The
bookworm and the rose.
the
rose's curse.
- Così tu
vivi qui? - domandò la ragazza bionda passando delicatamente
la mano
su uno scaffale pieno di libri.
Belle agitò lievemente la testa,
senza guardarla, senza distogliere lo sguardo dal pesante tomo
rilegato che stringeva in grembo; era seduta su una morbida poltrona
di velluto verde accanto alla grande vetrata della biblioteca, nel
punto in cui era possibile ricevere più luce. Era stato Adam
a
metterla lì, aveva aspettato che lei andasse a dormire, una
sera,
per sistemare la libreria cosicché che per lei fosse
più comodo
accedere anche alle sezioni più alte, in modo tale che si
trovasse
sempre a suo agio in qualunque modo decidesse di leggere, seduta alla
scrivania, in poltrona, sdraiata per terra. Per Belle era stato il
più bel regalo di sempre.
Ma adesso Adam non era con lei, era
partito con un tale: “Sono il Principe Filippo”,
aveva detto
presentandosi, poi aveva mollato la moglie al castello, una specie di
bambola bionda che Belle dubitava fosse in grado di leggere, e poi si
erano avviati verso Camelot, la città governata dal famoso
Artù, il
re bambino.
Di Aurora, Belle non sapeva granché, era a conoscenza
unicamente del fatto che la fanciulla, quando aveva sedici anni, si
era punta un dito con un fuso e per via di una maledizione era caduta
in un sonno profondo dal quale era stata svegliata solo grazie a un
bacio ricevuto dal suo attuale marito. Come al solito,
aveva
pensato la mora, queste stupide maledizioni hanno sempre una
scappatoia, i più banali cliché vengono tutti
usati dalla magia.
- E dimmi
un po', Belle – domandò Aurora interrompendo il
flusso dei suoi
pensieri – come vi siete conosciuti tu e Adam?
Perché ho sentito
delle storie su una bestia o un mostro peloso e una fanciulla rapita
che lo ha portato a trovare l'amore, ma sapeva troppo di... -
- Di
maledizione? - chiese la padrona di casa trattenendo un sorriso
–
Esattamente così, tutte le voci che hai sentito sono vere:
la
bestia, la rosa della maledizione – da quel momento ho dei
problemi
a relazionarmici, con le rose – il candelabro e l'orologio
parlante, sì insomma, tutto. -
Aurora sorrise vedendo gli occhi
di Belle luccicare mentre parlava, era così leggera quella
ragazza,
così profonda e ingenua e piena di vita: amava tutto
ciò che la
circondava e si sforzava di credere che in ognuno ci fosse del bene
pur sapendo che non era così. Chi legge sa bene che l'animo
umano
nasconde delle ombre, ombre che spesso divorano dall'interno e
consumano fino a gettare nella disperazione più cupa. Lei
aveva
conosciuto Gaston, aveva visto cosa poteva fare una folla inferocita
e, nonostante tutto, si sforzava ancora di credere nelle persone.
Mentre la
bionda pensava a quanto fosse dolce, Belle si alzò
lentamente dalla
poltrona e aprì la grossa portafinestra che dava sul balcone
soleggiato, lasciando entrare l'aria fresca primaverile. Il giardino
si stava lentamente risvegliando, gli alberi, dopo avere passato
un'intera stagione ricoperti di neve, andavano ricoprendosi di gemme,
i loro rami erano ricchi di boccioli verdi e alcuni, precoci rispetto
agli altri, sfoggiavano già una discreta chioma di foglie.
Una
folata di aria frizzante investì il viso candido della
padrona del
castello scompigliandole leggermente la chioma ordinata, Belle
sbuffò
e agitò lievemente il capo nel tentativo di sistemare i
ciuffi
ribelli. Aurora, divertita a quella vista, scoppiò in una
risata e,
avvicinatasi, le sistemò gentilmente i capelli.
- Potresti
ammalarti sai? - sussurrò mentre le spostava una ciocca
scura dietro
l'orecchio.
- Oh, beh, immagino di essere abituata a queste
temperature, oramai – mormorò l'altra di rimando,
leggermente
imbarazzata per la distanza esigua che le separava.
Non si era
mai trovata in una situazione simile, non con qualcuno che non fosse
Adam, e adesso sentiva un leggero rossore diffondersi sul suo viso, a
riprova del turbamento che la vicinanza alla bionda sembrava
causarle. Erano troppo intimi quel contatto, quel gesto, quel modo di
sussurrare, per Belle era tutto troppo intimo e non si rendeva conto
che era esattamente quello che Aurora voleva, la stava provocando,
cercava di metterla con le spalle al muro e di manipolarla.
- Sai –
disse la bionda sfiorandole delicatamente il viso con le dita
affusolate – forse, dopotutto, dovremmo conoscerci meglio.
Quei
due, e mi riferisco ai nostri mariti, ci metteranno almeno tre mesi
ad andare e tornare... forse anche di più. Sarebbe scortese,
da
parte tua, continuare a fingere che io non ci sia, non credi? -
Belle
sussultò appena, realizzando che non era stata poi
così attenta
nell'ignorare con grazia la nuova venuta, probabilmente era emerso
dal suo sguardo, da una frase lasciata a metà,
ciò che pensava di
lei; certo si basava su congetture e ipotesi dovute più
all'aspetto
fisico e ad una prima impressione che a una reale conoscenza della
bionda che, ora se ne accorgeva, era tutt'altro che stupida.
-
Ecco, io non intendevo essere scortese – iniziò a
scusarsi,
rendendosi conto che poteva avere ferito in qualche modo i sentimenti
della sua ospite e che forse era per quello che ora le stava
così
vicina con quel sorriso sornione che le sembrava vagamente
minaccioso.
La risatina di Aurora risuonò leggera contro il suo
orecchio, poteva sentire il suo fiato caldo sul collo e, quando si
trovò lo sguardo della bionda puntato sul viso,
cercò
istintivamente di fare un passo indietro, senza tuttavia riuscirvi.
-
Sei così ingenua – sussurrò Aurora
soffiandole sulle labbra –
mi chiedo come farai a sopportarmi. -
Quindi con una mossa
delicata e veloce appoggiò le sue labbra su quelle di Belle
e dopo
averle lambite leggermente con la punta della lingua si
allontanò
sorridendo, con la gonna nera che svolazzava attorno alle sue lunghe
gambe candide.
- Puoi
chiamarmi Rosaspina, se vuoi. -
Note
Autrice:
Non è colpa
mia se sono diventata fan di questa coppia, ma di un'autrice di DA,
X-Arielle, capace di creare immagini meravigliose, rigorosamente
Fem!Slash.
Non so ancora se
questa sarà la prima fic di una breve raccolta a rating
rosso su questa coppia o se rimarrà qui così,
sola e raminga, ma nel frattempo io la posto.
Spero che nessuno si
ritenga offeso o disgustato nel vedere eroine della propria infanzia,
perfsonaggi disney in un contesto così poco formale e lesbo,
nel qual caso esiste una x in cima alla pagina, cliccate e buonanotte.
Se invece avete da esprimere delle critiche costruttive, non alla
coppia, bensi alla storia sarò lieta di ascoltarle e di
scambiare opinioni e pareri.
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