la nostra storia tra le dita 2
" Donne souvent de la valeur à des choses quand vous perdez, nous faisons souvent de ce que vous avez perdu, non seulement quand vous avez plus, jamaisde s'installer dans une certitude, vous risquez d'être déçu par la perte.. "
( The Dragon )
Mi manchi...
quando il sole da' la mano all'orizzonte,
quando il buio spegne il gas nella gente
la stanchezza addosso che non va più via
come l'ombra di qualcosa ancora mia...
Mi manchi...
nei tuoi sguardi e in quel sorriso un po' incosciente
nelle scuse di quei tuoi probabilmente,
sei quel nodo in gola che non va più giù
e tu, e tu...
Mi manchi...mi manchi...
posso far finta di star bene, ma mi manchi
ora capisco che vuol dire
averti accanto prima di dormire
mentre cammino a piedi nudi dentro l'anima
Mi manchi
e vorrei cercarmi un'altra donna ma m'ingannerei
sei il mio rimorso senza fine, il freddo delle mie mattine
quando mi guardo intorno e penso che mi manchi
ora che io posso darti un po' di più
e tu, e tu...
Mi manchi
e avere un'altra donna ma m'ingannerei
sei il mio rimorso senza fine, il freddo delle mie mattine
quando mi guardo intorno e penso che mi manchi
Era passato un maledetto lungo mese da quella sera, in piedi
vicino alla porta finestra della camera dal letto guardava il sole che
andava a morire dietro le chiome degli alberi nel parco del manor.
Le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, che gli fasciavano le
gambe le maniche della camicia cucita su misura erano arrotolate, e la
stessa era sbottonata sul petto che lo metteva in mostra.
Liscio e scolpito, duro come il marmo, quel petto che lei così tante volte aveva accarezzato.
In quel momento negli occhi argentei di lui, il velo di malinconia che
lo attraversò erano ricordi, ecco di cosa viveva solo di ricordi
che gli uccidevano il cuore.
Lui aveva sempre dato per scontato che lei c'era, ed ora che il vuoto lo circondava si rese conto di quanto gli mancasse.
Sentiva rimbombargli nelle orecchie le parole di rimprovero di Blaise,
suo amico ma sopratutto la sua coscienza, quella parte di lui che lo
faceva ragionare e razionalizzare a mente fredda e lo metteva davanti
ai suoi errori, o lo indirizzava verso quella che era la via giusta da
seguire.
Flash back
- Sei un idiota Draco, ma che diavolo ti è preso?! L'ho sempre
detto che prima o poi quel tuo caratteraccio ti avrebbe messo nei guai,
ed ora ci sei dentro fino al collo, dimmi come farai a riportarla a
casa? perchè ci proverai vero? Per Merlino, se lo viene a sapere
Pansy, ti crucia!.. - il moro scuoteva il capo mentre le ultime parole
erano fuoriuscite dalle sue labbra con un senso di terrore, mentre lo
redarguiva Draco era seduto mollemente in poltrona la gamba accavallata
sul bracciolo che dondolava ritmicamente, in mano un bicchiere di
cristallo colmo di liquido ambrato, che ogni tanto portava alle labbra
e lo sguardo perso nel nulla.
Sembrava non ascoltarlo, ma invece aveva sentito tutto ogni singola
parola, che come uno stiletto aveva centrato il suo cuore rigirandosi
dentro fino ad allargare la ferita, che ora sanguinava copiosamente.
La voce di Blaise lo riportò alla realtà continuando la sua ramanzina
- Cazzo Draco ma mi stai ascoltando?! - gli urlò
- Mi manca Blaise, mi manca tutto di lei, la voce il sorriso quello
sguardo corrucciato mentre legge, mi manca il suo modo di mordicchiarsi
il labbro quando è nervosa, mi mancano i suoi gesti come il
portarsi una ciocca dietro l'orecchio, e il mordicchiare la piuma
quando sta scrivendo ed è concentrata, ma la cosa che mi manca
di più sono le sue piccole mani su di me quando facevamo l'amore
io..- con una smorfia Zabini l'interruppe
- Ti prego, risparmiami i particolari piccanti. E cosa pensi di fare?
Come pensi di agire, perchè farai qualcosa per riportarla a casa
vero?! -
- Non lo so, ho sbagliato me ne rendo conto, io non volevo credimi, ma
in quel momento ero furibondo, da il suo modo di redarguirmi dal suoi
atteggiamenti da saccente, ho sbagliato ed ora pago un prezzo alto -
mormorò Malfoy
Blaise sentì nel tono il dolore dell'abbandono, ed il pentimento, e sperava che lei tornasse.
Gli venne in mente quando il suo amico biondo gli disse che si sposava
con lei, ed in quel momento non avrebbe scommesso uno zellino su quella
coppia, ma si era dovuto ricredere nel tempo perchè loro si
amavano e nel modo più puro, l'uno completava l'altro.
- Ci parlerò, ma ti prego se dovesse tornare vedi di non
commettere gli stessi errori, e dimostrale che sei cambiato, e per
Merlino dille quanto ti mancata e che la ami! -
Mentre se ne stava andando gli poggiò una mano sulla spalla e
stringendogliela gli fece capire che lui c'era nel bene e nel male lui
c'era, e lo avrebbe sempre sostenuto.
Draco lo vide sparire, mentre un nodo gli stringeva la gola fino a soffocarlo.
Ora nel silenzio di quella enorme casa, si sentiva morire avrebbe
pagato tutto l'oro del mondo per avere una giratempo, e rimettere le
cose a posto.
Si allontanò dalla finestra, mentre il suo sguardo scrutava la stanza, nella quale aleggiava ancora il profumo di lei.
Con movimenti sinuosi ed eleganti, andò ad aprire l'armadio
oramai vuoto ma che conservava tutto quello che gli rimaneva di
Hermione la sua essenza che odorava di buono, di dolce.
Chiuse gli occhi e il volto gli apparve lo guardava greve dopo il suo
scatto d'ira, e poi lo vide tramutarsi prima in dolore e poi in
sconfitta.
Richiuse le ante ed andò a sedersi sul grande letto dove fece
scorrere la mano sul copriletto di seta color argento, con al centro lo
stemma di casata.
Quel letto dove lei gli si era donata, quel letto dove avevano
concepito i loro figli e dove lei con coraggio e determinazione li
aveva partoriti, senza gridare ma stringendo la sua mano e cercando i
suoi occhi e dirgli - Ti amo Draco - quando sfinita stringeva il frutto del loro amore.
La frangia bionda gli cadeva sul viso scomposta, e copriva i suoi occhi
adamantini nei quali era comparsa un unica perla salata, che ora
stava percorrendo lentamente la sua gota lasciando dietro di se una
scia umida e dolorosa.
- Mi manchi amore, sono un coglione lo so, ma ti prego torna da me,
senza di te sono perso e sto morendo lentamente - bisbigliò tra
i denti Draco, poi alzandosi uscì di lì
Come a fuggire dal posto che più le creava disagio, che
più gliela ricordava, una volta il vecchio Draco come medicina
avrebbe cercato nuove braccia in cui perdersi, si sarebbe auto
ingannato pur di scordare, ma con la sua Hermione non funzionava
perchè di lei gli mancava tutto.
Si rifugiò nello studio, il suo " piccolo antro " così lo
chiamava la moglie, e con rabbia scagliò un pugno contro la
parete vicino al camino acceso, sentì le ossa scricchiolare vide
il sangue macchiare il muro, ma il dolore sordo non proveniva da
quell'arto che pulsava, ma dal suo cuore che stava andando a pezzi.
Solo lui era responsabile di ciò che aveva distrutto la sua oasi
felice, e solo lui poteva porre rimedio, e giurò a se stesso che
lo avrebbe fatto, perchè ora era pronto il suo amore maturato
gli avrebbe fatto chiedere perdono, era pronto per dirle quello
che sentiva era pronto per i compromessi era pronto a ricominciare se
lei glielo avesse permesso, perchè lei gli mancava, e quel
freddo che sentiva avvolgerlo solo lei poteva scaldare, con un sorriso,
una carezza, un bacio.
Lei era sole del mattino che lo scaldava, la luna che si irradiava con
i suoi pallidi raggi ma che lo stringeva nell'abbraccio dei sensi, lei
era la sua aria necessaria per respirare lei era tutto, e quel tutto
gli mancava.
Ed ora mentre con il capo appogiato al marmo del camino metteva a nudo
la sua anima spogliandola della maschera di duro ed inaccessibile, ma
il suo cuore la sua mente gridava mi manchi!!!
|