Xena & Gabrielle 6 capitolo I
Corinto
Il sole volgeva ad ovest,illuminando di rosso le cime degli alberi. Un
uomo e una fanciulla passeggiavano insieme lungo le mura della
città.
La ragazza rideva di cuore e l'uomo sorrideva spavaldo. Erano
prossimi alle nozze e tutti gli abitanti erano contenti per il lieto
evento... tutti tranne una.
Un'ombra nera si nascondeva dietro gli alberi,osservando con cattiveria i due giovani.
Strinse i pugni e digrignò i denti,poi fuggì nell'oscurità,diretta alla sua dimora.
“Quei due... maledetti... si divertono alle mie
spalle...approfittano del mio dolore. Ma io li punirò,li
farò pentire per tutto quello che mi hanno fatto. Lei,povera
sciocca, mi fa compassione. Crede che il suo promesso sia l'uomo
più fedele,l'uomo più giusto e più forte,lo vedo
dai suoi occhi colmi di gioia... Non sa quanto si sbaglia. Anche io
all'inizio ero ammaliata dalla sua bellezza,dalla sua virilità.
Ero convinta che fosse l'uomo della mia vita... e invece... non ho
fatto altro che sprecare tempo e fatica per lui. Ho abbandonato la mia
patria,ho tradito la mia famiglia,ho ucciso mio fratello... sangue del
mio sangue... solo per te farabutto!!! E ora? Ora mi hai abbandonata...
hai deciso di sposare quella fanciulla... più giovane e
più ricca di me, figlia del sovrano di queste terre. E i tuoi
figli?
Non sono nulla? Come farò a spiegare loro che il padre ha
abbandonato la loro madre per sposare un'altra? Non meritano di
sopportare una vergogna simile...
No,non te lo permetterò... Io,Medea,figlia di Eeta,re di
Colchide, giuro sulla mia stessa vita che non avrò pace
finchè tutti i torti subiti non saranno vendicati.... Preparati
Giasone!!!! La mia vendetta sta per compiersi.”
E ridendo si affrettò lungo il percorso.
Poco distante
“Gabrielle!! Gabrielle!!! Insomma ma che fine hai
fatto?” chiese Xena spazientita,quando finalmente la compagna
emerse dal folto degli alberi.
“Scusa Xena,ma il mio cavallo non smetteva più di
mangiare!!! Ho tirato le redini con tutte le forze,ma si è mosso
solo dopo essersi riempito la pancia.” esclamò la giovane
ansimante. Il destriero emise un nitrito di protesta. “Cosa
vorresti dire? Che non è vero? Non è colpa mia se
impazzisci ogni volta che vedi un cespuglio di more!!” Xena
sospirò,osservando la compagna con rassegnazione. “E'
inutile Gabrielle,non credo che ti risponderà. E comunque se
mangia tanto è perchè sta oramai assumendo il
comportamento della padrona...”
Gabrielle le fece una linguaccia“Non è vero!!! Io ho
sempre fame...per lui è diverso... è ingordo... mangia
anche se ha la pancia piena... e poi scusa non mi sembra che tu faccia
la fame!! Anche tu mangi sempre!!! Solo che,saltando come un grillo,
smaltisci tutto subito!!!” Xena sorrise,mentre legava Argo ad un
albero
“Non intendevo dire che sei grassa Gabrielle. Sarebbe una
sciocchezza anche solo pensarlo... E' solo che mangiare sempre è
una tua caratteristica...come dormire del resto...” Gabrielle
scese da cavallo,sbuffando “Insomma non te ne va bene
una!!!” “Si invece” rispose Xena “Ah si?”
chiese Gabrielle “Tu. Tu mi vai bene...lo sai...” rispose
semplicemente la guerriera. La ragazza sorrise soddisfatta. “Lo
so perfettamente,ma mi piace sentirmelo dire.” “Bene. Ormai
il sole è tramontato...direi che è il caso di accamparci
qui stanotte. Domani mattina saremo a Corinto. Potremo trascorrere
lì qualche giorno... che ne dici?” propose Xena,attizzando
il fuoco. “Siiii!!! Che bello!!! E potremo fare compere?”
Xena la guardò poco convinta “E dai. E dai. E dai”
cominciò a supplicarla Gabrielle. Un sorriso malizioso
increspò le labbra di Xena “Mmmm...fammi pensare...devi
essere più convincente...” Gabrielle rise di gusto e
cominciò a depositare leggeri baci sul collo della compagna.
“Che ne dici ora?” Xena le accarezzò la guancia e la
guardò nei limpidi occhi verdi “Devi essere ancora
più convinc...” ma non potè terminare la frase che
Gabrielle la baciò con passione,trasmettendole tutto il suo
amore.
“E ora? Andremo a fare compere domani?” chiese Gabrielle
speranzosa. Xena si appoggiò al giaciglio “Se vuoi ti
compro tutto il mercato!” esclamò ridendo. Gabrielle si
sistemò tra le sue braccia,appoggiando la testa al suo petto.
“Non ti conviene scherzare... potrei prenderti alla
lettera!!” le sussurrò nell'orecchio e si
addormentò con il sorriso sulle labbra. “So che ne saresti
capace... per questo ti terrò d'occhio... e il sacchetto dei
denari lo tengo io...” rispose assonata Xena,prima di cadere
anche lei in un sonno profondo.
Reggia di Corinto
Un uomo attraversava sicuro gli scuri corridoi del palazzo. Non faceva
alcun rumore e prestava attenzione ad ogni piccolo movimento sospetto.
Quando giunse di fronte ad un'enorme porta bussò tre volte.
“Avanti!” esclamò una voce autoritaria. Il giovane emise un flebile sospiro ed entrò.
La sala del trono era splendida,illuminata dalle torce,tutto era un
luccichio d'oro. Il ragazzo sorrise “Presto tutto questo
sarà mio. Quando il vecchio re morirà,salirò al
potere. Corinto diventerà la città più importante
della Grecia sotto la mia lungimirante guida.” Davanti a lui un
uomo anziano dalla lunga barba bianca sedeva altero sul trono.
Creonte,re di Corinto,osservava Giasone con severità,non vedeva
in lui nulla di buono,ma era stato costretto ad accettare il volere di
sua figlia Creusa,che si era perdutamente innamorata di lui. E chi
poteva biasimarlo? Tutti sapevano che Giasone era già sposato:
aveva anche due figli!!! Tuttavia questo non rappresentava un grosso
problema,chissà quanti avevano ripudiato la propria moglie per
una principessa!!!
No,il problema di Creonte era un altro e di natura assai più pericolosa.
“Volevi vedermi,mio signore?” La voce di Giasone riscosse
il sovrano dai suoi pensieri. “Si...ti ho mandato a chiamare
perchè devo confidarti una mia grande preoccupazione...si tratta
di tua moglie...” L'uomo non rispose,ma si limitò ad
annuire. “Ecco...tra poco si celebrerà il matrimonio tra
te e la mia amata Creusa...temo che quella strega possa fare del male a
mia figlia. Sai quanto me che ha un animo perfido,è molto
vendicativa e sicuramente non ha apprezzato il tuo gesto. Ti chiedo di
parlarle e di calmarla. Se giura di non sfiorare mia figlia nemmeno con
un dito,sarà libera,altrimenti sarò costretto ad
imprigionarla o peggio ad esiliarla insieme ai due bambini.”
“No! I miei figli no,te ne prego!” lo interruppe Giasone
“Loro non hanno colpe. Medea non è una donna cattiva,sono
sicuro che capirà. Non mi aspetto il suo favore,ma forse
riuscirò a farla ragionare. Per amore dei nostri bambini
placherà la sua ira.” “Sarà meglio per lei.
Non risponderò delle mie azioni,se accadrà qualcosa a
Creusa. Conto su di te Giasone.” concluse il vecchio re. Giasone
si inchinò rispettosamente “Non temere mio signore. Domani
dopo la cerimonia di fidanzamento parlerò con Medea. Tutto
andrà per il meglio e non accadrà nulla alla mia amata
Creusa,dovesse costarmi la vita.” con queste parole si
congedò e chiuse la porta alle sue spalle.
Nello stesso momento,dimora di Medea
La porta si aprì e si richiuse immediatamente. Una donna anziana
si recò all'ingresso per vedere chi fosse entrato.
“Padrona! Sei tu,finalmente sei tornata. I bambini non fanno che
chiedere di te.” Medea sembrò non interessarsi della cosa.
“Ora non ho tempo per loro. Ho da fare. Domani mattina ci
sarà la celebrazione del fidanzamento e io non voglio perdermela
per nulla al mondo....” “Ma signora...” tentò
di dire la donna “vai almeno a salutarli...poveri figlioli...ti
hanno visto solo questa mattina... perchè ti comporti
così con loro?” Medea le lanciò uno sguardo
infuocato “Non dire mai più una cosa del genere. Il fatto
che tu sia stata la mia nutrice non ti permette una tale confidenza,non
dimenticarlo.” La donna abbassò lo sguardo mortificata.
“So bene che una povera serva non può contraddire la
propria padrona,ma il fatto che io sia stata la tua nutrice mi fa stare
in ansia per te Medea. So che è un periodo difficile. So che
stai soffrendo per tutto quello che Giasone ha fatto. Ti chiedo solo di
non trattare male i tuoi figli,in fondo loro che colpa ne hanno? Hanno
solo la sfortuna di non avere un padre onesto. E' un traditore,lo
sappiamo tutti. Tu hai sacrificato ogni cosa e lui non ci ha pensato
due volte ad abbandonarti,ma ti prego non fare cose delle quali
potresti pentirti. Non lasciarti sopraffare dalla furia,pensa ai tuoi
figli,pensa a me,che ti amo come una madre. Non farti più male
di quanto abbia fatto lo stesso Giasone.” “Non posso”
rispose Medea “Mi ha fatto troppo male e per questo deve pagare.
Non c'è nulla che possa fermarmi... per quanto riguarda i miei
figli...sai che li amo e che sacrificherei volentieri la mia vita per
loro,ma in questo momento non mi va di vederli. Tutto di loro mi
ricorda il padre e quei meravigliosi giorni trascorsi insieme. I
ricordi sono molto dolorosi,hanno un grande potere... per evitare di
soffrire sono costretta a stare lontano da loro. Ora basta,sono
occupata. Va pure”. L'anziana donna si avviò per il
corridoio con il cuore gonfio di dolore “Aspetta”
esclamò Medea. La nutrice si voltò speranzosa “Ti
ringrazio per tutto quello che fai per me e per la tua fedeltà.
Sei stata l'unica a seguirmi dopo quello che è successo con la
mia famiglia e questo non lo dimenticherò mai. Per me sei come
una madre,ma a volte anche i figli più fedeli devono andare per
la loro strada. Non posso fare quello che mi chiedi,anche se lo vorrei
tanto. Va dai miei figli e dì loro che li amo con tutto il
cuore. Io sono nel sotterraneo,non disturbarmi per nessun
motivo.” e sparì dietro un'altra porta. “Come vorrei
che tu abbandonassi i tuoi propositi e ritornassi quella fanciulla
felice e spensierata che eri un tempo...” sussurrò la
donna,mentre una lacrima silenziosa le scorreva lungo la guancia.
Medea scese di corsa le scale. Aveva un'idea geniale e l'eccitazione
cresceva ad ogni gradino. “So come vendicarmi di loro...
soffriranno molto,ma la loro morte sarà breve. Voglio essere
generosa. Dove sono i miei infusi?” pensava,mentre apriva
cassetti ricchi di erbe e di ampolle.
“Ah...eccoli...” esclamò soddisfatta,quando
trovò quello che cercava: una piccola boccetta,che conteneva un
liquido color rosso sangue. La donna tolse il tappo e annusò il
maleodorante profumo “Si... cuore di salamandra pestato... bacche
di ginepro e more... è questo... il veleno che mi
permetterà di compiere la mia vendetta!!! Ora non resta altro
che usarlo nel migliore dei modi e tutto sarà compiuto.... I
traditori pagheranno e io,Medea,sarò finalmente in pace con me
stessa. A nulla serviranno i ricordi dei tempi passati,a nulla le
preghiere della nutrice,il mio destino si compirà presto. L'ho
accettato,ho giurato... niente e nessuno potrà
fermarmi!!!” Strinse la boccetta con tutte le sue forze e
cominciò a mescolare gli ingredienti,mentre il sole
sorgeva,illuminando la città ancora addormentata.
Mercato di Corinto,il mattino seguente
La città di Corinto si era svegliata. Al sorgere del sole gli
artigiani avevano aperto le loro botteghe,cominciando ad allestire le
bancarelle. Il mercato si era pian piano affollato:
schiavi,ancelle,padroni e turisti passeggiavano lungo la via
acciottolata guardandosi intorno.
“Pesce fresco!!! Ortaggi!!! Tessuti!!! Gioielli!!!” le grida arrivavano dovunque.
Xena e Gabrielle,abituate all'affollatissimo mercato di Atene,non si
scomposero di fronte al caotico spettacolo. “E' molto carino,non
trovi Xena??? Sembra così familiare...” esclamò la
ragazza. Xena espresse il suo disappunto sollevando il sopracciglio
sinistro “Non mi sembra tanto diverso dagli altri... Non ricordi
quello di Atene??? Era molto più grande e fornito di questo...
Devo ammettere però che non hanno merce scadente.”
continuò la guerriera,esaminando la bancarella delle stoffe.
“Beh prima il dovere e poi il piacere...” disse
Gabrielle,precedendo la compagna lungo la strada. Xena le lanciò
uno sguardo interrogativo “Prima di osservare le altre
bancarelle,devo farmi sistemare i sais da un buon fabbro,l'avevi
dimenticato?” Xena scoppiò a ridere “E come potrei
dimenticarlo??? Ti avevo avvisato di non utilizzarli più...
avevano da tempo bisogno di una sistemata. Quando ci siamo allenate si
sono spezzati a metà al primo colpo di spada.” Gabrielle
si imbronciò “Non è carino prendere in giro le mie
armi. Mi hanno salvato la vita in più di un'occasione... E poi
tu hai esagerato. Potevi anche colpire più piano,sapendo che
erano danneggiati. In ogni caso mi è servito. Ho ripreso
l'allenamento con la mia vecchia asta...”. Xena
sorrise,lanciandole uno sguardo d'orgoglio “E devo dire che il
tuo livello è rimasto lo stesso di sempre. Quasi non ho
più nulla da insegnarti. Sembrava impossibile che quella giovane
contadina di Potidea potesse diventare una guerriera così
potente!!!” Gabrielle si fermò di fronte una bottega
“Beh...sai come si dice...le apparenze ingannano. Siamo arrivate.
Vediamo se il fabbro può darci una mano...”ed
entrò.
Xena invece rimase per un attimo sulla soglia. Tra la folla le era
sembrato di vedere una donna che correva,spintonando diverse persone...
Scrutò meglio,ma non vide più nulla.
Perplessa,seguì Gabrielle,domandandosi cosa mai quella donna
avesse intenzione di fare.
Intanto
“Sta attenta,mi hai appena spinto!!!”... “Guarda dove
vai!!!” erano queste le parole che le avevano rivolto i
malcapitati che avevano incrociato il suo cammino quella mattina. Medea
non aveva rivolto loro uno sguardo né si era scusata con un
minimo cenno. Concentrata sul suo piano,non prestava attenzione a
coloro che le stavano intorno. Aveva lavorato tutta la notte,ma il
risultato era stato formidabile. Mai un incantesimo le era riuscito
così bene. “Deve essere il volere degli dei” pensava
“Anche loro desiderano che Giasone venga punito per le sue colpe
e con lui quella sgualdrina della principessa. Ho la protezione di
Zeus,ne sono certa!!! Con lui al mio fianco nessuno potrà
ostacolarmi. Ora non devo fare altro che aspettare... Le nozze non sono
molto lontane...e chissà quando avverrà il
fidanzamento... tutta la città è in fermento,ma nessuna
notizia è trapelata. Sono tutti così in ansia...poveri
sciocchi. Nessuno pensa al mio dolore. Mi hanno
abbandonata,tradita,umiliata e nessuno si è mostrato generoso
nei miei confronti. Meglio non pensarci. L'ora è
vicina...” e ridendo sparì tra la folla,passando di fronte
alla bottega del fabbro.
Xena era appena entrata nella bottega,mentre Gabrielle stava osservando
le armi esposte. “Purtroppo non c'è nulla da fare Xena. Il
fabbro non può ripararli. Devo comprarli nuovi. Ti
dispiace?” le chiese Gabrielle,prendendo in mano un piccolo
pugnale dalla strana forma. “Per niente. I sais sono l'arma
adatta a te. Devi necessariamente averli. Hai già visto quelli
in vendita?” La giovane annuì e dirigendosi verso il
bancone le mostrò due pugnali dalla splendida fattura. “Ti
piacciono? Oltre ad essere belli sono davvero costruiti bene. Li ho
provati e mi sembrano perfetti. Non c'è nessuna differenza con
quelli vecchi. Mi trovo perfettamente a mio agio.” Xena ne prese
in mano uno e lo studiò nei minimi particolari. Il
manico,impreziosito da gemme verdi,era comodo e maneggevole e la lama
era altrettanto lucida e affilata. La guerriera lanciò il
pugnale in aria,riprendendolo al volo e dopo un ultimo sguardo
esclamò soddisfatta “Perfetto. Sono davvero belli. Li
prendiamo senz'altro.” disse rivolta al commerciante. “Dove
hai trovato un'arma così bella?” domandò Gabrielle
curiosa “Oh... in realtà non li ho trovati io. Me li ha
procurati il mio amico Giasone quando si è recato in Persia poco
tempo fa. Sapete lui è un grande appassionato di armi e durante
i suoi viaggi trova sempre qualcosa di interessante. Pensate che
conosce tutti i tipi di lame esistenti al mondo!!!”
esclamò l'uomo,prendendo il denaro che Xena gli porgeva.
“Beh allora sua moglie sarà la donna più protetta
di Corinto!” scherzò Xena. L'uomo rise “Diciamo che
alla moglie di Giasone non serve la sua protezione. Quella donna sa
benissimo il fatto suo. Difficilmente potrebbe essere presa alla
sprovvista. É davvero un tipo strano,sapete? Ogni volta che la
vedo mi fa uno strano effetto.” “Sembra quasi che ci sia da
avere paura.” disse Xena scettica. L'uomo la osservò
spaventato “Tu scherzi. Di quella donna davvero si deve avere
paura. Girano strane voci sul suo conto. Tutti noi siamo convinti che
sia una strega malvagia. E secondo me lo è sul
serio,considerando che Giasone l'ha lasciata per sposare Creusa.”
“Creusa?? E chi sarebbe?” chiese Gabrielle,che non si era
persa una parola del discorso “Ma che domande! La figlia del re
Creonte!!! Lei e Giasone si sposeranno a breve. E quella donna
sicuramente non ha preso bene la notizia. Chissà cosa devono
sopportare i suoi due figli con lei!! Poveri piccoli!!! Spero che
Giasone li porti alla reggia con lui invece di lasciarli a lei.”
Xena rimase impressionata dall'odio che l'uomo provava nei confronti di
quella donna “Ma insomma non ti sembra di esagerare? In fondo non
la conosci nemmeno,come fai ad affermare queste cose? E poi Giasone non
si è comportato bene nei suoi confronti,anzi.... l'ha
abbandonata per sposare la principessa. Davvero furbo...”
L'uomo si accigliò “Giasone non è il tipo di
persona che approfitta dei sentimenti altrui,sappilo. Ama veramente
Creusa. L'altra dovrà farsene una ragione. Fossi in lei io me ne
andrei. Farebbe contenti tutti,ritornando dai barbari suoi simili...
Non vogliamo avere niente a che fare con lei....” disse
l'uomo,annuendo convinto. Xena sbuffò “Insomma questa
donna è un mostro... E quale sarebbe il nome di questo pericolo
pubblico?” L'uomo deglutì più volte e
sussurrò “Medea... ora scusate ma ho molto da
fare....” e si ritirò nel retrobottega. Xena e Gabrielle
uscirono. “Sono un po' perplessa... secondo me quell'uomo sa
più di quanto dice... questa storia non mi piace...”
Gabrielle annuì “Sai Xena anche io l'ho notato. Mi
è sembrato davvero eccessivo il fastidio del fabbro nei
confronti di quella donna. In fondo quel Giasone si è comportato
davvero male.... Chissà... forse stiamo esagerando e in
realtà si tratta di pettegolezzi inutili.” Xena pensierosa
si appoggiò al muro di fronte a loro e disse: “Non lo
so... ma faremmo bene a tenere gli occhi aperti. Corinto potrebbe
rivelarsi un luogo pieno di sorprese inaspettate.”
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