ORSIGUFO
A Vannagio, adesso io e Ned ci industriamo
per fartene arrivare uno vero sotto l'albero
Narcissa fece
roteare con grazia due volte la bacchetta, un festone verde e argento
si srotolò da un baule di legno e si attaccò
sopra il camino della sala da pranzo. Ai suoi piedi gli elfi domestici
scorrazzavano nelle loro federe di cuscino Trasfigurate in un rosso
sgargiante. Sentì una mano guantata che le accarezzava la
nuca sotto lo chignon.
- Signor Malfoy, mio marito tornerà da un momento
all’altro…
Lucius la baciò sulla guancia. Lei sorrise e gli prese la
mano.
- Merlino, sei gelido! Quanto tempo sei stato in giro?
- Sai, Natale, a Diagon Alley si riversa tutto il mondo magico. Stavo
per fatturare qualcuno. Shaggy, ti pare il colore di un Punch
Cangiante, quello?
L’elfo domestico barcollò con la gigantesca
ciotola di punch in bilico sopra la sua testa. Le onde e gli schizzi
passarono da verde cupo ad argento e rilasciarono una nuvola di
brillantini.
- Lo sai che a Scorpius piace con dentro i Fiocchi di Zucchero, vedi di
procurartene un po’ in tempo per la cena!
L’elfo si profuse in un inchino: la cascata di punch che
uscì dalla ciotola si Smaterializzò un attimo
prima di finire sui piedi di Lucius.
- Elfi! Diventano ogni anno più indisciplinati. Si sono
rifiutati di appendere i festoni, che lo stai facendo tu?
Narcissa accompagnò con la bacchetta un altro serpentone
verdeargento sopra la finestra.
- No, anzi, li ho dovuti convincere a mollare gli scatoloni.
È solo un modo per distrarmi un po’ mentre aspetto
la letterina di Scorpius. Astoria mi ha detto via camino che
l’hanno scritta e spedita assieme tre ore fa.
Proprio in quel momento, qualcosa sbatté contro il vetro
della finestra. Narcissa girò la maniglia con un altro colpo
di bacchetta e nella stanza svolazzò una letterina candida
con due alucce che spuntavano dagli angoli superiori. Lucius la
acchiappò prima che si posasse sulla statua del trisavolo
Rigil Kentaurus Malfoy. Le ali scossero via i fiocchi di neve che si
erano posati sopra, poi si ritrassero sulla busta. Lucius riconobbe la
grafia a lettere panciute del nipote: Per Babbo Natale.
Lucius si era portato avanti con i regali: il giorno prima a villa
Malfoy era arrivato un pacco con l’ultimo modello di
“Saetta Rossa”, una marca di scope italiana che
stava furoreggiando sul mercato. Avrebbe fatto un figurone assieme al
set di palle da Quidditch.
Strappò la lettera e tirò fuori il bigliettino.
Narcissa lo vide sbiancare e rileggere qualche volta.
- Tutto bene?
Lucius andò verso il camino, gettò tra le fiamme
una manciata di Metropolvere e infilò la testa fra le fiamme.
- Ufficio di Draco Malfoy, Ministero della Magia.
Nel suo ufficio al Ministero, Draco finì di riordinare un
plico di carte e lo fece volare dentro l’archivio.
Sistemò meglio la foto di Astoria con Scorpius neonato in
braccio. Il bimbo strinse i pugni e sbadigliò, cosa che fece
ricordare a Draco quanto avesse bisogno delle vacanze di Natale. Si
avvicinò all’attaccapanni per prendere il
cappotto, pregustando il rognone che lo aspettava a casa, quando le
fiamme del caminetto si modellarono nel volto di suo padre.
- Papà? È successo qualcosa?
- Un Orsogufo?-
Lucius teneva in mano un cartoncino bianco.
- Aha, ti è arrivata la letterina di Scorpius. Ha imparato a
scrivere benissimo, non pare anche a te?- Draco si passava il cappotto
da una mano all’altra.
- Non tentare di cambiare discorso. Per Merlino, che
cos’è un Orsogufo? È un giocattolo
nuovo? Qualcosa che hanno i suoi compagni a scuola? Una diavoleria dei
Weasley?
- Ehm, io…
- Sei molto distratto, Draco, eppure mando ogni mattina al tuo ufficio
una copia del Cavillo. Ne abbiamo parlato nel numero scorso, non
ricordi? Habitat e
riproduzione dell’Orsogufo siberiano.
Draco si voltò verso la voce femminile e riconobbe Luna
Lovegood ferma sulla sua soglia, seminascosta dietro un abete nano da
cui continuavano a crescere palle di vetro colorate che, con un tunc, cadevano nel
vaso dov’era piantato l’alberello. Anche il busto
di suo padre si sporse dal camino per capire chi aveva parlato. Luna
prese una delle palline, blu intenso, e la appoggiò sulla
scrivania di Draco.
- Vetro Vegetale Canterino! Se appendi i frutti su un abete cantano
musichette natalizie e sprigionano un profumo adatto
all’ambiente. L’ho preso come regalo di Natale per
l’ufficio Auror. Ah, ma voi volevate sapere
dell’Orsogufo… Accio Cavillo!
Dal cestino dietro la scrivania – Draco sperò
vivamente che dalla soglia sembrasse solo caduto in terra –
sbucò il giornale e planò nella mano di Luna
libera dal vaso.
- Strano, manca la pagina con l’articolo… Devo
avere spedito una copia difettosa, mi dispiace. Comunque, mio marito ha
importato un esemplare di Orsogufo dalla sua ultima spedizione in
Siberia, una mamma a cui un branco di Ghirignauli ha ucciso il
compagno. Anzi, Lorcan mi ha detto che i cuccioli sono nati da poco,
Hagrid glieli ha mostrati a lezione. Se tutto va bene, tra qualche anno
facciamo nascere una popolazione autoctona. Hagrid era entusiasta del
progetto! Ora devo andare, buon Natale signor Malfoy.
Draco prese il giornale che Luna aveva lasciato sulla scrivania.
- Ecco da dove lo ha saputo, ieri Astoria è passata di qui
con Scorpius e lui avrà visto l’articolo. Beh,
adesso che si fa?
- Non lo so, sei tu che gli hai promesso
questa…questo…animale.
- Tu mi avevi detto “qualsiasi cosa”!
- Draco, per la bacchetta di Morgana, quindi gli avresti lasciato
scrivere “voglio diventare proprietario
dell’Emporio di Zonko”? Su quello avrei potuto
lavorarci, almeno.
- Che posso fare per rimediare?
Lucius sospirò, la sua figura nel camino tremolò
appena.
- Vai dal mezzogigante e ti fai vendere uno dei cuccioli, ovvio. Non
sia mai che un Malfoy non ottenga ciò che vuole.
Una palla di pelo e piume ruzzolò fuori dal nido di paglia,
quando Hagrid sparse le larve di Vermifoglia sulla terra battuta.
Becchettò con gusto i vermetti e frullò le ali.
Gli altri quattro cuccioli seguirono il suo esempio, sotto lo sguardo
vigile della madre.
- Non avrei mai immaginato che esistessero sul serio! Grazie per avermi
invitato a vederli.
Ned sparse un’altra manciata di vermetti in modo da far
avvicinare i cuccioli. Quelli arrivarono alle punte dei suoi scarponi.
- C’hai avuto una bella idea a mostrare a Rolf quel libro.
Guarda come vengono su bene, i birichini.
- Secondo te si possono addomesticare?-
- In Russia lo fanno. Sono molto intelligenti.
- Si vede dagli occhi.- Ned si mise un po’ di vermetti in
mano e i cuccioli si assieparono attorno al palmo. Il suo
tatuaggio-drago fece capolino dalla manica del cappotto. Uno dei
cuccioli lo notò e diede una beccata sulla testa. Il drago,
in risposta, sputò una fiammella che spaventò i
cuccioli.
- Ahi!
- Li hai spaventati, Ned. Piccoli, no, no, tutto bene.
- Ci sarebbe la mia mano beccata, Hagrid, loro stanno benissimo.- Ned
prese un fazzoletto e tamponò la ferita sul palmo.
- Non ci devi andare così vicino con le magie, non ci sono
abituati.
- Me ne sono accorto.
Ned si girò verso la staccionata e vide un uomo pallido e
biondo vicino al cancelletto. Era immobile e aveva un’aria
decisamente spaventata. Qualcosa nel viso affilato e nei capelli biondi
gli era familiare, si spremette le meningi per cercare di ricordare
cosa, ma Hagrid precedette il suo cervello.
- Malfoy?
L’uomo sussultò e spostò lo sguardo
verso il guardiacaccia. Hagrid svuotò del tutto il barattolo
di Vermifoglia e si avvicinò al cancello.
- Puoi anche entrare, Malfoy, non c’è nessun
ippogrifo cattivo che può farti del male.
Malfoy fissò con disprezzo il guardiacaccia, poi
tornò a guardare i cuccioli che scorrazzavano per il
recinto: uno aveva spalancato le ali ed era planato sugli altri
fratellini. Seguì una zuffa a beccate, finché la
madre non emise un sibilo gutturale e li richiamò
all’ordine. Malfoy spostava l’attenzione dagli
artigli ai becchi mentre, sovrappensiero, si massaggiava il braccio.
- Sono qui per uno di quelli.
- Che c’è, vuoi denunciare anche loro?- la mole di
Hagrid si frappose tra Malfoy e il recinto.
- No! No…- Draco iniziò a giochicchiare col
pomello del suo bastone – Mio figlio ne vuole uno come regalo
di Natale. Ve lo pagherò bene.
- Spiacente, non sono in vendita.
- Insomma! Non farebbero comodo alla scuola trecento Galeoni?
- Ascoltami bene, - Hagrid si chinò sull’uomo, la
testa bionda gli arrivava poco sopra l’ombelico –
non ti sono bastati sette anni di scuola e l’umiliazione di
Voldemort per farti capire che il mondo non è al tuo
servizio? Non sapresti come trattarlo un cucciolo così.
Regala a tuo figlio un gufetto e chiamalo Tommy, quello magari non ti
stacca il naso a morsi perché non sai come ci si comporta
con le bestie.
Malfoy si morse il labbro superiore, poi voltò le spalle e
scomparve lungo il sentiero verso il castello.
Ned seguì il cappotto sferzato dal vento. Un rettangolino
bianco si staccò dalla figura e svolazzò fino a
finire vicino alla staccionata. Ned lo raccolse e vide che era un
cartoncino con alcune frasi scritte in una calligrafia infantile:
Caro Babbo Natale,
quest’anno voglio solo una cosa, un cucciolo di Orsogufo. Lo
alleverò bene: ho un grande giardino, la paglia adatta come
dice Rolf Scamander e quando andrò a Hogwarts
chiederò aiuto al professor Hagrid, che mia cugina Mira mi
ha detto che è bravo. Grazie
Ned porse il cartoncino a Hagrid. Quello lo lesse a mezza voce e glielo
porse indietro con malgarbo.
- Forse il figlio è migliore del padre.
- Mh.
- Gli vendiamo il più fetente.
- Mh
- Pensa a quanto mangime si può comprare con trecento
Galeoni. Potresti anche mettere su un allevamento intero di Nacchere
Nasute.
- Mh.
- Per non parlare del divertimento di vedere Malfoy con un Orsogufo!
C’è un mio amico all’ufficio Regolazione
e Controllo delle Creature Magiche: gli dico che gli faccia perdere la
giornata a firmare permessi.
- Mh.
- Eddai, sono le sette di sera delle vigilia di Natale, quel poveraccio
non saprà cosa inventarsi e il bambino crescerà
convinto che il padre lo odia e verrà su neutrale malvagio,
insomma, cattivo. Non sono mica uno scherzo, i traumi infantili.
Hagrid guardò i cuccioli che ronfavano con le testine
infilate sotto le ali. Ned gli porse di nuovo la letterina.
- Oh, dannazione!
La quest
cominciava.
- Preside! Un furto! Inconcepibile! Qui nella Sala Grande!
- Signor Gazza, se usasse il poco fiato che le resta per dirmi
cosa è successo e meno per blaterare risolveremmo il
problema più in fretta.
Il custode si rizzò sul bastone e indicò una
delle tavole della Sala Grande: qualcuno aveva fatto Evanescere la
tovaglia immacolata che gli elfi avevano approntato quella mattina. Il
resto delle stoviglie era al proprio posto, così come le
decorazioni di agrifoglio e le candele sospese sopra il tavolo.
- Qualche scherzetto di Pix, sicuro. Non importa, fai dire agli elfi di
mettere un’altra tovaglia, che tra poco andiamo a cena.
Scorpius scese dalla sedia, a destra di sua mamma, e
sgattaiolò fino al grosso abete. Aveva nascosto in tasca dei
Vermifoglia secchi: li avvicinò a tutti i pacchi sotto
l’albero, con le orecchie tesissime per cogliere il minimo
movimento. Tutti i pacchi, con sua somma preoccupazione, rimasero
immobili.
Tirò fuori dalla tasca una pagina di giornale, in cui un
uomo imbacuccato in una folta pelliccia accarezzava la testa di una
bestia con la faccia e le ali di un gufo, ma con le zampe posteriori e
la mole di un orso: era l’animale più bello che
avesse mai visto.
- Scorpius, vieni a vedere che bel Punch Cangiante che hanno portato
gli elfi, ci sono anche i tuoi Fiocchi di Zucchero preferiti!
La nonna Narcissa lo prese in braccio e lo riportò a tavola.
Guardò distratto i fiocchi che si scioglievano nel bicchiere
in fili d’argento.
- Per te le ali della lettera non funzionavano bene?
La nonna guardò il nonno e anche il papà, e
Scorpius vide che entrambi avevano ripreso a mangiare sbattendo rumorosamente
il cucchiaio nella zuppa.
- Ma certo che funzionavano, tesoro. Vedrai che se ne sta occupando
qualcuno proprio in questo momento!
Scorpius saltò di nuovo giù dalla sedia e
andò verso la grossa finestra che dava sul giardino.
C’era una gran nevicata, forse i servizi erano in
difficoltà con quel tempaccio. Avrebbe scritto a Babbo
Natale sui vantaggi di imparare a materializzare i doni, invece che
ostinarsi a usare una slitta.
- Scorpius, non hai pensato che, forse, Babbo Natale non può
portare un regalo che potrebbe essere pericoloso?
Suo papà gli aveva poggiato le mani sulle spalle e guardava
assieme a lui la nevicata. Scorpius sbuffò.
- L’Orsogufo non è pericoloso. Se è
arrabbiato arruffa le piume e devi fargli i grattini sotto il mento. In
Russia…
- Qui non siamo in Russia, Scorpius. Forse in Inghilterra un bambino
riuscirebbe ad allevare meglio un bel barbagianni. Vediamo se domani
arriva una gabbia tutta per te?
- Io voglio un Orsogufo! Il nonno mi ha detto che Babbo Natale avrebbe
portato qualsiasi cosa c’era scritto nella lettera.
Il papà guardò il nonno Lucius, che riprese a
tagliare il pasticcio con molto impegno.
- Scorpius, io…
Una grossa massa bianca passò davanti alla finestra. Suo
padre fece un salto indietro. Per qualche secondo videro di nuovo i
fiocchi che cadevano pigri, poi di nuovo la massa bianca. Draco
aprì la finestra con la bacchetta puntata e Scorpius stretto
a sé con l’altro braccio: fuori c’era un
uomo gigante vestito con una lunga tunica bianca. Aveva un paio di ali
candide e portava in braccio un fagotto.
- Buon Natale! Il principale si scusa se siamo in ritardo e ti manda
questo.
Il fagotto volò attraverso la finestra nelle braccia di
Scorpius. Era qualcosa di caldo e profumava di selvatico. Il fagotto
cominciò ad agitarsi e si sporse verso la tasca dove
Scorpius teneva i Vermifoglia secchi. Il bambino aprì la stoffa e
riconobbe con un sorriso la testina da gufo che cercava il cibo.
- Hai visto, papà?
Suo padre si ritrasse quando il cucciolo sgranò gli occhi
arancioni e piegò la testa per vederlo meglio.
- Visto? Era solo colpa della neve.
Scorpius aspettò che il cucciolo avesse finito coi
Vermifoglia, poi cominciò a fargli i grattini sotto il
mento. Il cucciolo si strusciò contro il suo maglione. Fuori
dalla finestra, il tipo alato vestito di bianco era scomparso.
- Chi era quello, papà? Una specie di elfo gigante con le
ali?
- Era grosso per non volare via con questo tempaccio, ovvio. Allora, ti
piace quel…la bestiola?
Draco allungò una mano verso l’Orsogufo, che
arruffò le penne e schioccò il becco qualche
volta.
- No, buono Wallace, quello è il mio papà.
Il cucciolo si produsse in un fischio di apprezzamento per il nuovo
nome.
Draco mise un metro tra sé e la bestiola, mentre gli altri
membri della famiglia arrivavano a dare un’occhiata.
- Basta che non lo lasci scorrazzare in giro per casa.
- Cosa avevi detto che ero?
- L’angelo del Natale! Una cosa Babbana, la prima che mi
è venuta in mente.
Hagrid si disfò della tunica bianca, Ned fece sparire le ali
che gli aveva fatto spuntare sulla schiena.
- Perché non mi hai fatto travestire da Babbo Natale?
- Non avevamo i mezzi. Cosa potevamo fare in così poco
tempo, alzare la bacchetta e dire Accio
costume da Babbo Natale taglia XXXL?
Nelle mani di Ned comparve un costume rosso e bianco gigante.
- Interessante.
Ficcarono il costume nel sidecar attaccato alla moto e tornarono alla capanna di Hagrid,
dove gli altri cuccioli si svegliarono per il rumore. La mamma li
circondò con le ali e li rimise sopra la paglia. Hagrid
sospirò e si asciugò un lacrimone.
- Ne vuoi uno anche tu da portare a casa?
Ned valutò per un attimo l’idea di lui che
arrivava al lavoro in groppa all’Orsogufo. Si
accontentò di descriverlo in modo molto vivido ai suoi amici, nell'appuntamento del venerdì successivo.
- No grazie, credo che l’appartamento dei miei non sia pronto
a una bestia di tre metri per seicento chili.
- Beh, sarà meglio che vada a ridare la tovaglia alla
preside. Buon Natale, Ned.
- Buon Natale, Hagrid.
La tana di Otto
Seconda incursione nel fandom di Harry Potter, in
occasione del contest "Un canto di Natale", indetto da Arahan e Jakefan
sul forum di EFP.
L'idea per questa storia è stata collettiva: l'orsogufo
è una delle bestie mitologiche del gioco di ruolo Dungeons
and Dragons. Pare che l'ispirazione sia venuta a Gary Gygax guardando
un giocattolo taiwanese. In realtà noi sappiamo che ha fatto
una spedizione in Siberia.
Ned è un personaggio di Dragana
che me lo ha gentilmente prestato per fare da spalla ad Hagrid. Grazie!
Se a volte parla strano non ci badate, è un pochino nerd. Lo
trovate alle sua prima comparsa in questa storia qui.
Lorcan, il figlio di Luna e Rolf, lo ho immaginato di qualche anno
più grande di Scorpius, quindi aveva già visto le
bestiole ad Hogwarts.
Hagrid ha messo fuori il cartello: chi vuole adottare un orsogufo?
Grazie a tutti e un sorso di Punch Cangiante!
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