- Sono passati solo cinque giorni da quando James è definitivamente partito e
già ne sento la mancanza.
- Ieri ne ho parlato con Lily- che per la prima volta è riuscita a fare una
conversazione che non ruotasse intorno a Scorpius- e l’unica promessa che sono
riuscita a strapparle è che mi terrà informata su quello che le diranno zia
Ginny e zio Harry riguardo suo fratello maggiore nelle lettere settimanali.
- Mi rincuora, ma non tranquillizza.
- Sono così incazzata che la fame mi è quasi passata; avanti ho mangiato solo un primo, un secondo e il contorno! Il mio stomaco non ha voluto
ospitare il dolce! E’ drastico. Un
Weasley che non ha fame è come .. un
Weasley che non ha fame!
- Non ci sono paragoni degni di nota, in effetti.
- Gioco con un pezzo di pane mentre accanto a me Jane, mia compagna di corso,
mi parla animatamente di Oliver che le ha chiesto di uscire. Annuisco e
picchietto con la forchetta sul tavolo completamente in silenzio e la cosa-
assolutamente strana- fa insospettire anche la mia amica.
- -Rose?,- mi chiama.
- -Mmh?-
- -Ma mi stai ascoltando?-
- Annuisco mugolando un altro ‘mmh’, senza la forza di parlare. Che si
accontentasse!
- -Non è vero! Non mi stai minimamente cagando.-
- -Mmh…-
- -LA SMETTI DI MUGULARE?-
- -Mmh..-
- -Rose! Smettila!-
- Alzo lo sguardo dal mio piatto e lo punto sulla mia migliore amica che mi
guarda con i suoi enormi occhi cioccolato; Jane ha capelli biondi costantemente
ricci quasi quanto i miei ma più disordinati e un fisico sottile. Non c’è da
meravigliarsi che un tempo Al avesse una cotta per lei! Che bei tempi quelli!
Io e Jam ci divertivamo così tanto a
farlo dannare.
- Solo guardandomi la mia amica pare capire cosa mi turba e mi passa una mano
sulla schiena facendola oscillare pericolosamente avanti e indietro; se solo
non la conoscessi e non avessi avanti a me Oliver che la guarda persuasivo- e
lei logicamente ricambia- penserei
che mi stia palpando.
- -Avanti, Rose, non puoi starci male.-
- -Mmh.. capisci- borbotto.
- -Cosa?- non ha capito niente di quello che le ho detto. Perfetto! Ora mi
tocca anche ripetercelo.
- -Non puoi capire- ogni parole mi costa un polmone, penso infastidita- tu
non hai perso James.-
- -O mio Dio Rose, questa tua cotta ossessiva per tuo cugino non ti porterà
da nessuna parte!-
- -Io non ho una cotta per James!-
- -Ah, no?-
- -NO! Lui è … il fratello che non ho
mai avuto.-
- -Fratello?- alza un sopracciglio scettica- E Hugo? Te lo scordi?-
- -Oh, ma Hugo non fa testo! Lui è un ibrido! Un incrocio tra bestia e
checca!-
- -Checca?- giuro che se Jane osa
usare nuovamente quel tono sorpreso come se stessi parlando ostrogoto la strego
e la crucio per poi- con un imperius- farla buttare giù dalla torre di
astronomia di sua spontanea volontà.
- Toh, che bel suicidio in allegria!
- -Sì. Pare che ultimamente si sia preso lui
una cotta ossessiva per … Malfoy.- getto fuori il suo nome con nervosismo,
odio, rancore e nel momento esatto come se Maria de Filippi avesse fatto
partire felicemente il suo programma Babbano e inutile delle tre del pomeriggio
lui entra.
- Che carino vederlo sculettare con la cravatta al vento, capelli biondi e viso cadaverico. Mah, mi dovrò
far prestare la sua cipria, è assolutamente adatta per falsificare un pallido
volto post vomito.
- Scorpius cammina dritto verso il tavolo dei Serpeverde per poi sedersi a
capo tavolo come un degno re fa con i suoi sudditi e immediatamente mi sale un
conato di vomito.
- Mio cugino Al si siede alla sua destra- l’ancillotto di Giuda- e poi si
volta verso di me.
- Nello stesso istante nel quale lui alza una mano in segno di saluto uno
stormo di gufi entra piroettando dalla finestra della Sala Grande lasciata
aperta per il pranzo.
- Solitamente i gufi arrivano a colazione, ma oramai Hogwarts non ha più
regole e segreti infatti la preside McGranitt non alza lo sguardo dal suo
pasticcio di carne continuando a pranzare senza speranze.
- Brava donna!
- Un gufo bianco e nero- che colori insoliti- mi raggiunge per poi lasciare
cadere una lettera tra le mie mani e io,
curiosa, non prima di aver lasciato al gufo il resto del pane con il quale
stavo giocando, srotolo la pergamena bianca iniziando a leggere.
- Rossa, buongiorno
- Immediatamente sorrido di buon umore. E’ James.
- Sono riuscito a stancarmi di questo
mestiere dopo nemmeno cinque giorni. Wow, zio Charlie è massacrante. Lui e quei
ridicoli draghi è quasi peggio di Hagrid, sai?
- Non solo mi sono dovuto
materializzare in Romania- una
stanchezza che non può immaginare! Guarda che materealizzarsi necessita
concentrazione- ma ho dovuto anche subito iniziare a lavorare nonostante il
viaggio. Nostro zio è una canaglia! Ti consiglio di non lavorare mai da lui. E
sai che lavoro mi ha affidato? Indovina? Mi ha fatto pulire gli escrementi di Drago. Drago,capisci? Non un Drago qualsiasi, no, ma una specie di ungaro spinato; un coso
enorme quasi quanto l’ego dei Serpeverde! Oh, disgustoso. Sono stato a
guardarmi le mani per tutta la notte, disgustato. Pensa tu, ho provato quasi
schifo nel cenare due ore dopo.. il che per quelli come noi è tragico, lo sai.
- Sei la prima alla quale scrivo- Oh, Dom
si arrabbierà, ma sappiamo entrambi che la farò zittire- e da cugino di parola
quale sono ti volevo raccontare le mie (s)novelle avventure.
- Ora vado Rossa,zio Charlie mi sta
chiamando.
- Se mai ti dovesse mandare un gufo, tu
non mi hai sentito, okay?
- Vado a nascondermi dietro la gabbia
dell’ungaro spinato- nonostante caghi come un animale ci ho fatto amicizia-.
- Manda un calcio ad Al e scompiglia i
capelli a Lily da parte mia.
- James.
- Quando rialzo lo sguardo dalla
pergamena mi accorgo di sorridere e Jane, accanto a me, facendo roteare gli
occhi ma con un sorriso ampio in volto, mi mostra il palmo scoperto delle sue
mani.
- -Scommetto cinque galeoni che il mittente della lettera è James!-
- Mi imbroncio adorabilmente: improvvisamente il mondo è diventato così
roseo, solo perché ho avuto notizie dal mio cugino preferito! Forse Jane non ha
tutti i torti quando dice che ne sono
leggermente ossessionata.
- -Ah, e cosa te lo fa credere?- le domando spavalda.
- -Mmh, fammi indovinare: forse il tuo sorriso? O magari quella luminosità
nello sguardo? No, aspetta, ho di meglio: magari
la sua firma?-
- Solo in quel momento mi accorgo di aver lasciato cadere la pergamena verso
l’alto in modo tale da lasciare scoperto gran parte del contenuto. James ha sempre
avuto una calligrafia grande e scomposta quindi anche un miope riuscirebbe a
leggere quello che scrive a distanza.
- Faccio una linguaccia alla mia amica e mi riprendo il mio tesoro stringendolo al petto con
affetto. Quando rialzo il mio sguardo noto che Albus ancora mi guarda, confuso,
come se stesse cercando di capire chi mai mi abbia contattato. Sono così di
buon umore che mi decido ad alzarlo e raggiungerlo al suo tavolo.
- -Ehi Al!- lo saluto buttandomi di peso sulle sue ginocchia; dietro di me
sento lo sbuffare infastidito- impossibile come si possa sentire anche a questa
distanza, sarà che ho un udito molto forte(assolutamente
non come papà)- di Jane. Posso
immaginare che mi stia prendendo per schizzofrenica visto che solo dieci minuti
fa ero intrattabile.
- -Rossa!-sentire mio cugino che mi
chiama così come aveva sempre fatto James mi riempie di malinconia e orgoglio –
a cosa si deve questo caloroso saluto?-
- -Sono felice, ti basta?-
- -Sei mia cugina: mi deve bastare.- fa
spallucce e mi mostra la linguaccia- sai come è? Volere famigliare.-
- Nonostante non abbia detto di così esilarante rido; probabilmente rido
perché James mi ha pensato. Ha pensato
prima a me che a Dom, la sua ragazza, e se non è motivo d’orgoglio questo
ditemi cosa dovrebbe esserlo!
- Forse sarò pesante, magari le cosce di mio cugino staranno chiedendo pietà
eppure non mi alzo andando a circondargli il collo con le braccia in un gesto
che mi viene puramente spontaneo. Accanto a lui sento uno sbuffo infastidito e
mi volto a incenerire Zabini che mangia un po’ della sua carne.
- -Che c’è David? Problemi di indigestione?- chiedo con quel tono neutro che
utilizzo con tutti i miei compagni di scuola; mi ripeto sono così felice da
scordarmi che lui è un Serpeverde, ma provvede velocemente a
ricordarmelo con il suo ribattere acido e scorbutico.
- -Sei tu che mi dai fastidio!- sibila guardandomi sprezzante.
- -Ah, sicuro?- come una molla pronta a difendermi scatto all’in piedi
estraendo la bacchetta – sicuro di non aver visto il tuo riflesso nelle posate?
Sai, il tuo sembrava un rantolo di disgusto.-
- -Appunto- risponde con un sorrisino beffardo- disgusto. Infatti ti dicevo, che il mio problema sei tu.- mi guarda da capo e piedi- lurida Mezzosangue.-
- Okay, ci sta che sono il suo problema: ci sta.
- Ci sta anche che sono contenta per James e infine ci sta
mio cugino che si limita a tirargli una gomitata, ma chiamarmi MezzoSangue? No,
non ci sta.
- Divento rossa e per un secondo la lettere di Jam finisce nel cesso. Mi
diceva che mi aveva pensato? Che mi voleva bene? Cazzate! Per ora il mio
pensiero è rivolto solo a loro, stupidi, schifose Serpi e a quale maledizione
devo usare per affatturarli.
- Logicamente non posso stare in silenzio dandogliela vinta e gli punto la
bacchetta pericolosamente vicino la gola facendolo irrigidire.
- Ebbene bastardo, non te lo aspettavi? Sbagliavi! So essere manesca tante di
quelle volte e il tuo amichetto Malfoy lo sa bene visto che impallidisce. Gli
lancio uno sguardo indagatore e sorrido; oh, sì, vedo che si ricorda benissimo
di quando gli ho fatto lo strappa mutande
magico davanti tutta la scuola.
- A darmi l’idea era stato James- Oh, mio patrono- quando mi aveva raccontato
di quello che suo nonno aveva fatto su un certo mocciosus. Bah, non che Scorpius non avesse fatto niente per
meritare la mia ira, logico: mi aveva spezzato la scopa con quelle mani
effemminate che, quella volta, piene di vene e pompate dai muscoli, erano
riuscite a distruggere il mio bene più grande. Eravamo al nostro terzo anno, ma
quel ricordo rimarrà per sempre nelle nostre memorie.
- -Sentimi bene bambolino Voodoo- inizio rivolta a Zabini con il volto
contratto dalla rabbia –prova a chiamarmi ancora una volta così e giuro che
questa bacchetta te la ritroverai in posto dove le bacchette non dovrebbero
stare.-
- -Come non ti dovrei chiamare, Weasley? MezzoSangue? Rinneghi le tue
origini, ora?-
- Sento al suo fianco Al borbottare di finirla, ma il mulatto gli fa un cenno
con la mano come a dirgli di farsi da parte, ma anzi si alza per fronteggiarmi.
- Quello stronzo maschilista il rispetto per le donne lo ha sotto i piedi!
- Rivolgo involontariamente uno sguardo a Scorpius nella speranza che mi
prenda le parti come l’altra volta, ma lui è troppo intento a far circolare la
pancetta nel suo piatto.
- Ma complimenti bambolino, vedo che
hai coraggio a palate. Si capisce lontano un miglio che ha paura.
- Come se Zabini potesse mettere paura:
sembra una versione cromatica di Codaliscia!
- -Non quanto tu rinneghi quelle tue di Mangiamorte- gli faccio notare e lui
trasale. Godo nel vedere il suo volto scuro perdere di colore e infierisco,
come sempre – cosa c’è? Vuoi forse dirmi che il tuo signore Oscuro ritornerà? Perché mi sembra che mio zio- Oh sì,
un altro Mezzosangue, mio caro- ha ucciso il tuo “padrone” con un lurido
Expeliarmus. Ne andate fieri, voi seguaci? E dimmi, cosa fate nei fine
settimana: una rimpatriata per discutere quanto la vita sia stata ingiusta e
trovate delle ridicole scuse che nemmeno il culo di un babbuino reputerebbe
plausibili?-
- -Bada a come parli..-
- -Altrimenti?- riduco lo sguardo in fessure- mi sculacci? O forse mi picchi?
Oh, Zabini, forse ti autodistruggi
come Voldemort? Aspetta che mi preparo!-
- Nello stesso istante sento una mano stringermi il polso e la scanso
convinta che sia quella di Al, ma invece è Scorpius. Come ha osato toccarmi
quella feccia?
- -Smettila Rose,- mi dice con quel tono delicato e fastidioso.
- Io ora però sono al massimo del nervosismo- perché? Che vuoi tu? Ti senti
chiamato in causa? Ah, dimenticavo, anche tu sei come lui. Esattamente come lui. Stessa specie, voi due, stesso lurido sangue e passato. Dimmi,
Malfoy,anche tu hai un bel serpente sul braccio sinistro o con la caduta del
vostro padrone il negozio di tatuaggi ha chiuso i battenti? E’ andato in banca
rotta? – faccio un verso di stupore, intriso però di cattiveria- oh, forse te
lo sei fatto fare da un vucumprà? Ti
sei ridotto così in basso Scorpius?-
- -Smettila.-
- -Smettila tu di fare il Santo Patrono di tutti noi. Sparisci! Chiuditi nella Stanza delle Necessità e fai quello che
vuoi! E togli quella mano dal mio
braccio.-
- Lui fa finire il contatto tra le nostre pelli e mi guarda ancora serio; per
un momento sembra maturo, molto più di me ne rendo conto.
- Un silenzio tombale cade intorno a me nel quale, da degna figlia di Ron, mi
ritrovo ad arrossire. Lo so, le orecchie mi diventano tutte rosse e non faccio
nulla per mascherarlo tanta è la rabbia.
- Reggo per quanto posso lo sguardo di Malfoy e poi mi volto verso Zabini che
è tornato a mangiare con un broncio infastidito sul volto mulatto, infine
guardo Al.
- Al mi fissa sbigottito, probabilmente non si aspettava questo sclero da parte mia e sinceramente nemmeno io me ne
credevo possibile. Ho sempre avuto una pazienza pari al profumo di un ippogrifo
che non si lava da cinque mesi, ma non ho mai raggiunto le vette della pazzia.
Arrivare a toccare il discorso ‘Voldemort’, che era sempre stato tabù in casa
mia, era una cosa che mi aveva sconvolto.
- Cosa diamine ero arrivata a fare? Io- mio padre e mia madre più che altro-
avevano tanto agognato la pace e l’uguaglianza tra i maghi puri e non e io
riportavo tutto nella merda?
- Forse faccio schifo più di Zabini, forse.
- Della serie “ la coerenza è l’arma più potente che abbiamo”, non mi
dimostro affatto pentita dal mio sfogo ma risoluta continuo a guardare tutti
con astio pentendomi di essere andata da loro a rovinarmi la giornata.
- Maledetta la mia felicità, maledetti Serpeverde e un po’ maledetto anche
James con quella sua lettera voltagabbana.
- Come vorrei che in questo momento lui fosse qui con me pronto a prendermi
per un braccio, guardarmi profondamente, sfoderare la bacchetta e difendermi con
amore.
- Anche e non so nemmeno se andrebbe fiero di me; sono stata veramente
terribile e non tanto per quello che ho detto,ma per come l’ho fatto.
- Se solo fossi stata meno razionale e, ammettiamolo, anche capace di usare
un Avada Kadavra Zabini a quest’ora avrebbe ben poco di cui respirare.
- Ricordo di aver perso le staffe molte volte, ma mai arrivando a tale punto;
ancora tremo e i miei occhi ancora sono sgranati. Non è la prima volta che
vengo chiamata così, non da lui almeno,
ma sarà stata la circostanza, il nervosismo perenne che avevo accumulato da
giorni, il silenzio catacombale di tutte le persone che ci fissavano a mettermi
soggezione. Mi sento un verme, ora, ma non lo do a vedere.
- Dunque mi guardo la suola delle scarpe con un senso di angoscia crescente
in petto ma senza la minima voglia di darla loro vinta e principalmente senza
scusarmi. Sono testarda, orgogliosa e testarda proprio come papà.
- Quando rialzo lo sguardo noto che Scorpius e Al mi guardano in modo
completamente diverso; se uno è sorpreso l’altro e deluso, forse ferito e la
cosa mi fa quasi sentire anche più in torto di quello che so di avere.
- Scuoto la testa e mi piego sulle ginocchia chinandomi sull’orecchio di Al,
ma il silenzio è tanto che anche Malfoy mi sente.
- -E comunque James ti saluta,- sibilo.
- -James? Mio fratello James?-
- -Esattamente- Faccio un ghigno completamente privo di serenità e scuoto la
testa- mi ha chiesto di tirarti un calcio da parte sua, ma non credo sia il
caso- vedo Al increspare le labbra in un sorriso, forse stupito, ma non tanto
da quella frase del maggiore, poi annuisce convinto.
- E’ d’accordo con me; non è
assolutamente il caso!
-
-
- Tutta la gioia che avevo provato nel leggere la lettera di mio cugino svanì così come era venuta.
- Nonostante il centro dei miei pensieri solitamente ruotasse intorno al
cibo, al divertimento e spesso e volentieri intorno al Quidditch- Roxanne fece
una divertentissima faccia quando glielo dissi, la spiritosona- sono umana e quindi ho anche dei sensi di colpa.
- Sinceramente non pensavo nemmeno io di esserne soggetta, ma come sempre le
apparenze ingannano perché quando mi ritrovai stesa sul divanetto rosso della
Sala Comune con una mano posata distrattamente sullo stomaco a gemere capì che
quello che mi lamentavo non era un normalissimo dolore allo stomaco.
- Lily, accanto a me, le gambe piegate a scontrarsi con il petto, non fa altro
che ronfare su quanto ingiusta ero stata con Scorpius.
- -Sei stata un mostro, Rose.- quando Lily mi chiama Rose e non Rosie lì c’era da
capire che ho fatto qualcosa di male; qualcosa che l’ha veramente fatto perdere
le staffe, in verità.
- -Mmh, sentiamo, perché?- domando. So cosa
ho fatto- fino a prova contraria c’ero anche io lì nel momento dell’azione,
sono stupida ma entro i miei limiti- ma voglio
sapere quanto orrida la mia azione sembra vista ad occhi esterni. Che
poi, penso con riluttanza, Lily non sarà mai realmente imparziale visto che lei
venera Malfoy esattamente come io venero le vacanze estive.
- -Cosa hai fatto?- la piccoletta scatta all’in piedi come se si fosse
scottata il culo- cosa hai fatto?- ridomanda, quasi stesse chiedendo conferma
su quello che lo ho domandato.
- -Sì,Lily, cosa diamine ho fatto?-
incrocio le braccia risoluta – a parte insultare il tuo beniamino, ovvio.-
- -Ma non è solo questo!- nonostante tutto mia cugina arrossisce e strilla
come una papera, questo mi fa capire che ho fatto centro- tu hai anche messo in discussione la parità del nostro sangue. Che
motivo c’era di cacciare quella storia di Voldemort, eh? –
- - Lui mi ha chiamato MezzoSangue!-
- -Lui ti chiama sempre così e non hai mai reagito in
questo modo.-
- -Appunto! Sai, Lily adorata, anche se
io sono dotata di una pazienza a lungo termine il lungo termine è diventato terminale
dopo sette anni. Sono stanca di essere insultata da quel.. quel .. quel.. quel coso.-
- -E’ Zabini!-
- -E’ feccia.-
- Lily fa un sorrisino che le illumina il volto quindicenne, poi si ricompone
– sei peggio di loro, sai? Zio Ron e zia Hermione sarebbero molto delusi da
te..-
- Ed ecco che usava la carta dei genitori, quella lurida voltagabbana. Sì,
esatto, proprio come il fratello.
- Due traditori!
- Se solo fossi stata un Serpeverde ora niente e nessuno mi avrebbe impedito
di scagliarle un Cruciatus lungo la spina dorsale per farmi beare dei suoi
lamenti.
- Muori cugina!
- Sbuffo e faccio roteare egli occhi, stanca al che Lily emette uno
latrato pari a quello di una locomotiva
in procinto di partire.. o di arrivare.
- -Sei insopportabile Rose.-
- Ah, io?
- Alzo un sopracciglio sarcastica mentre
il mio stomaco fa un ennesima capriola.
- -E smettila di guardarmi così!- okay,
mia cugina è isterica.
- -Guardarti così come?- sono calma ma
anche tanto, tanto incazzata.
- -Con quella faccia da ebete!- alza le
mani quasi volesse stringermele al collo –Smettila!-
- -Questa è la mia faccia.-
- -Non rivoltarti la frittata, sa!? Tu mi stai guardando come se fossi pazza.-
- Eh..?
- -Non vedo cosa stia facendo di male,
allora.-
- Lily apre e chiude la bocca, batte i
piedi sul pavimento e poi sbuffa. La locomotiva è definitivamente partita.
- -Vai al diavolo Rose! Credevo che ti
avrebbe fatto bene un po’ di conversazione! Credevo che tu non eri veramente
così egocentrica e stronza, ma mi sbagliavo. Sai, forse saresti dovuta andare
tu a Serpeverde invece di Al. Sei esattamente come uno di loro.-
- Apro la bocca e la richiudo.
- Cosa? Mi ha appena detto che sono stronza? IO?
- Ma se è lei quella che viene qui,
piccola quindicenne, asociale, con un mondo fatto di bambole e pulcini, a
rompere le scatole a me, pacifista diciassettenne ( anche se gli ultimi
avvenimenti tanto pacifista non mi fanno), nella speranza- ne
sono sicura- di farmi fare pace con il suo ‘ammmooore’.
- E poi la stronza e patetica sarei io?
- Okay, è certo, mia cugina non ha
specchi o almeno non sa bene cosa siano.
- -Non osare dire una cosa simile mai
più!- ribatto, schifata.
- -Ah, sì?- Lily alza un sopracciglio
ironica – sei diventata tanto razzista?- inclina le labbra- sei esattamente
come tuo padre!-
- -Mio
padre è tuo zio,- avrei voluto
dire stronza, ma se lo avessi fatto credo che il corpicino della mia cuginetta
avrebbe trovato pace tra le fiamme del camino.
- Che io ricorda io e Lily non abbiamo mai litigato. Non così, per lo meno.
E’ la prima volta che lei osa tirare in ballo mio zio, cioè suo padre.. insomma
Ron Weasley ci siamo capiti.
- Che sia un periodo del mese- non
quello,almeno che a momenti non mi metto anche a perdere sangue- le stelle
si sono schierate contro di me.
- E tutto per colpa di quel coso e di suo
cugino. E di mio cugino! Perché mi ci si sono avvicinata al suo tavolo? Ah, sì,
per l’altro cugino.. tutto riconduce
ai Potter quindi non mi sento nemmeno tanto in colpa a sfogarmi con Lily.
- Potere ai Weasley!
- -Lo so. Sai, forse faceva la cosa
migliore a non riprodursi proprio.-
- Assottiglio lo sguardo- Senti chi
parla! Il risultato claustrofobico tra due maghi e un preservativo bucato-
- -NON METTERE IN MEZZO LA MIA
CLAUSTROFOBIA!-
- -NON METTERE IN MEZZO MIO PADRE.-
- -Rose…-
è furente.
- -Weasley, per te.-
- Strabuzza gli occhi; tutta la sala ci
guarda ma io non me li calcolo di striscio d’altronde, mi ritrovo a pensare con
cattiveria, io a differenza di Lily sono
sempre stata abituata ai riflettori e credo che sia anche questa sua gelosia
ossessiva a farle provare tutto questo rancore verso me. Non riesco a
ricondurre tutta questa ira solamente a quel biondino mingherlino e asociale
quasi quanto lei.
- In un solo secondo mia cugina si
aggiusta i capelli in una spalla, sbatte nuovamente i piedi per terra e sibila
una frase come “ vado in dormitorio,” al che le alzo il dito medio sia come
freccia per indicarle meglio la strada- non vorrei si perdesse e rifugiasse nel
mio di dormitorio, sia chiaro- sia nel senso vero del termine.
- Lei si limita ancora a sbuffare – la locomotiva sarà arrivata a destinazione-
sbattendo i piedi come un elefante che cammina su una fune fatta di spago e
spaghetti.
- La sala Comune cade in un silenzio
imbarazzante e tutti guardano prima lei e poi me. Io, furente, abbasso la mano
ancora alzata e li fulmino con lo sguardo.
- -Embé, cosa volete?- domando
acidamente- mai visto due persone che litigano?-
- Più che litigata la nostra era una
sfuriata, ma fa niente perché il mio
urlo stile Tarzan riporta la calma nella stanza.
- Infine, con un sospiro, mi rilascio
ricadere sul divano con lo stomaco aggrovigliato che balla la macarena o che
forse … la ballava.
-
-
- Scusate, scusate, scusate.
- So che è passato, tanto, tantissimo
tempo, ma ho avuto problemi con questa storia.
- Quale problema? Mi si era rotto l’hard disk e ho dovuto riscrivere interamente il
capitolo. So che non è uno scusante- scrivere il capitolo non richiede tutti
questi mesi- ma la situazione va molto
più affondo.
- Provatevi a mettere nei miei panni:
cosa fareste voi se perdereste tutti i file e vi si presentasse davanti la
prospettiva di riscriverli? Dovete ammettere che la voglia non è dei migliori quindi mi scuso ancora.
- Spero di essere più presente, ora J
- Un bacione a tutti da Rose e co.
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