[Prigione Vindice, TYL Arc., qualche
tempo prima della
sconfitta di Byakuran]
Non
era stato facile
perfino per uno come Hibari Kyouya, abituato a prendersi con la forza
tutto ciò
che voleva, ottenere il permesso di entrare nelle celle di massima
sicurezza
della prigione Vindice.
A
causa della particolarità
di carcerati e carcerieri a dire il vero il penitenziario non prevedeva
l'ingresso
ai visitatori di per sé, ma delle eccezioni c'erano
ovviamente sempre stata, il
guardiano più forte dei Vongola sapeva di poter essere una
di quelle,
d'altronde si trovava in quel tempo appositamente per quello, non
sarebbe
tornato indietro senza aver ottenuto ciò che desiderava.
Era
stato paradossalmente
davvero facile invece ritrovarsi in quel mondo in cui aveva vissuto
dieci anni
prima, era bastato chiedere a Shoichi Irie, con il quale stava
collaborando per
aiutare Sawada Tsunayoshi a portare a termine il suo piano, il piacere
di lasciarlo
arrivare in quel tempo per una giornata quando sarebbe arrivato il
momento di
farsi sostituire dal se stesso ragazzino, piuttosto che bloccare subito
anche
il proprio tempo come aveva fatto per tutti gli altri.
Sarebbe
stato difficile,
l'altro non glielo aveva nascosto, ma ci aveva pensato due volte prima
di
opporsi ad una richiesta fatta dal più forte rappresentante
della famiglia con
cui era segretamente alleato, per cui aveva provveduto a rimboccarsi le
maniche
ed impegnarsi ad accontentarlo.
E
così ecco che era finito
lì, un Hibari Kyouya adulto, a camminare verso un Mukuro
Rokudo molto più
giovane di lui, lungo gli spogli corridoi di pietra ingiallita della
prigione
con nessun altro suono a circondarlo in quel silenzio se non l'eco dei
tacchetti delle proprie scarpe eleganti, mentre i passi del Vindice che
lo
seguiva alle sue spalle e quello che gli faceva da guida davanti erano
inquietantemente silenziosi.
Ma
non era tipo da
lasciarsi spaventare, lui, non mostrò una piega nella sua
espressione sicura ed
impassibile nemmeno agli ennesimi avvertimenti ben poco rassicuranti
riguardo
cosa sarebbe successo se avesse provato a fare qualcosa di
sconveniente, una
volta che lo lasciarono entrare da solo nel sotterraneo in cui erano
rinchiusi
diversi dei peggiori criminali al mondo, loro sarebbero rimasti
lì alla porta,
ad osservare da lontano ogni suo movimento.
Ignorandoli
ancora una
volta, il guardiano della nuvola si incamminò lungo il
sentiero che gli era
stato indicato per arrivare ad una lunga scala che lo avrebbe condotto
esattamente di fronte al rivale di sempre.
Non
esitò nemmeno un
attimo, probabilmente una persona qualunque si sarebbe fermata a
lasciarsi
stringere il cuore di fronte alla figura di un conoscente in quelle
condizioni
man mano che gli si avvicinava e la figura delle catene ed i segni sul
corpo di
Mukuro diventava sempre più chiara e definita, ma lui non lo
fece, si fermò
soltanto trovandosi direttamente in faccia a quel vetro che lo separava
da lui,
così vicino e
vi poté posare una mano.
Era
sempre stato così lui,
finiva con l'esprimere se stesso più a gesti che a parole e
perfino a presa di
coscienza dei propri sentimenti, di cui ancora pretendeva di non
rendersi conto
anche quando era andato in quel posto facendo un viaggio nel tempo per
vederlo,
anche mentre muoveva la mano su quel vetro all'altezza delle mani del
giovane
Mukuro come se lo stesse accarezzando.
"wow…
non mi avevi mai
detto che fossi messo così male, quei segni sulla pelle non
me li hai mai fatti
vedere."
L'unico
occhio nudo, ma pur
sempre sigillato, dell'illusionista tremò come se volesse
aprirlo, sorpreso,
evidentemente doveva averlo sentito nonostante il vetro e l'acqua, o
forse
aveva semplicemente avvertito la sua presenza vicina a lui.
Improvvisamente
Hibari si
trovò assalito da una forte invidia e la mano gli si chiuse
a pugno contro il
vetro.
Provava
invidia per il se
stesso di quell'epoca, quel ragazzino che viveva sapendo che la persona
che più
odiava stesse lì, all'epoca appena da qualche mese,
rinchiuso ma sicuramente
vivo, dimostrato dal fatto che potesse ancora sentirsi i suoi occhi
addosso
quando si trovava in mezzo a quel gruppetto di erbivori e c'era anche
Chrome
Dokuro, oppure nelle occasioni più inaspettate, o meglio
ancora quando
l'illusionista faceva le sue apparizioni, in battaglia per salvare la
pelle a
tutti o in privato per il puro gusto di dargli fastidio.
Lui
invece… a lui era
rimasta soltanto una fastidiosa sensazione di vuoto, in seguito
all'assenza di
Mukuro più presente del solito.
Lui
aveva un Mukuro Rokudo
che non si sapeva se fosse ancora vivo o morto, aveva visto sparire il
gufo che
spesso lo seguiva e faceva finta di non vedere, aveva visto la ragazza
rischiare di morire, e tutto ciò che gli era rimasto di lui
dall'ultima volta
in cui si erano incontrati erano state delle sospette istruzioni su
come
tenerla in vita se ce ne fosse stato il bisogno.
Da
quella volta, il nulla
assoluto.
Aveva
proposto a Tsunayoshi
di farsi sostituire per ultimo, possibilmente anche un po' dopo aver
ultimato
l'allenamento del se stesso più giovane una volta che
sarebbe arrivato nel
futuro, ufficialmente con la scusa che sarebbe stato meglio che
restasse ad
aiutare i più giovani nelle prime battaglie, ma in
realtà voleva guadagnare
tempo, anche se non lo mostrava aspettava con ansia sue notizie.
Sperava
di riuscire a
vederlo tornare prima della sua "partenza", perché doveva
chiarirgli
il concetto che evidentemente ancora non era entrato in quella testa ad
ananas
dopo tutti quegli anni: lui e soltanto
lui poteva morderlo a morte.
Non
aveva avuto la fortuna
che sperava, quel maledetto ancora non si era fatto vedere, per cui
eccolo lì,
a sfogarsi con la versione più giovane dell'odioso amante
che avrebbe avuto in
futuro, a cercare di inculcare almeno nella sua testa quel concetto
tanto
semplice.
"quanti
anni avevi
quando ci siamo conosciuti… 15? Eri proprio un idiota, sai?
Ci hai messo almeno
un anno a smetterla di agitarmi contro quello stupido tridente e ad
iniziare a
fare qualcosa di buono… eppure ci hai messo un altro anno a
smetterla di
rompermi le costole. Però hai ragione, ero parecchio
più testardo… l'Hibari
Kyouya di questo tempo ti da parecchio filo da torcere, vero? Abbi
pazienza,
per favore, inizia con l'essere sempre il suo degno avversario ogni
volta che
vuole, vedrai che servirà."
~~~
[Simon Island, Inheritance Arc., in
seguito al
combattimento di Mukuro e Daemon]
"avevo intenzione di morderti a
morte, ma ora che
hai speso tutte le tue energie combattendo, non ne varrebbe la pena."
"kufufu~ Hibari
Kyouya, sarò il tuo
avversario ogni volta che vorrai."
|