Questa storia è stata scritta per divertimento
Disclaimer:Questa
storia è stata scritta per divertimento. Non è mia intenzione offendere Orlando
Bloom, nonè colpa mia se con quella faccia che si ritrova continua ad ispirarmi
plot, scusa Orlando ma è più forte di me! Non ho mai voluto mancarti di
rispetto, trattasi solo di pensieri e fantasie tradotti in parole. Ovviamente le
situazioni da me descritte sono esclusivamente frutto della mia
immaginazione, decisamente TROPPO fervida.
Chiedo
scusa anche a Kate Bosworth, vale lo stesso che ho detto per il suo celebre
fidanzato, insomma Kate se state insieme che ci posso fare io? Mi tocca tirarti
in mezzo mio malgrado, ma sicuramente sei una ragazza sportiva e siccome stai
insieme ad un personaggio pubblico, sono sicura che la prenderai sportivamente e
sopporterai rassegnata i miei deliri.
Non ho mai voluto mancarti di rispetto, trattasi solo di pensieri e fantasie
tradotti in parole. Ovviamente le situazioni da me descritte sono
esclusivamente frutto della mia immaginazione.
NOTA:.
Vi chiederete perché non abbia segnalato questa storia come commedia... beh
nella vita a tutto c'è un perché lo scoprirete leggendo. Non è una vera e
propria commedia anche se all'inizio pare, poi sarà comunque brillante ma ... Mi
dispiace ma mica posso spoilerare! In questo capitolo sarà usato lo spagnolo che
io NON conosco affatto, mi sono aiutata con alta vista, chiedo UMILMENTE scusa
per gli strafalcioni che avrò sicuramente scritto, e se qualcuna che sa la
lingua spagnola mi volesse correggere lo faccia pure ed io eseguirò!
ATTENZIONE!!
diversamente
dalle altre storie che ho scritto questa è decisamente un pò più ... come
dire... pepata? Insomma le scene di sesso saranno un poco più esplicite, ma a
mio avviso non tanto da farne un NC17, però preferisco avvertirvi. Un bacio e
buona letture
Dedicata a Persephone(te
lo avevo promesso) Cowgirlsara( sperando di strapparle un sorriso) e
ovviamente all'immancabile Mandy (perchè esiste!)
BIRTHDAY GIFT (L'apparenza
inganna)
●
CAPITOLO UNO ●
Orlando era appena
rientrato dal set dopo una lunga e molto dura giornata di lavoro. Si stava
togliendo gli ultimi residui di cerone, ed era piuttosto cupo.
Era il giorno del suo
ventisettesimo compleanno, e si trovava in Spagna, precisamente in una città di
nome Avilia, da solo, e senza neanche uno straccio di party da festeggiare.
Senza amici e soprattutto senza la sua ragazza. Quella era in assoluto la cosa
che gli pesava di più.
Si guardò allo specchio:
Bello schifo! Con questa barba e questi capelli sembro proprio Gesù Cristo!
Pensò lisciandosi il mento. Poi si osservò più attentamente: Però! Almeno
sembro davvero un quasi trentenne! Si ritrovò a pensare con un certo
compiacimento, ammirando se stesso riflesso nello specchio.
Nonostante ciò, era sempre
giù. Aveva ricevuto solo qualche telefonata di auguri e niente più, insomma era
solo soletto in un paese straniero e con molta probabilità dopo cena se ne
sarebbe andato a letto e buona notte. La mattina dopo la sua sveglia sarebbe
suonata alle cinque, e lui sarebbe dovuto essere sul set, puntuale, alle ore
sei. Stava girando un film sulle guerre crociate e lui da bravo professionista,
interpretando infatti il prode Balian, crociato per amore; sarebbe stato
pimpante e pronto. Si sarebbe rotto il culo fino alle ore 13:00 in punto; ora in
cui, avrebbe fatto la pausa pranzo, ingozzandosi di tramezzini stantii, facendo
MOLTA attenzione ad non ungere il bel costumino corredato di mantello, stile
crociato fico e poi via, di nuovo a rompersi il culo fino alle ore 17:00.
Devo smettere di fare
tutti ‘sti film in costume, NON NE POSSO PIU’!
Pensò contrito.
Comincio ad avere una
certa età! E’ ora che mi impegni in ruoli più complessi e introspettivi. Sì,
decisamente devo cambiare rotta. Che ne so, magari potrei fare uno spacciatore
con problemi esistenziali…
pensò ancora con fare
meditabondo, poi dopo aver riflettuto circa cinque secondi, scrollò la
testa e disse: No, quello lo ha gia fatto Edward Norton, cazzo!
I suoi pensieri furono
interrotti da un bussare discreto alla porta.
“Avanti!” disse curioso.
Il cameriere dell’albergo
in un inglese molto spagnoleggiante gli comunicò che era arrivato un bel pacco
per lui e chiese se poteva farlo portare in camera.
Orlando come un bambino
spalancò gli occhi, e molto ansioso comunicò al ragazzo di farglielo recapitare
immediatamente. Era entrato subito in fibrillazione, qualcuno aveva pensato di
fargli una sorpresa! Il suo umore era decisamente risalito.
Circa un quarto d’ora dopo
bussarono nuovamente. Questa volta Orlando corse ad aprire e si trovò davanti un
pacco verde con fiocco di dimensioni gigantesche. I ragazzi dell’albergo fecero
non poca fatica a trasportarlo nella sua stanza, e lo misero proprio nel mezzo
della sua camera. Poi gli fecero firmare il buono di consegna e se ne andarono.
Orlando curiosissimo si mise ad esaminarlo. Era più largo che lungo, ma comunque
gli arrivava quasi al petto. Non c’era nessun biglietto, niente che gli facesse
minimamente intuire chi fosse il mittente. Ruppe gli indugi e sciolse il fiocco,
ma non fece in tempo a fare altro, perché come se fosse scattato una specie
meccanismo, dal pacco salì pian pianino una torta gigante, a tre piani.
Con sua sorpresa si rese
conto che la suddetta era di polistirolo. Allungò il collo tra il curioso e il
preoccupato; non riusciva a capire bene che razza di regalo fosse mai quello, ma
ancora una volta non fece in tempo a fare altro, perché la torta si aprì, e PUF!
Magicamente ne emerse fuori una ragazza più nuda che vestita, che con movimenti
aggraziati ed estremamente sensuali scese a terra e dopo avergli circondato il
collo con le braccia gli disse:
“Feliz
Cumpleaños Orlando!” aveva una voce che definire sexy era un eufemismo.
Orlando rimase
sconcertato.
La ragazza era
veramente bella. Sinuosa, con lunghe gambe da gazzella, capelli neri corvini
lunghi fin sotto la vita e un corpo da infarto fulminante, ricoperto solo da un
perizzoma non ridottissimo, ma che non lasciava certo molto all'immaginazione, e
due triangolini che coprivano in modo assai sommario i capezzoli e poco più,
dove erano applicate ad arte due graziose nappine.
Orlando deglutì
a fatica, si grattò la testa, e si sentì veramente imbarazzato come non gli
capitava da una vita.
“Co..co..come,
co..cosa hai detto?” riuscì a stento ad articolare senza riuscire a scollare gli
occhi da quella visione, ma spostandosi da lei a distanza di sicurezza.
“He
dicho: feliz cumpleaños Orlando, ¿entiendes?”.
Orlando cominciava a non
saper più che fare, rispolverò le tre o quattro parole in spagnolo che conosceva
e disse “No, non entiendo nada! Ma proprio nada de nada”.
“¿Hablas español?”
gli chiese lei
curvando le labbra in un sorriso provocante.
“No, e non lo
hablo per niente!” rispose lui che cominciava ad innervosirsi.
Se questa è uno
delle solite cazzate di Dominc lo castro! E ora che gli racconto a questa io! E
poi, merda, è mezza nuda, ma che razza di situazione!
Pensò fra sé.
Fece cenno alla
ragazza di aspettare un attimo e si fiondò a prendere il suo vocabolarietto:
Inglese-spagnolo/spagnolo-inglese e cominciò a cercare vorticosamente una frase
fatta per comuncicare con lei.
“Emmmm... AH!
Ecco! .... Dunque: Quién le envía?” le disse scandendo le parole in spagnolo.
Alla domanda
posta da lui circa chi l’avesse mandata, lei si girò e gli mostrò il suo
statuario sedere coperto solo da una minuscola striscia di stoffa, dove era
maliziosamente infilato un bigliettino.
Orlando guardò
quelle natiche sode che sfidavano le più elementari leggi di gravità e la fronte
gli si imperlò di sudore. Che doveva fare? Allungare forse la mano e prendere il
biglietto o aspettare che lei glielo porgesse? Bel dilemma, davvero un bel
dilemma.
Lo levò lei
dall’impiccio: “iTómalo!”.
iTómalo?
Che cazzo vuol dire
iTómalo?!
Orando stava veramente sudando dalla disperazione. Dette un’occhiata al
vocabolario e si rese conto che Tómelo significava: Prendilo. Ecco
appunto, lo sapevo io! Ma tu guarda che mi tocca fare!
Allungò una mano
verso il biglietto, ma la ritrasse subito. Non ce la faceva, anche perché per
poter prendere il biglietto, volente o nolente avrebbe dovuto almeno sfiorarle
una natica e proprio non gli andava. Riprese il vocabolario e cercò un'altra
frasetta preconfezionata utile in quella circostanza: “Por favor, puede
dárlele tu?”
sperava che lei gli risparmiasse quell'incombenza.
Macchè niente da fare.
“Si lo deseas, ¡tienes que tomarlo TU’!”rispose
lei candidamente.
Orlando che aveva intuito il significato, capì che se voleva scoprire chi
l'aveva messo in quella incresciosa situazione, o allungava la mano e si
prendeva il biglietto, o rimaneva all'oscuro e tanti saluti. Si passò una mano
sulla fronte con fare disperato, allungò cautamente
la mano, e sfilò
con delicatezza il biglietto di auguri a lui indirizzato, non senza però aver
inevitabilmente sfiorato la morbida pelle della ragazza, che non si scompose
per niente.
Finalmente aprì e potè leggere. Se non gli prese un colpo fu solo perché era
giovane e il cuore resse allo choc.
Il
biglietto diceva testualmente così:
Per il tuo
compleanno ho pensato ad un regalo davvero speciale e soprattutto molto
originale. Spero che ti sia gradito e che tu ne faccia buon uso.
Spero anche di
averti reso felice e di aver un pò risollevato il tuo umore.
Buon
vetisettesimo compleanno.
Kate.
KATE???
Riuscì solo
a pensare Orlando. Ma come era possibile? Ma che razza di scherzo deficente. La
calligrafia era senza ombra di dubbio quella della sua fidanzata, era forse
impazzita?
Non ci capiva
più niente. Era veramente confuso. Afferrò il telefono e chiamò Kate.
Niente. Lei non
rispose. E ti pareva! Incazzato, disorientato e a dire il vero anche
sempre più imbarazzato, Orlando si lasciò cadere a sedere sul letto, non sapendo
che pensare né tantomeno che fare.
“¿Tienes un problema?”gli
chiese la ragazza sgranado gli occhioni neri dal taglio vagamente felino.
Senza dubbio era
davvero una bellezza particolare, ma era anche il suo peggior incubo in quel
momento, insomma non sapeva dove sbattere la testa, voleva solo che se ne
andasse. Ma soprattutto voleva capire per quale contorto motivo Kate gliela
avesse spedita. Era veramente scioccato.
“Un cierto
problema? Una vagonata di problemi vorrai dire!” rispose agitato.
Lei si avvicinò
un poco e con espressione incerta sorrise e gli disse :“¡No
entiendo lo que dices!”.
“Io invece non intiendo nada de nada e a dirla tutta mi sto anche incazzando!”
bofonchiò lui.
“Senti: TU N-O-N POTERE RIMANERE AQUI’ ” le sillabò Orlando gesticolando e
accompagnando ogni singola parola con una sorta di mimica per farsi capire
meglio.
Lei che evidentemente aveva intuito ciò che lui stava faticosamente cercando di
farle capire, fece un’espressione vagamente triste e corruciata gli chiese :
“¿Yo no
te gusto?”.
Orlando roteò
gli occhi esasperato. Ora ci mancava solo che si offendesse.
“Che centra!”
esordì spazientito “Sei una gran bella f... figliola, ma... non è proprio il
caso e poi cazzo! Copriti!” concluse cupo, quelle due tette che sballonzolavano
davanti lo stavano mettendo a dura prova.
Lei lo guardò
con aria interrogativa e gli disse “Desculpame, pero
no te intiendo”.
Orlando al colmo
della disperazione afferrando il telefono fece il numero della Reception e urlò
nel telefono: “Sono Bloom: stanza 45. Mandatami un intertrepe o chi cazzo vi
pare, basta che parli lo spagnolo e l’inglese. Ho una donna seminuda in camera
che mi parla come se fossi originario di Madrid e non riesco a farle capire che
se ne deve andare, SUBITO!”.
L’addetto della
reception, dopo aver ascoltato la telefonata con la cornetta a venti centrimetri
dall’orecchio a causa delle urla concitate di Orlando, scosse la testa, e pensò
che gli attori sono proprio una categoria strana, e quello era il più strano di
tutti. Chiamò un ragazzo e lo spedì di filato alla 45.
“Salve, sono
Tonio Signor Bloom, qual’è il problema?” esordì l’improvvisato interprete.
Orlando spiegò alla ben meglio la situazione e pregò il ragazzo di dire alla
signorina che doveva andarse perchè non era proprio il caso che si trattenesse
lì.
Tonio guardò
prima lui e poi lei, pensò che quello doveva avere dei seri problemi per
rifiutare la compagnia di un simile spettacolo della natura, ma era pagato per
accontentare i clienti dell'albergo, quindi riferì alla ragazza le parole di
Orlando poi ascoltò anche le ragioni di lei, quindi le riferì ad Orlando: “La
signorina dice che non può andare via, è stata pagata per rallegrare la
festa del suo compleanno ed essendo una professionista deve necessariamente
adempire al contratto” disse Tonio asciutto.
Orlando cominciava a spazientirsi, insomma se non ce la voleva in camera che
doveva essere obbligato! Ma roba da matti! Si ritrovò a pensare.
“Senti Tonio,
spiega a questa qui, che per me va bene così, che ho apprezzato molto il tutto,
ma che ASSOLUTAMENTE non può restare un’altro minuto qui!”
rimarcò Orlando deciso.
Tonio diligentemente riferì. Orlando notò che la ragazza fece un'espressione
stupita e poi la vide rivolgersi con aria complice a Tonio, il quale dopo aver
ascoltato il suo commento non potè fare a meno di fare una risatina.
Orlando ebbe il vago sentore che lo stessero sfottendo e aggrottando le
sopracciglia chiese pittosto seccato a Tonio
“Beh? Che ha
detto di tanto divertente?”.
Il
ragazzo parve lievemente imbarazzato e rispose cercando di apparire disinvolto:
“Ma
niente Signor Bloom! Una sciocchezza ora la convinco ad andarsene”.
“No, voglio
sapere che ha detto!” ribadì Orlando piccato. Gli
rispose direttamente lei, piazzandosi davanti a lui, con le braccia puntate sui
fianchi, gesto quello, che le fece sollevare ulteriormente seno e dondolare
maliziosamente le famose nappine, quindi con aria di sfida disse:
“Digo eso: ¡probablemente tú no eres mucho macho!”.
“Devo tradurre?”
chiese prontamenmte Tonio.
Olando si girò con un lampo omicida che gli balenò nello sguardo e fulminandolo
rispose
“NO, GRAZIE! Ho capito benissimo!”.
Poi si rivolse a lei e incrociando le braccia al petto le disse:
“Cerchiamo di capirsi chiappe d'oro! Sono perfettamente normale e molto macho,
questo tanto per rassicurarti, ma se permetti con chi vado a letto lo decido
come e quando voglio io! Questa pagliacciata è ora di chiuderla qui!”.
Era stato punto nel suo orgoglio di maschio,ma non aveva fatto i conti con la
determinazione di quella singolare ragazza, che senza farsi tanti problemi, gli
si avvicinò e senza tanti complimenti rapida e precisa gli alzò leggermente la
maglietta e gli infilò una mano proprio sul pacco, soppesandolo come si farebbe
con un fagotto. Quindi guardandolo con aria sfacciatamente arrogante gli disse :
“Ahora lo
controlo!”.
Con la mano rovistò
e palpeggiò ben benino e infine concluse con un sorrisetto compiaciuto,
“Ummmm…Bien, muy bien: su pasquete es satisfactorio, muy grande,
¿aun trabaja bien?”
Orlando strabuzò gli occhi e fece un salto all'indietro e ovviamente le levò
immediatamente la mano da i suoi pantaloni.
“Oh,….oh…
Che cazzo fai… TOCCHI?”. Poi sempre più allibito si rivolse a Tonio e disse:
“Ma..ma.. que..questa, mi ha toccato il… il … si insomma quello!”.
Tonio sorrise e disse
“Non si
preoccupi ha detto che è ben dotato! Solo era interessata a sapere se funzionava
bene!” si affrettò a spiegare, il ragazzo che si stava
divertendo come non gli capitava da tempo.
Orlando perse le staffe in malo modo.
“
FUORI DI QUI!” urlò minacciandoli entrambi. “Se non ve ne andate
immediatamente vi faccio causa, vi faccio sbattere in galera e poi .. e poi vi
uccido tutti e due!”.
I
due, vedendo la faccia contratta in una smorfia tipo serial killer che aveva
fatto Orlando, capirono che era veramente ora di farla finita e batterono
ritirata, eclissandosi in quattro e quattrotto.
Finalmente solo Orlando si mise le mani nei capelli. Domani Kate mi sente!
Pensò furioso.
Poi abassò la testa verso il cavallo dei suoi pantaloni. Inevitabilmente il suo
corpo aveva reagito :
“Rimettiti
SUBITO in posizione di riposo, E' UN ordine! BRUTTO TRADITORE!”
tuonò al suo organo genitale come se quello avesse potuto sentirlo.
NOTA: GRAZIE 1000 a Contessa per le
correzioni delle frasi in spagnolo! ^_^
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