Era
un pomeriggio soleggiato a Konoha, come era solito durante il periodo
estivo. La temperatura in quella stagione era ideale per starsene un
po' all'ombra di un albero a rilassarsi, concedendosi un po' di tempo
per pensare alle cose della vita di tutti i giorni. Naruto amava
concedersi quei momenti tutti per sé, perché lo
facevano sentire vivo.
«A
che cosa stai pensando, dobe?» fece all'improvviso qualcuno
dandogli un colpo sulla nuca. Naruto quasi si strozzò con la
tisana che stava bevendo, e solo quando ebbe finito di tossire
disperatamente realizzò che la voce che aveva udito alle sue
spalle corrispondeva a quella di Sasuke Uchiha. «C-cheee?
Teme!
Stavi per uccidermi, bastardo!»
«Peccato
che non ci sono riuscito» disse l'ex ninja traditore,
togliendosi la maschera da anbu e sedendosi sulla stessa panchina
sulla quale Naruto se ne stava seduto. Era il crepuscolo ormai, e
questa senza dubbio era una cosa buona. Il sole che spariva dietro le
nuvole chiare rifletteva i suoi raggi colorati sulle increspature del
fiume davanti a loro, creando un'atmosfera surreale e magica. Sasuke
posò la maschera sulle proprie gambe, con una eleganza
naturale. «Hai quest'aria pensierosa... Se usi troppo il
cervello ti si fonderà»
Naruto
si voltò, leggermente paonazzo, e poi gli fece una
linguaccia.
Prese un piccolo sorso della sua bevanda, prima di dire «Sei
simpatico come al solito, vero?» lasciò che il
liquido
caldo gli scorresse per la gola, donandogli quella sensazione
fantastica e rilassante. «Perché sei qui? Sono
sicuro
che non volevi guardare il fiume.»
«Perché
no? Magari un giorno ci vedrò galleggiare il mio
nemico.»
«I
tuoi nemici sono tutti morti. Li hai uccisi, ricordi?» Naruto
si accorse del tono in cui disse quelle parole troppo tardi, quando
ormai trai due era già calato un silenzio duro e pesante
come
il piombo. Sasuke però non mostrò alcuna
espressione
sul suo volto, e Naruto non si agitò per nulla. Stettero
così
per un po', finché Sasuke non convenne. «Hai
ragione.
L'ho fatto.»
«Perché
sei qui?» Naruto posò la tazza vuota al suo
fianco, tirò
un ginocchio al petto e si voltò, guardando Sasuke per
davvero. Ricordò – durò solo un attimo,
come in un
flash troppo rapido – i giorni prima che Sasuke tradisse il
villaggio alleandosi a Orochimaru. Ricordò il calore di
quelle
labbra sulle sue, il sapore della sua lingua –
serrò gli
occhi. Erano passati troppi anni, erano cambiati. Erano finiti i
tempi dei giochi.
«Ho
notato una cosa, Hokage-sama. Ultimamente
mi sono state affidate delle missioni che non reputo adatte alla mia
preparazione.»
Naruto
si accigliò, poi ripeté la frase nella sua mente
e
iniziò ad innervosirsi. «Ti ho affiancato ai
migliori
ninja del villaggio!» Faceva sempre favoritismi per lui,
sempre! Lo mandava nelle missioni più avvincenti, lo
impegnava
in viaggi epici, gli creava team fantastici. Che cosa aveva di cui
lamentarsi? Cosa?
«Non
il migliore.» No. Non ancora quel discorso.
«Sasuke,
non ho intenzione di discuterne ancora.» Naruto si
alzò
dalla panchina, ma Sasuke lo trattenne per un polso.
«Perché?»
«Perché
no. Accetta che qualcuno non faccia ciò che vuoi, ogni
tanto.»
«Naruto.
Di cosa hai paura?» La voce di Sasuke era così
piena e
travolgente. Avrebbe voluto baciarlo. Avrebbe voluto sedersi sulle
sue gambe, abbracciarlo e abbandonarsi contro il suo corpo. Avrebbe
voluto ...
«Non
ho paura di nulla. Sono un Hokage, non faccio molte missioni, e
quando ne faccio una organizzo le mie squadre secondo criteri
precisi.»
«Pedine
sacrificabili.»
Naruto
sgranò gli occhi e si voltò verso Sasuke. Non
poteva
averlo detto davvero. Non aveva osato veramente. «Come...
Credi
che sia quello che faccio?!»
Sono
missioni pericolose, non porti mai nessuno dei tuoi amici con te, se
morissero non lo sopporteresti»
«Soffro
per ogni persona che muore durante una missione, non ha importanza se
sia un amico o meno! Sei disgustoso, come puoi dire certe cose senza
-»
«Se
io morissi» Sasuke strinse di più la presa attorno
al suo
polso, tirandolo un po' verso la sua direzione «Non potresti
cercarmi. Non potresti portarmi indietro. Cosa faresti, Naruto? Hai
sacrificato la tua vita da ninja per impedire al tuo amico di
infanzia di rovinare la sua. Quanto in là sei disposto ad
andare?» la piega del discorso stava prendendo una via
inaspettata e bizzarra, essenzialmente pericolosa. «Quando
vuoi
soffrire, prima di smettere di trattarmi come qualcosa di
fragile?»
«Non
sei fragile» la voce di Naruto tremava appena.
«Lo
so. Naruto, io lo so. L'ho
sempre saputo.»
«Cosa?
Di che stai parlando adesso? Cosa hai fumato, Sasuke?!»
«Il
motivo.» Sasuke chiuse gli occhi, poi attirò
ancora un
po' Naruto a sé e gli parlò quasi con rabbia
«Chi
cerca un amico così disperatamente? Chi antepone un amico
alla
sua vita? Chi rinuncia all'amore per qualcuno, se non chi è
innamorato della persona in questione? Lo so. L'ho sempre saputo.
Sempre. È per questo che non ti ho ucciso, è per
questo
che sono tornato, è per questo che sono diventato anbu. Ho
cercato di ripagare in questo modo il tuo amore, ma adesso smettila
di proteggermi. Non scapperò.»
«Tu...»
Naruto non sapeva che dire, era tutto così strano e
così
improvviso... era come se il mondo si fosse capovolto e lui si stesse
aggrappando con tutto sé stesso ad un sasso per non cadere
giù. Sasuke sapeva, sapeva davvero. Sasuke sapeva tutto e
glielo aveva detto in faccia, senza preoccuparsi della sua reazione!
Voleva seppellirsi sotto terra, era una cosa così
imbarazzante... Pensava di averlo nascosto così bene per
tutti
quegli anni, e invece... Invece aveva fallito anche in quello.
«Mi...
Mi dispiace davvero, davvero tanto io... ora mi sento
così...»
«Dobe,
non è assolutamente un problema.» la mano di
Sasuke,
calda e stranamente gentile, si andò a posare con
delicatezza
sulla guancia del biondo, accarezzandolo. «Non ho mai detto
di
non provare lo stesso. Speravo che prima o poi ti confessassi, ma a
questo punto penso non l'avresti fatto mai.»
Oh
Dio. Non poteva essere vero, no? Era un sogno, era stato drogato,
rapito e probabilmente ora qualcuno stava maneggiando e vendendo i
suoi organi interni. Era così assurdo che tutto quello
stesse
accadendo davvero! «Io ti piaccio?» fu solo capace
di
chiedere Naruto, con più stupore di quanto non immaginasse.
Sasuke non gli rispose, chiuse solo gli occhi e si avvicinò
abbastanza da toccare le sue labbra in un bacio soffice. «Hai
rischiato di morire quando sei nato, hai rischiato di morire quando
un gruppo di folli voleva togliere il demone da dentro al tuo corpo.
Hai rischiato di morire tra le mie braccia. E ora rischi di morire
ogni giorno in cui vai in missione. Io sono all'altezza, Naruto. Io
sono in grado di stare al tuo fianco, e lo sai.»
Naruto
era davvero confuso, felice, spaventato e sentiva anche un po' di
nausea impossessarsi del suo corpo. Era un Hokage, proteggeva un
villaggio intero, eppure non riusciva a gestire le sue emozioni. Non
sapeva davvero cosa dire, voleva solo sentire ancora quelle labbra
premere sulle sue, così si spinse e lo fece:
baciò
Sasuke. Realizzò il suo sogno di una vita, abbandonandosi
completamente al ragazzo dai capelli mori. Fu un bacio lento, dolce e
profondo, e gli donò sensazioni incredibili. Se era un
sogno,
non voleva essere svegliato.
«Perché...
Io...» esalò Naruto, con le braccia attorno al
collo di
Sasuke e i loro visi a pochi centimetri di distanza «Non lo
so.
So che tu... Sì.» decise alla fine «Va
bene, hai
vinto tu.» Sussurrò baciandolo ancora
«Va bene, va
bene. Puoi – sei nel team. Nella squadra, però
ora» e
ancora. «Ti prego...»
«Penso
di aver capito» ghignò Sasuke ricambiando con
trasporto
il bacio. «Basta con le chiacchiere...»
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