A sua immagine e somiglianza

di Bloody_Rekla
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A sua immagine e somiglianza
 
 
 
La bambina non piangeva.
Cosa strana, se si pensava che avesse poco più di cinque anni.
Si limitava a far guizzare gli occhi neri tra il padre steso a terra sotto il peso di una trave e la ragazza in piedi, che attendeva impaziente.
“Gwendolyn, tesoro mio” mormorò l’uomo con un fil di voce. “Voglio che mi saluti la mamma e tuo fratello.”
La piccola annuì.
Il padre stavolta si rivolse alla ragazza “Emily.” Tossì “ Voglio che la porti via da questo inferno.”
Emily strinse la mano all’uomo, poi afferrò per mano la bambina e cominciò a correre via dall’edificio che andava in fiamme.
Emily correva più lenta di quanto potesse per dare la possibilità a Gwen di starle dietro.
Mentre correva, cercando di allungare il più possibile le sue gambette corte, Gwendolyn osservò il profilo di Emily.
Le faceva paura, con gli occhi truccati di nero, due ciuffi blu tra i capelli castani e con l’occhio sinistro coperto dalla folta chioma.
Appena uscita dall’edificio, Gwen si fermò.
“Dov’è papà?” chiese.
Emily si fermò come pietrificata.
Poi si abbassò fino a portare il viso all’altezza della bimba.
Le parlò con una dolcezza che Gwen non credeva potesse avere.
“Tesoro,tu vuoi fare contento il tuo papà vero?
La bambina annuì energicamente, muovendo i capelli corvini.
Emily sospirò, accarezzandole una guancia
“Allora pensa a correre,a metterti in salvo. Il tuo papà sarebbe fiero di te,se potesse vederti da lassù.”
Fu così che Gwen scoprì che il padre era morto.
Ma si limitò a riscuotersi e a farsi prendere in braccio da Emily,che corse più forte che poteva.
Gwen era nel dormiveglia, quando fu svegliata da un forte strattone.
Aprì gli occhi di scatto.
Il vicolo al quale erano davanti era in fiamme.
Dall’edificio che andava fuoco, cadde un’asta di ferro incandescente, proprio addosso a loro.
Emily lanciò la bimba via e, appena l’asta la colpì, si piegò in due dal dolore. Si rialzò veloce e, zoppicando, raggiunse Gwen.
Cercò di sorriderle, ma le venne fuori solo una brutta smorfia.
Prese di nuovo in braccio Gwen e ricominciò a correre, cercando di uscire dalla città che andava a fuoco.
Stavolta la gente si affollava per le vie della città, lasciando cadaveri e cadaveri a terra.
Emily coprì gli occhi della bambina, per proteggerla da quel macabro paesaggio.
Fu veloce.
Uscirono presto, trovandosi in una collinetta non ancora arsa dal fuoco.
Da lontano si vedevano i soccorsi arrivare.
Emily appoggiò Gwen a terra e si guardò lo stomaco, laddove sentiva fitte dolorosissime.
“Oh, cazzo.” Mormorò.
La mano che aveva appoggiato sul ventre era sporca di sangue, così come buona parte della maglietta, vicino alla zona colpita.
“Emily? Che succede?”
Gwen.
Si era completamente dimenticata di lei.
E ora?
Come le spiegava che le stava succedendo?
Non fece in tempo a voltarsi, che sentì le forze abbandonarla.
Facendola cadere in ginocchio.
“Emily! Cos’hai?”
Stavolta Gwen gridava.
“Oh, Gwen.”
La voce della ragazza era ridotta a un sussurro.
“Vieni qui,piccola. Fatti abbracciare.”
Emily strinse le braccia intorno alla bimba, cullandola avanti e indietro.
“Devi essere forte. La tua mamma e altre brave persone ti aiuteranno. Fai la brava.”
Una lacrima le uscì dagli occhi.
Poi cadde all’indietro,distesa sul prato e con gli occhi chiusi.
Gwen spalancò gli occhi.
“Emily!”
La chiamò.
Nessuna risposta.
Continuò finche non arrivarono i soccorsi.
La portarono a casa, pensando che fosse solo un po’ scioccata.
Non era un po’ scioccata.
Aveva solo coltivato un’ossessione per l’immagine di Emily.
Continuò a disegnarla negli anni, cercando di mantenere intatto quel ricordo, che via via si faceva più fievole.
Finche un giorno non decise di essere come lei.
A sua immagine e somiglianza.
Come Dio aveva creato l’uomo come lui,
Emily aveva cambiato Gwen, fino a farla desiderare di essere come lei.
Si tinse i capelli a ciocche blu,come lei.
Ormai era come una sua fotocopia.
Era l’unico modo per ricordare.
 
Gwen si scostò una ciocca blu dagli occhi.
Pensò che suo padre avrebbe potuto affidarla a chiunque.
Avrebbe potuto affidarla a una cattiva persona, a un delinquente o semplicemente a una persona che aveva paura.
Invece l’aveva affidata a una di quelle persone che quando quelli come suo padre li vedono,storcono il naso,quasi disgustati.
Ma Emily era la ragazza più altruista e coraggiosa che Gwen avesse mai conosciuto.
Era diventata dark anche per sfidare chi giudicava anche senza conoscere.
Per sfida, per pura e semplice sfida.
Lei, contro il mondo.
  
Angolo dell'autrice "Ta-da!" le arriva in testa una scarpa "Ok,non sarà il massimo ma spero vi piaccia!" le arriva un'altra scarpa "Ahi! Le scarpe no!" "Recensionate!"




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