Lei
E' strano per me
scrivere di questo personaggio. Non l'ho mai sopportato così
come lo presenta il suo autore originale. Sia quando ricopre il ruolo
di semplice ragazza, sia quando ricopre il ruolo di guida e
divinità.
Anzi, ho sempre provato disprezzo per come sia stato sviluppato questo
personaggio. Nonostante ciò, qualche giorno fa è
nata questa cosa. Scritta senza pensare, senza ponderare le parole o
seguire uno stile preciso. E' spontanea e ora questa flashfic la
propongo a voi così come è apparsa sulla pagina
di word.
Buona lettura!
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Lei
Nel
sacrale silenzio della notte, il vagito di una bimba aveva annunciato
al mondo la Sua venuta. Avvolta solamente di un tiepido refolo di
vento, ammantata di amore materno.
Era
stata accolta fra le braccia dell’uomo, che si era fatto suo
tutore e servitore. Era stata innalzata a simbolo e guida per gli
uomini stessi, Lei, ancora infante innocente.
Era
stata portata via in una tiepida notte, strappata dal luogo del suo
riposo, protetta da altre braccia, di giovane mortale. Ignara di
ciò che accadeva attorno a Lei, piangeva innocente. Troppo
presto era per Lei.
Aveva
vissuto il mondo attraverso gli occhi di una mortale. Una ingenua
ragazzina che fino a quel momento aveva conosciuto solamente agi e
vizi. Nella sua superiorità credeva di poter comandare a
bacchetta gli altri. Perché loro gli erano inferiori. Lei,
arrogante.
Era
stata trattata come una ragazzina petulante da ragazzi suoi coetanei.
Contraddetta ad ogni parola, ad ogni ordine che impartiva, da quegli
stessi ragazzi che erano stati raccolti attorno a Lei per servirla.
Si
era vista derisa da quei ragazzi, che impertinenti le avevano voltato
le spalle, che non credevano alle Sue parole. Perché in un
mondo senza speranza, era difficile credere a quelle parole. Volevano
una prova.
E
lei aveva accettato quelle parole e quegli sguardi diffidenti. Aveva
dato loro la prova che chiedevano, per credere, per affidare a Lei la
loro vita e le loro speranze.
Si
era ritrovata spettatrice, volontariamente inerme e in dolorosa
attesa degli eventi. Aveva affidato il Suo destino nelle mani di cinque
giovani mortali, gli stessi che poco tempo prima l’avevano
schernita, che avevano dubitato di Lei.
Adesso,
quei cinque ragazzi stavano lottando per Lei, cadevano uno ad uno, con
orgoglio, per la salvezza della Sua vita, per la speranza del mondo.
Non dubitavano più quei ragazzi, sorretti dalla fede in Lei.
Con
lo sguardo limpido della ragazzina che fu e con la consapevolezza del
dolore attorno a Lei, si era ridestata nuovamente fra gli uomini. Con
il tocco gentile del suo amore aveva avvolto i suoi giovani devoti,
caduti per Lei. Riportandoli a Lei. Perché solo
chi aveva dimostrato fede in Lei, era degno della sua
benevolenza e dei suoi favori.
Solenne
nel Suo incedere, sicura della fedeltà incondizionata che a
Lei spettava, camminava ora in mezzo agli uomini. Ferma nella Sua
intenzione di riprendere il posto che era Suo di diritto. Nella Sua
mano risplendeva l’emblema della vittoria, Sua divina
protettrice.
Li
avrebbe messi nuovamente alla prova quei giovani mortali.
Perché
lei era Athena
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