Il silenzio dell'anima

di Daida Kylie Williams
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- Oh, maledetto freddo! –
Mi ritrovai nella stazione quasi deserta alle 7 del mattino per poter prendere il solito treno il quale ci reca a scuola, pioveva, si congelava ed io stavo per diventare uno di quei simpatici pinguini se non mi ritrovavo all’istante qualcosa di bollente fra le mani.
- Ky, Ky, ehi Kylie ma ci sei? Sono 10 minuti che ti sto chiamando ma non mi hai degnata nemmeno di un tuo sguardo! Ma cosa ti prende? –
Mi voltai con aria stanca e distrutta e vidi mia cugina Sophie mentre attirava le sue attenzioni su me
- Ehi tesoro, non mi prende nulla non preoccuparti! Sono solo stanca, tra l’altro si gela e piove. Ho tanto sonno. –
Lei mi guardò con aria divertita come se volesse cercare di farmi capire qualcosa, ma l’unica cosa che capii furono le sue parole colme d’ironia!
- Beh, come sempre d’altronde! Sei sempre la solita pigrona, non cambi mai! –
Le sorrisi dolcemente, conoscevo il suo umorismo ormai, dopo aver passato l’intera vita condivisa con lei, 15 anni per l’esattezza è del tutto comprensibile conoscere chi ci sta accanto da così tanto tempo. Dopo esserci recati sul binario terzo in attesa dell’arrivo del treno mi avvicinai ad un fiore, era rosso, si poteva sentire il suo soave profumo emanato, era come una droga.
- Ragazzi arriva il treno! –
Sentii le urla di alcuni ragazzi infreddoliti quanto me, feci per voltarmi quando sentii un lamentio, sembrava quasi il pianto di un bimbo caduto.
- Kylie! Sbrigati a salire sul treno, non possono aspettarci per tutto il giorno! -
Nonostante la mia curiosità mi stesse assalendo salii sul treno, lasciai che le porte si chiudessero e andammo via col vento. Quando scesi dal treno una volta arrivati in città la stazione era completamente isolata, all'improvviso anche mia cugina era sparita nel nulla. Si potevano udire i rumori dei miei lenti passi e la musica di sottofondo. Terribile.
- Ma dove sono finiti tutti? Incredibile, si saranno già recati in sala attesa per la pioggia? Mah, perlomeno non dovrò sentire tutto quel caos. -
Cominciai a camminare verso quelle infinite scale cercando la luce dell'uscita di quell'oscuro tunnel quando... Quando improvvisamente mi svegliai accorgendomi che era solo un sogno, esatto era solo il frutto della mia immaginazione. Sentire i lamenti di un bambino, quel fiore al quanto sconosciuto che emanava quel profumo soave che drogava la mia anima, la stazione deserta e quelle infinite scale, sì, era tutto frutto della mia mente. Cercai di scrollare di dosso la tensione per quella nottataccia, pensai fosse a causa del diluvio o forse per il dolore che portavo dentro, ma non ci pensai più di tanto così tornai a dormire.




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