il fiore lunare

di Ahiru
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Tempo orsono vi era un donna bellissima dai lunghi capelli rossi come il fuoco e dagli occhi celesti; ella aveva cercato in lungo e in largo un posto dove stare tranquilla, dove nessuno si sarebbe mai avventurato e l’aveva trovato: dietro a una cascata vi era una grotta, lunga e buia che alla fine arrivava a un lago circondato da fiori di ogni genere e colore.
La donna affascinata vi si recava ogni giorno ad ammirare quella beltà, sfiorando alle volte l’acqua con le punte della dita, timorosa quasi di distruggere tale bellezza.
Un dì all’interno della grotta vi trovò un uomo: i capelli lucenti e neri incorniciavano gli occhi di un adulto che nascondevano la curiosità che risiedeva solo nei bambini.
La donna vi si avvicinò e con voce dolce, come il canto degli usignoli, gli chiese chi fosse.
L’uomo, stupito dallo splendore di lei, iniziò a balbettare, avvicinandosi a lei in modo goffo, tanto che scivolò nel lago, rovinando i bei vestiti di seta.
Lei, divertita, iniziò a ridere, porgendo la mano all’uomo per aiutarlo ad uscire, lui accettò di buon grado la mano che la giovine gli porgeva e in seguito le si presentò con il nome di Alister.
I due iniziarono a dialogare e quando ormai il sole era sulla via del tramonto decisero che si sarebbero riveduti il giorno seguente.
Il tempo passava e con esso anche gli incontri; l’inverno era quasi al termine quando l’uomo dichiarò a lei il suo eterno amore e l’intenzione di volerla prendere in sposa.
La donna si portò le mani davanti alla bocca chiuse in preghiera e con la voce rotta dell’emozione accettò.
I due tornarono nelle proprie abitazioni per comunicare alle proprie famiglie la notizia; esse estasiate da codesta novità si diedero subito da fare per preparare la cerimonia.
Gli innamorati avevano il divieto di vedersi eppure, in una notte di luna piena, la donna uscì di nascosto dalla dimora per dirigersi in quella grotta dove tutto era cominciato, arrivata vi trovò l’uomo osservare ammaliato la bellezza di alcuni fiori sbocciati solo per loro quella notte.
Lei si avvicinò silenziosa e quando gli fu dietro sorrise appoggiando una mano sulla spalla dell’altro.
-          Sono meravigliosi – commentò Alister prima di girarsi per guardarla negli occhi
-          Ma non sono niente paragonati alla tua beltà – continuò facendole il baciamano, lei arrossì alle parole dell’uomo.
Quella notte la luna assistette all’amore che provavano e, davanti agli occhi esterrefatti dei due, donò loro un fiore dai petali lunari che i due chiamarono Ipomea Alba.




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