Sì, nient'altro
che l'amore. E come scrive un poeta, tutto il resto per me sono foglie
morte.
-L'amore nuovo-
Prologo
Luglio 1799
La luce del sole filtrava
attraverso le spesse tende color vinaccia che ornavano le finestre. Un
gelo innaturale scese intorno a lui.
Padre Merrik, vicario di Chaplam -l'unica contea cattolica
d'Irlanda- rabbrividì; l'aria si fece
improvvisamente tesa, un rantolo roco scivolò dalle sue
labbra sottili.
Mrs. Aming, la vecchia
perpetua che puliva regolarmente la cappella, emise uno squittio
eccitato e con tre brevi falcate lo raggiunse, afferrandolo per la
casacca e pregandolo di non abbandonarla. La donna iniziò a
farneticare, pareva terrorizzata. Merrik sobbalzò.
Padre del cielo, questi
irlandesi sono tutti uguali! Sempre a cialtrare di fate e spettri.
Basta davvero poco, un’ombra in movimento, un rumore
inspiegabile, per spaventarli. Sono sempre agitati, non stanno mai
fermi, pensano solo ad azzuffarsi fra loro,
rifletté cupamente.
Ma Merrik era un uomo di chiesa, e quando la donna si
aggrappò a lui strattonandolo per il colletto della tunica
non poté continuare a ignorarla. Sospirò
spazientito, voltandosi verso di lei. Gli occhi della perpetua erano
enormi nel viso pallido: il vicario pensò che non aveva mai
visto tanto terrore aleggiare sul viso di un essere umano. Una goccia
di sudore gli solcò la fronte quando Mrs Aming
iniziò a farneticare qualcosa sul diavolo che stava operando
in quel luogo sacro.
Merrik sperò che la razionalità gli venisse in
soccorso. Non fu così. Quando si voltò, il suo
sguardo fendette un'antica croce d'argento riccamente ornata. Era molto
diversa dalle croci cristiane, perché i bracci avevano la
stessa lunghezza e al centro della decorazione era incastonata
un'enorme ametista che scintillava in modo innaturale.
«Il Diavolo
è fra noi!» gemette la donna, e quando Merrik fece
per tranquillizzarla questa scosse il capo, raccolse una mano del prete
fra le sue e la avvicinò alla croce.
Merrik esitò, sbuffò sommessamente e premette le
dita sul simulacro. Un bruciore intenso gli lambì la pelle.
Balzò indietro, stupefatto, cercando di spiegarsi
quell'insolito fenomeno. Fu persino sul punto di credere che
sì, il diavolo si era davvero insinuato nella casa di Dio,
ma una voce che pareva lontana, roca e familiare, lo riportò
indietro nel tempo.
Suo
padre John era un uomo affettuoso, aveva mani gentili e un sorriso mite
gli aleggiava spesso sulle labbra. Merrik aveva dodici anni, era ancora
un bambino, gli piaceva sedere sulle ginocchia dell'adorato genitore e
lasciare che le sue parole lo cullassero nel limbo dell'incoscienza.
John lo aveva destinato alla carriera ecclesiastica, e Merrik non aveva
intenzione di ribellarsi: era convinto che Dio sarebbe stato felice di
accoglierlo nella Sua cerchia di servitori. Da tempo Merrik si era
accorto che il padre non godeva di buona salute: aveva smesso di
lavorare, passava intere giornate immerso nei libri e, eccezionalmente,
lo accompagnava in paese. Il ragazzo era convinto che il padre
soffrisse per la perdita della moglie, morta di tifo alcuni mesi prima.
Merrik cercava di riaffacciarlo alla vita, inutilmente.
Quella sera, l'atmosfera
nella sala da tè era particolarmente tesa. John lo cullava
dolcemente fra le braccia, attendendo che il sonno lo raggiungesse.
Quando non riuscì più a trattenersi, l'uomo
sbottò:
«Povero Spencer,
non invidio il suo triste destino»
«Che cosa volete
dire, papà?» chiese Merrik, incuriosito.
John sospirò.
«Non ti ho mai
raccontato questa storia, figliolo, perché ho sempre cercato
di proteggerti. Pensavo che vivere nell'ignoranza ti avrebbe reso
immune alle brutture del mondo. Tuttavia, sento che la mia fine sta per
arrivare ed è giusto che tu sappia che una
terribile maledizione incombe su questa terra» prese fiato
«Io sono inglese, e anche tu lo sei, ma l'Irlanda mi
è cara quanto la mia adorata Londra, e vederla dilaniata da
epidemie e povertà mi rende immensamente triste»
«Non
capisco» borbottò Merrik, turbato.
Suo padre sorrise
«Certo che no» sussurrò «Vedi,
Merrik, quando i Connor si impossessarono di queste terre, quasi
settecento anni or sono, dovettero pagare un prezzo molto alto. Ogni
primogenito avrebbe dovuto conquistare il cuore di una popolana di
origini irlandesi, sposarla e renderla padrona della contea. Solo
così gli irlandesi sarebbero stati ripagati della
defraudazione dei loro territori. Il geis,
così lo chiamano, è la punizione divina che
spetta a chi non riesce a conquistare il cuore della prescelta. Spencer
ha fallito, mio caro figliolo. La donna che amava, una certa Eveline,
è fuggita molti anni fa con un altro uomo. Il Barone ha
comunque deciso di sposarsi, ma detesta sua moglie e quasi non tollera
la presenza del figlio. Vive nel ricordo della sua adorata Eveline. E
la miseria si è abbattuta su Chaplam»
Merrik
rabbrividì, stringendosi al petto del padre e guardandolo
con occhi pieni di lacrime. Era un bambino ingenuo e fiducioso, e non
dubitò mai delle parole di John.
«Che cosa
possiamo fare, papà?»
L'uomo sospirò,
accarezzandogli i folti capelli castani «Nulla, mio caro.
Assolutamente nulla. Ma mi devi promettere una cosa, Merrik: quando
sarai vicario, potresti assistere a un fenomeno un po' insolito. Se la
croce celtica che custodiamo nella cappella s'illumina, dovrai
chiamare il figlio del Barone e riferirgli quanto ti ho
appena raccontato» il suo sguardo si perse nel vuoto; poi,
tornò a concentrarsi sul candido viso del figlio
«Promettimi che lo farai, Merrik. Spencer ha fallito, ma suo
figlio potrebbe riuscire nell'impresa, e finalmente la
prosperità tornerà a regnare in queste terre
benedette da Dio»
La
voce stridula della perpetua lo riscosse. Si guardò con
occhi allucinati il palmo arrossato della mano, per poi tornare a
concentrarsi sulla croce, che emetteva un luccichio sinistro.
Nella cappella si respirava un'aria insolita e minacciosa,
rabbrividì. Quando lo sfavillio della croce
aumentò, Merrik prese una decisione.
Un'ora dopo,
bussò alla porta della casa del Padrone. Una donna
dall'espressione istupidita lo accolse, sussultando sorpresa quando il
prete sibilò che doveva urgentemente parlare con il Barone.
La sguattera lo condusse di fronte all'ufficio di Richard Connor, sesto
duca di Chaplam. Richard aveva gli stessi occhi del padre; erano gelidi
come l'inverno, azzurri come i fazzoletti di un cielo estivo. I capelli
erano neri, identici a quelli della defunta madre, e gli sferzavano la
fronte in morbide ciocche ondulate.
Quando padre Merrik varcò la soglia dello studio, Richard
non si alzò.
Non ha rispetto neanche per un
uomo di chiesa, quel demonio!, pensò Merrik, figurarsi se riuscirà
a conquistare il cuore della prescelta.
Richard era identico a suo padre: un uomo freddo e crudele con la fama
di spietato libertino. Merrik dubitava che qualcuno avrebbe potuto
salvarlo dal baratro in cui era sprofondato.
«Fatevi avanti,
padre» mormorò svogliatamente il Barone. Merrik
obbedì, trascinandosi dietro la pesante croce d'argento. Per
evitare di bruciarsi le mani l'aveva avvolta in un sacco di juta.
Posò la croce sull'imponente scrivania di mogano, guardando
con occhi inquieti il volto del suo giovane padrone.
«Dunque?»
insistette Richard, annoiato, aspirando una boccata di fumo e
versandosi un'altra dose di liquore in una delicata coppa di cristallo.
Merrik sospirò,
scoprì la croce e disse «Vorrei raccontarvi una
storia, Richard»
«Non
capisco a che pro assecondare questa follia»
berciò Richard, facendosi strada nell'oscurità.
Merrik lo ignorò. Continuò ad
avanzare, lo sguardo fisso sull'inconsueto sfavillio della croce che
reggeva strettamente fra le mani.
Pochi metri lo separavano da una casupola di paglia che giaceva ai
piedi di una collina che gli abitanti del luogo chiamavano Colle del diavolo.
Dicevano che ci viveva una strega, una donna dall'aspetto spettrale e
dagli occhi vitrei come gelide palle di vetro.
Si chiamava Mary, non era sposata, non aveva nessuno che si prendesse
cura di lei. In paese era nota per il suo carattere schivo e taciturno.
Molti erano convinti che la vecchia fosse posseduta dal demonio.
Merrik sperò che non fosse lei la prescelta.
Sangue di Dio, quella donna aveva settant'anni! Come avrebbe potuto
ricambiare l'amore del Barone?
Scosse il capo, irritato, e quando si fermò davanti alla
baracca la croce iniziò a risplendere di una luce talmente
intensa che Merrik dovette distogliere lo sguardo per evitare di
rimanerne accecato.
Il Barone continuava a squadrarlo con espressione gelida. Richard lo
aveva seguito solo per dimostrare che il geis era
un'assurdità, una di quelle sciocche leggende a cui nessun
uomo sano di mente avrebbe creduto.
Merrik bussò
alla porta della casupola.
Passò un minuto, ne passò un altro e un altro
ancora; poi, una vecchia dall'aria smunta andò ad aprirgli,
guardandolo con occhi assenti e sconfitti. Aveva i capelli raccolti
sulla sommità del capo, indossava abiti impoveriti
dall'usura, stringeva fra le braccia un fagotto di coperte che si
dimenava freneticamente. Il pianto di un bambino riempì
l'aria.
«Che cosa
volete?» sibilò la donna, ma Merrik non le
prestava più alcuna attenzione.
Il suo sguardo era ipnotizzato dagli occhi più belli che
avesse mai visto. Erano grandi, azzurri come l'oceano, incastonati in
un ovale perfetto, la pelle di porcellana, le ciglia nere come la notte
che le sferzavano le guance arrossate dal freddo. La bambina
gorgogliò, doveva avere al massimo sei mesi. La croce
s'illuminò, il suo calore penetrò la stoffa
dell'involucro e Merrik sussultò, lasciandola rotolare sul
pavimento.
«È
lei» sussurrò incredulo, guardando la bambina con
occhi nuovi e consapevoli del destino che l'attendeva
«È lei la donna di cui
v'innamorerete»
Note storiche:
Nel 1171 il re Enrico II d'Inghilterra sbarcò a Waterford e
occupò le terre irlandesi divenendo il primo sovrano
d'Inghilterra a mettere piede in Irlanda. L'isola d'Irlanda
cominciò a cadere interamente in possesso delle forze
inglesi a partire dal 1500. Le infrastrutture antiche gaeliche caddero
definitivamente nel XVII secolo, come risultato di vari insediamenti di
forti comunità inglesi e scozzesi su terre strappate ai
cattolici irlandesi e affidate ai britannici. Intorno al XIV secolo la
popolazione anglo-normanna era integrata con quella nativa irlandese
tanto che la corona, nel tentativo di riprendere il controllo,
cercò di stabilire delle differenziazioni fra nativi e
colonizzatori. Il risultato furono gli statuti di Kilkenny,
che introdussero una serie di discriminazioni: dal divieto di contrarre
matrimoni "misti" al divieto di usare nomi, lingua, abbigliamento e
usanze irlandesi. Nonostante ciò, gli irlandesi sono sempre
rimasti molto legati alle loro usanze, tanto che gli scontri
d'identità fra inglesi e irlandesi si sono perpetrati per
secoli. Il XVII secolo fu comunque forse il più travagliato
della storia d'Irlanda. Due periodi di guerra civile (1641-53 e
1689-91) causarono grosse perdite di vite umane e si conclusero con
l'espropriazione dei beni della classe dei proprietari terrieri
irlandesi e la loro sottomissione alle discriminatorie Leggi penali irlandesi.
Intorno al 1790 iniziarono le prime ribellioni da parte degli irlandesi
per riprendere possesso dei loro territori.
Nella
mia storia, la famiglia Connor appartiene a una lunga dinastia di
sudditi inglesi che nel 1.200 circa si stabilì in Irlanda
conquistando la contea di Chaplam (il nome è di pura
invenzione). La contea e i possedimenti vengono tramandati di
generazione in generazione: in L'amore
perenne ho iniziato col raccontare le vicende di Spencer
Connor, padre di Richard; in Fuoco
nero proseguirò col narrare le
avventure del figlio.
(Da
Wikipedia)
Nda:
Come promesso, sono tornata con lo spin-off di L'amore perenne:
chi lo ha seguito ha il vantaggio di conoscere in anticipo le vicende
di Eveline e Spencer, ma non è necessario averlo letto per
potersi avventurare in questa storia. Fuoco nero
è tratto da un libro intitolato Spell of love, di
Megan McKinney. Capisco che il prologo potrebbe risultare un po'
noioso, ma era necessario per introdurre i principali personaggi.
Ovviamente spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, le recensioni
sono sempre bene accette e... beh, penso di aver detto tutto. A presto,
Elisa.
Volete vedere il
video-trailer di Fuoco nero? Cliccate sul banner:
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tenervi aggiornati sulle mie storie, leggere spoiler, anticipazioni e
curiosità? Io e Matisse, una validissima autrice di Efp che,
tra parentesi, consiglio a tutti voi, abbiamo creato una pagina
facebook in comune in cui troverete tutto questo. Se vi va fateci un
salto, sarete i benvenuti! :)
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