I PENSIERI DI TAKERU
Tk era sdraiato sul suo
letto con gli occhi fissi sul soffitto. Era quasi sera ormai e dalla finestra
si potevano scorgere le luci del tramonto scomparire per lasciare spazio
all’oscurità.
“Perché non ci riesco? Perché non riesco a farmene una
ragione, a rifarmi una vita o magari a dimenticare tutto? Forse lo so
perché…perché è impossibile per me dimenticare quanto ti volevo bene, quanto
eri importante per me, che nella mia vita ho dovuto fare a meno di avere una
famiglia, una vera famiglia. Ma questo a me non importava perché c’eri tu a
compensare questo dolore. Ma come posso dimenticare? Come posso dimenticare
tutto ciò che è accaduto a causa della tua morte, quanto ho sofferto, quanto
hanno sofferto gli altri e tutto ciò che ho perso per i miei insulsi
comportamenti. Se solo fossi qui, se solo quel giorno tu e quella maledetta
moto non vi foste scontrati con quel maledetto camion…forse saremmo ancora qui
a ridere insieme, Yamato.
Ora mi sento in colpa, terribilmente in colpa, tutti i tuoi
amici si sentono in colpa, ognuno per motivi diversi, ognuno che sa che avrebbe
potuto darti di più. Ormai il famoso spirito di gruppo dei digiprescelti è solo
un ricordo, dopo che te ne sei andato ci siamo allontanati, non riuscivamo
neppure a parlare di un argomento tranquillamente che spuntavano fuori
ricordi…e rimorsi. Per non parlare di digiworld, chi ci aveva più messo piede?
Solo Taichi aveva avuto il coraggio di andare per informare i nostri digimon
dell’accaduto, e per riferirgli che probabilmente non saremmo mai più tornati,
salvo emergenze particolari. Taichi…il tuo eterno rivale. Ricordo ancora quella
volta, quando avevo solo 8 anni e tu avevi capito che non ero più un bambino,
quando ti allontanasti dal gruppo e tornasti per sfidarlo. Avevi capito che era
sbagliato, ma sapevi che se non l’avessi fatto non saresti mai riuscito a stare
in pace con te stesso. Nonostante tu non sia qui con me e nonostante la brutta
situazione che sto affrontando riesco ancora ad avere un pensiero buono nella mia
mente, anzi a dire la verità, un pensiero stupendo. Quando mi sento così e
tutto mi sembra irrisolvibile penso a lei e per un attimo mi trovo in paradiso.
Penso proprio a te, Hikari, la mia Hikari, la cosa più bella che mi sia mai
capitata, la mia felicità. Ma ho rovinato anche quel pensiero, ho rovinato la
mia unica ragione di vita idiota che non sono altro! Perché maledizione,
perche? Solo qualche mese fa non sarei mai riuscito a pensare di farti una cosa
del genere amore mio, di farti soffrire in quel modo. Quella volta…Mi ubriacai
pensando a Matt e per quello che mi
avevi detto la mattina precedente “Sono andata a letto con Davis, Tk” quelle
parole che mi suscitarono solo rabbia, quelle parole che mi fecero morire.
Forse ero anche arrabbiato con te Kari, forse è per quello che poco dopo
essermi sbronzato per bene venni a casa tua, tu mi apristi la porta pensando che io volessi solo parlarti, ma
invece ti presi per le spalle e ti sbattei violentemente al muro. Quando
cercasti di divincolarti ti tirai due sonori schiaffi e ti gettai sul
pavimento, volevo riavere quello che io avevo avuto per primo e che quel
bastardo di Daisuke mi aveva sottratto, ma tu riuscisti a tirarti su e
dirigerti verso la porta per scappare e io (quanto avrei voluto non farlo) presi
il vaso che avevo visto sul tavolo e lo tirai mirando alla tua testa. Per
fortuna riuscisti a scostarti e il vaso colpì la porta, anche se alcune delle
schegge ferirono sia me che te dolce Kari, e per fortuna, subito dopo, arrivò
Tai a fermare la mia furia e a sbattermi a pugni fuori dalla casa, lasciandomi
insanguinato e dolorante fuori sotto la pioggia, che mi guidò al cimitero, alla
tomba di mio fratello, a riflettere sulle mie azioni. Dal quel giorno sono
passati tre mesi e non ho più rivisto Kari, né sono uscito di casa tranne che
per mangiare, visto che mia madre rientra di sera, ma oggi sento di farlo,
sento di dover riavere ciò che amo di più, altrimenti potrei perderla per
sempre. E perché mi sento perso senza di lei, mi sento solo, senza mio padre,
che dopo la morte di Matt è sparito
chissà dove, senza mia madre, che ormai è sull’orlo di una crisi di nervi,
senza mio fratello e senza nessuno dei miei amici. A soli 17 anni sono
maledettamente solo.”