Il
salotto quel giorno era occupato da un ospite, ma non uno qualunque,
era un ospite molto alto e molto corrucciato e molto nervoso.
Camminava
avanti e indietro, percorrendo tutto il perimetro della piccola
stanza in poche e rapide falcate.
“Stà
calmo ragazzo” lo canzonò il proprietario della casa.
“Perchè
non arriva? Dovrebbe essere già qua, Bobby!”
“Si
sarà fermato a mangiare da qualche parte, sai come è
fatto tuo fratello. È come un bambino, ogni due ore deve
mangiare!”
“E
poi perchè mi ha chiamato? Insomma, cos'è sta storia
della riconciliazione? Non mi parla per un mese e ora all'improvviso
vuole riappacificarsi? Cosa sta succedendo Bobby?”
“Ti
risulta forse che io abbia la sfera di cristallo? Dio solo sa cosa
passa per il cervello di tuo fratello!”
Sam
si zittì, ma non smise di avanzare nella sua folle camminata.
Scoccò un'altra occhiata all'orologio. Dean era in ritardo di
un'ora!
“E
se ci ha ripensato?” diede alito ai suoi pensieri, turbati
perlopiù.
“Non
credo. Quando si tratta della sua famiglia, tuo fratello non si è
mai tirato indietro!”
“Sì,
ma...”
Il
discorso del Winchester fu interrotto dallo stridio delle ruote sui
ciottoli, che formavano il cortile della casa, lasciando spazio ad un
altro.
“Hey
di casa!” chiamò una voce che, tutto sommato, sembrava
allegra nonostante la sua profondità.
La
voce fu accompagnata dal suono di sportelli che si chiudevano e dalla
porta che veniva prima spalancata e poi chiusa. Passi si udivano in
direzione della cucina. Il visitatore arrivava dal retro, perciò
dovette attraversare la piccola cucina per poi riversarsi nel
salotto. Si arrestò alla vista dei due uomini in piedi al
centro della stanza.
“Dean”
soffiò il più alto, che aveva gli occhi lucidi.
Oh
sì, gli era mancato il suo fratellone. Gli era mancato essere
disturbato ogni due minuti per cose inutili, o essere soggetto a
scherzi stupidi ed infantili e anche ricevere consigli imbarazzanti,
nonché superflui, su come conquistare una donna. In quei
dodici mesi aveva cercato in tutti i modi di riconciliarsi col
fratello, ma quello tutte le volte gli diceva di no e poi
riagganciava il telefono oppure semplicemente non rispondeva affatto.
Sapeva che a Dean occorreva del tempo per sbollire la sua rabbia, ma
un anno gli era sembrato troppo. Sì, è vero che era
tutta colpa sua se si erano separati, ma tutto quel tempo senza
nemmeno parlarsi gli era sembrata una punizione più che
sufficiente. Probabilmente suo fratello la pensava allo stesso, visto
che era stato lui a richiamarlo.
Si
umettò le labbra e cominciò a fremere sul posto, aveva
proprio voglia di riabbracciarlo, ma stette fermo sul posto, infondo
non sapeva se all'altro avrebbe fatto piacere, e poi... e poi c'era
un uomo che apriva la porta dal quale l'altro era entrato!
I
due uomini spalancarono lo sguardo dallo stupore.
“Buongiorno”
salutò l'intruso, e si posizionò al fianco di Dean come
se fosse la cosa più naturale al mondo o, peggio, come se
quello fosse il suo posto.
“Bobby!
Sammy!” chiamò ilare il maggiore “questo è
Castiel!” e poi sorrise divertito.
Quello
che si chiamava Castiel, avanzò in direzione degli altri
porgendo la mano per stringere le loro. Bobby allungò subito
la sua, dandogli una bella strizzata vigorosa. Sam invece continuava
a guardarlo nemmeno avesse un terzo occhio in fronte. Si riscosse e
gli prese la mano in una stretta leggera, l'altro gli sorrise, un
sorriso davvero dolce.
“Finalmente
ti conosco Sam. Dean non fa che parlare di te!”
Questi
in risposta fa roteare gli occhi sbuffando, facendo ridere gli altri.
“Allora!”
disse scocciato “Che facciamo? Rimaniamo qui impalati sulla
porta? Non ho fatto il viaggio per fare la statua di Bobby!”
Si
diresse a rapide falcate in direzione dell'uomo, catturandolo in un
forte abbraccio e terminando il tutto con pacche sulle spalle.
Poi
si voltò verso il fratellino e non resistette nello stritolare
anche lui.
“Dean!
Che bello rivederti”
“Sammy!
Sei rimasto la solita femminuccia!” ridacchiò questi.
“Bene
ora che il momento commuovente è finito, che ne dite di
brindare?” propose il più anziano, guadagnandosi lo
sguardo benevolo di tutti.
Si
sedettero, Dean e Castiel sul divano, Bobby e Sam sulle due poltrone
di fronte ad esso.
Dean
diede una rapida occhiata in giro e poi fischiò.
“Però!
Ellen si è messa proprio d'impegno a ristrutturare questo
posto! A proposito, dov'è? E Jo?”
“Sono
andate San Francisco. Jo doveva fare il discorso di apertura per le
nuove matricole dell'università”.
“E
tu te ne stai qua?”
“Non
mi piace la folla! E poi ci voleva qualcuno che vi tenesse d'occhio”
lanciò uno sguardo eloquente ai Winchester, per poi
soffermarsi su quello del nuovo conosciuto.
“Allora
Castiel, come sei finito qui con questo rompipalle?” chiese
prima di portarsi il bicchiere alle labbra e bere il suo whiskey.
“Me
l'ha chiesto lui” confessò.
Sam
e Bobby si voltarono a fissare Dean.
“Sì
gliel'ho chiesto io” confermò quest'ultimo “ho
pensato che fosse giusto così, visto che questa è opera
sua” gli lanciò uno sguardo di complicità e
sorrise.
Quelli
che erano di fronte ad osservare la scena rimasero di stucco. Se
l'erano immaginato? Era giusto un po' strana come scenetta. Dean che
fa gli occhi dolci ad uomo, andiamo! Era uno scherzo della luce,
sicuro.
“Come
vi siete conosciuti?” chiese Sam incuriosito. Chi era
quell'uomo che sembrava così in confidenza con suo fratello,
tanto da decidere che era giunto il tempo che la famiglia si
ricomponesse?
“All'ospedale.
Io sono il suo dottore”
“Sei
un dottore?” chiesero in coro.
“Sì,
un chirurgo per la precisione e sette mesi fa mi sono ritrovato a
dover ricucire tuo fratello” sorrise ancora.
“Ricucire?
Che cosa hai combinato stavolta?” chiese un po' allarmato Sam.
“Uno
scontro a fuoco con un tizio che non ne voleva saperne di andare in
galera” spiegò questi.
“L'FBI
non sa più riconoscere gli agenti validi, sembra che li scelga
a casaccio” commentò ironicamente Bobby.
“Hey!”
rispose l'interpellato facendo finta di essersela presa “Ne ho
presi parecchi io! Sono un bravo agente”.
I
quattro tacquero per qualche secondo, poi cominciarono a ridere
all'unisono.
“Ragazzo
non so cosa tu ci abbia visto in questo qui, ma accetta un consiglio
da un vecchio ubriacone, scappa finchè sei in tempo!”
“No,
non credo che Cass andrà da nessuna parte” Dean parlò
prima di darne il tempo al suo compagno, poi ripetè
l'operazione di prima lo guardò, gli sorrise e di nuovo gli
altri avevano le allucinazioni.
“Co...
come?” balbettò il minore, qualcosa non quadrava...
“Beh
ecco... lui è...” fu la volta di Dean di incespicare
nelle sue stesse parole, guardava Castiel con uno sguardo da martire.
come a chiedergli aiuto. Non riusciva a finire la frase.
“Vuoi
che lo dica io?” accorse in aiuto il dottore.
“No,
Cass tocca a me dirlo. Cazzo sono un uomo io, devo prendermi le mie
responsabilità!” sembrò essersi fatto coraggio.
“Figliolo
che ci devi dire? Dillo in fretta o te lo farò sputare a furia
di calci nel culo!”
“woah!
Calmo Bobby! D'accordo... ecco lui è... è... insomma...
io... io e Cass stiamo insieme!”
Sì,
erano decisamente allucinazioni.
Era
ormai una buona mezzoretta che Castiel vagava per il cortile di
Bobby, pieno di carcasse di auto ormai inutilizzabili.
Aveva
ritenuto giusto che si affrontassero tra di loro, senza la sua
presenza che li opprimesse o altro, e perciò avrebbe vagato
ancora in quella landa desolata finchè qualcuno non sarebbe
tornato a prenderlo.
Qualcuno
doveva aver udito le sue preghiere, perchè una voce lo chiamò
alle sue spalle.
Quando
si girò trovò il fratello del suo compagno che lo
fissava.
“Sam”
disse stupito, non era esattamente il salvataggio che aveva in mente.
L'altro
non parlò, si limitò a guardarlo, ancora una volta
,Castiel si sentiva come se avesse davvero un terzo occhio. Dovette
reprimere l'istinto di toccarsi la fronte.
“Tutto
apposto?” chiese dopo un attimo di esitazione.
“Sì,
sì... scusa” rispose Sam dopo aver abbassato gli occhi
“è che questa storia è così... strana...”
“So
quello che stai passando. Fa strano vedere tutta la vita tuo fratello
spassarsela con delle donne e poi tornare dopo un anno e dirti che
sta con un uomo. È difficile lo so, credimi lo so. Ma
se davvero vuoi bene a Dean, allora ti passerà presto”
accompagnò il discorso con un bel sorriso stampato in faccia,
a Sam sembrò davvero che sapesse cosa stava dicendo.
“È
successo anche a te?”
“Beh
dipende da con me cosa intendi”
Castiel
aveva abbassato lo sguardo e si era portato una mano a grattarsi la
nuca, era visibilmente a disagio. Se lui lo era figuriamoci il
Winchester, che in tutta risposta si limitò ad osservare.
“Ecco,
quello che sto per dirti potrebbe darti parecchio fastidio. Non so se
vuoi saperlo davvero”
Sam
sbattè le palpebre, cosa poteva esserci di più
terribile di suo fratello che si scopava un uomo? Aveva retto a
quella notizia poteva reggere altro!
“Voglio
saperlo! Cioè... mi piacerebbe sapere qualcosa sulla vita del
… del...” dovette farsi davvero forza per dire quella
parola “ragazzo di mio fratello” ecco l'aveva
detto. Forse se la ripetesse un milione di volte non gli avrebbe
fatto più quell'effetto.
Castiel
ridacchiò ma poi cominciò il suo racconto.
“Vedi
a casa mia sono tutti di... larghe vedute, perciò quando è
toccato a me fare... coming out, ormai nessuno ci faceva più
caso” tentò di inserire le parole giuste e che dessero
non solo l'idea ma che urtassero di meno il fratello del suo uomo, o
meglio dire il cognato.
“Quando
è toccato a te?” sbottò sgomento il Winchester
“che vuol dire? Che altri prima di te hanno...” e lasciò
morire il discorso lì.
“Sì,
alcuni miei fratelli si definiscono... bisex”
“bisex...”
alitò Sam in un sospiro. Quella sì che era una famiglia
di pazzi, anche senza conoscerli credeva che lo fossero! Chiamatelo
pure istinto di sopravvivenza o di conservazione.
Il
dottore diede il tempo al suo amico di riordinare le idee, quando
questi ricominciò a parlare credette che ci era riuscito, o
almeno ci sperava, non voleva tornare da Dean e dirgli: hey sai, ho
scombussolato la mente del tuo amato fratellino!
“In
quanti siete?” trovò il coraggio di chiedere.
“Siamo
in 7. Michael è il maggiore, poi ci sono Raphael, Gabriel e
Balthazar, di cui ti ho parlato prima e faresti stare bene attento a
cosa fai o dici in loro presenza, poi io, Anna e Lucifer. Sì
siamo in molti!”
In
casa nel frattempo, Bobby stava facendo il discorsetto a Dean.
“Ragazzo,
ma ti sei bevuto il cervello!” disse l'uomo in apprensione.
“Non
sono mai stato così in me, Bobby!”
“Andiamo
figliolo! Stai con un uomo! Da quando sei gay?”
“Io
non sono gay!”
“Apri
gli occhi! Ti scopi un uomo, se non sei gay cosa sei?”
“Bi-bisex”
finalmente un filo di rossore apparve sulle guance del Winchester.
“Bisex?”
“Sì”
“E
da quando sei bisex?”
Da
quando quel fottuto bastardo di Gabriel me l'ha detto!!!
Pensava Dean. Lui continuava a definirsi
etero convinto, ma doveva guardare in faccia alla realtà...
lui si scopava davvero un uomo, questo non è esattamente un
comportamento da etero! Perciò avendo così tanti dubbi,
quando una persona ti fa capire di sapere in che acque navighi, anche
se si tratta di quel pervertito di Gabriel, non poteva che crederci.
Infondo non aveva risposte alternative!
Sospirò
rumorosamente, preparandosi mentalmente la risposta da dare.
“Senti
Bobby, io non vado dietro agli uomini, intendo non mi piacciono
davvero gli uomini. È lui. Soltanto lui!”
Entrambi
si voltarono a guardare fuori dalla finestra. In lontananza due
figure che parlavano tranquillamente. Sospirarono in contemporanea.
“Beh,
allora... Sei proprio fregato!”
Un
telefono che squillava irruppe nella vivacità del momento. I
quattro si zittirono subito, maledicendo il disturbatore telefonico
che li aveva interrotti proprio mentre Castiel raccontava di quando
Balthazar aveva fatto girare a vuoto Dean con l'auto, dandogli un
indirizzo di casa sbagliato e trovandosi così ad affrontare il
marito della sua amante.
Castiel
si alzò ad afferrare il telefonino e si spostò presso
la finestra.
“Pronto?”
“Cass!”
“Cassie!”
Risposero
in due.
“Non
insieme, no per favore!” gemette questi.
Già
doverli affrontare uno alla volta era difficile, figurarsi in
insieme!”
Gabriel:
“Cass, dimmi è davvero così macho come nella
foto?” Castiel: “chi?” Gabriel: “il
fratellino!” Balthazar: “mi raccomando Cassie,
riferisci tutta la conversazione al tuo boy. E se cercano di
picchiarti dimmelo, che corro a spezzare qualche gamba!” Gabriel:
“mi raccomando Cass, fammi sembrare più alto quando gli
parli di me!” Balthazar: “ricordati di lavarti i denti
dopo cena” Gabriel: “dagli il mio numero di telefono e
poi..."
tutututututu
Castiel
riagganciò il telefono, lo avevano esasperato in quattro
minuti. Tornò al suo posto, affianco a Dean che lo guardò
perplesso.
“Chi
era? Sembravi così irritato!”
Castiel
si limitò a lanciargli uno sguardo da martire, a Dean non
servì altro in un attimo sapeva già chi era al telefono
e perchè Cass sembrava così... stanco.
“Che
volevano?”
“Credimi,
non vorresti saperlo!”
Istintivamente
il Winchester lanciò un occhiata al fratellino, preso da un
moto di terrore e disgusto che gli attorcigliava le budelle.
Non
c'è che dire, Dean conosceva davvero bene la famiglia del suo
ragazzo.
Salve
a tutti!
Sì
sono tornata con un nuovo capitolo.
Mi
salvo subito il culo dicendo che il titolo non è mio ma della
Kari, che qui si chiama Nemesis qualcosa... troppo difficile!
Allora
ho messo un piccolo avvertimento nella descrizione ma lo ribadisco
qua.
Questa
è una storia autoconclusiva, ma ci saranno altre storie così,
di sicuro ci sarà un altra. Piccola chicca? La prossima fic
narrerà del primo incontro del nostro agente e del bel
dottore!
Che
dire? Chi segue l'altra mia fic quella con Cupido, beh per l'ultimo
capitolo c'è da aspettare un po'... sono a corto di idee ç_ç
sorry!
Spero
vi piaccia <3
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