Merry Christmas, Hetalians! di Willow Whisper (/viewuser.php?uid=45917)
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Merry Christmas, Hetalians
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O per favore,
c'è solo un tipo grasso che ci porta i regali,
e il suo nome è
Babbo Natale.
[by Bart Simpson]
Merry Christmas, Hetalians!
La
tavola era completamente imbandita a festa. C'erano cestini di noci,
uvetta, cioccolatini, panettoni, pandori, ghirlande verdi intrecciate
allo schienale di ogni sedia, torroni e dolci croccanti, piccoli angeli
di cartapesta attaccati alle pareti e per finire un enorme presepe ai
piedi dell'albero di Natale più grande che chiunque avesse mai
potuto immaginare.
Feliciano e Lovino, si sapeva, da bravi italiani non badavano mai a
spese per festeggiare un Natale coi controfiocchi, così anche se
di persone invitate a casa loro ce n'erano solo tre, niente li aveva
trattenuti dall'esagerare un pochino.
Kiku, che aveva conosciuto il Natale grazie ad Alfred, oltrepassando la
porta d'ingresso si ritrovò ad ammirare uno sfavillio di luci e
colori che gli accecarono gli occhi e lo lasciarono ipnotizzato per
qualche istante.
Era tutto perfetto.
Non c'erano strane torte blu come quelle che l'americano aveva provato
a rifilargli nè terrificanti pupazzi di neve con zucche di
Halloween riciclate al posto delle teste e posizionate su grassocci
corpi fatti di acqua ghiacciata.
Per Ludwing, maniaco dell'ordine, l'atmosfera calorosa e caotica
presente quella sera a casa dei gemelli non era invece una
novità, poichè ormai si poteva dire che stesse più
tempo nella "soleggiata Italia" che nella "severa Germania".
E infine, per Antonio,
invitato d'eccezione che un invito vero e proprio non lo aveva
ricevuto, ogni cosa sembrava bella solo per il semplice fatto che il
suo animo latino si sentisse a proprio agio e, soprattutto, per il
fatto che Lovino almeno una volta ogni tanto si fosse lasciato andare
ad un rapido sorriso di gioia, vedendolo.
Ma questo era quel che accadeva a
Roma, dove lo spirito natalizio era solito -come in tutta la penisola
italica- esser condiviso con amici e parenti nel bel mezzo del caos
più assoluto.
Salendo più a nord, oltre alla "romantica Francia", si
arrivava invece nella "piovosa Inghilterra". Lì, un francese e
un inglese di nostra conoscenza si erano concessi una serata tutta per
loro, visto che -se non vado errando- a Natale si é tutti
più buoni...soprattutto con noi stessi; quindi quale modo
migliore per festeggiare se non ritrovandosi insieme almeno una volta
all'anno immersi in un clima romantico?
Altro dettaglio interessante, era che non fosse stato Francis a invitare Arthur a casa sua, ma bensì il contrario!
Di certo, si era detto l'attraente vinofilo, quest'accaduto finirà negli annali della storia, altrochè!; e
mentre aiutava l'inglese in cucina (probabile secondo motivo per cui
era stato invitato a Londra), lanciava occhiate furtive a destra e
sinistra cercando l'unica cosa di cui gli importasse davvero: il vischio.
Quale scusa migliore per conquistare almeno metà di quello a cui agognava?
Gli sarebbe bastato trascinarlo in qualche modo fin sotto la bella piantina e...
Eccolo lì!
Eccolo, proprio al centro del salotto, dove il suo sguardo
si era posato solo un attimo per via del solito disordine di Arthur!
Ah, che splendida visione! Francis trattene un sorrisetto mellifluo e
continuò a cucinare, canticchiando.
Un paio d'ore dopo la fine della cena aveva aiutato Arthur a ripulire
la tavola -anche se, detto tra noi, lui non ci avrebbe pensato proprio
in quel momento- ed era
andato a sistemarsi sulla poltrona più distante dal vischio,
naturalmente solo dopo aver spostato di pochi passi quella rimasta
libera per il gentiluomo britannico, facendo sì che la sua
traiettoria combaciasse in perfetta linea retta verticale con quel
rametto verde che sembrava soltanto dirgli "Avanti, che aspetti?".
L'inglese si avvicinò, sorridendo, si mise seduto e disse «Devo ammetterlo...quest'anno il Natale sembra migliore, grazie a te».
A Francis non sfuggirono il goffo tentativo di evitare il suo sguardo
nè il tono affaticato con cui aveva dovuto confidargli un
pensiero così gentile, che non era proprio da lui; così,
si lasciò sfuggire un secondo sorriso compiaciuto e si
alzò, fermandoglisi proprio di fronte, per poi esordire con «Arthur, sai a quale tradizione si lega il vischio?».
L'altro lo fissò, perplesso, poi alzando ancor di più lo
sguardo vide la pianta attaccata al soffitto e balbettò, veloce,
già pronto a scattare in piedi «Quello è lì per sbaglio, Bonnefoy!».
Oh, che scuse banali...
Il francese gli strinse il mento con una mano, deciso, e bisbigliò, avvicinando il viso al suo «Bien...visto che non sembri ricordarlo, ti rinfresco un pò la memoria...».
Ormai era fatta! Arthur non poteva dire di no, poichè la
tradizione imponeva quel dolce rituale e, soprattuto, per via del fatto
che tradizione o non quel vischio lì ce lo aveva sistemato lui,
quindi a modo suo probabilmente voleva che accadesse.
Francis arrivò a sfiorargli le labbra, a sentire l'umido della
sua bocca vicino alla propria, ma nell'attimo esatto in cui vide
l'inglese chiudere gli occhi per lasciarsi andare, uno strillo -o
più d'uno- risuonarono da dentro il camino, prima che il salone
si riempisse di cenere e che tre figure completamente nere si
rimettessero in piedi.
Yao tossicchiava, cercando di pulirsi gli occhi dalla fuliggine: lo yankee
aveva voluto trascinare anche lui, che come il fratello minore del
"sole che sorge" non era per nulla legato a quella festività
cristiana, infilandogli un buffo berrettino a righe bianche e rosse e
un paio di scarpe a punta con dei campanellini per diventare un
perfetto Aiutante di Babbo Natale.
Alfred rideva, euforico per il fatto d'esser riuscito a scendere giu
dal camino di Arthur senza rompersi neanche un osso, vestito da renna,
mentre un omone enorme con barba, abito rosso e stivaloni ripeteva
un'inquietante cantilena che se tutti voi ricordate bene dovrebbe fare
più o meno così: Kolkolkolkolkolkolkolkol...
A niente erano valse le scuse di Ivan per evitare la travolgente
voglia di rovinare la festa ad Arthur da parte di Alfred, e inoltre...
«C'è solo un tipo grasso che ci porta i regali, e il suo nome è
Babbo Natale, Ivan» aveva esclamato l'americano «quindi il più adatto sei certamente tu!».
Francis non aveva mai odiato Alfred.
Almeno fino a quel momento.
Note di un'autrice pazza e in pieno spirito -hetaliano- natalizio:
Allora...partiamo con ordine:
- Questa fanfiction doveva essere al 70% comica e al restante 30% romantica. Spero di esserci riuscita.
- Il pairing Inghilterra/Francia probabilmente non mi stancherà
mai, così come non mi stancherà mai l'idea che Arthur sia
al centro delle attenzioni non solo di Francis ma anche di Alfred (♥).
- Ho voluto calcare leggermente sul fatto che, così la vedo io,
ovunque si possa andare il Natale non si festeggia meglio che in Italia
(anche se la megalomania americana a volte porta a risultati a dir poco
strabilianti, come ho tentato di dimostrare anche qui).
- Il mio affetto per Russia/Ivan è alimentato solo dal suo splendido kolkolkolkolkolkol, quindi mi sembrava più che doveroso lasciargli un ruolo d'onore per chiudere in bellezza la storia.
- Amo i Simpson, quindi tra tutte le citazioni che mi erano state
proposte dal Collection of Starlight ho scelto una delle più
chiare e semplici dette da Bart (personaggio dispettoso che mi ha
portata immediatamente a immaginare questa ff con Alfred tra le scatole
o, per meglio dire, i regali di Natale u.u).
- Voglio dedicare questa storia a tutte le ragazze ed i ragazzi del
C.o.S., ma soprattutto a chi si fermerà a leggerla fin qui,
augurando loro buone vacanze anche se leggermente in anticipo (potrei
avere occasione di rifarlo, ma non si può mai dire!).
Ora vi saluto, vi lascio il tempo di decidere se la storia può
meritare un commentino o no e vado a mangiarmi qualche dolcetto
natalizio (♥).
Baci.
Etienne
P.s.: Ma...voi che dite, "hetaliani" si dirà "hetalians" in inglese?xD *LOL*
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