Questa Fanfiction non è a scopo
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Questa Fanfiction non
è a scopo di lucro. Tutti i personaggi sono di proprietà di JK Rowling,
che ne detiene I diritti d’autore.
La cronologia degli eventi non è fedele alla trama della saga. Alcuni
avvenimenti potrebbero aver subito dei cambiamenti.
Personaggi – Copyright ©
JK Rowling
Trama e Adattamento della Fanfiction – Copyright
©
2006 - Arcadia_Lovegood |
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Ginny Weasley era tornata al Dormitorio di
Grifondoro oltre l’orario stabilito, ancora una volta.
Si sfilò lentamente la divisa e, dopo aver indossato il pigiama con la
stessa attenzione nel non fare rumore, scivolò lentamente tra le coperte
rosse del suo letto.
Qualcuno, però, era rimasto sveglio ad aspettarla e non appena la rossa
ebbe poggiato la testa sul cuscino, una piccola luce illuminò la stanza
improvvisamente.
Hermione, che aveva notato ancora una volta l’assenza dell’amica nel suo
letto, aveva deciso di aspettarla, per farle una bella ramanzina a
quattrocchi.
Ginny sussultò quando vide che qualcuno si era svegliato, ma si calmò
subito non appena intravide il volto di Hermione.
- Mi hai spaventata – le sussurrò, portandosi una mano sul cuore.
- Hai visto che ore sono!? – le fece notare la Granger.
Ginny fece spallucce – E allora?
Hermione alzò gli occhi al cielo – Stai rischiando grosso! Sai cosa
potrebbe accadere se venissi scoperta in giro per la scuola a
quest’ora??
La giovane Weasley sbuffò annoiata – Ripeti sempre le stesse cose ed io
ti rispondo sempre allo stesso modo: so quello che faccio.
La Granger poggiò un gomito sul materasso, tenendosi la testa con la
mano – Non cambierai mai, ma poi non dire che non ti avevo avvertito –
disse.
Ginny le sorrise – Avanti – la incitò – so che muori dalla voglia di
sapere con chi sono stata!
Hermione corrugò la fronte – A dire il vero non mi interessa, ma se
proprio devi farmelo sapere, sbrigati che domani devo alzarmi presto.
La rossa saltò giù dal letto e si sedette ai piedi di quello dell’amica,
sistemandosi comodamente e incrociando le gambe – E’ stato meraviglioso!
Molto meglio di quella volta con Dean Thomas o, peggio ancora, con
Michael Corner! Ancora non capisco cosa ci possa vedere in quella là –
disse con disprezzo, riferendosi a Cho Chang – Comunque le ho dato una
bella lezione…
Hermione la guardò perplessa – In che senso…?
- Le ho rubato un pretendente.
- Cosa!? – chiese la Granger. Ginny doveva essere impazzita – Chi?
La rossa sorrise, stampandosi sul viso un’espressione sognante e
arrossendo visibilmente – Roger… è così carino!
La Granger rimase completamente a bocca aperta, riuscendo a malapena a
rispondere a quell’affermazione. Si stava riferendo a quel Roger? –
Ginny… tu… sei…
- Presa? Infatuata? Innamorata? – suggerì lei, continuando ad immaginare
il volto del ragazzo.
- Roger Davies!?!? – ripeté Hermione, completamente sconvolta.
- Sì, lui.
- Ma, Ginny… lui è… troppo grande per te! – esclamò la Granger, che
involontariamente alzò la voce, svegliando Calì.
- Che succede? – chiese l’indiana, strofinandosi gli occhi.
- Niente, stiamo solo parlando – disse in fretta Ginny, cercando di
mostrarsi il più tranquilla possibile.
Calì sbadigliò rumorosamente e poi tornò a dormire, senza chiedere nulla
di più.
- Brava! – sussurrò Ginny ad Hermione – Per poco non ti sentiva tutto il
Dormitorio.
- Scusa – disse dispiaciuta l’amica – ma continuo a pensare che tu stia
sbagliando.
- Ma no, che dici – si giustificò la giovane Weasley – E poi c’è stato
solo qualche bacio, niente di più.
- Non mi interessa quello che fai con i ragazzi – precisò Hermione.
Ginny sbuffò ancora una volta – Sei una vera amica, grazie!
La rossa camminò in punta di piedi fino al proprio letto, lasciò che le
coperte la avvolgessero e chiese ad Hermione di spegnere la luce.
- Dai, Ginny…
- Dormi, Hermione.
- Ti sei offesa? – chiese lei.
Ginny non rispose.
Hermione, a quel punto, spense la luce e si sistemò comodamente,
cercando di dormire. Ormai la sua amica era decisa a mantenere quel
comportamento distaccato chissà per quanto tempo.
- Hermione?
La voce di Ginny la chiamò debolmente nel buio.
La Granger riaccese la luce fioca della lampada alla sua destra – Si?
- A me piace davvero – spiegò la rossa.
- Ginny, hai detto così di tutti quelli con cui sei uscita.
- Ma stavolta ne sono sicura!
- Se lo dici tu.
- La smettete voi due!? – Calì si era svegliata ancora, ma stavolta si
era spazientita davvero.
Ginny le lanciò un cuscino – Dormi!
- Vorrei, ma se voi due continuate a parlare è impossibile!
Hermione spense la luce e disse a Ginny che avrebbero continuato il
discorso l’indomani.
Mentre cercava di prendere sonno, la Granger fece un veloce calcolo dei
fidanzatini avuti da Ginny e si accorse di aver perso completamente il
conto.
Inizialmente, le piaceva Harry e probabilmente il sentimento verso di
lui era ancora presente, anche se non in modo forte.
Poi, la storia con Corner, che l’aveva lasciata dopo la sconfitta al
Quidditch per uscire con Cho Chang.
Ginny non glie l’avrebbe mai perdonata. Aveva scelto la stessa ragazza
per la quale Harry non riusciva ad accorgersi di lei.
E che dire di Dean Thomas. La tormentata storia con lui, non approvata
da Ron, finì perché il ragazzo era geloso di Harry.
Una gelosia infondata, visto che Ginny aveva deciso di cedere al fascino
di Roger Davies. Forse di Harry non le importava più.
La facilità con la quale la sua amica riusciva a passare da un ragazzo
all’altro, fece provare ad Hermione un pizzico di invidia e anche tanta
curiosità.
Quanto le sarebbe piaciuto possedere almeno un po’ della sua
spregiudicatezza.
Ginny riusciva sempre ad avere ciò che voleva, otteneva le attenzioni
che desiderava e ogni ragazzo, almeno una volta, non aveva potuto fare a
meno di desiderare di uscire con lei.
E poi c’era Hermione, il brutto anatroccolo che aveva conosciuto il
sentimento dell’amore solo con Viktor Krum, che chissà come mai aveva
deciso di invitare lei al Ballo del Ceppo.
Solo in quell’occasione era riuscita a dimostrare di avere una sua
bellezza, ma poi tutto era tornato come sempre.
Chissà com’era essere una ragazza uguale a Ginny.
Sorrise nel pensare a sé stessa come lei, circondata di mille attenzioni
e libera di decidere con chi uscire, scegliendo secondo le esigenze
giornaliere.
“Una come me, impazzirebbe dopo dieci minuti” pensò la Granger.
In effetti, per essere come Ginny Weasley, bisognava avere il suo
modo di fare e il suo carattere dolce, ma esigente e completamente
aperto a tutto.
Il mattino seguente, Hermione si svegliò, come al solito, prima di tutte
le altre compagne, ma voltandosi verso il letto di Ginny, notò che era
vuoto e che le lenzuola erano state sistemate e messe a posto insieme ai
cuscini.
Si vestì velocemente e si diresse nella Sala Comune, già occupata da
Harry, Ron e Neville.
- Buongiorno – disse Potter, che fu il primo a vederla. Lo seguirono sia
Neville che Ron.
- Buongiorno, ragazzi – disse lei in fretta – Avete visto Ginny?
Non appena pronunciò quel nome, Ron divenne improvvisamente rosso e
strinse le labbra in un’espressione arrabbiata.
- Non parlare di lei – suggerì Neville – Ron e sua sorella hanno
litigato stamattina.
- Come mai? – chiese le ragazza, accomodandosi su una poltrona accanto
alla finestra e accarezzando Grattastinchi, che si era adagiato sulle
sue gambe.
- Perché Ginny è una stupida! – rispose Ron.
Hermione ed Harry si lanciarono una veloce occhiata.
- Tu sei sua amica, Hermione – continuò Weasley – Dovresti dirle che sta
completamente impazzendo!
- Scusa tanto, Ron – intervenne la Granger – ma non capisco di cosa stai
parlando.
Ron fece una smorfia – Davvero!?
Harry gli diede una leggera gomitata – Dai, lei non c’entra niente,
forse non sa nemmeno di che stiamo parlando.
Hermione annuì – Appunto.
Weasley sospirò cercando di calmarsi – Tutta la scuola parla della sua
nuova fiamma: il caro VECCHIO Roger Davies! – disse, scandendo
chiaramente la parola “vecchio” e accompagnandola con un’espressione
disgustata.
La Granger non potè fare a meno di rivelare quanto sapeva – In realtà,
ieri sera l’ho scoperta mentre rientrava tardi in Dormitorio.
- E non le hai detto niente!? – esclamò Ron, incredulo.
- Certo, ma non ha voluto darmi ascolto.
Harry e Neville si guardarono – Era infuriata sul serio – proseguì
Paciock, assumendo un’espressione dispiaciuta.
Hermione sbuffò – Chi ha messo in giro le voci di lei e Davies?
- Lo stesso Roger – spiegò Harry – E’ andato in giro a dirlo a tutti.
- E pensa… l’ha detto anche a me che sono suo fratello! Quel verme non
ha pudore – intervenne Ron
- Dai, Ron. Non esagerare – disse Potter.
- Harry, mia sorella non si controlla più! Ma non le piacevi tu?
Potter arrossì – E’ una storia vecchia. Tua sorella è cresciuta… è…
- E’ troppo disponibile, Harry! – concluse Ron, infuriato.
Del resto, non aveva tutti i torti.
Lui era suo fratello e sentire per la scuola quel tipo di voci su sua
sorella minore, lo faceva arrabbiare molto.
Non solo perché, in quanto sua unica sorella, fosse geloso, ma
principalmente perché non voleva che Ginny fosse indicata come “una
ragazza facile” e che di lei vedessero un’immagine non vera.
Nessuno conosceva la Ginny che si commuoveva se vedeva un uovo
schiudersi alla nascita di un pulcino. Nessuno avrebbe mai pensato che
fosse il tipo di ragazza da farsi in quattro per i suoi fratelli quando
erano in difficoltà.
Ginny aveva mille facce e Ron non poteva sopportare che lei indossasse
sempre quella della mangia uomini, ad Hogwarts.
- Non è la fine del mondo, Ron – provò a difenderla, Hermione.
- Cosa?!
- Se tua sorella vuole divertirsi, lasciaglielo fare – disse, nonostante
fosse la prima a pensarla diversamente.
- Hermione, sei un’ipocrita – concluse Ron, alzandosi e dirigendosi
verso la Sala Grande.
Neville lo seguì per controllare che non facesse del male a qualche
Corvonero di passaggio, immaginando che in questo modo facesse qualche
danno anche a Davies.
Harry ed Hermione rimasero in Sala Comune ancora un po’.
- Perché prima sei arrossito? – chiese Hermione, sorridendogli.
Potter riprese il colorito roseo assunto poco prima – Io!? Ma no…
- Certo, certo – la Granger rise.
- Povero, Ron – Harry cambiò discorso – Non posso dargli torto.
- Lo so, Ginny stavolta ha veramente esagerato, ma accusarla davanti a
Ron non mi sembra il caso – spiegò Hermione – E poi non sono affari
nostri.
Harry annuì.
Nonostante fossero suoi amici, Ginny non doveva dare conto a loro di ciò
che voleva o non voleva fare.
Ma Ron era suo fratello. A lui sì che doveva dare ascolto.
- Io vado a controllare Ron – disse improvvisamente Harry,
alzandosi e sistemandosi la cravatta – Vieni con me?
Hermione scosse la testa – Arrivo tra un attimo. Prendo gli appunti per
la ricerca di Erbologia e arrivo.
Quando Potter uscì dalla stanza, Hermione si abbandonò alla comodità
della poltrona e, assecondando la richiesta di coccole di Grattastinchi,
riprese a pensare alla sua amica Ginny, che fece irruzione nella Sala
Comune di Grifondoro poco dopo.
Aveva un’espressione non molto felice ed Hermione capì che si trattava
di Roger Davies.
- Io lo ammazzo! – urlò, percorrendo più volte lo stesso tragitto.
- Calmati, Ginny – disse Hermione, cercando di farla ragionare.
- Calmarmi! Calmarmi!? – la rossa non sembrava volerlo.
In effetti, non doveva essere una cosa piacevole, pensò Hermione.
- Non ce la faccio più! – continuò Ginny, stavolta assumendo un tono
disperato – Tutti si prendono gioco di me! Si vantano di quello che
ottengono uscendo con me e in pochi minuti tutta la scuola è a
conoscenza della mia vita PRIVATA!
Sembrava solo arrabbiata, all’inizio, e infuriata con Roger Davies, ma
quando Ginny scoppiò in lacrime, Hermione si rese conto che la sua amica
stava veramente male.
L’abbracciò tentando di consolarla – Dai, non fare così – disse,
accarezzandole i capelli – Non pensare a quello che dicono gli altri.
- E’ facile parlare così… tu non sei al mio posto.
La Granger abbassò lo sguardo. “Già, io non sono come te” pensò.
- E’ vero – rispose Hermione – non lo sono e credimi, un po’ ti invidio
per questo.
Ginny alzò lo sguardo verso l’amica e si asciugò le lacrime dalle guance
– Davvero? – chiese stupita.
La Granger annuì – Perché ti meravigli tanto? – chiese – In fondo hai un
sacco di attenzioni, tutti i ragazzi fanno la fila per te… deve essere
bello sentirsi un po’ al centro dell’attenzione di tutti, no?
La rossa assunse un’espressione stranita, per poi scoppiare in una
rumorosa risata – Stai scherzando, vero?!
Hermione fu infastidita da quella reazione – No, affatto!
- Beh, credimi – disse Ginny, tornando seria – non è così bello come può
sembrare.
- Secondo me dici così solo perché sono tua amica e non vuoi mostrarti
più fortunata di me – rispose la Granger.
- No, no! Te lo assicuro – giurò Ginny.
- Ad ogni modo – concluse Hermione – Io non la penso così.
Le due ragazze rimasero in silenzio per qualche minuto e quando Hermione
fece per andarsene per raggiungere gli altri in Sala Grande, Ginny
l’afferrò per la manica della toga.
- Davvero pensi quello che hai detto? – chiese.
Hermione fece cenno di sì con la testa – A tutte le ragazze piacerebbe
avere le attenzioni che hai tu, credimi.
La rossa sorrise – Presto succederà anche a te, Hermione.
- Non credo – rispose rassegnata – ma grazie per averlo detto.
Con quelle parole, lasciò la Sala Comune di Grifondoro, pensando e
ripensando alle parole di Ginny.
“Sì, come no… succederà anche a me” pensò incredula “Ma per favore”.
Cosa poteva avere di interessante una come lei? La passione per i libri?
L’essere pignola certe volte? La sua lotta per i diritti degli Elfi
Domestici? Il suo continuo rispetto delle regole?
Argomenti e comportamenti sicuramente non adatti per ottenere quello che
Ginny riusciva ad avere.
“Per una volta mi piacerebbe essere come lei” pensò Hermione.
Se non era così divertente come sembrava, allora com’è che ci si sentiva
a ricevere le attenzioni di tutti?
Quando Hermione raggiunse la Sala Grande, notò con suo stupore che Ginny
era già lì.
- E tu che ci fai qui!? – chiese sedendosi accanto a lei – Ti ho
lasciato pochi minuti fa in Sala Comune, come…
- Ho preso un’altra strada e poi tu cammini troppo lentamente – la
interruppe Ginny – Tieni, la tua colazione.
Hermione prese il piatto dalle mani di Ginny e dopo aver addentato una
fetta di pane tostato con la marmellata, sentì un nodo alla gola e il
respiro venirle meno. Poco dopo iniziò a tossire rumorosamente e, senza
poter fare nulla per impedirlo, Hermione si accorse che stava per
strozzarsi.
- Dell’acqua! – riuscì a chiedere tra un colpo di tosse e l’altro.
Harry si alzò per raggiungere l’amica e porgerle un bicchiere d’acqua.
Hermione bevve velocemente, riuscendo a ridurre la sensazione di
soffocamento e a calmare la tosse.
Sorrise ad Harry e poi rivolse un sorriso anche a Ginny – Passato.
Ginny riprese a fare colazione, così come Hermione, che alzando lo
sguardo, notò che Neville la stava fissando.
- Neville, tutto a posto? – chiese – Se è per me, sto bene.
Paciock continuò a tenere gli occhi su di lei – Oggi sei bellissima.
Hermione spalancò gli occhi – Cosa?!
Neville si avvicinò – Non che gli altri giorni tu non lo sia, ma oggi
c’è qualcosa di diverso in te.
La Granger arrossì, ma dalla rabbia – Se è uno scherzo, non è
divertente.
- E’ la verità – proseguì Paciock, che poi si rivolse a Lee Jordan,
sedutogli di fronte – Ehi, Lee?
- Cosa c’è Neville? – chiese lui, alzando lo sguardo.
- Non trovi che oggi Hermione sia bellissima?
Lee Jordan assunse un’espressione confusa, ma non appena incrociò lo
sguardo della Granger, rilassò il volto, sciogliendosi in un tenero
sorriso – Oh… sì!
Hermione arrossì di nuovo e guardandosi intorno, si accorse che anche
agli altri tavoli la stavano fissando e alcuni gruppetti di ragazzi
bisbigliavano tra di loro, per poi guardarla e rivolgerle sorrisi
smaglianti e cenni di saluto.
Che stava succedendo? Perché tutti la stavano fissando?
Proprio in quel momento, incontrò lo sguardo di Blaise Zabini, che dal
tavolo dei Serpeverde le fece l’occhiolino.
“Oh no! Tutto, ma non questo!” implorò Hermione a sé stessa.
Lee e Neville la stavano ancora fissando.
- La smettete, per favore!? – chiese la Granger piuttosto irritata.
Paciock si scusò immediatamente – Chiediamo perdono!
- Perdono! Perdono! – continuò Jordan, distogliendo lo sguardo.
Era davvero troppo. Qualcosa di strano era accaduto.
Si voltò verso Ginny, cercando di trovare conforto nell’amica, ma
guardandola, si accorse che stava ridendo di lei, coprendosi le labbra
con una mano e cercando di trattenere il suono della risata.
Hermione capì subito che lei c’entrava qualcosa – Ginny!?
La rossa si voltò verso l’amica – Sì? – cercò di essere disinvolta.
- Tu non c’entri niente in questa storia, vero?
Ginny si grattò una tempia – Ehm… tu volevi sapere cosa si provasse ed
io…
- Tu COSA!? – chiese la Granger spazientita.
- Ho realizzato questo tuo desiderio con un incantesimo.
Hermione si prese la testa tra le mani – Oh no! – esclamò disperata –
Non è questo che intendevo. Sciogli l’incantesimo.
- Promettimi che non ti arrabbierai – disse Ginny implorante.
Hermione la guardò negli occhi – Perché…??
- Non so come farlo smettere – rispose la rossa. |
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2006 - Arcadia_Lovegood |
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Salve a tutti! L'idea per questa FF
mi è venuta pochissimo tempo fa ed ho pensato di proporvela
immediatamente. Cosa ne pensate? Se avete voglia di lasciare un commento
ne sarei davvero felice ^^ Grazie mille a coloro che hanno letto e un
ringraziamento speciale a chi deciderà di recensire.
Graaaaaaziiiieeeee miiiilleeeee!!!! Un
bacio, al prossimo capitolo ^^ by Arcadia_Lovegood |
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