Ciao a tutti!! Le vacanze al mare sono
terminate e senza che me lo aspettassi l’ispirazione mi ha colpita ancora prima
di quanto pensassi, e così … ecco un’altra ff!
Sana e Heric non si conoscono, l’attrice va
alle Hawaii con Charles per girare un film e … farà un incontro molto
speciale!^^
leggete e recensite!
Un bacione
J Daisy J
Sulla cresta dell’onda
Capitolo 1.
“Hawaii, sto arrivando!!!”
La diciottenne attrice Rossana Smith
saltellava felice sulla scaletta che portava all’aereo diretto verso l’arcipelago
tropicale. Poco dietro di lei un ragazzo della sua stessa età la guardava con
un paio di brillanti occhi azzurri e sorrise.
“Sei sempre la solita esuberante, eh, Sana? Ti ricordo che stiamo andando a
lavorare …” le disse.
“Non fare il solito guastafeste, Charles!
Dopotutto le riprese saranno solo alla sera e soltanto qualche volta durante il
giorno, perciò avremo tutto il tempo che vogliamo per divertirci!” ribatté lei
ricambiando con energia il sorriso. “Dicono che alle Hawaii ci siano le onde
perfette per fare surf … e io voglio cavalcarle!”. La ragazza cominciò a
sognare ad occhi aperti, vedendosi surfare su un’onda altissima, compiendo le
più temerarie evoluzioni sulla sua tavola, ma ancora una volta il suo amico la
riportò con i piedi per terra:
“Tu non sai surfare, Sana … ci hai provato solo un paio di volte!”
Improvvisamente, nella sua mente Sana si
vide cadere tra le onde.
“Dettagli, dettagli … allora partiamo?!”
cambiò argomento, e sempre saltellando e sorridendo salì sul jet privato che i
loro manager avevano fatto preparare per volare sull’Oceano Pacifico. La
ragazza si sedette accanto al finestrino, e Charles prese subito posto accanto
a lei. Si allacciarono le cinture, e dopo alcuni minuti l’aereo decollò. Quando
stavano ormai sorvolando il mare, Charles si rivolse alla ragazza:
“L’altro giorno ho letto su una rivista della tua rottura con Will … mi
dispiace …”
Sana, che stava guardando fuori dal
finestrino, si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi:
“A me no! Era solo uno stupido che stava dietro ai miei soldi … e a qualcos’altro
… non sai che soddisfazione quando l’ho mollato!” gli rispose. Il ragazzo
rimase per un attimo interdetto.
“Cosa?! Ma … ma a me sembravate una coppia
perfetta!”
“Be’, hai visto male …” concluse l’argomento
Sana, e tornò a guardare fuori dal finestrino. La storia con Will era iniziata
poco più di un mese prima … lui era un fotografo, e aveva conosciuto Sana
quando le avevano proposto di posare per una rivista di moda. Il giovane si era
innamorato subito delle curve e della fama della ragazza, così fingendo di
essere davvero interessato a lei le aveva chiesto di uscire e … be’, una cosa
tira l’altra, e alla fine si erano fidanzati. Ma Sana non ci aveva messo molto
a capire il suo gioco … era stato facile quando per la terza sera di seguito
aveva provato a strapparle quasi di dosso i vestiti mentre erano ancora nell’auto
di lui! E così, senza troppi rimpianti, l’aveva scaricato. Certo, un po’ le
dispiaceva: all’inizio ci aveva creduto davvero, in quella storia. Ma ormai era
acqua passata, e sinceramente ora si sentiva più libera.
All’improvviso fu distolta dai suoi
pensieri da una mano che si era posata delicatamente sulla sua …
“Lo sai, Sana, che io sono sempre qui …” le
disse Charles intrecciando le loro dita e guardandola profondamente negli
occhi. Sana gli rispose con un sorriso, ma quando vide il viso di lui
avvicinarsi lentamente si scostò all’istante, fermandolo.
“Charles! Lo sai che siamo solo grandi
amici! Smettila di provarci con me!” lo rimproverò, seccata, lasciando andare
la sua mano. Gli occhi di Charles ai addolorarono.
“È vero, Sana, per ora siamo solo amici, ma
se solo tu …”
“No! Ti ho detto di smetterla! Non può
succedere nulla tra noi due! Perché non ti metti l’anima in pace??”
“Ma io ti amo!” protestò il ragazzo.
“E io no!perché devi farmelo ripetere cento
volte al giorno?!”
Con questo Sana si voltò dall’altra parte e
non tornò più a guardare il ragazzo per il resto del viaggio. Erano grandi
amici, ma quando Charles faceva queste scene non lo sopportava proprio!
Dopo alcune ore di viaggio, la giovane
attrice scorse un puntino in mezzo alla distesa dell’Oceano …
“Ehi, ecco le nostre isole!!” esclamò in
preda all’entusiasmo. Charles, che si era appisolato, si svegliò di soprassalto
all’urlo dell’amica.
“Eh??” biascicò, ancora mezzo assonnato.
“Siamo arrivati, Charles!” gli disse lei,
uno splendido sorriso sul volto, ormai dimentica di ciò che era successo prima.
“Guarda, quella è Honolulu!!” esclamò indicando fuori dal finestrino. Ormai l’aereo
era abbastanza basso da permetterle di distinguere la città. “E guarda quelle
onde! Sono altissime!!!” si meravigliò. Quando l’aereo atterrò, nulla riuscì a
trattenerla dal scendere a terra con euforia prima ancora che il grosso motore
venisse spento.”Dai, Robbie! Muoviti! Voglio vedere l’hotel!” esclamò in preda
all’entusiasmo. Il suo povero manager, carico di valigie, cercò di fare il più
in fretta possibile a raggiungerla, ma non riuscendo a vedere dove andava
inciampò in uno dei gradini della scaletta e capitombolò sulla pista di
atterraggio dell’aeroporto, venendo sommerso dai bagagli che portava. Quando
Sana lo vide gli disse:
“Che ci fai lì sotto, Robbie?? Dai, andiamo!” e prendendo in mano due valigie
piuttosto grandi si avviò senza fatica all’uscita, lasciando il manager di
sasso per la sua forza inaspettata.
In strada caricarono tutto su un paio di
taxi, uno per i due ragazzi e uno per i loro manager, e partirono alla volta
del lussuoso albergo in riva al mare che li aspettava. Quando vi giunsero,
furono il regista del film e la sua troupe ad accoglierli. Indicarono loro le
camere che gli avevano assegnato, dopodichè dissero che le riprese sarebbero
iniziate solo due giorni dopo poiché dovevano ancora allestire il set. A Sana
si illuminarono gli occhi a quella notizia.
“Davvero?? Yuppie!! Allora ho tutto il
tempo che voglio per andare in spiaggia!!” esultò, poi strappò dalle mani di
Robbie una delle valigie che portava e aggiunse:
“Be’, io vado a mettermi il costume! Tu vuoi venire al mare, Charles?” chiese
rivolta al ragazzo. Lui avrebbe preferito starsene nella sua camera dell’hotel,
ma poi vide nella sua mente l’’immagine di Sana in bikini e arrossendo
leggermente disse: “Ok, perché no?”
“Benissimo! Allora ci vediamo nella hall
dell’albergo tra venti minuti!” gli disse lei, e scomparve nell’ascensore che
portava alle loro stanze.
Come promesso, venti minuti dopo scese di
nuovo. Charles, che nel frattempo la stava aspettando seduto su uno dei
divanetti della hall, rimase a bocca aperta quando la vide avvicinarsi in
costume, con solo un piccolo pareo a coprirle di poco le lunghe e bellissime
gambe. Di sicuro quell’immagine era di gran lunga migliore di quella che aveva
pensato poco prima … Sana sorrise a vedere la sua faccia, e subito lo spronò ad
alzarsi e ad affrettarsi verso la spiaggia. Il ragazzo, cercando di
riprendersi, le si avvicinò.
“Ti accompagno volentieri” le disse senza
smettere di guardarla, e le mise una mano in vita, avviandosi all’uscita. Sana,
però, infastidita, si bloccò e lo spinse via.
“Charles! Ti ho detto di smetterla! Giù le
mani!” gli gridò, infuriata.
“Va bene, va bene … scusa … dai, andiamo …”
replicò lui, e facendo finta di nulla raggiunse la porta e gliela aprì. Sana
rimase ancora qualche istante a guardarlo scettica, poi però prese il
sopravvento la sua voglia di andare in spiaggia e si decise ad uscire. Charles
le diede un’ultima occhiata da dietro prima di sospirare e seguirla.
Una volta in spiaggia, Sana cominciò a
correre sul bagnasciuga, sorridente. Erano più o meno le tre del pomeriggio, e
il sole scaldava e illuminava tutta l’isola. Il clima però era fresco, visto il
grande vento che soffiava. La ragazza guardò il mare, e vide alcuni surfisti
cavalcare onde altissime a qualche metro dalla riva. Immediatamente le venne
voglia di unirsi a loro e di provare quello sport che l’attirava tanto. Senza
indugiare oltre, andò ad affittare una tavola da surf. Quando fu pronta ad
entrare in acqua si rivolse a Charles chiedendogli:
“Tu non vieni? Non vuoi provare?”
Ma il ragazzo si era già sistemato all’ombra
di un ombrellone. Sana allora fece spallucce e iniziò ad immergersi nell’acqua
dopo aver abbandonato il pareo accanto al ragazzo. Quando fu abbastanza al
largo si sdraiò sulla tavola che aveva preso e iniziò a fare qualche bracciata
in direzione delle onde. Qualche anno prima, per girare un film, aveva preso
qualche lezione di base sul surf, quindi conosceva già le regole principali, e
non le fu difficile cavalcare la prima onda. Quando la vide arrivare, girò la
tavola e aspettò che la raggiungesse, poi si alzò in piedi e iniziò a surfare.
Charles, dalla spiaggia, rimase ad osservarla e dovette ammettere che tutto
sommato se la cavava … Purtroppo l’onda era piuttosto piccola, così Sana si
ritrovò presto di nuovo ferma. Ne cavalcò ancora un paio di scarsa altezza, poi
decise di provare con qualcuna più grande. Quando ne vide una piuttosto alta,
iniziò a remare in quella direzione, prima di voltarsi e prepararsi a surfarla.
Aspettò di essere sulla cresta dell’onda, poi si alzò, e iniziò a cavalcare
quell’onda altissima. Riuscì a fare un paio di acrobazie … ma ad un tratto
qualcosa andò storto. Sana perse l’equilibrio e cadde in acqua. L’onda la
travolse, risucchiandola e trattenendola sott’acqua. Charles, che l’aveva
seguita con lo sguardo, scattò in piedi e si avvicinò al mare, cercando di
scorgere la figura della ragazza, ma lei non riemerse.
“SANA!!!” gridò in preda al panico. Un
ragazzo, che dimostrava un paio di anni più di loro e che passeggiava sul
bagnasciuga, sentendolo seguì la traiettoria del suo sguardo e notò la tavola
da surf di Sana apparire e scomparire tra le onde. Intuendo ciò che era
successo, senza esitazioni si tuffò in mare e iniziò a nuotare verso il punto
in cui era sparita la ragazza. Quando raggiunse la tavola da surf si immerse, e
Charles, da riva, lo vide tornare a galla un minuto dopo insieme a Sana. Il
ragazzo iniziò a nuotare a riva trascinando con sé il corpo della giovane, che
sembrava incosciente. Quando arrivò alla spiaggia, Charles andò ad aiutarlo a
portarla sulla sabbia. Il ragazzo si piegò su di lei per vedere se respirava
ancora, poi quando sentì solo un debole filo di fiato uscire dalla sua bocca
posò le mani sul suo torace e iniziò a premere, cercando di rianimarla. Quando
vide che non funzionava, senza perdere la calma disse: “Serve la respirazione
bocca a bocca”
“La faccio io!” intervenne all’istante
Charles, avvicinandosi a Sana, ma fu bloccato da uno sguardo di ghiaccio dell’altro
ragazzo. Quando fissò quelle iridi ambrate un brivido gli percorse la schiena.
“Scusa se te lo dico, ma non mi sembri
molto capace … se permetti io sono il bagnino di questa spiaggia e me ne
intendo molto più di te di rianimazione, quindi scansati, per favore!” e con
una gomitata lo spinse di lato per poi chinarsi sulla ragazza e posare le sue
labbra su quelle di lei. Soffiò un paio di volte, poi premette di nuovo le mani
sul suo petto, ma Sana ancora non rinveniva. Ripeté il procedimento ancora una
volta, e finalmente Sana si risvegliò. Iniziò a tossire, sputando tutta l’acqua
che aveva nei polmoni, e il ragazzo la girò su un fianco. Quando Sana si fu
lentamente ripresa, cercò di focalizzare lo sguardo sulla figura che aveva di
fronte e si trovò a fissare un paio di occhi castani profondissimi,
appartenenti ad un alto ragazzo biondo dal fisico atletico e la pelle molto
abbronzata, che era chino su di lei.
“Mi hai salvata …” furono le prime parole
che riuscì a sussurrare, perdendosi in quegli occhi.
“Lavoro …! Heric Hayama, bagnino!” si
presentò porgendole la mano. Sana, seppure ancora un po’ stordita, gliela
strinse presentandosi a sua volta:
“Rossana Smith, attrice!”
“Sei davvero tu?? Non ci credo!” esclamò il
ragazzo.
“Perché?” chiese interrogativa lei.
“Perché sei ancora più bella della Sana che
compare in televisione …” le rispose lui, sorridendo e aiutandola a rialzarsi.
Sana arrossì al complimento, continuando a guardarlo negli occhi. A quel punto
Charles si avvicinò a lei e l’avvolse in un asciugamano.
“Sana! Per fortuna stai bene! Mi hai fatto
prendere un colpo!” esclamò, e iniziò a strofinarle l’asciugamano con energia,
cercando di asciugarla, avvicinandosi sempre di più a lei. Sana, infastidita,
lo spinse via per l’ennesima volta.
“Quante volte devo dirti di starmi lontano,
Charles?!” gli gridò, irritata. “E se ti sei spaventato così tanto, potevi
almeno venire a salvarmi invece che startene qui ad aspettare che lo facesse
qualcun altro!” aggiunse notando che, al contrario di Heric, era completamente
asciutto.
“Ma …” provò a protestare lui, ma Sana non
glielo permise.
“Smettila! Me ne torno all’albergo, e non
voglio che mi disturbi fino all’ora di cena!” sbottò, poi prima di allontanarsi
si rivolse un’ultima volta al biondino.
“Non ti ho ancora ringraziato … be’, grazie
per quello che hai fatto!” gli disse sorridendogli con riconoscenza.
“Figurati …” disse lui ricambiando il
sorriso. “Oh, mi scusi, sto continuando a darle del tu!” si scusò un attimo
dopo.
“Ci mancherebbe! Mi hai salvata!” lo
rassicurò lei. “Be’, allora ciao … Heric!” lo salutò prima di avviarsi sulla
spiaggia verso l’hotel.
“Ciao … Sana!” rispose lui in un sussurro
udibile solo a se stesso, e rimase ad osservarla andare via, seguita qualche
metro più indietro da Charles.