Inno
alla vita - As pure as the driven snow
Le
vittime… Ancora da identificare…
Ce ne sarebbero così tante!
Già…
Tutti pronti a ballare la loro danse macabre…
Ma prima o poi calerà il
sipario anche per loro.
E
le loro anime affogheranno nell’oblo del manto
dell’Oscura Signora…
…e poi giù, sempre
più giù, dove il nero è più
nero del nero, dove il
nero sembra bianco in confronto a tutto quello che
c’è.
E
dove anche il bianco si tinge dell’impurezza
dell’osceno rosso del
sangue nel Suo calice…
…nel suo grembo morbido dove
tutto tace e tutto torna.
E
tutto soffoca in attesa dell’effimera speranza di risorgere.
Tutto soffoca per rinascere. Cenere alla
cenere. Ciò che muore, risorge;
ciò che risorge, muore…
…in un eterno ciclo
non immune alla corruzione del tempo, ma
abbastanza forte da persistere nella sua eterna imperfezione.
Quell’eternità che ci soffia
sui lobi che non siamo altro che esseri
miserabili, effimeri, impotenti, un nulla dinnanzi la magnificenza del
cosmo,
dove ogni nostro affanno non si unisce nemmeno al più misero
alito di vento.
“L’uno
è il tutto e il tutto è grazie a questo e per
questo, e se l’uno
non contiene il tutto, il tutto è nulla” recita
l’iscrizione sulla lapide
incrinata sepolta dalla sabbia nera della Clessidra.
Granello per granello si viene
schiacciati. La sua insostenibile e
annichilente leggerezza tutto semina, miete, raccoglie.
E
la sabbia frammista a disperazione cola piano dalla fessure che hai
aperto consumandoti le unghie e le mani livide, ora baciate dal sangue,
ma mai
abbastanza velocemente da salvarti. Ma qualunque cosa sembri una vita
d’uscita
dall’Inferno in cui sei rinchiuso, anche la sottile ragnatela
di un ragno, è
qualcosa a cui ti aggrappi senza rimorsi, mentre il veleno divora la
tua carne
putrefatta e le tue orecchie si colmano dello stridio di un violino
imperfetto.
E le bracca della Notte ti ghermiranno,
ti carezzeranno, ti
sfioreranno. Le lacrime di sangue della Luna affogano ogni istinto,
tacciono
ogni sussurro, innalzano i silenzi, le urla di una partoriente che si
ammazza per
dare la vita ad un altro destino finito, segnato, in una delirante
danza, in
uno spettacolo perverso…
…e
mentre danzi, un’ombra languida si muove alle tue spalle,
sfiorandoti,
facendoti rabbrividire di dolore e di piacere mentre il sole sorge e la
notte
subentra al giorno.
Mentre le ombre si inseguono con le
ombre, le luci con le luci, le
stelle si spegneranno, le nuvole diverranno luce, e tutto
diverrà nero,
splendido nero, brillante, lucente. Vivo.
E
nel frattempo il tuo sguardo si affievolisce, tormentato dagli
spettri di quello che hai da sempre cercato di cancellare.
Ma il passato ritorna, nei suoi odori,
nelle sue perversioni, nei suoi
tocchi. Ti colpisce con la delicatezza di una foglia frustata dal
vento, ti
lede con la certezza di una lama urlante nel petto.
E
il walzer si trasforma, lento, in un requiem.
Note
dell’autore
Salve
popolo di EFP!
Quello
che vi propongo ora è un progetto particolare. Potete
considerarlo come il mio primo scritto “a quattro
mani”, scritto con Wölfe, che
mi ha dato la disponibilità ad usare i suoi pensieri.
Grazie
fratellino :3 *lo riempie di marshmallow, lo abbraccia e stritola fino
al
consumo*
Prima che mi dimenticihi: lui ha pubblicato qui http://dreamsofyesternight.tumblr.com/post/14568863519/inno-alla-vita-as-pure-as-the-driven-snow .
Il
testo sembra un unico corpo, ma è l’unione dei
nostri
pensieri, alternati.
I
miei sono quelli privi di formattazione, i suoi quelli in
corsivo.
Ah,
il titolo! “Inno alla vita” è solo una
presa per il culo.
A
presto!
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