
semplice fatto che mi ci ritrovo in vari suoi lati caratteriali (ovviamente non
sono compresi incredibile fascino assassino ed intriganti tendenze omicide
^_^’’’)…insomma, per certi versi –probabilmente più quelli che si definiscono
difetti che gli altri- ci somigliamo;
2) Non sono
riuscita a scrivere a): causa rompimento di scatole familiare, tutto di
seguito, così da restare “chiusa” nella storia quanto tempo abbisognavo, nonostante
avessi l’ispirazione (che terminone per un’imbratta tastiera come la
sottoscritta =_=); b): di notte come sono solita fare perché mi ispira molto
più del giorno.
Allora spero comunque
che questa sia una cosa pseudo-leggibile =_=, e di non meritare il pestaggio a sangue virtuale
delle fan.
Thanks per
l’attenzione.
Mel-chan
P.S: Mi scuso per
il titolo, uno più scemo di così non lo potevo trovare, ma non mi veniva in
mente nulla. ^^’’’’’’ Lo cambierò non appena mi verrà in mente qualcosa di
meglio.