Hello, guys! Piccola one-shot ke
mi è venuta in mente prima ke mi addormentassi ieri sera, sentendo l’ultimo
singolo degli Zeroassoluto su mtv! Infatti, la canzone che accompagna questa
storia è proprio la loro “Sei parte di me” (più una sola strofa tratta da “4ever”
delle The Veronicas).
Premessa: Sana e Akito hanno 20 anni. Sana sembra considerarlo
solo un amico, mentre lui è innamorato della ragazza, ma non ha mai trovato il
coraggio di dirglielo. E se una canzone compisse il miracolo, facendolo al
posto suo?
Ecco la risposta …
Perfezione … o quasi
“Uff … sei sempre la solita!”
Sana salì in auto di corsa scoccando all’autista
uno sguardo che sembrava voler dire ‘non ti ci mettere pure tu’.
Akito continuò a guardarla tentando di
farla sentire in colpa per il suo solito ritardo, ma non ci riuscì. Non ci
riusciva mai. Per lui era impossibile darle una colpa. Per lui, Sana era sempre
perfetta. La sua testardaggine, i suoi ritardi, il suo infantilismo nonostante
i suoi 20 anni … tutto di lei per Akito era dannatamente perfetto. Anche la sua
ingenuità …
E adesso, eccolo di nuovo lì, a darle un
passaggio agli studi televisivi perché era in ritardo e non ce l’avrebbe fatta
da sola. Ormai quell’episodio si era ripetuto per … quante volte? Infinite …
Lui se ne stava tranquillo a casa, a guardarsi la tv, ad allenarsi con il
karate per far valere la sua cintura nera, a leggere un libro … e il cellulare
squillava. Dall’altra parte si sentiva la voce concitata di Sana che gli
chiedeva disperata il solito favore: passarla a prendere in meno di cinque
minuti e darle uno strappo agli studi, o la sua carriera sarebbe crollata … be’,
anche la sua esagerazione per lui era incredibilmente perfetta, ma solo per il
semplice fatto che apparteneva a Sana … E allora lui lasciava qualunque cosa
stesse facendo per uscire di casa, prendere la sua auto nuova, frutto dei soldi
guadagnati da un torneo di karate, e correre in soccorso della ragazza. Tre
minuti, quattro al massimo, e, anche se violando il codice stradale in tutti i
modi possibili, arrivava sempre in tempo. E lei era lì, che stava uscendo di
casa, bella come sempre, perfetta come la vedeva lui, affannata per il ritardo,
che saliva in macchina e gli intimava di muoversi.
“Allora, Akito, ce la fai a partire??” gli
disse sarcastica e un po’ irritata risvegliandolo dai suoi pensieri.
“Vado, vado … invece che ringraziarmi per
essere venuto …” aggiunse sottovoce, ma anche quel suo modo di fare per lui era
perfetto. E poi, un modo per ringraziarlo lo trovava sempre. Che fosse un bacio
sulla guancia, un abbraccio, un sorriso … o anche un semplice “Finalmente ce l’hai
fatta ad arrivare!” … era sempre perfetto …
Ora si trovavano sulla tangenziale, a
sfrecciare ai 120 km/h per arrivare in orario ad un altro dei suoi appuntamenti
di lavoro.
“Ricordamelo ancora una volta … perché
tocca sempre a me precipitarmi a casa tua per farti da autista?” chiese Akito
mentre sorpassava un’auto troppo lenta che, al contrario di loro, stava
rispettando i limiti di velocità.
Sana alzò gli occhi al cielo, e con un’aria
un po’ seccata … ma che a lui parve così perfetta … rispose:
“Perché Rei ormai vive con la signorina Asako e quindi ci incontriamo agli
studi!”
“Lo so … ma perché io?! Non hai, che so, un
autista privato, una limousine pronta a portarti dove vuoi …?” replicò lui.
“Potrei averlo … ma preferisco te!” gli
sorrise Sana, e lui si sciolse a quel gesto, rischiando di tamponare una delle
auto che aveva di fronte.
“Ehi, fai attenzione!” esclamò la ragazza. “Stavo
per dirti che sei il migliore che conosca al volante … vuoi farmi ricredere?!”
scherzò. Ma sapeva benissimo che con lui era in buone mani. Lo era sempre
stata. Era l’unico di cui si fidasse completamente.
Akito accese la radio, e una voce annunciò
che a breve sarebbero state comunicate le informazioni sul traffico.
“Sempre puntuali …” commentarono i due
ragazzi insieme. Si guardarono negli occhi, poi sorrisero.
Quegli occhi … così innocenti, così puri,
così vitali, così … perfetti, per lui.
Tornò a guardare la strada, prima che Sana
potesse rimproverarlo un’altra volta. Poi le informazioni sul traffico
arrivarono e sfortunatamente … riguardavano proprio la strada che avrebbero
dovuto percorrere.
“Code di 7 km nel tratto Tokio-Osaka …(me
lo sn inventato in qst momento …! ^^ ndDaisy) che sembra si prolunghino per
altri 3 km poco più avanti …”
“Oh no!” si lamentò Sana, iniziando a
disperarsi. “Cavolo, ma proprio oggi?! Dovevo incontrare il produttore
americano più famoso del mondo … mi ucciderà se non arrivo in tempo, e Rei prima
di lui!”
Akito la guardò per qualche istante, poi
tornò a fissare il parabrezza.
“Stai tranquilla … forse conosco un’altra
strada …” le disse, e improvvisamente mise la freccia e svoltò, uscendo dalla
tangenziale. In breve si ritrovarono su una piccola stradina di periferia. Sana
si guardò intorno con curiosità, cercando di riconoscere il posto, ma senza
successo.
“Ehm … Aky … sei sicuro di ciò che stai
facendo?” gli chiese un po’ titubante.
Aky … quel suo modo di chiamarlo … quell’esitazione
nella voce … erano così perfetti alle sue orecchie …
“Certo … ti fidi, no?”
“Sì!”
Lo disse subito, sicura. Come poteva non
farlo?
“Come potrei non fidarmi di te, Akito?” gli
disse infatti, allargando il sorriso che perennemente aveva sulle labbra quando
si rivolgeva a lui. Poco dopo, quel sorriso svanì, anche se solo per un
istante, lasciando spazio ad un’espressione incredula: davanti a loro, infatti,
si vedeva la strada, sgombra dalle macchine che erano invece in coda qualche km
più indietro.
“Aky, sei un vero amico!” esultò lei
scoccandogli un bacio sulla guancia che per poco non lo fece sbandare.
‘Amico’ … no, quella parola non era
perfetta … nonostante fosse stata pronunciata da lei, anzi, proprio perché l’aveva
pronunciata lei … non era per niente perfetta. Quante volte avrebbe voluto
estinguere quel tipo di legame tra di loro, farlo evolvere in qualcosa di più …
e invece per Sana lui continuava ad essere solo un ‘amico’. Sì, certo, il suo
più grande amico, il suo unico vero amico, il suo migliore amico … ma sempre e
solo ‘amico’. Ormai cominciava ad odiare quella parola. In tutta la perfezione
che vedeva in Sana, quella era l’unica pecca …
“Già … un amico …” mormorò, mentre un’ombra
gli oscurava lo sguardo.
“Cosa?” chiese distrattamente Sana. Lui non
rispose.
Una canzone iniziò improvvisamente alla
radio, e Sana saltò felice sul sedile.
“Uao, la mia preferita!” esultò alzando di
un poco il volume. Si mise a cantare insieme alla radio, coprendo le parole del
cantante con la sua voce ancora più melodiosa.
“Come on baby we ain’t gonna live
forever
Let me show you all the things that we could do
You know you wanna be together …”
Akito restò ad ascoltare la ragazza cantare felice, sorridendo tra sé. Era così
bello sentirla cantare. La sua voce era meravigliosa … perfetta!
Improvvisamente si rese conto di essere
arrivato davanti agli studi televisivi e accostò la macchina. Sana si riscosse
distogliendo la sua attenzione dalla canzone e focalizzandola sull’edificio
alla sua destra. Guardò l’orologio, poi di nuovo l’edificio, infine Akito.
“Siamo in anticipo di cinque minuti …” notò
in un sussurro esterrefatto. “Akito, ti adoro! Sei unico!” esclamò lanciandosi
tra le sue braccia, cingendogli il collo con entusiasmo. Lui rimase per un
attimo spiazzato, prima di avvolgerla lentamente in piccolo un abbraccio.
Quanto avrebbe voluto tenerla così per sempre … sussurrarle ‘ti amo’ all’orecchio
… baciarla con passione … ma non poteva. O meglio, non ne era stato in grado in
passato. E così Sana non aveva mai saputo dei suoi sentimenti, aveva sempre
pensato che lui la considerasse solo come un’amica … e tutto perché lui non era
capace di pronunciare due semplicissime parole! Odiava quel suo lato così
timido!
A malincuore la lasciò andare quando la
ragazza cercò di scostarsi. La vide un po’ imbarazzata, le guance leggermente
arrossate. Se ne stupì, ma non poté fare a meno di notare che era davvero bella
così, ancora di più … Sana sembrava essere ancora più a disagio sentendo gli
occhi di Akito scrutarla in quel modo. All’improvviso si sentì la voce del
presentatore della radio che annunciava un altro singolo …
“E ora sentiamo gli Zeroassoluto, con ‘Sei
parte di me’ …”
Sana ritornò in sé e cercò la sua borsetta
sul sedile posteriore per andare agli studi, mentre alla radio iniziava la
canzone …
Io
sto pensando che
non ritornano
sto pensando che
che sei poi ci riprovo
lo so che non è più lo stesso
me lo chiedo da un po’
quei momenti con te
se ritornano le parole con te
se ne vale la pena oppure vorrei più fortuna …
Quando fu pronta, si voltò verso Akito e lo
salutò:
“Grazie di tutto, Aky! Ti voglio bene …” gli disse, sorridendogli, poi aprì la
portiera dell’auto. Fece per scendere, ma una mano la fermò, stringendosi delicatamente
attorno al suo braccio sinistro.
“Aspetta!”
Si voltò, e vide Akito fissarla con uno
sguardo strano, ancora più profondo di quanto non fosse mai stato.
“Solo due minuti … ascolta questa canzone …”
le chiese, quasi la supplicò.
“Ma … Akito …” tentò di protestare lei, ma
il suo sguardo non ammetteva repliche, così si risedette e rimase ad ascoltare
le parole di quella canzone …
E per
ogni giorno
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo
insieme agli sguardi veloci, momenti che tengo x me
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che è questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo per me
SEI PARTE DI ME
e lo porto con me
lo nascondo x me
in macchina non tornano chilometri che scorrono
discorsi che ti cambiano
e immagini che passano
e restano qua
se ho bisogno lo so
di sentire che
dentro c’è
voglia di ridere
qualche cosa in cui credere
e per ogni giorno
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo
insieme agli sguardi veloci momenti che tengo x me
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo per me
SEI PARTE DI ME
SEI PARTE DI ME
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo x me
SEI PARTE DI ME
SEI PARTE DI ME
lo tengo x me…
Sana si voltò verso il ragazzo.
“Aky, cosa …? Vuoi dirmi che …?”
No, era impossibile. Che le avesse fatto
ascoltare quella canzone perché rispecchiava i suoi sentimenti? No, non poteva
essere …
“Perché mi hai fatto ascoltare questa
canzone?”
Akito abbassò per un attimo lo sguardo.
Sembrava deluso, e Sana non riusciva a capire il perchè. Fece per dire qualcos’altro,
ma gli occhi del ragazzo tornarono a fissare i suoi, facendole morire le parole
in gola.
“Io … io non sono bravo a parole, lo sai …
quindi …” iniziò a dire. No, così non andava bene. Appunto, non era bravo a
parole, e lo stava dimostrando. Ma cosa le stava dicendo?! Non poteva dirle ‘ti
amo’ e basta??
E alla fine, fece l’unica cosa di cui era
capace … agì. Le si avvicinò all’improvviso e la baciò. Subito si maledisse per
la sua stupidità e impulsività … ma si stupì quando sentì per la prima volta
Sana rispondere al bacio. Credeva lo avrebbe spinto via, urlandogli contro che
era un pervertito, che per lei era solo un amico e non doveva comportarsi così …
e invece ora era lei a baciarlo, mentre lui rimaneva immobile, incapace di
muovere più un solo muscolo. Quando lei si allontanò leggermente da lui, la
fissò inebetito.
“Ma … questo vuol dire che … anche tu …?”
Sana sorrise di fronte alla sua solita
timidezza.
“Sì … ti amo anch’io, Akito Hayama!”
E lo abbracciò.
“Sai, mi chiedevo quando ti saresti deciso
a dirmelo!” disse Sana quasi ridendo.
“Vuoi dire che tu …?” il tono di Akito era
irritato.
“Lo sospettavo, sì … ” sorrise lei. Era così
bello vederlo arrabbiarsi, sapendo che poi sarebbe riuscita a calmarlo solo con
un sorriso o una carezza.
“Il produttore ti sta aspettando!” sbuffò
lui, voltandosi dall’altra parte, fingendo di volere che se ne andasse.
“Sai che ti dico?” disse però lei, non
muovendosi di un centimetro dal suo posto. “Chissene frega del produttore!” e
di nuovo si avvicinò per baciarlo. Questa volta, tutta la rabbia che sembrava
avesse assalito Akito svanì di colpo, mentre l’attirava a sé stringendola tra
le braccia, passando una mano nei suoi capelli rossi profumati e facendo sue le
sue labbra.
Ora tutto … davvero tutto … era
perfetto!
THE END - Daisy
Allora? Ke ne pensate? Sapete ke
ci tengo al vostro parere, ka faccia schifo o ke vi piaccia!!!
Comunque, per essere precisi,
questa non è la storia ke avevo detto di aver già progettato … e per rispondere
ad Anna94, ke mi aveva chiesto quando la pubblicherò: temo ci vorrà ancora un
bel po’, perché voglio prima sviluppare l’intera trama, per non ritrovarmi poi
in una situazione in cui non so come andare avanti e magari lasciarla
incompiuta per secoli! Spero in ogni caso di non impiegarci troppo! Sono io la
prima a volerla pubblicare il prima possibile!^^
Nel frattempo … VVUKDB!
Recensite!
J Daisy J