original
- Titolo: Bastava vivere
- Autore: Aras
- Fandom: Originale
- Genere: Romantico, Malinconico
- Tipologia: Oneshot
- Avvertimenti: //
-
Trama: Anna, ragazza diciasettenne, riflette sulla sua vita, sulla sua
'storia d'amore' con Edoardo e su ciò che le sta accadendo.
- Note
dell'Autore: E' la mia primissima originale e avevo sempre pensato che
avrei scritto una romanticissima e leggerissima storia, invece è uscita
questa cosa.
Partendo oltretutto da un prompt, "Sotto la doccia", molto malizioso
(perlomeno, a prima vista per me è così! ù.ù)
Scritta per la Challenge 'Giro dell'oca' su Writers Arena
Rewind.
Bastava vivere
Sotto la
doccia, i pensieri scorrevano rapidi, susseguendosi indistinti e
confusi. Anna
aveva così tante cose per la testa, così tanti pensieri e dubbi che
concentrarsi su uno solo di essi sembrava impossibile.
La
relazione precaria con Edoardo, mai realmente iniziata ma sempre
presente nella
sua vita.
La
dichiarazione inaspettata e incompresa di Riccardo, il migliore amico
di sempre
che ora voleva qualcosa di più.
L'insufficienza
in filosofia, materia a suo dire inutile e superflua, che rimaneva
costante.
La
continua presenza di qualcuno da consolare, qualcuno che aveva bisogno
di
sfogarsi e si rivolgeva a lei, aumentando il già considerevole carico
di ansie
e problemi che l'attanagliavano.
Sentiva
la testa scoppiare, il suo unico desiderio, in quel periodo, era
stendersi a
letto e dormire, dormire di un sonno profondo e continuo, senza sogni e
incubi,
finché il cerchio alla testa non se ne fosse andato e lei non si fosse
sentita
davvero riposata, viva.
Lentamente,
quasi senza accorgersene, si lasciò scivolare giù, appoggiata alle
piastrelle
fredde, fino a ritrovarsi seduta a terra, l'acqua che le pioveva
addosso
insistente. Si strinse le gambe al petto, abbracciandole debolmente,
abbandonando il capo sulle ginocchia.
E lì,
sola, debole e bagnata, scoppiò a piangere.
Pianse
per la tensione, per il nervosismo che si accumulava sempre più dentro
di lei.
Pianse
per l'ingiustizia della situazione, perché lei non poteva sfogarsi con
nessuno,
perché avrebbe dovuto rivelare segreti privati e non suoi.
Pianse
perché, dannazione, era stanca.
Stanca di
essere così debole, di non riuscire a prendere una decisione e mettersi
davvero
con Edoardo, perché nonostante tutto era certa di essere innamorata di
lui.
Stanca di
dover continuamente evitare Riccardo per non doverlo affrontare, per
non dover
chiarire la loro situazione.
Stanca di
non saper dire un forte e deciso "No!" a tutti coloro che cercavano
il suo sostegno per i loro problemi.
Desiderò,
per una volta, di essere egoista, di saper agire senza pensare a come
avrebbero
reagito tutti gli altri. Strinse più forte le gambe al petto,
immaginando che
quell'abbraccio fosse di qualcuno che amava.
Edoardo.
Era stato
spontaneo ed immediato pensare a lui. Era sempre a lui che pensava
quando
rifletteva sull'amore, quando vedeva una coppia felice o quando si
rintanava
sotto le coperte, bramando un abbraccio, un bacio o semplicemente
qualcuno di
amico a cui raccontare la sua giornata. Mentre l'acqua scorreva sul suo
corpo,
portando via le lacrime e gli ultimi residui del bagnoschiuma, pensò
che in
fondo era ancora una stupida ragazzina che non aveva capito nulla della
vita.
Aveva sempre rimandato le spiegazioni, a se stessa e a lui, dicendosi
che si
conoscevano da troppo poco per fare davvero sul serio. Pensando che lui
era a
tutti gli effetti la sua prima cotta, scusandosi con l'idea che era
normale
essere indecisa e confusa. Ma era passato quasi un anno dal giorno in
cui
l'aveva conosciuto, quella scusa non andava più bene e lui, se n'era
accorta,
si stava stancando di quella situazione.
Si disse,
per l'ennesima volta, che quando l'avrebbe visto si sarebbe affidata a
lui,
completamente, si sarebbe messa in gioco fino in fondo. Continuò a
ripeterselo,
mentre si asciugava, sfregando l'asciugamano morbido sulla sua pelle.
Senza
nemmeno essersene resa conto, Anna era vestita, i capelli bagnati
attorcigliati
in una crocchia e gli asciugamani nel cesto dei panni sporchi. Afferrò
la
collana, quella con il ciondolo dell'infinito che le aveva regalato
Edoardo,
l'agganciò al collo e uscì dal bagno. La portava sempre, quella
collana. Era
naturale metterla al mattino, si sentiva incompleta senza, capiva che
le
mancava qualcosa. Si era convinta del fatto che fosse una sorta di
porta
fortuna, un buongiorno per cominciare la giornata. Quando suonò il
campanello,
andò ad aprire, pensando che fosse Luca, il migliore amico di suo
fratello che,
come sempre, veniva a trovarlo per una partita alla playstation. Non si
sarebbe
mai aspettata lui. Di solito l'andava a trovare il
sabato sera, il
mercoledì pomeriggio o il giovedì, quando tornava dall'università. Mai
di
lunedì.
Sentì il
cuore cominciare una corsa folle, lo sentiva battere in modo così
chiaro che
per un attimo temette che l'udisse anche lui. Iniziò a salirle l'ansia,
come
succedeva sempre appena lo vedeva. Aveva una stupida e insensata paura
che
tutto finisse, che lui se ne andasse e la lasciasse sola. Era agitata,
come
sempre. Non aveva ancora aperto bocca, non aveva nemmeno risposto al
suo
saluto. Lo teneva ancora sulla porta, in piedi davanti a lei, a
guardarla
stranito e leggermente preoccupato. Agì, per una volta, d'impulso. Gli
si gettò
addosso, ancorandosi al suo collo e incollando le labbra a quelle di
lui. Lo
baciò, e lentamente si calmò, sentendolo sempre più coinvolto. Cominciò
a
sciogliersi, la tensione calò e si sentì bene. A
casa. Senza pensare, pronunciò poche parole, di certo non
quelle
del lungo discorso che si era preparata sotto la doccia.
"Non
permettermi mai di allontanarmi da te. Stringimi, non lasciare che vada
via."
Non erano
forse le più romantiche, le più chiare o le più coerenti, ma erano vere. Lo sentì chiaramente sorridere sul
suo collo, rafforzare la presa sui suoi fianchi e rendere
quell'abbraccio sempre
più intenso ed innamorato. Anna chiuse gli occhi, rilassandosi.
Non pensò
a tutti gli altri problemi che la tormentavano, non pensò più a nulla.
Un
problema alla volta, tutto si sarebbe sistemato. Bastava vivere.
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