Draco Lucius Malfoy era chiuso nel bagno dei Prefetti del Settimo Piano
da un paio di minuti, stava piangendo. Finalmente quel Marchio Nero era
riuscito a far 'crollare' il ragazzo, era così responsabile
e così duro portare sul braccio quel peso che Draco sembrava
sfinito.
Si era appoggiato al grande bancone del lavabo in marmo e si fissava
nello specchio. Fissava il suo volto tirato dalla stanchezza, bagnato
dalle numerose lacrime che continuavano a scendere padrone sulle sue
guance, più si rifletteva e più pensava che lui
non era il vero Draco. Non era il ragazzo che sua Madre voleva e
sperava che fosse, non era il solo e meraviglioso erede Malfoy che il
padre era sicuro che diventasse. Era cambiato, ormai quel Marchio Nero
lo aveva segnato per l'eternità. Aveva segnato una vita che
lui nel profondo non voleva che trascorresse. Fin da bambino aveva
sperato di avere una vita tranquilla, una vita normale, in fondo il suo
cuore lo sperava anche se era consapevole del contrario. Ora
più piangeva, più versava lacrime e
più voleva sparire da quella scuola, da quel mondo e da
tutto il resto. Voleva essere in quel momento 'Nessuno'. Singhiozzi,
lacrime e lamenti provengo dal bagno, tanto che Astoria ne viene
attratta. Con i suoi altissimi tacchi color verde scuro cammina fino
alla grande porta in legno e con cautela si affaccia spiando con
sguardo indagatore all'interno del bagno. Il lungo corridoio lascia
intravedere solo una figura maschile in lontananza. Con leggerezza si
inoltra nel bagno e con una voce dolce, esile, tremante parla al
ragazzo.
"Scusami, hai bisogno di aiuto?"
I lamenti non permettono a Draco di ascoltare i passi che i tacchi
provocano sul grande pavimento in legno, così lui continua a
piangere, il maglione che s'era levato e l'aveva poggiato sul bancone
piano cominciava ad inzupparsi di lacrime. Alza lo sguardo e smette di
piangere solo quando sente una voce leggera provenire da dietro,
innalza lo sguardo sullo specchio di fronte a sè e guarda la
ragazza nel suo riflesso. Non riesce a rispondere, forse l'imbarazzo.
Trovava imbarazzante il fatto che stesse piangendo, e non solo, che
continuava a farlo anche in sua presenza. Non c'era verso di fermare le
lacrime. Cosa avrebbe pensato poi Astoria nel vederlo piangere? Draco
Malfoy che piange, ridicolo.
"Draco?!"
Con stupore, naturalezza, preoccupazione, imbarazzo e tensione Astoria
continua a camminare avvicinandosi di più al ragazzo.
Astoria conosceva Draco, poteva definirlo amico, amico forse solo di
Casata ormai. Amici erano quando entrambi erano solo dei bambini,
lì poteva definire di essere stata amica di Draco Malfoy.
Ora le cose erano cambiate, erano cresciuti e forse l'imbarazzo e le
diverse strade li hanno portati a non frequentarsi più come
prima. Ora però vederlo piangere Astoria sembra quasi
assumere la stessa espressione del biondino. In diciassette anni di
conoscenza mai aveva visto Draco stare male, mentre si avvicina al
ragazzo si strofina le mani gelide e poi abbastanza vicina, poggia la
sua mano destra sul quella di Draco che reggeva sul bancone il peso del
suo corpo e poi il maglione scuro.
"Va via Astoria!"
E' una supplica quella che esce dalla labbra di Draco, in
realtà non voleva che Astoria andasse via perchè
non voleva la sua presenza, sapeva che ben presto doveva spiegarle il
motivo di questo atteggiamento e lui proprio non voleva raccontarle di
essere diventato un Mangiamorte. Draco vedeva Astoria come una sorella
minore da proteggere, proprio come Daphne faceva tutt'ora con lei. E
standole lontano, lei sarebbe rimasta all'oscuro di tutto il male di
cui Draco era circondato ogni giorno e che era costretto a sopportare.
Il biondino innalza di nuovo lo sguardo sullo specchio incrociando
quello di Astoria che continuava a studiarlo cercando di
tranquillizzarlo.
"Ti prego!"
La mano gelida di Astoria continua a stare su quella calda e umida di
Draco, immerge il suo sguardo in quello dell'altro e un piccolo sorriso
si dipinge sulle sue labbra, forse era inopportuno oppure era troppo
semplice ma non sapeva cos'altro fare. Scuote la testa e con
delicatezza si avvicina al suo orecchio per poi lasciargli un bacio
innocente proprio come faceva da bambina. Il tipico bacio sull'orecchio.
"Vieni via con me!"
Questa di Astoria invece, non era una supplica, ma era un ordine. Un
ordine detto con dolcezza tanto da far sussultare Draco dall'improvvisa
richiesta della ragazza. Astoria stava provando un senso di
pietà per il biondino, tanto che la più piccola
parte di dolore che provava lui stava pian piano invadendo anche il suo
cuore piccino, da farla impazzire.
Con quasi fare materno: protettivo, con amore e con dolcezza fa alzare
Draco e senza che nessuno dei due fiati, Astoria comincia a sistemargli
la camicia con la cravatta e il maglioncino, che lui prima aveva
sbottonato e allentato.
Chiude tutti i bottini della camicia bianca e gli annoda di nuovo la
cravatta, con fare esperto poi gli rimette il maglioncino e infine gli
sorride come per rassicurarlo e mettergli pace.
Draco che da quando aveva sentito quelle parole "Vieni via con me" non
aveva più parlato, come un bambino indifeso aveva obbedito e
ora si lasciava anche sistemare, come se non ne fosse più
capace. Gli occhi grigi erano fissi che seguivano i movimenti della
ragazza e poi le sue mani ben curate. Voleva ringraziarla ma la sua
voce era così roca e sporca rispetto alla sua che quasi se
ne vergognava. Non voleva infettarla ma voleva esserle riconoscente.
Solo un leggero sospiro esce dalle sue labbra infine, per il sorpreso
bacio sulla fronte che Astoria riesce a dargli, senza pensarci e senza
accorgersene sulle labbra di Draco compare un sorriso timido che
Astoria riesce a ricambiare. Chiude gli occhi e in un secondo si sente
tirare da lei fuori dal bagno, fuori dall'Inferno.
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