Un nuovo sogno

di sara1996
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1.Ricordi passati





Gne…gne…gne…avanti, indietro, avanti, indietro. La piccola bimba si dondolava stancamente sulla vecchia altalena di legno, osservando curiosa il risveglio della natura che nel suo giardino colora i cespugli e il muretto di pietra.

Si muove lentamente con i piccoli piedini scalzi a qualche centimetro da terra. Il leggero vestitino di cotone giallo a ricami bianchi, troppo grande per lei, accarezza i teneri fili d’erba, ancora tersi della rugiada di prima mattina. I giovani e lunghi fili dorati le cadono giocosi sulle spalle mentre un dispettoso ciuffo le copre uno dei suoi occhi neri e profondi.

Sorride, e le si formano delle dolcissime fossette ai lati delle labbra carnose, che mettono in risalto le gote leggermente rosse.

Guarda tutto il suo piccolo angolo di paradiso colorato dalla rudimentale altalena appesa al grosso ramo dell’antica quercia, piantata da molti anni in questo posto, ancora prima che la bambina potesse emettere il primo vagito. Accarezza lentamente con le minute e morbide manine le grosse corde che la sorreggono, ruvide e leggermente umide.

Osserva il grande cespuglio di gerani che risplende di luce riflessa dalla rugiada, dove si posa una una graziosa farfalla dalle ali nere a striature arancione vivo. La segue mentre, danzando con il polline portato dal vento, si sposta da un fiore all’altro, fino a raggiungere le giunchiglie. I fiori bianchi, appena sfiorati da un alito di brezza, ondulano scacciando la farfallina.

La piccola ora si dondola con più forza, spinta dal desiderio di volare dalla sua colorata amica ed entusiasta di sentire l’aria frizzantina accarezzarle  il visino e i capelli.

Avanti…indietro…avanti…indietro. Sempre più veloce, spostandosi dall’ombra della quercia alla luce dei caldi raggi del sole. E immagina di spiccare il volo, con il vestitino colorato che si arriccia ai bordi e che volteggia accarezzando i petali delle rose e blu, i ciclamini dolci, le violette leggere, le giunchiglie dispettose, i gerani calmi e le margherite profumate. Si siede poi sul ramo più alto del grande albero, facendosi cullare dal dondolio della foglia su cui è poggiata. Avanti…indietro…avanti…indietro.

All’improvviso apre gli occhi e tutto questo sparisce. È delusa e vorrebbe seguire la sua farfallina quando la vede seguire un soffio di vento e oltrepassare il muro di pietra ed edera.

Gne…gne…gne…piano piano la vecchia altalena torna a dondolare lentamente. Ora ci sono solo piante e arbusti a farle compagnia, oltre che il suo antico amico e il cigolare delle corde. Abbassa gli occhi, fissando i piedini scalzi coperti dal cotone giallo svolazzante, che cercano di farsi spazio tra le piaghe del vestito.


-Anna, sono tornata…ancora lì sei?

La bimba alza il visino improvvisamente illuminato da un sorriso di felicità. Si aggrappa ad una corda e scivola velocemente dal seggiolino di legno. Appena poggia i piedini sull’erbetta morbida sente l’umidità del terreno e corre tentando di non inciampare nel lungo vestito verso la voce dolce che l’ha chiamata.

-Mamma!

Arrivata alla soglia della casa si aggrappa alla gonna della giovane donna, affondando le gote rosse nella stoffa celeste confetto del suo tailleur. La madre si china e la abbraccia teneramente. La prende in braccio incurante del fatto che il vestitino della figlia le striscia di verde la camicia che indossa. Anna le si aggrappa al collo e si avvicina alla sua guancia per darle un bacio.

-Che ne dici di mangiare qualcosa? Io ho tanta fame.

-si! –esclama la piccola sorridendo.

La madre sorride a sua volta e, felice per quegli attimi di serenità, entra in casa con la bimba tra le braccia. 





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