Dolce e fresco profumo

di Girl_in_Blu
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Storia partecipante al contest indetto da NeDe “Sogni proibiti”

Autore
:Girl_in_Blu
Titolo della Storia:Dolce e fresco profumo.
Rating:Verde
Genere:Introspettivo, malinconico.
Prompt:Fiori d’arancio, sogno fucsia.
Avvertimenti:One shot, missing moments.
Sogno scelto:Sogno fucsia
Note:Che dire? Avevo intenzione di scrivere qualcosa di romantico, ma alla fine la storia è più strappalacrime nel senso opposto,
è stata scritta con tanta spontaneità pensando a mia madre, che spesso mi ricorda Chichi.





 
















Dolce e fresco profumo









 

Fiori d’arancio, quelli che raccoglieva da bambina, anelando il momento di rivederlo, quelli bellissimi e candidi del suo bouquet nuziale.
Erano i fiori che, con cura, adagiava in un vaso nella sua camera da letto ed erano quelli dal profumo delicato e fresco ma al tempo stesso intenso, che Goku inspirava, assaporando quella particolare fragranza.

-Mi piace l’odore!- aveva esclamato la prima volta, così lei aveva deciso che quella sarebbe stata l’essenza della loro dimora, di quella piccola casa isolata dal mondo, dove le radici del passato erano divenute il fusto stesso di quell’albero che Goku era diventato crescendo.

Erano stati i fiori dell’amore giovanile e di quello maturo del matrimonio.
Adesso erano la speranza di rivederlo, poiché anche lei era stanca di raccoglierli soltanto per se stessa. Anche se ormai erano divenuti la sua dipendenza, erano necessari per rievocarle l’immagine velata del marito intento ad annusarli, con il solito fare genuino e, sì, soprattutto felice.

Lo rivedeva stiracchiarsi, allungando le braccia all’indietro, prima di prepararsi per gli allenamenti e poi inspirare la dolce fragranza dei fiori di campo.
Non poteva non storcere il naso, pensando che forse avrebbe potuto evitare quella tragica fine, se solo si fosse impuntata, o se lo avesse amato di più?

Cosa sarebbe accaduto se fosse stata meno madre e più moglie?
Forse, Goku sarebbe resuscitato ed era proprio ciò che più le pesava: l’idea che il marito non avesse più voglia di ritornare per delle sue mancanze, per i sui difetti, accettabili o meno.

Più volte aveva sentito gli amici del marito criticarla o chiedergli come facesse a sopportarla.
Sì, le cattiverie le aveva ascoltate, come tuoni rimbombanti tra le montagne.
Anche i consigli di Bulma, quelli scherzosi sul modo di porsi o di apparire troppo pesante, adesso avevano un senso diverso.

-Sono una madre!- le aveva risposto indignata dinanzi una proposta, che allora, era parsa indecente.
-Indossare questa cosa striminzita? Mai!- aveva decretato, forse troppo frettolosamente, guardando quel piccolo pezzo di stoffa che l’amica le aveva sventolato nel negozio di intimo.
-La scuola pubblica per il mio Gohan? Mai, è troppo piccolo, ancora!- ma adesso, ripensandoci, aveva capito che certe scelte avevano pesato tra le mura della stanza da letto.

Se solo fosse stata più morbida, più leggera e flessibile e se solo, magari, avesse accettato qualche consiglio o ascoltato di più suo marito.
Se…

-Mamma?- l’aveva chiamata il suo piccolo –ho rotto di nuovo l’armadio- aveva aggiunto il bambino, guardando imbarazzato il pavimento.
Chichi voleva sgridarlo, come spesso accadeva quando Goten rompeva qualcosa, ma aveva sospirato rassegnata.
Se ci fosse stato Goku gli avrebbe insegnato a controllare quell’innaturale forza…

Ci pensò un istante ed esitando rispose –Non preoccuparti tesoro, che ne dici se iniziamo ad allenarci, così queste cose non capiteranno più?-
Stupito e allettato, il bambino, sorridendo, aveva annuito.

-Sai Goten, è ora che tuo fratello inizi la scuola, gli farà bene conoscere altri studenti, non trovi?- aveva chiesto, domandandolo più a se stessa che al secondogenito, ancora troppo piccolo per capire quel discorso o da cosa nascesse; ovvero dalla paura di aver sbagliato, ma al tempo stesso dalla maturità e sicurezza sopraggiunte con l’esperienza e il tempo.

Forse sì, era stata una madre troppo presente e protettiva, ma era stata una buona moglie, ne era certa, anche se qualche volta ne dubitava, poiché l’ombra della felicità passata e la nostalgia tornavano prepotentemente, avvilendola.
Con cura versò l’acqua nel vaso, adagiandoci poi i suoi fiori d’arancio, riponendoli al solito posto, sul piccolo mobiletto vicino la grande finestra e così lo rivide, anche quel giorno.

Quanto avrebbe desiderato toccarlo davvero; per ora era un sogno, ma la vita le aveva insegnato che poteva sperare.
In fondo, già una volta Goku era tornato…
  





































Angoletto di Girl_in_Blu:

Spero di aver reso Chichi IC, comunque io penso che anche lei abbia avuto momenti simili, pensando che Goku non fosse resuscitato per le sue mancanze, come se anche lei avesse avuto un peso nella decisione del marito. Momenti brutti, insomma, che passano ritornando con i piedi per terra. Ho voluto rappresentare il sogno di Chichi nella speranza di rivedere il suo eroe, in fondo, è questo il suo sogno proibito.
Spero tanto che lasciate un commentino o un consiglio, sempre be accetto :)

 





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