I frutti dell'autunno

di atlanta
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Ho chiuso gli occhi su questo mondo,
lasciando ogni cosa al suo posto,
ho chiuso gli occhi sperando che tutto fosse lì
di nuovo.
 
Sono partita per un’altra dimensione,
ho ritrovato visi a me familiari
occhi invecchiati, 
volti resi profondi dagli anni.
 
Ho ritrovato un silenzio usurato,
stracciato da troppe parole.
Inutili.
Inutili.
Ho chiuso gli occhi su me stessa,
ho dimenticato le mie cicatrici,
solo per un secondo, 
solo per un istante. 
 
Ho ritrovato il mio corpo,
integro, candido.
Ho rivisto i tuoi occhi.
Pacati. Annebbiati.
Cosa ti è successo amore mio?
Cos’è questa giovinezza che è fuggita?
Cosa sono questi solchi sulla tua pelle?
Cosa ne è dei tuoi capelli fulvi?
 
Ho passato le mani su di te,
sulla tua anima. 
Amico mio,
che ne è di noi?
Dov’è l’infanzia perduta?
Dov’è, dov’è il nostro amore bambino?
Ho ritrovato i tuoi sorrisi,
erano chiusi in un vecchio cassetto,
come si fa con le lettere d’amore.
Dimenticati, ma ancora un po’ presenti.
 
Ho sfiorato con dita eteree
il grano del nostro campo.
E’ ora di mietere, amore mio,
dov’è? Dov’è la falce?
 
Riapro gli occhi. 
Dicembre se ne è andato. 
Ha portato via tutto.
I frutti dell’estate.
Le foglie dell’autunno.
 
L’inverno si è trascinato via tutto.
Ogni piccolo granello di memoria.
Anche te.
Sarà che ormai vivi solo nei miei ricordi.




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