Bonus Song
Nome: Lady Lynx
Titolo: Due ragazzi
morti
Numeri scelti: 92
(citazione), 29 (titolo), 54 (Song-fic)
Tipologia: One-shot
Genere:
Introspettivo, Drammatico
Rating: Arancione
Avvertimenti: Non
per stomaci delicati
Introduzione: Essere
figlio di un Black implica l’impossibilità di
poter prendere da solo le decisioni importanti della propria vita. Con
un contratto di matrimonio stipulato da anni e un gravoso incarico da
Mangiamorte, Regulus è intrappolato nelle convenzioni della
sua famiglia. Solo quando perde la cosa che più ama, proprio
a causa della sua incapacità di ribellione, decide di
reagire. Eppure è già troppo tardi.
NdA:
Vanessa Mayfield e
Camelia Greengrass sono personaggi inventati dalla sottoscritta per
sopperire alla mancanza di informazioni riguardanti la vita privata di
Regulus Black.
La citazione
corrispondente al numero 92 è riportata in grassetto.
Le parole della
canzone 54 possono essere interpretate sia come se venissero
pronunciate volta per volta da Regulus, sia come semplice traccia dello
svolgimento della song-fic.
Il titolo della
canzone 29 è stato utilizzato come riferimento alla morte di
Vanessa e Dennis, ma può anche essere visto come il legame
tra la morte di Vanessa e la morte dell’anima di Regulus.
“Dio,
ascoltami, sto tremando
Dio,
ascoltami, sono solo.”
Disse Regulus Black,
lo sguardo rivolto alla stella da cui aveva preso il nome, le dita
della mano strette convulsamente attorno alla bacchetta. Aveva ucciso
ancora, quella sera. Aveva ucciso per lui, come sempre. Aveva ucciso, e
non riusciva a trovare pace all’idea di averlo fatto. Ancora.
Per lui.
Aveva caldo, seduto
sul parquet polveroso di quella soffitta, abbandonata da
chissà quanto tempo, eppure non riusciva a fermare il
tremore del suo corpo colpevole.
Era una notte
d’estate, le stelle del Leone sorridevano beate nella loro
celestiale armonia, e Regulus fissava da reietto quella silenziosa
gioia, scosso interiormente da domande senza risposta.
Aveva ucciso
perché era un vero Black. O era un vero Black
perché aveva ucciso?
“Sai,
tra le mie braccia vorrei lei,
l’amore
che ho assaggiato.
Liberami
dal tormento di questa eternità,
prendimi
e strappami da qui!”
Walburga avrebbe
scelto la seconda versione.
Non aveva mai potuto
veramente sopportare il pensiero che una ragazza le portasse via
l’amore del suo piccolo Reggie, il suo unico figlio. Per quel
motivo aveva insistito affinché Lord Voldemort anticipasse
la cerimonia di iniziazione a Mangiamorte, aveva pressato in modo che
una delle vittime prescelte fosse lei. Quell’insulsa
Mezzosangue che, evidentemente, sembrava avere qualcosa di speciale per
Reggie. Qualcosa che la sua madre Purosangue non aveva.
“Vanessa
Mayfield.”
Il nome della sua
prima amata spiccò il volo dalle sue labbra come una
farfalla da un fiore. Regulus lasciò cadere la testa verso
il basso, imitando il gesto della crudele decapitazione di cui si era
reso colpevole. I suoi capelli corvini scivolarono dalle spalle,
spazzando un po’ di polvere dal pavimento. Lo stesso gesto
avevano fatto i riccioli di Vanessa. Regulus desiderò per un
attimo di essere strappato da quella realtà, da quella non
vita che fino all’ultimo giorno gli avrebbe messo davanti la
terribile vacuità degli occhi di una ragazza morta.
“Dio,
ascoltami,
io
ho paura.
Dio,
ascolta
il
mio amore puro
che
mi fa tremare,
urlare
a lei,
l'amore
che ho assaggiato.”
Non avrebbe mai
più sentito la morbidezza delle labbra di Vanessa, il loro
vago sentore di zucchero filato e cannella. Non l’avrebbe
più spiata dalle scale mentre dormiva quieta sul divano
della Sala Comune di Serpeverde. Non avrebbe più avuto
ragione di pensare che l’amore fosse una pura questione di
cuore e non di convenienza.
Alzò lo
sguardo al cielo, cercando conforto nella familiarità della
volta celeste. Non aveva mai creduto in un dio, ma la vista di Sirio
gli scaldava sempre il cuore. Gli ricordava il fratello che avrebbe
dovuto disconoscere, lo stesso che sembrava essere da sempre
l’unico in grado di capire veramente cosa fosse sepolto nel
suo cuore da adolescente incompreso.
“Reggie, non
è troppo bella per te?” aveva scherzato un giorno
Sirius, vedendolo fissare Vanessa da lontano.
“E’
bella, ma anch’io sono bello” aveva replicato lui,
chiedendosi perché un Grifondoro come Sirius avesse
improvvisamente deciso di rivolgergli la parola dopo mesi di garbato
distacco.
“Quindi per
una volta non ascolterai mammina? Reciderai il contratto con la
Greengrass?”
Sirius lo incalzava
con un inspiegabile entusiasmo, forse dettato dalla speranza che anche
lui avesse il coraggio di ribellarsi ai genitori, un giorno. Ma Regulus
non sapeva come avrebbe reagito all’idea di essere ripudiato
dai genitori, lui non era forte come Sirius.
“Non so, per
adesso vorrei solo divertirmi senza pensare al matrimonio.”
Il fratello aveva
spento subito la sua risata latrante e l’aveva fissato con
una serietà non sua. Gli era parso preoccupato per Vanessa,
per un breve secondo, ma immediatamente si era riaperto in un sorriso.
“Perfetto,
fratellino. Se la tua ragazza fa l’odiosa, chiamami. Ci
penserò io a distrarla abbastanza a lungo da concederti un
momento di pace con quella bella farfalla di cui sei tanto
innamorato.”
Regulus non aveva
avuto il tempo di rispondere perché Sirius, dopo aver emesso
un lungo fischio per attirare l’attenzione delle giovani
sedute poco lontano, si era come volatilizzato. Lasciandolo
lì, illuminato dal sorriso di Vanessa Mayfield che lo aveva
invitato ad unirsi a loro, felice come non mai.
Colpito dal puro amore
che non era dettato dalla purezza del sangue.
“Liberami
dal silenzio,
da
questa attesa che mi strazia.
Asciuga
dal mio viso quelle lacrime
che
non ho e che vorrei.”
Eppure aveva ucciso
lei e il fratello che era al suo fianco. Due ragazzi morti, due ragazzi
come lui.
Aveva reciso due vite
per l’ordine di Lord Voldemort, per la bramosia di sua madre,
per la sua gelosia. L’aveva fatto in un campo di grano, dove
i due erano andati per vedere le stelle cadenti. Gli erano parsi due
fidanzati, vicini e sorridenti, e non aveva usato l’indolore
Avada Kedavra perché il sangue gli ribolliva di rabbia al
pensiero di essere stato tradito. A suon di Diffindo aveva ottenuto la
sua vittoria, come un comunissimo assassino Babbano. Lui, dal sangue
purissimo.
Le teste erano cadute
verso il basso come quelle di due bambole rotte, i capelli avevano
spazzato il terreno polveroso. Ricordava così bene quel
gesto da non poter fare a meno di ripeterlo meccanicamente.
E poi, non
più accecato dai sentimenti, aveva iniziato a vedere il
macabro rivolo di sangue che scorreva nei campi incontaminati, aveva
riconosciuto il viso imberbe del povero Dennis – fratello di
Vanessa – straziato dalle ferite, aveva sfiorato
l’orlo della veste leggera della sua amata. E aveva pianto.
Avrebbe voluto
piangere ancora, Regulus, quella notte. Aspettava solo che qualcosa
spezzasse la sua sofferenza, purificasse le sue mani assassine. Niente
avrebbe potuto farlo meglio delle lacrime, anche se sapeva che il
sangue sarebbe stato indelebile.
Sentiva che andarsene
definitivamente sarebbe stato meglio di un ritorno a casa. Non avrebbe
sopportato le parole di finto orgoglio di sua madre, la risata
soddisfatta di Camelia Greengrass, i pacati complimenti di suo padre,
l’assenso crudele di Lord Voldemort.
“Dio,
questo Satana che ti rifiutò,
questo
angelo indegno che ti bestemmiò
non
esiste più.”
Era allora quello il
prezzo per essere un vero Black? Sporcarsi le mani di rosso scarlatto,
bagnarsi di un sangue definito impuro?
Con la visuale coperta
dalla spessa cortina di capelli neri, si raggomitolò su un
fianco e si rotolò nella sporcizia. Desiderava essere a sua
volta polvere, se quella era la tanto decantata purezza. Voleva essere
disprezzato come un Mezzosangue qualunque, se solo
l’assassinio portava alla perfezione. Voleva morire, come
punizione per aver ucciso. Voleva morire, come premio per aver deciso
di ribellarsi alla sua natura.
Lanciò un
urlo nella notte e sperò che qualcosa, qualsiasi cosa,
andasse a prenderlo e lo portasse via con sé.
“Perdonami.”
PRIMA
CLASSIFICATA:
Due ragazzi morti – Lady Lynx
Grammatica e punteggiatura: 10/10
Originalità: 10/10
Forma e stile: 10/10
Caratterizzazione: 10/10
Bonus: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 60/60
Eh, guarda, non ci sono parole. Cercherò di farmele venire.
Già con l’avvertimento mi avevi stesa,
perché mi attraggono sempre le storie Non per stomaci
delicati; poi ho letto, ho letto, ho letto… E non solo: ho
sentito, ho ascoltato. Hai descritto la storia in maniera tanto precisa
da rendermi partecipe (purtroppo, in un certo senso, visto il tema che
tratta).
La canzone è adattissima, sei stata molto brava a costruire
la storia legandola così bene a quelle parole. Il tuo stile,
poi, è impeccabile, e nemmeno un errori di grammatica o di
punteggiatura.
E l’originalità? Una delle poche storie che non
parlano della morte di Regulus, ma del suo essere Mangiamorte.
Walburga è assolutamente IC, la vedo a fare una cosa tanto
crudele, pur di allontanare il figlio da una Mezzosangue. Anche
l’inserimento di Sirius mi è piaciuto,
perché hai sottolineato che non parlano spesso, che per
Regulus è strano che lui gli si sia avvicinato. Di Regulus
non sappiamo molto, ma mi sembra che tu abbia azzeccato anche qui la
caratterizzazione.
Non ho bisogno di aggiungere altro per spiegare il gradimento
personale: non appena pubblicherai la storia, la metterò tra
le preferite.
Complimenti!
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