TROLLING IN THE DEEP
Era
una notte buia e tempestosa; nel cielo nulla faceva presagire le cose
strane e misteriose che di lì a poco sarebbero accadute.
Matthew
Bellamy (un nome, una garanzia) stava tentando di ammazzare una
fastidiosa zanzara che si era appoggiata al dorso della sua mano.
“Bwutta
twoia di una zanzawa puttana!”
Il
risultato fu un’inutile quanto dolorosa percussione di
sé stesso. Ripetuta. Molteplici volte.
Dominic
Howard scelse il momento giusto per entrare: la colonna sonora era Back
In Black, come nei suoi sogni più bagnati.
“Che
cazzo stai facendo?” chiese, un sopracciglio inarcato a
indicare la sua perplessa inquietudine.
Matthew
batté i piedi a terra, sentendosi impotente ma non ancora
sconfitto.
“Sto
cercando di ammazzare questa zanzara stron...”. Si
fermò, d’un tratto incupito, il labbro tremulo
esibito in uno dei pout migliori della sua lunga carriera.
Dominic
gli scoccò un’occhiata derisoria.
“Cosa
c’é adesso?”
“Gaia
mi chiamava sempre stronzo”. I suoi occhi sembravano sperduti
nel ricordo. “Specialmente quando lei mi chiedeva di passarle
il burro e io facevo finta di non capire. Sai, quando... Insomma, lei
mi diceva ‘passami il buvvo’ e io rispondevo
‘you mean, the pwoper butter’? E poi lei-”
Dominic
lo interruppe dandogli una fraterna, quanto seccata, pacca sulla spalla.
“Stai
calmo.”
Matt
si gonfiò come un tacchino il giorno del Ringraziamento,
ripieno di rabbia e indignazione.
“Eh?
Quindi ero io che cazzeggiavo col piano, eh? Stavo cazzeggiando col
piano? Eh? Certo, certo, è colpa mia, stavo cazzeggiando col
piano --”
“No,
idiota!”
lo bloccò di nuovo Dominic, e poi un pensiero nuovo, ancora
tutto da scoprire in una realtà vergine intonsa,
attraversò la sua brillante mente.
*Matt...
lui somiglia così tanto ad un’amorevole martorina!
Ma... la martora, ama? E soprattutto, se ama, amerà mai
me...?*
Dominic
non era tipo da farsi prendere dalle emozioni così, come una
ragazzina quattordicenne, ma quel poco di dignità che gli
rimaneva l’aveva lasciata a quella specie di doposcuola
frociarolo che aveva partorito Expensive Love. Improvvisamente,
sentì di dover dare voce ai pensieri che avevano preso a
turbinargli nella testa e che a tratti gli impedivano di respirare
regolarmente, tanto forte era il sentimento che gli gonfiava il petto
coperto da una camicia fuxia leopardata.
“Matt...
io devo dirti una cosa...”
“Questi
sono gli NME?” gli chiese Matt, illuminandosi in un barlume
di interesse improvviso.
Dom
alzò gli occhi al cielo in quella sua maniera teatrale.
“No,
sono i Q awards. Comunque io ti amo.”
Paura
e panico riempirono l’aria, e Matt si chiese come fossero
giunti a quel punto, legati ai binari di un treno che si avvicinava
sempre più... sempre più....
“Eh?”
A
quel punto Dominic gli prese una mano e la strinse forte contro...
eeeeeeh, perché in fondo era sempre stato un piccolo sporco
pervertito.
“Sì,
con te mi sento proprio... over
the moon!
L’ho capito l’altro giorno quando mi hai chiamato
segaiolo e poi mi hai lanciato dietro una banana! Io... io ti amo,
Matt, ti ho sempre amato, oh, sì!”
“No,
senti, ho perso il filo... ho perso il fottutissimo filo,
cioè non ti seguo, ma... la prossima canzone non
è Bliss, vero?” chiese speranzoso, palesemente in
un altra dimensione parallela ed infinita rispetto al piano della
conversazione.
“Non
ho idea di cosa tu stia dicendo, ed è proprio questo il
motivo per cui ho persa la testa per te.”
“Ma
io non sono abituato ad usare i preservativi!”
Dominic
fece filosoficamente spallucce, spostando poi la mano di Matt un
po’ più a destra.
“E
io vedo i Goblins. Vuoi sposarmi?”
Matt
pensò che non fosse una cattiva idea, perché in
fondo... la buona notizia era che lui non poteva avere bambini. Quindi
disse di sì.
“Però
è un problema se il prete sei tu!”
“Matt,
quante volte devo dirti che è solo una fanfic? Tu non sei Al
Pacino ed io non sono Don Matteo, falla finita.”
A
quelle parole Matt si rabbuiò in una tempesta di glitter,
tirando fuori dal nulla un paio di occhiali e risistemandoseli sul naso
con aria saccentina.
“No,
Dom, so che può sembrarti uno scherzo, ma non è
uno scherzo! E che mi dici allora di quella volta in cui mi hai
picchiato con un crocefisso e poi mi hai portato a casa tua -
perché fra tutto sei anche coglione, lasciatelo
dire!”
Dominic
roteò gli occhi esasperato, scostandosi la mano dal pacco
per portarla sul petto, all’altezza del muscolo cardiaco.
“Matt,
io non ti ho mai picchiato con un crocefisso! Non lo farei mai, lo
giuro, perché tu... tu sei la mia luce guida, il nostro
amore è per sem--”
Matt
lo bloccò prima che potesse terminare la frase,
improvvisamente allarmato.
“No,
no, non dirlo ché l’ultima volta ha portato sfiga
e alla fine ci siamo disciolti come fiocchi di neve
nell’oceano... oh, Gaia! Il buwwo! Oooooh!” e detto
ciò, si lanciò in un assolo vocale accartocciato
in posizione fetale sul tappeto.
Non
sapendo che fare o come reagire, Dominic gli poggiò una
crocchetta sul ginocchio, ed un cane di piccola stazza
spuntò dal nulla per raggiungerla affamato.
“Charlie,
quante volte ti ho detto di non interferire con le scene
BellDom!?”
Irruento
come uno stormo di gabbiani assassini, Tom Kirk si precipitò
sulla scena, raccattando per la strada il suo cane malvagio che dopo
aver ingerito suddetta crocchetta aveva preso a rosicchiare la rotula
di Matt.
“Scusate
ragazzi, posso farvi una foto da mettere su Twitter? Ecco, ecco,
Charlie fermo lì, questa si intitolerà
‘il senso della vita’ - fermi così
eh!”
Dopo
aver scattato la foto che gli avrebbe fruttato il Nobel alla fotografia
(categoria entrata in concorso quell’anno giusto per lui), il
festoso media manager abbandonò il set, tornando nel suo
angolino oscuro a montare materiale trollabile da destinare ai poveri
fan.
Dominic
pensò di aver commesso un ewwowe davvewo enowme (tsk!)
citando le parole che tanto avevano fatto soffrire la sua agrodolce
metà, quindi volle rimediare ai suoi peccati offrendogli del
sesso al dente/ardente in una piscina ricolma di spaghetti.
Alla
menzione di ciò, Matt esplose in una nube di coriandoli
salati, e dopo aver girato tredici volte su se stesso come una trottola
ammattita ed essersi procurato una sbucciatura sul ginocchio con una
scivolata, si lanciò direttamente tra le braccia del suo
uomo, distrutto, sanguinante - ma felice.
“E
- e - e avremo anche un ufo gigante tutto nostro e tutti diranno
‘ma che cazzo sta succedendo!?!’ e - e...”
Dom
si rivolse all’obiettivo della telecamera di Tom con un
sorriso ammaliante.
“È
ubriaco, nel caso non l’aveste notato.”
Matt
aveva preso a scuotere il capo in delirio, picchiando forte la fronte
contro qualsiasi complemento d’arredo incontrasse sul proprio
cammino e sputacchiando saliva, come un piccolo tirannosauro
spernacchiante.
“Fottiti,
coglione! Sì, tu, proprio tu... fottim-eeerm, fottiti!
PRRRRRRR”
Dominic
chiamò a sé tutta la sua forza morale per non
violarlo lì all’istante.
“Matt,
tesoro, che ne dici se noi due ora ce ne andiamo a cavalcare...?”
“...
le vene della storia?! E poi mi mostrerai un dio che
s’addormenta sul lavoro?! Eh? Eh?”
La
mano che finì a ricoprire il volto del giovane Howard
produsse un suono molto simile a “BA DUM TSS!”,
perché lui era un fottuto batterista, e anche i suoi
facepalms avevano un fottuto ritmo.
“Ok,
ok. Ficcati sotto la doccia e lavati i denti, io arrivo tra un
po’.”
Mentre
osservava il suo piccolo uomo allontanarsi sulle note finali di Citizen
Erased (“wash me awayyyyy, clean your body of
meeee-eeee”), Dominic pensò che nonostante i suoi
mille difetti, questi fosse proprio la persona che faceva per lui, e
che l’amava come il brie - se non forse di più.
Sorrise
a se stesso più che al mondo, e voltandosi nuovamente verso
la telecamera con una mano sul cuore, pronunciò le seguenti
parole con tutto il sentimento di cui fosse capace:
“Lunga
è la voglia, stretta è la via... giù
le mani dalla martora, ché questa è la
mia.”
Fin
Note
delle autrici (purtroppo
ci vogliono due teste per partorire una stronzata del genere - fin dove
s’è spinta l’umanità, ah!):
FIRST
OFF: è un concorso a premi, chi indovina tutte le citazioni
vince un capitolo extra in cui saranno menzionati i neon shorts di Dom
e il sogno nel cassetto di Matt (no spoilers!).
Vi
starete chiedendo a chi sia dedicata questa boiata... ebbene,
c’est dedié à nous! *pigia
megapulsantone* <- sì, anche questa è una
citazione per voi da cogliere, per noi da trollare.
Dunque,
non state troppo a pettinarvi le anemie cercando un senso a questa cosa
- come facilmente intuibile da titolo e autore altro non è
al di fuori di un trollaggio cosmico nato da un’overdose di
pasta (tagliatelle con funghi, panna e speck - perché
‘lungo è meglio’ <- ennesima
citazione) e nesquik - non insieme, però.
Sappiate
però che è stata fatta, pensata e partorita con
tanto amore.
Sentitevi
liberi di mandarci a cagare o di imbastire nuovi dettami religiosi
sulle nostre ammirevoli persone.
Cheers
Leni
& megalomania
(per gli amici L&M’s)
P.S.
Bellamy è
una martora,
nel caso non vi foste ancora accorte dell’incredibile
somiglianza con questo preziosissimo animale (vi sfido, un pennello di
martora costa un testicolo di babbuino)
P.P.S.
Gaia ha la R moscia - ma non nel nostro immaginario, vi assicuriamo che
ce l’ha proprio eh. Chissà come cazzo facevano a
capirsi, quei due.
P.P.P.S.
se proprio voleste comprare un pennello di peli di martora, portate dei
soldi, non cercate di barattare con quanto sopra - Dio solo sa
perché ha scritto una cosa del genere (“Suonava
bene!!!” cit.)
P.P.P.P.S. Nessuna martora è stata maltrattata durante la lavorazione a questa fanfic.
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