flower
Autore:
reilin
Titolo: Je bent mijn
overvangbaar Bloem
Fandom:
Huntik Secrets & Seekers
Personaggi:
Dante Vale; Zhalia Moon;
Pairing:
Dante x Zhalia
Word Count: 1516 (W)
Rating: Arancione
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale, Songfic
Avvertimenti: Spoiler!, Deathfic, Oneshot, Non per stomaci delicati, What If?
Note: È da quando ho
visto l'episodio 43 che mi è venuta in mente questa storia,
così ho deciso di scrivere la mia versione di quanto potrebbe
accadere nelle prossime puntate di Huntik, anche se ovviamente, anche
io spero in un happy ending. Avverto che la fanfiction potrebbe
contenere spoilers e che non è adatta ad animi sensibili. Beh,
buona lettura e non lanciatemi pomodori, o peggio, maledizioni
shintoiste! :D
Disclaimer:
1.
I
personaggi di Huntik appartengono ad Iginio Straffi e alla Rainbow SpA;
2. Fanfiction scritta per la
community
huntik_ita .
3.
Partecipante al "The
One Hundred Prompt" con il prompt 021. giallo.
4. Fanfiction ispirata a "Flower" cantata da Gackt Camui © 2001,
Bears, video
Sente
un
pesante vuoto nella testa ed un bruciante dolore nel petto: i suoi
occhi stanchi sono fissi su quei fiori gialli, che sembrano essere
l’unica cosa che ancora la tiene legata alla
realtà. Come può la vita cambiare
nell’arco di una manciata d’ore, sconvolgendo il
concetto stesso di esistenza?
Zhalia
è nella sua stanza: ha appena terminato un allenamento con
Harrison ed è stesa sul suo letto. Sbuffando, si chiede fino
a quando dovrà restare infiltrata nella Spirale di Sangue.
All’improvviso, un trillo la risveglia dal corso dei suoi
pensieri: “Quel telefono, non può
essere!”, si dice, realizzando che il suono proviene dal
cellulare che Metz le aveva segretamente dato per comunicare in caso di
improrogabile urgenza. Con mani tremanti, risponde alla chiamata, ed
è proprio il tedesco che con voce vibrante le
dice: «Dante è rimasto ferito in un duro scontro
con Rassimov, faresti meglio a raggiungerci qui a Venezia».
La cercatrice sente un brivido correrle lungo la schiena e con un fil
di voce risponde: «Sarò lì in un paio
d’ore, non sarà troppo tardi, vero?», e
mentre pronuncia le ultime parole, un nodo le stringe la gola e le
lacrime cominciano a scendere dai suoi occhi. Metz sospira, e con lo
stesso tono monocorde le dice:«Non preoccuparti,
Zhalia… Ti aspettiamo».
Senza
neanche rendersene conto, guidata più dall’istinto
che dalla ragione, Zhalia riesce a fuggire dalla base della Spirale di
Sangue e prende il primo volo per Venezia. Un’ora e mezza
dopo, un taxi la ferma davanti alla clinica della Fondazione Huntik. Ad
attenderla all’ingresso c’è il mentore
di Dante: ha un aspetto terribile: il volto segnato dalla sofferenza e
gli abiti sgualciti. «Zhalia…», la
chiama lui con un fil di voce, senza guardarla negli occhi. La ragazza
è in preda all’ansia, e senza ulteriori indugi,
chiede all’uomo di portarla da Dante. Il cercatore le cinge
le spalle con un braccio e le fa cenno con la testa di seguirlo.
Prendono un ascensore e scendono ai piani sotterranei, poi, dopo aver
percorso un lungo corridoio, giungono davanti ad una porta bianca.
«Siamo arrivati», le comunica Metz, aumentando
l’intensità della stretta sulle spalle della
giovane. Zhalia, in preda all’agitazione, apre la porta e
finalmente riesce a vedere Dante: è al centro della stanza e
sta dormendo…
Ma
perché attorno a lui ci sono tutte quelle persone?
Perché tutti le rivolgono quegli sguardi pieni di
compassione?
Non
appena muove qualche passo per avvicinarsi al cercatore, i
presenti si scansano e le fanno spazio: è solo
allora che nota qualcosa che la fa cadere in ginocchio a terra, senza
neanche accorgersene. Dante non sta riposando in un letto: il suo corpo
si trova in una bara, immobile.
«Non
è vero… non può essere vero! Non
Dante! Mi avevate detto che era stato ferito… lui non
è … sta dormendo, sta solo dormendo!»,
le sue parole sono rotte dal pianto. Si alza in piedi e si china sul
corpo del cercatore, accarezzandogli i capelli rossi: «Stai
solo dormendo, vero Dante? Ora sei stanco, ma poi ti sveglierai, non
è vero?». Gli occhi della ragazza osservano con
attenzione il volto del cercatore, composto in un’espressione
talmente tranquilla che sembra davvero che lui stia riposando; le sue
dita, tremanti, ne percorrono profilo, ed un singhiozzo
disperato esplode dal suo petto nel constatare quanto fredda sia la sua
pelle: allora è vero, lui se ne è andato,
l’ha lasciata sola. Sente il suo corpo vacillare sotto il
peso di quella sconvolgente ed inaccettabile verità;
è in quel momento che due braccia la stringono forte.
«Zhalia, non sono riuscito a salvarlo», le dice
Lok, disperato. La cercatrice prova ad articolare qualche parola, ma il
dolore che sente nel suo petto è talmente bruciante da
mozzarle il fiato in gola, così riesce solo a
contraccambiare l’abbraccio del giovane irlandese.
Gli
occhi di Zhalia sono fissi sul suo Dante, guarda il suo corpo
freddo ed immobile, quelle mani forti che sapevano stringerla con
dolcezza e farla sentire protetta, quegli occhi del colore
dell’oro che la rassicuravano con ogni sguardo, ora chiusi
per sempre, quelle labbra che le sorridevano, che le
rivolgevano parole piene di speranza… In quella bara giace
l’unico uomo che lei abbia mai amato: è per lui
che lei è cambiata, grazie a lui è diventata una
persona migliore, e per difendere lui ed il loro futuro che aveva
deciso di infiltrarsi nella Spirale di Sangue. Era stato
così difficile per lei trascorrere tutti quei giorni lontana
da Dante, ma si faceva forza ripromettendosi che quando tutto sarebbe
finito, gli avrebbe finalmente detto che lo amava e che voleva
trascorrere con lui il resto della sua vita. Ed ora che lui
è morto proprio per mano di Rassimov mentre lei, ignara,
giocava a fare la baby sitter di Harrison, ora non può fare
a meno di chiedersi che senso ha avuto il suo sacrificio. Il
futuro per cui tanto aveva lottato non sarebbe mai arrivato, e Dante
non l’avrebbe mai più stretta a sé: non
le resta che baciare le sue labbra fredde per la prima ed ultima volta,
si dice mentre si china su di lui ed, incurante delle persone che li
circondano, gli sussurra:«Ti amo, Dante, ti ho sempre amato e
ti amerò per sempre» e poi gli sfiora la bocca con
la sua.
L’aria
attorno a lei è satura dell’odore
penetrante dell’incenso, la voce baritonale del sacerdote,
dal pulpito parla di salvezza e vita eterna, ma lo sguardo di Zhalia
è fisso sulla nuvola di gerbere gialle e fresie che ricopre
la bara di Dante: giallo profondo come il colore dei suoi occhi, come
il colore del suo inseparabile impermeabile. Al centro della
composizione floreale spicca una cornice dai bordi neri che racchiude
una foto del loro team di cercatori scattata pochi giorni
dopo la sconfitta del Professore: avevano tutti e quattro
un’espressione così felice e serena mentre si
stringevano per mettersi in posa ed immortalare quel momento che li
aveva fatti sentire invincibili. Chi avrebbe mai immaginato che da
lì a pochi mesi, tutto sarebbe sprofondato nel caos e che
lui, Dante, avrebbe pagato il prezzo più alto. Ed ora lui se
ne è andato per sempre, e lei, incapace di riportarlo
indietro, non potrà rivederlo mai più. Zhalia non
ha più lacrime: le ha versate tutte in queste ore di cieca
disperazione. Vorrebbe solo toccare di nuovo quel viso, che Dante gli
rivolgesse ancora una volta quel suo sorriso sornione: farebbe
qualunque cosa, si macchierebbe dei peggiori peccati, scenderebbe
persino all’inferno e brucerebbe in eterno, pur di
avere il suo amore di nuovo accanto a lei. Invidia persino
quei fiori che giacciono sulla sua bara perché possono stare
vicino a lui: se un giorno dovesse rinascere, le basterebbe essere come
un fiore rannicchiato vicino a lui, al suo cuore.
Quando l’ha
incontrato per la prima volta, lei era sola contro il mondo: lottava
contro tutti, odiandoli e mostrandosi sprezzante, mentre invece nel
cuore sentiva un enorme vuoto che la faceva soffrire e piangere di
nascosto.
Per lei, che
era senza passato e senza un nome, Dante appariva come un fiore troppo
luminoso, irraggiungibile, ma lui le aveva teso una mano e sorridendo
le aveva detto: «Non ci sono cose come un mondo senza
domani». Le parole piene di speranza e amore per la vita che
lui le ha lasciato sono cresciute forti nel suo cuore, ma ora che lui
non c’è più, Zhalia non
riesce più a guardare avanti.
Sarà
così difficile stare da sola in quella grande casa che
condividevano: come vorrebbe che lui la venisse a trovare ancora una
volta nelle notti fredde ed insonni che la aspettano. Se lui
sarà con lei, tutto non potrà che andare
bene…
Ha perso
un’altra volta tutto ciò che aveva di
più caro al mondo, è rimasta di nuovo sola:
sembra che chiunque la ami sia destinato a scomparire, ed ormai non
riesce neanche più a piangere, tutte le sue lacrime si sono
asciugate.
Mentre il suo cuore
arde di dolore, incapace di trovare una consolazione, le stagioni
continueranno a cambiare, indifferenti, ed anche se
continuerà ad aggrapparsi ai ricordi dei bei momenti passati
insieme, sa bene che non riuscirà mai più a
ritornare a quel tempo.
Dante ha chiuso i suoi
occhi per sempre, ed anche se il mondo continuerà ad andare
avanti, la tristezza nel suo cuore non scomparirà mai
più: per Zhalia ormai il tempo si è fermato per
sempre nel momento in cui lui se ne è andato.
Ora che il corpo
freddo ed immobile del suo amore giacerà per sempre in
quella tomba, Zhalia sa che continuerà a vivere di
quei momenti in cui ha tenuto stretto sul suo cuore quel fiore chiamato
“Dante” : questa è l’unica
cosa che riesce a pensare mentre stringe fra le dita fino a farle
sanguinare una rosa scarlatta come i capelli del cercatore.
Sfiora con le labbra i petali vellutati del fiore e lo depone
sulla bara del suo amore appena prima che il suo sepolcro sia chiuso
definitivamente: «Sei il mio fiore insostituibile,
Dante», gli sussurra, sperando che dovunque sia, lui la possa
sentire.
Ecco,
l'ho scritta e l'ho anche pubblicata questa triste, tristissima
Deathfic! Nel momento in cui ho ideato questa storia non ero - e non
sono tuttora - a conoscenza delle precise circostanze nelle quali
avverrà l'ipotetica dipartita di Dante, se in quel momento
Zhalia sarà ancora infiltrata nella Spirale o meno, se lei
sarà presente al momento della morte e come si svolgerà
l'intera faccenda. Io ho dunque ipotizzato che Zhalia sia ancora
nella Spirale di Sangue e che non sia presente al combattimento nel
quale Dante perderà tragicamente: verrà a sapere di
quanto è accaduto al suo amore solo in seguito, come descritto
nella fanfiction.
L'altra Deathfic che ho scritto
alcuni mesi fa riguardava la morte di Klaus, e devo dire che gli ha
portato fortuna, visto che alla fine non è morto ma
è stato addirittura de-pietrificato da Zhalia ed è
anche passato al lato "luminoso" della forza! Spero che anche per
Dante valga un simile auspicio e che non muoia davvero! ;_;
Il titolo della fanfiction è in
olandese, quella che dovrebbe essere la lingua madre di Zhalia, ed
è appunto la traduzione dell'ultima frase che la cercatrice
rivolge a Dante: «Sei il mio insostituibile fiore».
Questa fanfiction prende ispirazione dalle parole e dal video della
bellissima canzone del cantante giapponese Gackt Camui intitolata
"Flower": vi consiglio di ascoltarla mentre leggete la storia,
essendone la colonna sonora ideale.
Grazie a chiunque abbia letto, a chi recensirà e a chiunque passi di qui anche solo per caso!
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