Solo Natale

di mamie
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Nota: una storiellina senza pretese per mettere insieme i prompt "pandoro" e "Ti piace l'uvetta?"
Io, a dir la verità, preferisco il torrone :-))


Jerry era una leggenda. Non si poteva definirlo altrimenti. Era capace di cucinare qualsiasi cosa per una folla di persone e coccolava i gusti stravaganti e capricciosi degli esorcisti come una chioccia i suoi pulcini. Potevi chiedergli un piatto di qualsiasi paese del mondo e lui te lo sapeva fare: dalla zuppa di miso al cous cous bassi saltè, dal canard à l’orange alla pizza. Poteva lanciarsi anche nelle zampe di cammello in umido, coda di coccodrillo alla brace, porcospino arrosto o qualsiasi altra cosa purché fosse riuscito a reperire gli ingredienti. Per i dolci, poi, era veramente insuperabile. Allen lo adorava senza riserve. Amava i suoi donuts, i suoi dango, i croissant, gli scones e tutti i tipi di torte che riusciva a fare.
Il giorno di Natale naturalmente aveva superato se stesso: un’immensa e invitante distesa di Christmas Pudding, Vanillekranse, Kourabledes, Dresdner Christmas Stollen, Galette de Rois, Cozonat e Panettone.
A intervalli regolari si distinguevano dei dolci conici, a forma di stella, coperti di zucchero a velo.
- Cosa sono questi? – aveva chiesto Lenalee curiosa.
- Pandoro! – aveva risposto Jerry con entusiasmo – Dovresti provarli.
Lenalee li aveva provati inzuccherandosi il naso e trovandoli squisiti, leggeri e burrosi al punto giusto, profumati di vaniglia e limone. Entusiasta ne aveva messo una fetta in un piattino ed era andata ad offrirla timidamente ad Allen che stava lì indeciso da dove cominciare, fra tante meraviglie.
Allen aveva preso la fetta di dolce con un sorriso goloso e subito anche lui si era riempito di zucchero. Avevano riso e poi erano arrossiti un po’, quasi che quella fosse persino una confidenza eccessiva per due esorcisti.
Lavi invece si era gettato velocemente sul panettone e ora se lo stava gustando con un sorriso assorto. Chissà, forse Bookman Junior aveva in testa la ricetta originale del panettone e tutte le sue innumerevoli varianti e le stava beatamente comparando con quella squisitezza in cui la consistenza morbida e succosa dell’uvetta e quella resistente e dolce dei canditi si sposavano in un matrimonio perfetto con la pasta fragrante e umida al punto giusto.
In giro per il grande salone si vedevano solo facce contente e mandibole al lavoro, tutte tranne ovviamente quella di Kanda che non avrebbe sorriso neanche se lo avessero torturato col solletico a oltranza e non si sarebbe certo degnato di assaggiare tutta quella roba così dolce.
Comunque Jerry aveva pensato anche allo scontroso Giapponese e, apposta per lui, in un angolo discreto facevano bella mostra di sé degli eleganti mochi a forma di stella. L’espressione estremamente scontrosa di Kanda mentre li osservava fu ovviamente un invito a nozze per Lavi che si avvicinò facendo un largo giro, come per caso, con la sua fetta di panettone in mano.
- Dovresti almeno assaggiarne uno, sai. Credo che Jerry li abbia fatti apposta per te – esordì ricevendone in risposta solamente uno sbuffo. Il sorriso di Lavi si allargò di mezzo centimetro e il Bookman pensò bene di rincarare la dose.
- Potresti provare invece questo. E’ un dolce italiano molto soffice. Ti piace l’uvetta? – gorgogliò mettendogli sotto il naso una fragrante fetta di panettone.
Kanda lo fulminò con un’espressione omicida negli occhi e Lavi saettò via evitando per un pelo che finisse come al solito con lui che scappava e Yuu che lo rincorreva con la katana sguainata. Quando ebbe messo un bel po’ di gente fra sé e la lama luccicante di Kanda si voltò a guardarlo senza farsi vedere. Stava prendendo un dolcetto di riso e se l’era messo in bocca con un’espressione strana, a metà fra la malinconia e qualcosa che, partendo da Kanda, poteva vagamente assomigliare ad un sorriso. Uno solo, e poi si era allontanato dalla tavola andando a guardare fuori dalla finestra la neve che scendeva quietamente. Lavi si trattenne dal gridare davanti a tutti “Yuu, hai mangiato un dolce!” perché quell’espressione gli era sembrata così pensierosa e smarrita. Era un ricordo? Era qualcuno lontano? Era quella persona che doveva trovare e di cui parlava sempre?
Forse, semplicemente, era solo Natale. 




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