Anata no te (La tua mano)

di Blubba
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Anata no te (La tua mano)

Ti ho visto cadere nella più profonda disperazione …

 

-Hey, tu! Donna! Ti chiami Yukiqualcosa, giusto?-

-Yukino Aojiroi, per la precisione-

-Oh, sì…certo certo … scommetto che dovrò chiamarti Aojiroi-dono o qualche schifezza simile…-

-Cosa te lo fa credere?-

-Sei la cocca di Komamura, il minimo è che tu pretenda una cosa del genere mon…-
-No, dicevo, cosa ti fa credere che tu abbia il diritto di chiamarmi in qualche modo?-
-Appunto…oltre che secchiona sei anche una montata di testa pazzesca.-

-E tu sei uno dei tanti rivoltosi di cui si sente parlare in questo periodo.-

-No, non azzardarti a paragonarmi a quei marmocchi che si credono dei gran rivoluzionari! Quelli sono solo teppisti! Io invece sono diverso!- La tua voce era fiera e risuonava come un tuono nella silenziosa notte.

-Ecco perché la settimana scorsa alcuni tenenti ti hanno sorpreso a sfidare uno dei capitani del Gotei in modo alquanto incivile e rozzo-

-Ehmm…- eri apparso visibilmente imbarazzato e a disagio…ti trovai adorabile in quell’attimo di confusione –come fai a saperlo?-
-Io so tutto. Sono la cocca di Komamura, lo hai detto tu stesso-

Me ne andai via fiera di me, ci ero riuscita!

No avevo ceduto al tuo sguardo.

 

…cosa ti fa credere…

 

Pioveva a dirotto e ti vidi lì…steso a terra e quasi privo di conoscenza.

Beta Draconis, la tua zanpakuto, stretta al petto, come se quella stesse per andarsene, la stringevi in un abbraccio triste e disperato.

Io camminavo spedita e mi fermai di fronte a te, coprendoti con l’ombrello.

Alzasti lo sguardo su di me e mi sorridesti.

Era il sorriso più dolce che avessi mai visto.

Tesi la mia mano verso di te e tu l’afferrasti senza esitare.

Io la strinsi forte, per non lasciarti scappare.

Giurai a me stessa che non avrei mai più lasciato quella mano.

 

…che ti lascerò andare?





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