SevSibilla
Titolo: Pozioni e
finzioni
Personaggi e Pairing:
Severus Piton/Sibilla Cooman, Albus Silente
Genere: Commedia,
Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti:
One-shot
NdA:
L’uso di
diversi tempi verbali e di diversi punti di vista nelle parti della fan
fiction è voluto e funzionale allo svolgimento della storia.
La predizione a cui si
fa riferimento in alcune parti del testo è stata trattata in
un’altra fan fiction da me scritta, “Tarot
Reading”. La lettura della precedente fan fiction non
è obbligatoria ai fini della comprensione di
“Pozioni e finzioni”.
La storia è
attualmente iscritta al "T'innamorerai del mio OTP" Contest
indetto da sierradorata sul forum di EFP, in attesa di giudizio.
***
Non riusciva a
prendere sonno, quella sera. Che fosse colpa dei raggi della luna piena
che entravano dalle tendine color amarena, o del ticchettare dei suoi
preziosi aggeggini di argento, o del quieto tubare di Fanny, non gli
importava. Un dubbio lo rendeva inquieto, o meglio, lo incuriosiva a tal
punto da fargli decidere di scendere dalla branda, infilare i piedi
nelle pelose pantofole lilla e mandare la sua fenice a chiamare
l’intero corpo docenti per una riunione straordinaria. Il
leggendario volatile si librò luminoso nella notte, pronto a
svolgere il suo compito, preciso come un Amorino nel periodo di San
Valentino.
Albus Silente
ridacchiò sotto i baffi, leggermente preoccupato. Forse
quella volta non sarebbe stato così semplice farsi perdonare
la sveglia fuori programma.
Si trovavano tutti
lì, stipati nell’ufficio di Albus, ad un orario
improbabile della notte. Non che lui stesse dormendo – no,
stava ancora correggendo quegli obbrobriosi temi sul Bezoar degli
studenti del Primo Anno – ma la situazione gli sembrava
assurda. Era almeno la quarta volta che succedeva, in quella settimana.
Iniziava a sospettare che il Preside soffrisse di demenza senile. O
quantomeno, che avesse in mente un progetto estremamente importante per
giustificare un comportamento simile.
“Vi
ringrazio per essere accorsi subito, cari colleghi”
mormorò Silente, scuotendo gravemente la testa
“Sono spiacente per questa convocazione, ma è
sorto un problema che richiede la nostra massima
attenzione…”
Momento di suspence.
Severus sentì una stretta di panico comprimergli il petto al
pensiero che il problema
potesse essere quello che sospettava. Per un attimo si sentì
sciocco per aver dubitato della buona fede di Albus, un mago dalle
simili capacità non avrebbe fatto saltare tutti
giù dal letto per una sciocchezzuola. Doveva esserci dietro
qualcosa di grosso, era naturale.
Vide che gli altri
insegnanti reagivano esattamente come lui: Minerva aveva stretto le
labbra in attesa della rivelazione, Vitious sembrava congelato sul
posto, Pomona si fissava le unghie tremanti e sporche di terra, Ruf era
– se possibile – ancora più pallido,
Aurora guardava in cielo come in cerca di una salvezza divina, Poppy
aveva già le mani in tasca per curare eventuali svenimenti,
Sibilla… Sibilla aveva un sorriso ebete dipinto sul viso.
Chissà perché, quell’espressione di
pacifica indifferenza non lo colpiva. Quella donna viveva in un mondo
parallelo e fittizio.
“Il problema
è… che non riesco a dormire.”
Severus distolse lo
sguardo da Sibilla Cooman per puntarlo sul suo datore di lavoro. Doveva
essersi perso una parte fondamentale del discorso, evidentemente.
“Scusa,
Albus? Potresti ripetere?”
“Certo. Non
riesco a dormire. Continuo a rigirarmi nel letto, da ore, senza pace. E
vorrei che voi mi aiutaste a trovare una soluzione.”
Severus aveva sempre
saputo che Silente era un uomo bizzarro e propenso a scherzare su
tutto, ma non credeva che anche quella volta potesse averli chiamati
per una tale sciocchezza. Non
di nuovo.
A giudicare dagli
sguardi dei suoi colleghi – naturalmente esclusa Sibilla
– non sembrava l’unico ad essere alquanto irritato.
Fu Minerva a prendere la parola, dimostrando un grande tatto nonostante
le sue narici stessero fremendo di rabbia.
“Albus, non
ti sembra un motivo un po’… secondario, per
decidere di far spaventare tutti in questo modo? Avresti potuto
risolverlo semplicemente prendendo una Pozione Soporifera.”
“Ho
già provato, Minerva cara. Per questo volevo chiedervi una
soluzione alternativa.”
Gli occhi del Preside
lampeggiarono in direzione di Severus che si ritrovò suo
malgrado ad abbassare lo sguardo. Anche in precedenza se
l’era presa con lui, inspiegabilmente. La prima volta lo
aveva costretto a ricreare l’aroma introvabile di una
torta Babbana che aveva mangiato come spuntino di mezzanotte, per poi
scoprire che si trattava di comunissima cannella. La seconda volta gli
aveva chiesto di rimanere a fare la guardia fuori dalla Torre di
Astronomia perché aveva visto una stella in movimento, prima
di scoprire che era solo un aereo Babbano a bassa quota.
L’ultima lo aveva pregato di cercare Fanny che era
improvvisamente scomparsa, quando in realtà si era solo
tramutata in cenere. Albus era forse impazzito? Aveva assunto una
Pozione Allucinogena?
“Sono
spiacente, Preside, ma ho del lavoro arretrato. Si faccia aiutare da
Poppy, o da Minerva, o da chi per loro.”
Passò
strategicamente dal tu al lei per far capire che quella volta era
infuriato. Tuttavia Silente non si scompose, gli rivolse un sorriso
indulgente.
“Ma chi
meglio di te, Severus, potrebbe prepararmi una pozione
portentosa?”
L’interpellato
stette in silenzio, stringendo le labbra sottili, sperando che qualcuno
si immolasse al suo posto. Sarebbe andato bene chiunque,
l’importante era tornare in ufficio e finire di correggere i
dieci rotoli di pergamena mancanti per andare finalmente a dormire.
Sarebbe andato bene
chiunque. Ma non lei.
“Io so cosa
le serve, Preside” sussurrò Sibilla Cooman con
voce roca, facendo sussultare i presenti “Io le
preparerò una pozione strabiliante, abbia fiducia in
meee…”
Severus
rabbrividì d’istinto. Cooman e pozione erano due
parole incompatibili. Soprattutto se il destinatario di
quell’intruglio velenoso avrebbe dovuto essere Silente.
“Ci
penserò io” disse allora Piton, per salvare la
situazione.
“Ah! No,
Severus, questa non è una questione di tua
competenza!” strepitò la donna con fare drammatico
“Sono gli spiriti dell’aldilà che devono
dettarmi gli ingredienti giusti per dare la pace al nostro
Preside!”
“La pace eterna, intendi
forse dire?”
I due si
fronteggiarono, fieri nelle loro diversità. In sottofondo
emerse la risatina di Silente, che scosse la testa provocando un buffo
movimento del pompon attaccato al suo cappello da notte.
“Cari
ragazzi, non litigate. Perché non provate a
collaborare?”
***
Così mi
trovo nel mio ufficio in compagnia di Sibilla Cooman, alle due di notte
di un sabato d’inverno. Cosa che potrebbe anche avere un
risvolto romantico, agli occhi dei più maliziosi, se solo
non fossimo Severus Piton e Sibilla Cooman e se io non avessi da tempo
deciso di togliermi dalla testa ogni strana idea su questa veggente da
strapazzo.
Si è seduta
al mio posto ed è lì immobile, con gli occhi
chiusi, da più di dieci minuti ormai. Intanto io ho acceso
il fuoco sotto il calderone e ho trovato ben tre pozioni che potrebbero
fare al caso di Albus, abbastanza forti da garantire un sonno senza
sogni per la bellezza di cinque giorni. Spero che funzionino, riuscire
a svolgere il mio lavoro senza interruzioni per un periodo
così lungo mi sembra ormai un miraggio. Lancio
un’ultima occhiata alla donna che ha occupato la mia
scrivania, ancora in fase di pseudo congelamento, prima di mettermi a
tagliare minuziosamente le erbe necessarie. Mi chiedo perché
non sia tornata nel suo ufficio in piccionaia se non aveva alcuna
intenzione di essere d’aiuto. Anche se, forse, è
meno dannosa quando è inattiva.
“Morirà,
morirà! Ah, morirà!”
Un urlo squarcia il
silenzio all’improvviso e il coltello mi sfugge dalle mani
portando via con sé un pezzo della mia pelle. Impreco tra i
denti per il dolore e sfodero la bacchetta con la mano sinistra, pronto
ad ogni evenienza. Quando scopro che è stata Sibilla a
gridare provo l’improvviso desiderio di ucciderla a mani nude.
“Cosa
diamine…?”
“Il mio
momento di raccoglimento è terminato” spiega lei
con voce velata “Ora potrò essere il tuo tramite
con gli spiriti che ti suggeriranno gli ingredienti adatti per la
pozione.”
Sembra sicura di
quello che dice e forse potrebbe anche convincermi, se solo non avesse
una scapigliata chioma color carota, dei bizzarri occhiali a fondo di
bottiglia, una strampalata veste con un’accozzaglia
impensabile di colori, decine di strani bijoux tintinnanti. Potrebbe
convincermi, se non sapessi che è un’impostora
bella e buona.
“Puoi
scordartelo” mormoro, facendo Evanescere l’asfodelo
tritato ormai contaminato dal sangue e quindi inutilizzabile.
“Ti sei
ferito.”
La sua affermazione
dovrebbe colpirmi, forse, considerato che la mia mano destra
è fuori dalla sua portata visiva. In ogni caso, non voglio
più credere che lei sia una vera veggente. Una volta
è stato più che sufficiente.
“No, non la
potentilla. Usa il cardamomo.”
La ignoro
spudoratamente, fingendo di non avere alcun interesse in quello che mi
sta dicendo. Non voglio essere distratto quando devo preparare una
pozione, in particolare da donne.
Lei sembra capirlo,
finalmente, perché riesco ad affettare in tutta calma la
Rapa Calmante e le lische di Sirena e a gettarle nel calderone senza
interruzioni. In attesa che il tutto vada ad ebollizione, prima di
poter aggiungere gli altri ingredienti, torno verso la mia scrivania
per continuare la correzione dei compiti.
Sibilla non
è più seduta alla sedia, ma sul ripiano del
tavolo. Sta schiacciando le pergamene con il suo peso e mi fissa con
intensità, quasi in trance. Vorrei tanto poterla ignorare
anche questa volta, ma mi è impossibile. I suoi occhi, resi
enormi dalle lenti, sono bizzarri ma ipnotici. Rimango fermo, in attesa
che faccia o dica qualsiasi cosa debba fare o dire.
A volte penso di
odiarlo, con quella sua aria così tetra ed arcigna. La
stessa aria che ha adesso, mentre aspetta solo che io compia una
sciocchezza per poter alimentare il disprezzo che prova nei miei
confronti. Un uomo del genere non può mai aver amato e non
potrà mai amare, questo mi dico. Eppure solo qualche mese fa
gli avevo predetto che sarebbe anch’egli caduto preda di
Cupido, e lui aveva confermato suo malgrado la mia predizione.
Vorrei capire se mi
aveva dato ragione solo perché provava pena per me o
perché si trattava davvero della verità. Ma non
trovo il coraggio di chiederglielo, non dopo le ultime tre notti.
E’ stato prima in compagnia di Poppy, poi di Aurora, infine
di Minerva. E se fosse una di loro, la donna che lui ha ammesso di
amare? E se non fosse questa povera veggente in decadenza, la prescelta?
“Sei
innamorato.”
La mia voce sembra
riscuoterlo dal torpore, gli dà abbastanza energia da poter
preparare la risposta sarcastica che certamente arriverà.
“Sei tu la
Veggente. Tu l’avevi predetto. O dubiti di te
stessa?”
“Non dubito
del mio Occhio Interiore. Ma del fatto che tu possa reprimere quello
che veramente provi per timore di qualcosa.”
Mi sembra a disagio,
adesso. Che io abbia veramente azzeccato, per una volta, quello che gli
sta passando per la testa? La cosa ha dell’incredibile,
talmente tanto che per un attimo mi dimentico di mantenere la mia
espressione sognante. Arrossisco leggermente, sperando
nell’aiuto dello spesso strato di fondotinta, quando Severus
mi lancia un’occhiata inquisitrice.
Sembra che io non sia
l’unica a nascondere qualcosa dietro la mia scorza
protettrice. Io recito la parte della pazza squinternata
perché così mi è stato raccomandato da
Silente. Ma forse il Preside non ha messo sotto copertura solo la
sottoscritta, a giudicare dall’individuo ambiguo che mi sta
davanti.
“Non dire
sciocchezze, Cooman. Piuttosto, scendi dalla scrivania. Mi
dispiacerebbe che tu rovinassi una delle pergamene dei miei studenti,
per quanto prive di valore simbolico e accademico.”
“Non le
rovinerei, anche se stessi qui seduta per giorni.”
“Hai letto
anche questo nella tua sfera di cristallo?”
Mentre penso ad una
risposta abbastanza cattiva da fargli rimangiare quella allusione alla
mia incapacità di Vedere, noto che un’ampia nube
di vapore si sta alzando dal calderone rimasto acceso. Fingo di cadere
in trance, trasformo la mia voce in un roco sussurro e fisso
intensamente Severus.
“Fuoco,
brucia… brucia!”
Lui mi guarda prima
come se fossi pazza, poi sogghigna sotto i baffi come se quella fosse
l’ennesima occasione per prendersi gioco di me. Solo qualche
secondo dopo si rende conto dalla veridicità delle mie
parole e l’espressione dipinta sul suo volto ripaga tutte le
umiliazioni subite a causa sua e delle sue frecciatine. Lo vedo correre
verso il suo amato calderone – quasi fosse la donna della sua
vita – e regolare le fiamme con accurati colpi di bacchetta.
Sospira di sollievo, felice di aver scongiurato il guaio, e ritorna a
fissarmi con la coda dell’occhio. Forse sospetta che io abbia
qualcosa a che fare con quel disastro.
“Cooman, non
illuderti che io possa credere a questi giochetti.”
“Il mio
Occhio Interiore non necessita di giochetti, caro.”
Si irrigidisce, come
tutte le volte in cui gli ho rivolto quell’appellativo.
Sembra un pipistrello spruzzato di succo di limone, schifato dalle mie
parole e dalla mia presenza. Dato che non ho niente da perdere, non
avendo più un briciolo del suo rispetto, decido di rischiare
il tutto per tutto.
“Chi
è la donna che ami?”
“Se il tuo
Occhio Interiore non necessita di giochetti, scoprilo da
sola.”
Scaltro come sempre, e
allo stesso tempo sfuggente. In amore vince chi fugge, non è
vero? Effettivamente lui sta vincendo alla grande su di me, peccato che
io non sia certa del contrario.
Negare, negare fino
all’ultimo è la regola base di chi –
come me, e probabilmente come lui – è costretto a
vivere la vita di un personaggio costruito ad arte. Però mi
piace lottare per ottenere quello che voglio e mi convinco sempre di
più di aver solo possibilità di guadagnare
qualcosa da questa notte in bianco. Affilo gli artigli smaltati di oro
sbiadito, scuoto i campanellini della guerra ancorati alle mie braccia
esili.
“Si deve
aprire la mente, per aiutare la Veggente a Vedere. Dirada la nebbia,
togliti la maschera, Severus. Ti saprò
sorprendere.”
Dovrei seguire con
attenzione la preparazione della pozione per Albus, ma quella sfida
lanciatami da Sibilla mi intriga più di quanto non voglia
dare a vedere. Eppure avevo deciso di allontanarla, di ignorarla, per
Merlino! Dopo quella sua sciocca profezia in cui mi assicurava che mi
sarei innamorato nel giro di pochi mesi ha acquisito fin troppa
influenza su di me. La verità è che la trovo
assurdamente attraente, forse per quel suo essere un po’
emarginata come il sottoscritto, e che non potrei mai sopportare un suo
rifiuto. Per questo preferisco non mettermi in gioco, per non ricevere
un no che farebbe troppo male. Sarebbe controproducente.
“Non ho
tempo da perdere, Cooman.”
Il mio borbottio
severo non sembra convincerla, perché allunga le sue lunghe
dita verso di me e le agita in segno di invito. Credo che voglia che
appoggi le mie mani sulle sue, e cerco di non pensare a quanto possano
essere calde rispetto alle mie falangi intorpidite
dall’umidità dell’ufficio. Esito
abbastanza da farmele afferrare con un’ostentazione di forza
e le sento gradevolmente tiepide.
Sibilla socchiude gli
occhi, massaggia con i polpastrelli il dorso delle mie mani
disegnandoci piccoli cerchi e linee che forse hanno un significato
recondito. Trattengo uno sbuffo, rimango per un attimo ammaliato dal
tremolio delle sue ciglia sovrastate da una quantità
eccessiva di ombretto ocra. Cosa mi sta succedendo? Non ho mai avuto la
minima fiducia nella Divinazione e neanche nelle Veggenti. Eppure,
adesso…
“Lei
è aria, acqua, fuoco o terra?”
Penso alla stanza di
Sibilla, al profumo dei suoi incensi che pigramente languiscono e
lasciano cadere le ceneri su un piattino blu. Terra come
l’incenso, fuoco come il calore che lo accende, aria come il
fumo, acqua come il colore della loro sede.
“Lei
è tutto questo.”
Sibilla stringe la
presa sulle mie mani, vi avvicina le labbra, soffia leggermente sulle
nostre pelli provocandomi un inaspettato brivido lungo la schiena. Sto
diventando decisamente troppo impressionabile, sarà colpa di
tutte queste notti passate in bianco. Faccio per allontanarmi con la
scusa di andare a controllare la pozione, ma la sua voce mi inchioda
sul posto.
“Lei
è bocca, occhi, mani o chioma?”
Per quanto in questo
momento sia bocca, e fino a qualche attimo fa sia stata mani, ha
un’essenza di occhi. Uno sguardo celato da palpebre
bistrattate, due pupille grosse come piattini dietro a quei tremendi
occhiali, ma sempre e solo occhi. Anche capelli, in certi momenti gonfi
come paglia arricciata. Ma sempre occhi.
“Occhi.”
E come per magia li
apre, e come per magia vedo per la prima volta che sono di un acquoso
celeste pallido e non castani come mi ero figurato. Eppure quel colore
freddo contrasta terribilmente con il suo abbigliamento carico di
arancio, rosso, oro, giallo.
“Lei
è anima, corpo o cervello?”
Indubbiamente anima,
anche se sta dimostrando di essere abbastanza scaltra da avermi
irretito. E, quando si sporge verso di me mostrandomi la piega dei
seni, inizio a dubitare del fatto che non sia corpo.
“Anima.”
E la proprietaria di
quel nome trema dentro di me, sentendo pronunciare il più
grande complimento che mi sia mai stato rivolto. Non sono ancora certa
di essere io la prescelta, ma solo Morgana sa quanto mi piaccia
pensarlo. Il suo sguardo, quando mi sono sporta verso di lui per
prendere le sue mani, mi ha deliziata. Sembrava che gli piacesse quello
che vedeva e non solo quello che sentiva.
“Sibilla, la
pozione…”
Eppure non
è ancora del tutto perso nel mio artificio, devo impegnarmi
di più se voglio ottenere una confessione. Emetto un mugolio
sofferente, chiudo gli occhi, stringo forte le sue dita come per
penetrare sotto la sua carne. Ho un’ultima
possibilità, lo sento, altrimenti sfumerà tutto
via.
“Vedo una
lettera… quella del suo nome…”
Sento il suo sguardo
fissarmi con forza, forse teme che io possa scoprire il suo segreto. Ma
non avrebbe motivo di nascondermi il suo amore, se veramente amasse me.
A meno che…
“Il nome
della donna che ti ama…”
Sussulta di sorpresa,
non si aspettava questo colpo di scena. Ora che non è lui ad
essere sotto l’inquisizione lo sento rilassarsi sotto i miei
polpastrelli e inizio mio malgrado a tremare. Basta bluffare,
è arrivato il momento di uscire allo scoperto. Tanto sono
emarginata, e lui già mi disprezza. Ricevere un rifiuto non
cambierà nulla nella mia vita.
“Chi
è?”
Sembra curioso,
stranamente. Non ha più quel tono supponente con cui ha
sempre affrontato le mie predizioni. Questa volta è
coinvolto, affascinato, leggermente spaventato da quello che potrebbe
scoprire.
“Il suo nome
inizia per S…”
E improvvisamente mi
accorgo che anche il suo nome inizia per S, e questo mi sembra un
chiaro segno del destino. L’armonia tra i nomi non
può mai sbagliare… spero.
Vorrei che provasse ad
indovinare, che mi togliesse il gravoso compito di confessare quello
che provo per lui. Sento le sue dita fredde agitarsi, nel tentativo di
sfuggire alla mia presa.
“Sibilla?”
Sì,
sì, è il nome
giusto! Vorrei urlarlo al mondo, ma
il suo tono non è quello giusto. La sua era una
domanda per allontanarsi, non la ricerca di una conferma. Infatti
quando riapro gli occhi lo vedo a mescolare qualcosa nel calderone e
all’improvviso mi sento fredda.
Non so cosa mi sia
passato in mente, per un attimo mi è parso che la Cooman
volesse comunicarmi il suo interesse nei miei confronti. Forse
è solo una mia impressione, ho spostato il mio desiderio
immaginando che fosse anche suo. Eppure, quando mi volto dopo aver
mescolato la pozione, la vedo delusa.
“Sibilla,
parliamoci chiaro…”
Mi guarda dritto negli
occhi, quasi mi sfida, come se leggesse dentro la mia codardia. Lei ha
la Vista, è l’unica capace di scoprire cosa si
cela sotto tutti i miei strati di falsità, e per questo
penso possa essere adatta per me. Non è bella come Lily, ma
ha il fascino dell’ignoto. E sa tenermi testa.
“Non so
perché, ma tu mi attrai. L’ho capito quella volta
che mi sono fatto predire il futuro da te, per prenderti in giro. Ora,
se per te è lo stesso forse è meglio, ma se
così non fosse smettila di fare giochetti.”
Arrossisce come una
bambina di due anni, sotto quel fondotinta magico da quattro Falci, e
le si illuminano gli occhi di rabbia e piacere.
“Come ti ho
già detto, caro,
io non ho bisogno di giochetti per ottenere quello che
voglio.”
Infatti si alza,
avanza verso di me, e si prende le mie mani, le mie labbra, il mio
tutto.
“Purtroppo
la pozione è bruciata, Preside, e abbiamo esaurito gli
ingredienti per prepararne un’altra. Mi dispiace,
ma…”
Silente sorride
davanti a quella giustificazione, perché vedendo quei due
così vicini e i loro sguardi accesi di felicità
capisce che il dubbio che lo tormentava è stato confermato.
Severus e Sibilla pativano inutilmente le pene dell’amore,
senza sapere di essere pienamente ricambiati l’uno
dall’altra.
“Non
preoccuparti, Severus. Credo di essermi improvvisamente rilassato, non
avrò bisogno della vostra pozione per poter dormire sonni
tranquilli.”
La mano della Veggente
stringe di nascosto quella del Pozionista, e Albus ne sente il dolce
fruscio dietro i mantelli. Dentro di sé sorride, soddisfatto
per aver risolto anche quel problema che da giorni lo tormentava.
Sa che negheranno e si
nasconderanno fino alla morte, ma spera che si nasconderanno anche dalla morte. Spera
che possa arrivare il giorno in cui quei due potranno rivelarsi nelle
loro vere personalità e lasciare che anche il loro amore
assorba la luce del sole.
Forse, un giorno. Ma
non oggi.
2° posto: Lady Lynx
- Grammatica e lessico: 10/10
Non ho trovato davvero nessun errore, niente che non mi convincesse durante la lettura, e ti ho assegnato senza alcun problema il punteggio massimo. Avrei solo scelto qualche sinonimo al posto di alcuni termini che hai utilizzato (come ad esempio "stipato" che non mi ha molto convinta) e modificato la parola "suspence" che scritta così è sbagliato, dato che si scrive suspense. Ma non potevo toglierti nulla per queste minuzie!
- Stile e forma: 10/10
Anche su questo niente da dire, Lady. Davvero fluido, scorrevole, persino quando si passa bruscamente da un PoV ad un altro. Sul serio, come hai fatto? Non ho potuto non assegnarti il massimo, sul serio. Complimenti!
- Originalità: 10/10
Sibilla che azzecca qualcosa? Diamine, questo si che è originale! XD perdona il mio umorismo basso, ma morivo dalla voglia di dirlo!
Considerazioni sciocche a parte, questa storia è originale eccome! A partire dall'idea della "convocazione notturna" a finire a quella del lavorare entrambi ad una pozione. Sibilla e pozioni? Sembra un connubio male assortito, eppure qualcosa ne esce fuori, qualcosa che riuscirà improvvisamente a far fare a Dumbledore sonni tranquilli. E non è una pozione, affatto. Sei stata davvero bravissima!
- Caratterizzazione personaggi: 7,5/10
Sibilla, è lei il vero nocciolo della questione. Una donna che finge, che indossa una maschera? Uno strato spesso di scaltrezza dietro quell'aspetto così estraniato dal mondo? E' un grosso azzardo, considerando i libri della Rowling, ma devo dire che qualche elemento potrebbe farlo supporre. Non è l'idea che ho di lei, ma è un'opzione che può benissimo rientrare nelle possibilità. D'altronde cosa sappiamo davvero di lei? Una furbizia di fondo potrebbe essere più che plausibile.
Anche Severus - un bel coraggio inserirlo in un contest con una giudice snarrysta! - è abbastanza IC, se non fosse per la sua frase finale che è davvero poco da lui. Non confesserebbe su due piedi di essere attratto da una persona se non avesse la certezza che, esponendosi, non rischierebbe un rifiuto: è più chiuso e calcolatore rispetto al personaggio che hai tratteggiato, e devo dire che di questo il giudizio ne risente molto. Avresti dovuto, forse, rendere diversamente la sua confessione finale, magari facendogliela mascherare con un insulto o rendendo il suo discorso fraintendibile. E' un peccato perché per tutto il resto della storia è tratteggiato bene.
Mi permetti una bella sghignazzata per Albus? E' più IC di quanto si pensi nella sua stravaganza che, solo alla fine, si scopre avere uno scopo. Ah, ci ho davvero riso moltissimo!
- Giudizio personale: 14/15
Mi è piaciuta davvero tanto questa storia, e credo si possa vedere dai bellissimi voti che hai ricevuto. Non avevo mai pensato al pairing ma devo ammettere che, reso così, sembra sinceramente avere un suo perché. Promette bene, insomma, e credo che correrò a leggere la long da cui è tratta quella profezia per poter apprezzare ancora meglio questa one-shot. Davvero brava Lady, mi hai proprio presa!
- Totale: 51/55
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