L'Annunciatrice di Morte

di Due Di Picche
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“Gli Annunciatori di Morte sono creature fredde, senza battito cardiaco, ombra e colore dell’iride.
Non provano sensazione umane, non li è permesso.
Non hanno bisogno di soddisfare bisogni umani.
Non conoscono né il dolore, l’Inferno, né la beatitudine, il Paradiso.
Vagano tra il caos Terrestre e l’indifferente Purgatorio.
Erano umani.
Ora sono anime.
Hanno rinunciato alla vita di loro volontà e ora eseguono il compito di rubare l’anima altrui dando loro il colpo di grazia.
Avendo buttato via la loro esistenza non gli è concesso conoscere il valore della vita.
Non hanno memoria.
Sono visibili solo all’umano “scelto” a cui annunciano i giorni rimasti, e possono apparir loro al massimo un giorno prima.
Io ho fatto il maledetto errore di comparire un mese prima: uno sciocco capriccio per noia.
Il peggiore sbaglio nella mia vita.
Anzi no, nella mia morte!”

 


 

1. [-29] Primo giorno dell’ultimo mese
Non credevo ai fantasmi e al sovrannaturale, non credevo neanche nell’amore finché non ho incontrato lei: la mia Annunciatrice di Morte.
Dopo la vita sarei andato sicuramente all’inferno, lo sapevo. Ero uno sporco narcisista ed egoista. Amicizie per opportunismo, ragazze per divertimento, e nonostante avessi una media scolastica più che accettabile, il mio voto in condotta abbassava di gran lunga la media.
Voci di corridoio la sapevano lunga su Luka Fontana, il magnifico me. Ero uno che spiccava parecchio in quella scuola: per il mio aspetto, per la mia intelligenza, per la mia moto.
Nulla poteva andarmi storto, io ero l’artefice della mia vita, e nonostante la pessima reputazione che aumentava di sabato sera in sabato sera, amavo stare al centro dell’attenzione.
Niente poteva cambiare la mia vita, o almeno così pensavo, finché in un giorno qualunque, mi si presentò davanti la Morte sotto le sembianze più sexy che avessi mai visto.
Uscivo da scuola salutando il mio gregge di poco di buono, e facendo l’occhiolino alle ragazze che, di tanto in tanto, lanciavano gridolini eccitati al mio passaggio. Con gli occhi, però, cercavo solo l’unica vera cosa che da un po’ occupava i miei pensieri: la mia moto.
L’avevo parcheggiata di fronte alla scuola, nel parcheggio dall’altra parte della strada vicino ai cinquantini scadenti e sfasciati. Lei, bella e lucida, rossa e nera, spiccava come non mai.
Mentre camminavo sul marciapiede sospirai pensando all’ebbrezza della corsa forsennata che mi attendeva fino a casa. Quella si che mi soddisfaceva!
A pochi centimetri dalla mia bella però mi fermai. I miei occhi azzurri inquadrarono una sagoma seduta sopra al mio motociclo: una ragazza.
Quella figura mi tolse il respiro immediatamente.
Ricordo ancora ora quelle labbra rosse come il sangue che si distinguevano anche da lontano a causa della carnagione lattea della pelle. Era bianca, pallida da fare paura, e i suoi occhi erano scuri, neri come la notte, incorniciati da una lunga e fluente chioma platino.
Una creatura dotata di bellezza misteriosa e accattivante era seduta sulla mia moto.
Deglutii e mi avvicinai. Indossava un gotico vestito nero. Il corpetto le metteva in risalto il seno, e le braccia erano avvolte da delle lunghe maniche piene di buchi. Snelle gambe spuntavano da una corta gonna vaporosa, coperte da un paio di scuri stivali in pelle dal tacco vertiginoso.
Mi passai una mano tra i capelli castani, il look un po’ spettinato faceva sempre colpo, e poi sfoderai un sorriso abbagliante: sarei dovuto passare tra le sue gambe assolutamente.
«Ehilà Angioletto, lo sai che quella è la mia moto?»
Si limitò ad annuire con espressione seria e forse un po’ scocciata.
«Cosa vuoi? Numero di telefono? Appuntamento? Avventura?» un breve elenco di cose che di solito le ragazze volevano da me.
Per la prima volta ricevetti la richiesta più assurda della mia vita:
«Solo la tua anima tra un mese.» un battito di ciglia. Un sorrisetto. Stava scherzano?
«Bella scusa per abbordare.»
«E io ti terrò compagnia per un mese. La mia falce non vede l’ora di entrare in azione»
Solo in quel momento notai l’imponente falce argento che teneva salda nella mano sinistra. Era tutto così irreale. Perché nessuno non la fissava? Commentava? E poi quell’arma avrebbe dato sicuramente nell’occhio. Non era né Halloween né Carnevale.
Decisi di stare al gioco facendo strane fantasie erotiche «E come dovrei morire?»
Fece spallucce e successivamente picchietto con le sue dita affusolate la mia moto«Lei ti accompagnerà alla fine.»
Questa volta il sorriso della giovane diventò quasi sadico. Deglutii. Morire in sella alla cosa che amavo di più in quell’ultimo periodo? Ridicolo. Pessimo scherzo. Eppure un po’ di paura ce l’avevo.
Stavo impazzendo? In quel momento, alle mie spalle spuntò Nicola, uno dei pochi fidati amici che avevo, dalle tendenze un po’ emo nello stile. «Tutto bene, Luka?.»
Scossi la testa e gli indicai la ragazza con un’espressione sconcertata «La vedi anche tu questa bomba sexy?»
Gli occhi verdi del ragazzo mi fissarono preoccupati «Ancora con questa moto? Ma non puoi trovarti una ragazza?»
«Non mi sto riferendo alla moto idiota. Che mi dici della falce?»
Con un rapido gesto mi fece voltare e mi appoggiò una mano sulla spalla. Sospirò. «Senti, sono io quello che legge fumetti giapponesi con falci e spade. Luka, ma ti senti bene?»
Balbettai qualcosa spostando lo sguardo da Nicola alla ragazza che non si era ancora schiodata dalla sella del mio destriero.
«Io sto benissimo!»
«Continui a guardare il vuoto sopra la tua moto.»
«Non guardo il vuoto … guardo …»
«La tua Annunciatrice di Morte.» la giovane parlò dando la più incomprensibile delle spiegazioni. La guardai di nuovo. Il sorriso sadico era stampato su quelle rosse e invitanti labbra. Non capivo se mi stesse prendendo in giro o cosa. Perché Nicola non diceva niente in merito e faceva finta che non esistesse?
La giovane schioccò la lingua e scese dalla moto. Era dietro di me. Molto vicina da sentire il suo respiro gelido sul collo. Mi venne la pelle d’oca.
Non conoscevo l’odore della morte ne la sensazione che essa poteva darti, ma lei “puzzava” di tutti quegli aromi che ti mettevano ansia a tristezza.
«Io sono la tua Annunciatrice di Morte caro Luka Fontana. Tra un mese esatto mieterò la tua anima dopo un mortale incidente. La tua fine è vicina, viscido egoista»
In quel momento la mia vita fu sconvolta da una “ragazza” maledettamente bella.
Mi scrollai dalla presa del mio amico e mi voltai verso di lei urlando «La vuoi smettere?!»
Lo scherzo stava diventando di pessimo gusto!
Silenzio. Lei continuava a sorridermi mentre gli occhi di tutti gli studenti erano rivolti nella mia direzione. Nicola mi guardava sconvolto. Perché nessuno diceva niente? Ero su Candid Camera?
Lei parlò di nuovo «Tutti pensano che parli da solo» soffocò una risata «Tu mi vedi, gli altri no.»
Confusione. Se mi ero tirato una figura di merda o meno, non me ne fregava niente. Abbandonai Nicola e anche quella “ragazza”. Mi infilai il casco e salii sulla moto il più velocemente possibile. Non salutai nessuno. Dovevo andare a casa prima che la situazione precipitasse. Ero da ricovero?
Come poteva la Morte avere un aspetto così “angelico”?
 
«Mamma, sono a casa. Non pranzo, vado a dormire»
Non mi ricordo cosa rispose la vecchia perché ero così confuso che corsi immediatamente in bagno a lavarmi il viso. Ero solo. Non c’era traccia di stranezze. Mi tolsi felpa e t-shirt restando a petto nudo.
Caldo. Sudavo. Ansimavo. Tremavo. Mi guardai allo specchio. Ero pallido e impaurito. I miei occhi azzurri erano confusi e i miei capelli castani più arruffati che mai.
«Io sono giovane. Ho a malapena diciassette anni, non posso morire tra un mese. Tutto ciò è un’idiozia.»
Incominciai a lavarmi il viso con l’acqua gelata per calmarmi. Funzionò, però mi ci voleva ancora una bella dormita per dimenticare il tutto.
Con un asciugamano al collo, spalancai la porta di camera mia. Mi bloccai.
Pensavo che il mio incubo fosse finito, ma mi sbagliavo:  la “ragazza” di poco fa era distesa comodamente sul mio letto e sfogliava con aria tranquilla uno dei miei tanti giornalini porno.
Mi irrigidii di colpo. Com’era entrata? Che ci faceva lì?
La falce era accuratamente appoggiata contro il mio armadio. Dio, allora non me l’ero sognato, aveva proprio una falce tra le mani.
Silenzio, non dissi niente e aspettai che lei staccasse il suo sguardo dubbioso da quella rivista poco fine.
Non passò troppo tempo prima che lasciasse scivolare il giornalino sul pavimento. I suoi occhi cenere si posarono su di me e, seri, incominciarono a fissarmi.
«Che brutta cera. Sicuro di stare bene?»
Non mi sarei mai lamentato di trovare una ragazza in quelle “condizioni” sul mio letto, ma avrei preferito che sparisse, e poi se io ero sconcertato era solo colpa sua. Poco facesse dell’ironia!
«Come sei entrata in camera mia?»
Sorrise accavallando le gambe e incrociando le braccia «Posso essere dovunque io voglia.»
Avrei preferito una risposta più sensata ma mi accontentai. «Chi sei?»
«La tua Annunciatrice di Morte, mi pare di avertelo già detto, no?»
«Si certo.» Le sue parole erano troppo tranquille. Non stava mentendo, ma tutto ciò era troppo assurdo.
Sbuffai chiudendo la porta di camera mia. Se mia mamma avesse trovato una scostumata simile sul mio letto mi avrebbe rimproverato per la millesima volta.
«Fai come vuoi, al Purgatorio mi hanno detto così e ho accettato l’incarico.»
«Purgatorio?»
Sbatté più volte le lunghe ciglia sbuffando «Tanto è sicuro che andrai all’inferno.»
La ragazza stava sclerando. Che razza di discorsi assurdi. Mi avvicinai. Era inquietante ma allo stesso tempo maledettamente sensuale.
«Penso di non capire.»
«Tu tra trenta giorni morirai e io mieterò la tua anima e la porterò all’inferno.»
Scossi la testa e sorrisi incredulo «Di cosa ti fai? Cocaina? Eroina? Chi ti dice che morirò?»
«Sciocco umano.»
Decisi di riformulare la più comune delle domande che le avevo fatto sino ad ora, perché, veramente, non ci stavo capendo niente.
«Chi sei?»
«Stupido: la tua Annunciatrice di Morte.» pensavo che risposta fosse finita lì, invece aggiunse un’ultima parola. Quattro lettere che, da quel momento avrebbero sconvolto la mia vita «Lily.»
Il suo nome era Lily. Lily.
Ci fissammo per un lungo istante. Pensai di essere malato. Magari avevo le allucinazioni o ero diventato schizofrenico.
Com’era possibile che una sconosciuta, tutto d’un tratto, mi fosse apparsa per annunciarmi la mia morte??


***

Due Di Picche …

Che l'esperimento abbia inizio!
Per prima cosa ringrazio la mia compagna di banco che naviga anche su EFP (Alyce_Maya) per le correzzioni durante le noiose ore che di tanto in tanto passiamo quotidianamente assieme e poi ringrazio chi è arrivato fino a qua con la lettura!
E' la prima "Love-Fantasy" che scrivo, di solito mi cimento in cose più "normali" e meno tetre, ma ho voluto lanciarmi a capofitto in questa idea assurda che secondo me non è riuscita neanche tanto male. Lui è il protagonista e, nonostante lo abbia creato mooolto, antipatico a me piace molto *w*... ah! che gusti! Principalmente parlerà Luka durante tutta la vicenza a puntate ma ci saranno, per staccare un pò gli avvenimenti, delle brevi riflessioni di lei. 
E' stato difficile pensarla al maschile ma mi sono divertita ad immedesimarmi nell'altro sesso, soprattutto in un soggetto così "vanitoso" XD
Bene vi lascio a riflessioni o commenti e suggerimenti. 
Baci
Due di Picche





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