I'll call you Dustfinger

di Sherlock Holmes
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 Faceva freddo, quella lontana notte d’inverno.
Rosalie correva sotto la neve.
I candidi fiocchi cadevano lentamente, volteggiando, prima di posarsi sui suoi vestiti regali, ormai strappati, però, dagli arbusti e dai rovi che aveva incontrato lungo il suo cammino nella foresta.
La stavano ancora inseguendo…
Sentiva il rumore attutito degli zoccoli dei cavalli, che rompeva quella quiete irreale della Selva Senza Vie…
La donna inciampò e cadde, ma si rialzò, proteggendo con il calore del suo corpo quel fagotto che teneva in braccio.
Si voltò.
Udì un urlo maschile, in lontananza…
 
Rudolph…
 
Li avevano braccati e spinti fin lì, quei maledetti baroni, per ucciderli… E per sterminare la loro discendenza.
E sembrava che ci stessero riuscendo.
Rudolph, suo marito e Re, le aveva intimato di scappare, di fuggire nella Selva, mentre lui tratteneva a suon di spada i felloni.
 
Quel grido… Poteva significare una sola cosa: il suo amato era stato colpito a morte.
A questo pensiero, Rosalie strinse più forte a sé il fagotto. Si concesse solo un secondo ed una lacrima, prima di riprendere la sua corsa.
Il fagotto si mosse, e una rosea manina spuntò dalle stoffe purpuree.
La stavano raggiungendo…
L’avrebbero presa, lo sapeva.
Ma non avranno mai mio figlio…
Adocchiò un’apertura tra la neve: una tana, forse di un tasso… una creatura innocua.
Diede un fugace bacio al figlio, che le sorrise. Gli occhi azzurri del bambino luccicarono.
Vivi, anche per me…
La neve lo nascondeva a sufficienza.
- Addio…- disse lei al figlio in un sussurro, prima di fuggire lontano…
 
Fu inutile scappare.
Quella notte, per la seconda volta, la neve, prima immacolata, si tinse di rosso…
Il rosso del sangue di una donna chiamata Rosalie.




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