"Sta'
zitta."
"Ed, ti prego,
sono tua madre."
"Sta' zitta ho
detto."
La donna, con
le lacrime agli occhi, tacque. Non smetteva di singhiozzare.
"Lo vedi? Non
la smetti di frignare. E' tutto ciò di cui sei capace. Tutto
ciò che voi due perdenti mi avete saputo insegnare. Frignare
ed essere un perdente."
"Non dire
queste cose, ti prego."
"Chi ti ha
detto di parlare? Se non la pianti ti imbavaglio, dico sul serio."
"Slegami…"
la donna intervallava le parole ai singhiozzi "slegami…
Slegami ti prego."
Il ragazzino
fissò la donna con uno sguardo carico di odio, poi diede
un'occhiata all'orologio.
"Dove diavolo
è finito l'altro sfigato? Dovrebbe già essere qui
ormai."
"Non parlare
così di tuo padre!!! Non te lo permetto!"
"Zitta
stronza." Ed mollò un sonoro ceffone alla donna, facendola
quasi cadere dalla sedia e togliendole gli occhiali.
"Voi non siete
più un bel cazzo per me. Non avete alcun diritto di dirmi
cosa fare o non fare."
Un'altra voce
li interruppe, una voce calda che proveniva dal corridoio fuori della
cucina.
"Ha ragione il
ragazzo. Le consiglio di dar retta a sua figlio, è cresciuto
ormai."
Nella stanza
entrò un uomo vestito con una canottiera sudicia incrostata
di sangue.
Sorrideva. Si
posizionò alle spalle di Ed, poggiando la mano sulla sua
testa e arruffandogli i capelli neri.
"E' un bravo
ragazzo, Ed. Ormai se la sa cavare da solo. E' cresciuto, in tutti i
sensi."
La donna
fissò il nuovo arrivato con un'espressione terrorizzata.
"Chi
è quest'uomo, Edward? Cosa ci fa in casa nostra?"
"L'ho fatto
entrare io."
"Mi chiamo
Jerry, molto piacere. Sono un amico di suo figlio, e ci tenevo a
conoscere i suoi genitori."
"Non sono
più i miei genitori."
Jerry rise,
poi fece qualche passo in direzione della donna.
"Ed, Ed, non
dire queste cose. Lo sai che tua madre ci rimane male. La ferisci
così."
Jerry si
chinò ad annusare il collo della donna tremante.
"E noi non
vogliamo certo ferire tua madre, giusto?"
Edward rimase
in silenzio, fissando il vuoto davanti a sé. Sembrava
pensieroso.
"E' qui."
"Molto bene."
La donna
tentò di muoversi e urlare, ma Jerry dietro di lei le
coprì la bocca.
"Sssh…
Non mi costringa a farle del male. Non subito, almeno."
Dal corridoio
provenivano i rumori familiari di una porta che si apriva e si chiudeva.
"Sono a casa!"
Nessuno
rispose.
I passi si
fecero più vicini.
"Tesoro? Ed?"
Sulla soglia
della porta comparve la figura del padre di Ed, un uomo di quarant'anni
circa con gli occhiali.
"Si
può sapere cosa sta succedendo qui?"
Ed fu veloce,
lo colpì allo stomaco, facendolo stramazzare al suolo.
"Sta' zitto
ora."
Edward lo
sollevò senza alcuna difficoltà, gli
mollò un altro pugno in pancia e poi lo fece sedere sulla
sedia, come un sacco di stracci o una bambola.
"Legalo, Ed."
Dopo qualche
secondo, il padre di Ed si ritrovò completamente
immobilizzato sulla sedia.
"Insomma, cosa
stai facendo? Slegami subito!"
"Zitto, zitto.
Stai zitto."
Jerry
assisteva a tutto divertito, in un angolo.
"Perché
fai così Ed?"
Il ragazzino
si tolse gli occhiali.
"E' finita
ormai. Voi non siete più nulla per me. Mi siete di
intralcio."
"Ma cosa stai
dicendo?"
La donna, che
fino a quel momento era rimasta in silenzio a singhiozzare,
parlò a voce alta.
"Cosa ti
è successo? E' stato quell'uomo Ed? Cosa ti ha fatto? Cosa
ti ha fatto?"
"Mi ha reso
diverso mamma. Migliore. Molto migliore di quanto voi abbiate mai
potuto fare. Mi ha reso potente, e mi ha reso un vincente."
"Non ti rendi
nemmeno conto di cosa stai dicendo…"
"Io invece
credo proprio di sì. Ed ora sono qui per saldare i conti."
"Insomma,
SLEGAMI SUBITO!"
Era stato il
padre di Ed ad urlare, aveva il volto paonazzo e le lacrime agli occhi.
Edward in
tutta risposta si chinò verso di lui, tirando fuori la
lingua e facendogli il verso.
"Ed fai
questo, Ed fai quello. Ed, non rispondere agli insulti. Ed, non
rispondere alle minacce, o ai bulli. Subisci e basta. Rimani un
perdente."
"Non ti
abbiamo mai detto queste cose."
"Ma
è ciò che mi avete insegnato. Ciò che
mi avete fatto diventare. Ma per fortuna ora le cose sono cambiate."
Jerry, che
fino a quel momento era rimasto in disparte, fece qualche passo
avvicinandosi a Ed.
"Ora basta,
stiamo perdendo tempo."
"Sì,
hai ragione."
"Cosa hai
deciso di fare? La decisione è tua."
"Sì
sì… Io…"
"Ehi…"
Jerry sorrise, poi si chinò a guardare Ed dritto negli
occhi, stringendogli la testa.
"Credevo che
fossimo d'accordo. Ne abbiamo discusso. Lo devi fare."
"Sì…"
"Non esitare.
Devi lasciarti tutto alle spalle. Tutto."
Edward aveva
un'espressione gelida sul volto. I suoi occhi cominciavano a diventare
neri, oscurandosi del tutto.
"Cosa vuoi
fare? Li vuoi assaggiare?"
Ed si
girò a guardare Jerry, con un'espressione quasi animalesca.
"Vuoi
scherzare? E correre il rischio che poi questi due rompipalle mi
perseguitino ancora per l'eternità? Col cazzo."
Tirò
fuori di tasca un coltello a serramanico e lo aprì.
Jerry smise di
sorridere.
"Muoviti,
abbiamo del lavoro da fare."
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
I due uscirono
dalla casa, fuori ormai era del tutto buio e i lampioni erano accesi.
"Molto bene,
ora non resta che andare a prendere il tuo amichetto Charley."
"Uh, posso
occuparmi prima degli stronzi che mi hanno sempre perseguitato?"
"No."
"Ma come, me
lo avevi promesso!!!"
"Stà
buono, sei piccolo ancora. Rischieresti di fare stronzate. Ci
penserò io, non preoccuparti."
"O-ok. Vedi di
fargli male però."
"Sta'
tranquillo." Jerry ridacchiò guardando il cielo.
Dopo qualche
metro, Ed improvvisamente si fermò.
"Che
c'è?"
"Devo tornare
indietro."
"Come tornare
indietro?"
"Devo tornare
a casa mia."
Jerry
fissò con sguardo serio il ragazzo.
"Non mi dirai
che ci hai ripensato. Vuoi piangere sui corpi del tuoi genitori? Portar
loro qualche fiore, recitare una preghiera?"
Ed lo
guardò e scoppiò a ridere.
"Sei matto?
Solo che il sangue non lo abbiamo nemmeno toccato. Preso come ero dalla
foga, mi sono solo leccato le mani. Sarà quasi freddo ormai,
e sparso per tutto il pavimento."
"Io a dire il
vero un'assaggiatina a tua madre l'ho data."
"Ma io no! E
nemmeno a quel bastardo di mio padre. Cazzo, aspettami qui. E' un vero
spreco!"
Ed corse via,
a gambe levate.
Jerry lo
guardò allontanarsi sorridendo, sembrava felice.
"Bravo
ragazzo, impara in fretta."
Molto bene, questa è una fanfiction liberamente ispirata al meraviglioso Fright Night, consiglio a chi non lo avesse visto di darci un occhio. Tutti i personaggi presentati sono presenti nel film, mi sono semplicemente chiesto quanto cattivo fosse diventato Ed dopo la trasformazione in vampiro e cosa avrebbe fatto ai suoi genitori. Alla fine la cattiveria ha prevalso.
|