A Natale puoi
Lily guardava l'orologio
impaziente.
Non vedeva l'ora di
andarsene.
Detestava i suoi
strafottenti cugini, che vedeva solo una volta all'anno, con cui
doveva trascorrere l'interminabile vigilia di Natale.
Odiava la vigilia di Natale,
e anche il Natale a dirla tutta, semplicemente perchè nessuno
esce a divertirsi.
Aveva sedici anni, era forse
un reato voler passare il pomeriggio della vigilia con il proprio
ragazzo che il giorno dopo sarebbe partito per la Turchia? Non
credo.
Cinquantasette,
cinquantotto, cinquantanove... le due e mezza!
"È stato un
piacere. Nonno, nonna, auguri, grazie per il pranzo".
“Grazie a te cara,
auguri”.
Salutò tutti con un
sorriso e uscì velocemente.
James, James, James,
perchè mi fai quasto effetto? Ti odio.
Entrata
nella prima cabina telefonica, premette il numero cinque, il numero
delle lettere che componevano il nome del bel Grifondoro. Cosa
starà facendo Sev in questo momento?
Scosse
la testa.
In un
batter d'occhio si ritrovò davanti alla porta della camera del
ragazzo; entrò, e lo trovò in pigiama: e cavolo, anche
in pigiama... Ispira cazzo. Lily, calma.
Le venne
incontro e la baciò con trasporto- ciao amore...
Le tolse
la giacca e la guidò verso il letto, sollevò il
piumino, la fece sdraiare. Fece aderire il proprio petto alla schiena
di lei e cominciò a baciarle il collo lentamente, assaporando
il profumo dei suoi capelli.
“Sai
di mandorla... E di zucchero filato...”.
Una mano
si infilò lentamente sotto la camicia di jeans della ragazza e
le accarezzò la pancia, per poi scendere. La ragazza sospirò
non appena il tocco delicato di James la sfiorò.
“Di
già?... Amore...”.
“Stronzo,
ti stai già divertendo!”.
“Da
morire... Ammettilo, è quello che volevi...”.
Cominciò
a muoversi velocemente sul clitoride. Molto, troppo, decisamente...
“Mmmh...”.
Il
Grifondoro sorrise, e continuò, aggiungendo due dita.
Lily si
voltò verso di lui e lo guardò timidamente, lo
abbracciò. Le sue unghie si conficcarono nel collo di lui, che
sorrise.
“Amore...
Io... Ti odio...”.
“Si
vede... Quanto manca?”.
“Io
non... Niente...”.
Il
ragazzo continuò, ansimando. La baciò e...
Due, cazzo.
“Non
c'è due... senza tre...”sussurrò, iniziando un
velocissimo movimento circolare, che mandò letteralmente in
tilt la rossa.
“Ah!
Tre...”.
James
portò le dita bagnate alle labbra di lei, e la abbracciò.
Le loro labbra si unirono in una sequenza di baci, leccate e
morsetti.
“Ti
voglio Lily... Ti voglio...”.
La
strinse a sé.
“Mi
prometti che non mi lascerai mai?” le chiese.
“Se
non lo farai tu, mai”.
“Allora
staremo insieme per sempre amore. Ti amo”.
“Anch'io”.
“Mi
sognerai stanotte, bellissima?”.
“Mmmh,
vedremo...”.
“Che
stronza!” esclamò lui.
“Mi
ami anche per questo...”.
“Lo
ammetto...”.
“E
tu? Mi sognerai?”.
“Mmmh,
no...”. James si guardò intorno, un sorrisino stampato
in faccia.
“Sei
falso come il male” ridacchiò la ragazza.
Risero.
“Ti
amo” mormorò Lily.
“Anche
io”.
James si
trovava sugli spalti del campo da Quidditch, solo il vento freddo
dell'inverno e la debole luce del Sole a fargli compagnia.
“Ramoso!
Ehi Ramoso!”.
Si
voltò. Remus lo stava chiamando. Anzi, si stava sbracciando.
“Vieni
tu qui, Rem, faccio fatica ad alzarmi, il mio bellissimo posteriore è
congelato!”.
“Da
quanto sei qui?”.
“Più
o meno dalle due e mezza, perchè?”.
Lunastorta
si girò, per poi tornare a guardare l'amico, confuso.
“Ma
allora... Se tu sei qui... Chi è il ragazzo nella tua camera
con Lily?”.
Il
Malandrino tacque.
“J...
Che hai fatto?”.
“A
Natale si è tutti più buoni” mormorò il
ragazzo facendo spallucce.
Remus lo
guardò senza capire.
“La
ama da quando sono bambini. Io l'ho sempre preso in giro solamente
perchè ero geloso, volevo far vedere a Lily che ero meglio di
lui. Alla fine ho vinto, sì... Ma ho pensato: io ho sempre
avuto tutto quello che volevo, lui no. Deve avere anche lui il suo
giorno, no? Tutti abbiamo diritto a un po' di felicità”.
“Vuoi
dirmi che quello lì è...”.
“Piton”.
Il
licantropo si sedette accanto a lui, e stettero lì a fissare
il cielo che a poco a poco si stava scurendo.
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