Addio bastardo...

di fairyalex
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Erano passati ormai anni da quando Antonio era partito per la guerra. Lovino continuava a sperare nonostante tutti gli dicessero che era finita.
«No, non è finito nulla! Nulla vi dico!»
Continuava a ripetere seduto alla scrivania mentre rileggeva per l'ennesima volta la lettera mandatagli qualche anno prima dallo spagnolo.
"
Hola Lovinito!
Non ti preoccupare per me, quando tornerò recupereremo assieme il tempo perso! Qui va tutto bene, fino ad ora non ci sono stati feriti e speriamo che non ce ne siano neanche nei prossimi giorni. Spero che anche tu stia bene assieme agli altri, i miei pomodori come stanno? Te ne stai prendendo cura vero? Se ritorno e sono tutti appassiti mi dovrai aiutare a ricoltivarli tutti! Dai scheravo, anche se mi piacerebbe molto che tu mi aiutassi....
Ora ti devo lasciare, cercherò di scriverti ancora. Vorrei tanto riabbracciarti.
Te quiero,
Antonio Fernandez Carriedo"


«L-Lui c'è ancora... Lui è vivo...»
Disse mentre una lacrima gli tagliò la guancia cadendo poi sulla lettera macchiando alcune parole.

«Cavolo!»
Cercò di asciugare la lacrima che si espandeva sempre di più sul foglio che poco dopo stracciò più arrabbiato che mai buttandolo nel cestino accanto a sè.

«D-Devo rispondergli...»
Si disse mentre prese un foglio dalla grande pila che aveva di fronte e iniziò a scrivere cercando di trattenere le lacrime che gli bagnavano gli occhi. La lettera iniziava così:

"Caro Antonio,
Ogni giorno, da quando sei andato via, guardavo la strada su cui te n'eri andato rubandomi l'ultimo bacio.
Non avrei mai pensato che tu non tornassi più.
Io non pensavo che tu non saresti più tornato. Ti ho aspettato per giorni, mesi e anni. Ogni giorno guardavo quella piccola stradina che ti ha diviso da me..."
Strinse sempre di più la penna che aveva in mano, faceva fatica a scrivere. Gli occhi sempre più bagnati gli offuscavano la vista e la mano gli tremava come se fosse incerto su cosa scrivere.
Ma la lettera continuava:
"...Speravo che tu tornassi con il tuo solito sorriso, quel sorriso che ogni volta riusciva a scaldarmi il cuore pieno di cicatrici e ferite ancora aperte. Ma mi illudevo. Tu non tornasti più da quel viaggio senza ritorno, la morte ti ha sempre cercato, e ora che ti ha trovato, ti ha portato via con lei. Mi hai lasciato solo, in compagnia della strada che nessuno percorrerà mai più...
Addio al mondo,
Lovino Romano Vargas"
Firmò la lettera e si alzò dalla scrivania mentre gli occhi non riuscivano più a tenere imprigionate le lacrime di disperazione che si accumulavano ogni secondo di più. Aprì il terzo cassetto della scrivania e tirò fuori una pistola.

«Ormai è inutile aspettare...»
Bisbigliò sedendosi sul letto rigirando tra le mani la pistola.

«Già, addio mondo. Sono stato stupido ad ascoltare il mio cuore che mi diceva che tu eri ancora con me, vicino a me.»
Poggiò la pistola sulla tempia caricando un colpo mentre fuori iniziò a piovere, sempre più forte. I lampi stagliavano il cielo che ormai era diventato più nero della pece e la pioggia picchiettava furiosamente contro il vetro della piccola casetta. Con la mano sempre più tremante cercò di premere il grilletto.

«F-Finalmente... Sarò felice... Antonio... »
Disse singhiozzando e premendo, finalmente, il grilletto che fece partire un colpo.


Si, finalmente saranno felici, felici l'uno accanto all'altro, felici assieme, felici come solo loro potranno essere, felici per sempre.





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