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di white_shadows
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Ultimo capitolo e in realtà il primo che ho scritto: sulla coppia Aoko/Kaito, su cui si scrive davvero poco

Ultimo capitolo e in realtà il primo che ho scritto: sulla coppia Aoko/Kaito, su cui si scrive davvero poco.

Grazie per le recensioni, e un grazie particolare a Shine_ che è stata talmente premurosa da commentare anche il capitolo Anniversary.

Spero quest’ultima parte piaccia, anche perché è quella che preferisco.

 

white_shadows

 

 

Aoko Nakamori controllò lo stufato per l’ennesima volta, poi assaggiò con un cucchiaino il sugo e infine sorrise soddisfatta.

- Okaasan*! Ho fame!-

Una vocina femminile proveniente dalla sala da pranzo la chiamò impazientemente.

- È pronto, Manami-chan.- rispose dolcemente Aoko, infilandosi le presine e sollevando la pentola.

In sala da pranzo, seduta sulla sedia più piccola, un cucchiaio sollevato a mezz’aria stretto nel pugno destro, la attendeva una bambina dai corti capelli corvini, gli occhi a mandorla e un delizioso naso all’insù.

Adorabile, pensò distrattamente Aoko, guardandole il sorrisone stampato in faccia.

Ed effettivamente la bambina, di appena quattro anni, era decisamente carina.

- Che hai fatto oggi a scuola?- la interrogò Aoko mentre le faceva la porzione:- Ti sei divertita?-

- Akito-kun mi ha regalato questa!- esclamò concitata Manami, mostrandole una gomma colorata di blu, rosso e verde:- Ma non dirlo a otousan**, perché si arrabbia…- aggiunse tristemente, infilandosi impacciata in bocca una cucchiaiata di stufato.

È geloso di Akki il papà, eh? Ridacchiò tra sé e sé Aoko. 

Il rumore della porta che si apriva, fece raddrizzare immediatamente le due donne di casa.

- Otousan!- gridò entusiasta la bimba, facendo cadere rumorosamente il cucchiaio nel piatto e scendendo immediatamente dalla sedia per poi scomparire nell’ingresso:- Otousan!-

Pochi secondi dopo un uomo alto, dai capelli nerissimi e parecchio scompigliati fece il suo ingresso nella sala da pranzo, portando in braccio una Manami al settimo cielo: indossava un elegante smoking bianco da spettacolo e pareva parecchio stanco, nonostante stesse giocherellando animatamente con la bambina. Era sui venticinque anni e aveva un’aria sbarazzina e particolarmente attraente.

- Dovevi venire al colloquio con il maestro di Manami, Kaito.- ricordò seccata Aoko, appena ebbe lasciato la bambina, mettendosi a braccia conserte e guardandolo con aria di sfida.

- Ho fatto tardi con le prove generali dello spettacolo e…-

Ma Aoko lo zittì girando la testa dall’altra parte, con faccia offesa.               

Manami finì velocemente lo stufato e poi iniziò la sua mostra serale di tutti i disegni fatti quel giorno a scuola.

Aoko e Kaito terminarono la cena durante l’esposizione di una ventina di origami e poi si trasferirono nel salotto, con una saltellante Manami che stringeva le mani di entrambi i genitori, dondolandone le braccia.

- È ora di andare a nanna…- mormorò Aoko in un momento di pausa della bimba:- È tardi, Manami-chan.- aggiunse, issandosela in braccio.

Tornò dopo circa un quarto d’ora in salotto, dove Kaito aveva acceso la televisione.

Aoko si rimise a braccia conserte e, dopo aver avuto la sua attenzione (immediata, s’intende), inarcò un sopracciglio.

- Oh, andiamo! Manami è alla materna! Il massimo che ti può aver detto è che abbia sbagliato il pisolino!- riuscì a biascicare in propria difesa Kaito.

Pausa.

Aoko scivolò verso il divano e si sedette accanto a lui, in silenzio.

- Peccato, è stato interessante, sai…- mormorò, avvicinandosi sensualmente:- Il maestro di Manami-chan ha la nostra età e andava alla privata vicino il nostro liceo…- continuò:- Ed èestremamente carino…- sussurrò infine nel suo orecchio.

Kaito spense immediatamente il televisore:- Carino?- ripeté, incatenando lo sguardo a quello della moglie.

Aoko annuì e, nel momento esatto in cui lo fece, si ritrovò stesa sul divano, la testa sul bracciolo e il corpo di Kaito premuto contro il suo.

- E, dimmi…- le sussurrò nell’orecchio:- Eri vestita così quando sei andata al… “colloquio”?- le domandò, cominciando a baciarle il collo.

Aoko annuì di nuovo, arrogantemente, poi chiuse gli occhi e rilassò i muscoli:- Allora devo dedurre che ci abbia provato spudoratamente, il maestro…- aggiunse Kaito, dopo averle baciato con fervore la bocca, accennando alla gonna:- È decisamente troppo corta.- commentò piano, passando lentamente una mano sotto la stoffa e cominciando ad accarezzarle la coscia.

- Geloso?- riuscì a ribattere Aoko, inebriata dalla pressione dei loro corpi.

- Da morire…- rispose Kaito, baciandola di nuovo. Poi scese con le labbra al colletto della camicetta e sbottonò i primi bottoni.

- Okaasan… Otousan…-

Il mormorio indistinguibile della bimba dal caschetto nero, proveniente dalla cameretta da letto, destò immediatamente l’atmosfera ormai calda del salotto.

Kaito fermò all’istante le mani e si tirò indietro, Aoko si riabbottonò velocemente la camicetta e poi scattò insù.

- Okaasan… Otousan…- ripeté la stessa flebile voce di prima.

I due si catapultarono nella cameretta.

- Manami-chan, che c’è?- chiese dolcemente Kaito, vedendo gli occhi lucidi della bimba.

- Non riesco a dormire…- mormorò quella:- Ho paura…-

- E di che?-

- Del mostro!- esclamò Manami, saltando su a sedere:- Yuki-chan mi ha raccontato una storia di paura.- confessò.

Kaito si sedette sul bordo del letto dalle lenzuola colorate e scompigliò affettuosamente la frangetta della bimba:- Non esistono. I mostri sono solo le tue paure e io…- Kaito avvicinò le mani che teneva giunte, al viso della bambina:- Avrei una cosa per te…- continuò:- Un compagno per il buio che ti spaventa tanto…-. Batté le mani e fece apparire un orsacchiotto di pezza.

- Wow, Otousan!- gridò entusiasta Manami, afferrando avida il giocattolo:- Grazie!- esclamò, baciando il padre sulla guancia.

Kaito sorrise e rimase a fissare incantato la bimba che decideva che nome dare all’orso di pezza, poi si alzò e le scompigliò di nuovo i capelli:- Ora dormi.- ordinò dolcemente.

Aoko si avvicinò per rimboccarle le coperte e le scoccò un bacio sulla fronte:- Dormi Manami-chan…-.

I due lasciarono la stanza solo quando la bambina si fu addormentata.

Poi Aoko fissò sorridente Kaito:- Che padre premuroso!- esclamò intenerita, a bassa voce.

Kaito arrossì appena.

- Manami-chan ha detto che sei anche geloso dei suoi amici maschi…- aggiunse, ridendo sommessamente:- Non sarà un po’ presto?-

- Smettila!- ordinò Kaito, sempre più imbarazzato.

Si avviarono in camera continuando a battibeccare, con particolari frecciate dalla parte femminile.

- Beh, dormiamo.- affermò Aoko sulla soglia della porta, stiracchiando le braccia dietro la schiena.

Kaito la bloccò da dietro e le passò una mano sotto la camicetta, slacciandole il reggiseno.

- Non ho intenzione di lasciare a metà un lavoro cominciato…- le sussurrò, mostrandole il reggiseno che le aveva appena sfilato.

- “Lavoro”?- mormorò Aoko a occhi chiusi, lasciandosi baciare di nuovo il collo.

- L’ho sempre detto che sei una tipa impegnativa…- commentò lui, prima di portarla sul letto e spegnere la luce.  

Lui la spogliò con affanno, lei gli sbottonò la camicia.

- Ti amo…- mormorò Aoko, mentre Kaito le baciava i seni.

Con un movimento sensuale, le accarezzò la coscia e le afferrò il merletto delle mutandine. Poi sfilò irruentemente gli slip e come un assetato nel deserto che trova una sorgente, le afferrò con i denti il capezzolo destro, facendola sussultare e inarcare, in un gemito di piacere.

Entrò in lei. Gli ansimi e le spinte ben assestate cadenzarono l’atmosfera calda della stanza. Kaito soffocò un grido di Aoko, baciandola con foga.

 

 

- Sveglia!-

Un allegro bisbiglio la destò dolcemente: un Kaito in boxer cercava distrattamente la camicia, mentre si passava una mano tra i capelli.

- Che ore sono?- chiese Aoko, con la voce impastata.

- Le sei e mezza: tra mezz’ora Manami si sveglia.-

L’informazione la mise immediatamente sull’attenti: non poteva certo farsi trovare nuda dalla bambina. Subito si infilò una maglietta abbastanza larga e dei pantaloncini a mo’ di pigiama, tanto per poter preparare la colazione.

- Caffè?- chiese, sulla soglia della porta.

- Ok…-

Guardarla armeggiare tra i fornelli, in quella tenuta da casa arrangiata e la spalla destra nuda, lo rese irrequieto, come se non ci avesse appena passato una notte. D'altronde, era ancora nell’età in cui il sesso si trovava ossessivamente tra i suoi pensieri.

Kaito la abbracciò da dietro, impossibilitandola al movimento, e le baciò il collo, esattamente sotto l’attaccatura dei capelli.

- Sai che sei bellissima quando dormi?-

Aoko si liberò della presa e si girò, intrecciando le braccia dietro al collo di Kaito:- E tu uno schifoso…- mormorò baciandolo:- Io ero arrabbiata con te, ricordi? Riesce sempre a rigirartela, in un modo o nell’altro…- continuò, mordendogli il labbro inferiore.

- Okaasan… Otousan…-

Manami-chan apparve sulla soglia della porta della cucina, strofinandosi gli occhi col pugnetto sinistro e tenendo teneramente per mano con la destra, l’orsacchiotto.

Aoko e Kaito si allontanarono con un balzo quasi comico, arrossendo.

Aoko si schiarì la voce, e si appiattì la maglietta:- Buongiorno, Manami-chan.-

- ‘giorno…- salutò anche Kaito, fingendo di controllare il caffè e grattandosi la nuca.

- Bo-o-ngiorno…- sbadigliò la bimba.

- Dormito bene?-

- Mmh…- Manami sembrò ponderare la risposta:- Spostavano i mobili, i vicini?- chiese candidamente.

 

 

*Okaasan = mamma, in giapponese

** Otousan = papà, sempre in giapponese





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