Non è giusto
[Questa Fanfiction si
è classificata terza al Vecchia
Generazione CONTEST indetto da SherryDMP sul Forum
di EFP]
Nome autore: SeveraPiton (EFP); Rachel Betts (Forum).
Titolo Storia:
La cosa giusta.
Personaggio:
Regulus Black.
Genere:
Introspettivo.
Avvertimenti:
One-Shot.
Introduzione:
Regulus non ha
mai avuto il coraggio di ribellarsi alla sua famiglia, ha sempre
cercato di rendere i genitori e Voldemort orgogliosi di
lui,
anche se faceva male, anche se non gli sembrava giusto.
Perché
aveva paura. Perché non era mai sicuro di cosa fosse
sbagliato e
cosa non lo fosse.
Ma forse una passeggiata a Londra e l'incontro con una bambina dagli
occhi azzurri lo aiuteranno a capire.
Nda: In
fondo, altrimenti faccio Spoiler! Volevo solo precisare che la parte
iniziale è scritta al
presente perché è una cosa che dura tutt'oggi.
Buona lettura!
La cosa giusta.
Solitamente, alla fine di Agosto, è impossibile fare una
tranquilla passeggiata per le vie di Diagon Alley: ragazzi e
bambini vengono accompagnati dai
genitori a comprare il materiale essenziale per
iniziare il nuovo anno ad Hogwarts e le signore si affrettano nei negozi per
riuscire ad acquistare le cose migliori spendendo pochi
Galeoni, poiché Agosto è l'ultimo mese dei saldi
estivi.
Ma quel giorno Regulus Black aveva bisogno di uscire di casa
perché era uno di quei giorni in cui gli mancava l'aria e
quando
succedeva
lui andava a camminare sull'asfalto conosciuto di Diagon Alley,
cercando di sgombrare la mente da quei pensieri che minacciavano di ucciderlo,
stringendogli la gola in una morsa omicida.
Erano anni, ormai, che si chiedeva se quello che stava facendo fosse
giusto o no.
Uccidere le persone, anche se diverse da lui, inferiori, era veramente
la cosa giusta da fare?
Era proprio quando cominciava a porsi queste domande che rivedeva
davanti a sé, come se ci fosse veramente stato, il
primo uomo che aveva ucciso.
La luce che abbandonava il suo sguardo, lasciando l'intero spazio
dell'espressione solo al terrore e la voce che moriva in gola, nel
momento in cui l'anatema lo colpiva,
togliendoli anche l'ultima possibilità
di urlare.
Un uomo con una famiglia, un lavoro, dei pensieri; un uomo che, come
lui, aveva riso e pianto.
Un uomo con una moglie e dei figli che non avrebbero più
sentito la sua voce.
Per
colpa mia.
Questo ricordo gli mozzava il fiato, gli sembrava di essere sott'acqua
e cercare di nuotare sempre più veloce verso la superficie per trovare un po'
d'aria. Ma come poteva ricominciare a respirare se a
Grimmauld Place tutto ciò che lo circondava non faceva altro
che
ricordargli
quanto nera potesse essere la sua anima?
Così usciva e se ne andava a Diagon Alley, cercando conforto
nei
colori vivaci della Gelateria Fortebraccio e nell'allegria dei ragazzi
nel
negozio di articoli
per il Quidditch.
Per questo odiava la fine di Agosto: perché non poteva
passeggiare tranquillamente su quelle strade conosciute, tanto erano
piene di persone.
Prese in
considerazione di
rimanere a casa e punirsi per il coraggio che non aveva mai avuto,
continuando ad annaspare, ma faceva troppo male.
Quindi, sentendosi egoista per l'ennesima volta, decise di andare a
Londra. Forse lì avrebbe trovato un po' di
tranquillità.
Sospirò, pensando che non poteva nemmeno parlare un po' con
Kreacher: il Signore
Oscuro l'aveva portato chissà dove per fargli svolgere un
qualche lavoro che lui non sarebbe riuscito a
fare da solo.
E
tu gliel'hai lasciato fare, vero Regulus, avevi troppo paura anche per
dirgli di trovarsi un altro elfo!
Scosse la testa per scacciare la voce nella sua mente. Quella voce che
i Babbani chiamavano coscienza.
Si
Materializzò in
un vicolo buio di Londra, dove nessuno fece caso a lui, e
cominciò a passeggiare sul marciapiede.
Poco lontano vide un piccolo parco giochi, di quelli senza recinto,
dove i bambini vanno a giocare con gli amici.
A lui era sempre stato proibito andare sullo scivolo o sull'altalena.
Non aveva mai capito perché.
Si diresse verso il giardino con l'intenzione di sdraiarsi su una delle
panchine, chiudere gli occhi ed ascoltare il rumore delle risate dei
bambini che si divertivano.
Avrebbe potuto fingere di essere di nuovo piccolo, sì! Un
bimbo
che giocava a nascondino con il fratello, ignaro del futuro che lo
aspettava e felicissimo di
vivere il presente.
Si accorse che una bambina lo stava tirando per i pantaloni solo quando
una
vocina angelica gli arrivò alle orecchie, dal basso.
"Scusi, signore. Scusi! Si ferma? Ho perso i miei genitori!"
Lui la guardò, un po' seccato per essere stato riportato
alla realtà.
Quando incontrò lo sguardo perso della bambina tutto, in un
solo secondo, gli fu chiaro.
Chiaro come gli occhi azzurri della piccola.
Era la prima volta che guardava negli occhi un bambino Babbano e non
riuscì a trovare la differenza con quelli che avevano la
magia.
Era una bimba bellissima: capelli biondi, un vestitino rosa pallido e
lo sguardo più innocente che lui avesse mai visto.
Si chinò per essere alla sua altezza.
"Scusami, piccola, non ti avevo vista. Dov'erano i tuo genitori quando
li hai lasciati?"
Lei gli
sorrise,
soddisfatta per essere riuscita ad attirare la sua attenzione, ma prima
che potesse rispondergli una ragazza quasi
identica a lei la prese in braccio, sottraendola allo sguardo curioso
di Regulus.
"Eccoti qua, sciocchina! Non allontanarti più, mi hai fatto
spaventare, sai? La mamma ti sta cercando per tutta Londra!"
La ragazza si accorse di Regulus solo quando lui si alzò in
piedi.
"Lui mi stava aiutando"
Disse la bambina indicandolo.
La ragazza, che doveva essere sua sorella, lo guardò e gli
sorrise.
Regulus sentì stringersi lo stomaco e non poté
fare altro che ricambiare il sorriso.
Nessuno, a parte Sirius, gli aveva mai rivolto uno sguardo
così gentile.
"Grazie - gli disse lei - non so cosa farei senza questa piccola peste!"
E scompigliò i capelli alla sorellina.
"Ti pare, è stato un piacere fare la sua conoscenza!"
Le rispose Regulus allungando una mano verso la bambina, ma lei strinse
solo un dito, perché la sua mano era troppo grande, e rise.
La ragazza lo guardò per un secondo e poi gli disse:
"Ora è meglio se ritroviamo i nostri genitori, prima che mia
madre muoia di paura."
"Certamente."
Le salutò e loro se ne andarono.
Appena ebbero svoltato l'angolo il sorriso abbandonò le
labbra
di Regulus, senza lasciare un minimo cenno della sua presenza, nemmeno
negli occhi.
Perché ora lui sapeva cos'era giusto e cosa era sbagliato.
Adesso non aveva più dubbi.
Aveva capito che l'unica differenza fra loro e i Babbani era solo la
magia, ma tutto il resto, le cose veramente importanti, erano le stesse.
Perché tutti, Babbani e non, piangevano, ridevano, amavano e
avevano paura.
Cosa c'era di così diverso?
Niente, rispose la sua
mente, Alla
fine i veri inferiori siete voi che pensate di essere tanto speciali!
Era solo un grande, inutile massacro di persone che meritavano di
vivere, sicuramente più di quanto non lo meritasse lui.
E forse
l'aveva sempre saputo.
Esultando, perché finalmente aveva trovato il coraggio di
ribellarsi, imboccò la strada che portava al vicolo buio e
si
Smaterializzò.
Riapparve vicino al portone di Grimmauld Place numero 12 pensando che
quelle due sorelle gli avevano ricordato lui e Sirius: dopotutto
nemmeno lui riusciva
a stare senza suo fratello, faceva male, lo divorava da dentro, e poi
anche Sirius aveva cercato di riportarlo sulla strada giusta quando si
era accorto che lui si stava perdendo.
Rientrando in casa sperò che la bambina non si perdesse mai
più.
***
"Kreacher, cos'è successo?"
Corse verso l'Elfo che, sdraiato sul pavimento, sembrava quasi in punto
di morte e si inginocchiò a terra ancora prima di fermarsi,
scivolando fino a lui.
"Kr... Kreacher ha tanta sete... ma Kreacher è tornato a
casa."
"Hai sete,
Certo. Sta' fermo, ti prendo l'acqua"
Fece volare
fino a loro un
bicchiere con un incantesimo di appello e lo riempì con un
colpo
di bacchetta. Dovette aiutare l'Elfo a bere, perché le sue
mani
tremavano così forte da far versare tutta l'acqua sul
pavimento..
Dopo avergli fatto riempire il bicchiere almeno una decina di volte,
finalmente Kreacher riuscì a raccontare a Regulus cosa era
stato
costretto a fare dal Signore Oscuro.
"...ma Kreacher è tornato a casa."
Ripeté poi.
"Sei stato bravissimo Kreacher, bravissimo! Riposa, adesso."
Regulus capì.
Per la seconda volta in quella giornata, semplicemente, capì.
Adesso sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
Forse, grazie a lui, altre persone sarebbero state salvate.
Avrebbe avuto un po' di redenzione e Sirius sarebbe stato orgoglioso di
lui.
Se
solo avesse potuto saperlo.
NdA:Allora,
spero vivamente
di non essere sfociata nel banale. Regulus è uno dei miei
personaggi preferiti e, se non avessi avuto l'occasione
del contest, non sono sicura che sarei riuscita a scrivere di lui:
è troppo importante perché le mie mani possano
rovinargli
la reputazione! xD
Ho
cercato di dare una spiegazione in più sul perché
Regulus sia finalmente riuscito a ribellarsi a
Voldemort e alla sua famiglia. Credo che Sirius abbia un ruolo molto
importante in questa storia, anche se viene nominato solo poche volte.
Le sorelle insegnano tante cose a Regulus semplicemente incontrando il
suo sguardo.
In
più, loro due, sono una specie di metafora che sta a
significare lo smarrimento di Regulus e il fatto che Sirius abbia
sempre provato a salvarlo da decisioni che lui sapeva essere sbagliate.
Ho cercato di esprimerlo al meglio!
Spero di essere stata originale...
almeno un po'. xD
Giudizio:
Grammatica e Sintassi:
10/8.5
Originalità:
5/4
Caratterizzazione dei
Personaggi: 10/9.5
Gradimento personale:
5/5
Totale: 30/27
Che dire? Io adoro Regulus, amo leggere storie su di lui e questa mi
è piaciuta.
Prima di tutto ti dirò che la situazione che hai usato
è abbastanza abusata.
Cioè il momento in cui Regulus realizza di sbagliare e
decide di ribellarsi l'ho vista molte volte nelle fanfiction (anche se
è una scena che amo), ma il modo in cui lui trova la strada
giusta da intrapendere è innovativa e dolce. Questa
similitudine tra le due sorelle e i fratelli Black mi ha colpita.
Perché è vero che Sirius ha tentanto di portarlo
sulla strada giusta, mentre Regulus si stava perdendo. E
così è stato, Regulus si è smarrito,
per troppo tempo.
Quella bimba invece ha ritrovato la strada, sperando che possa restare
per sempre sotto la vece della sorella e i genitori.
Quindi nell'originalità ti ho tolto un punto per via della
scena abusata. Pultroppo il punteggio pieno non potevo dartelo.
Nella caratterizzazione ti ho dato nove perché secondo me
Regulus non è in grado di arrivare al punto di considerare i
babbani come suoi pari. Di non ucciderli, di accettare che sono essere
umani, con il diritto di vivere la loro vita, questo sì. Ma
credo che, dopo anni e anni di abitudini, per lui è troppo
considerarli dei pari.
Infine veniamo alla grammatica e sintassi. Grammatica tutto bene, non
ho trovato errori rilevanti. Anche la sintassi va benino, ma un po'
meno. Tendi a costruire periodi troppo lunghi e a volte diventano
complessi e faticosi da leggere. Hai un buono stile, ma devi migliorare
perché non è sempre scorrevole. :)
Ma al di fuori di alcuni difetti, hai fatto un buon lavoro. Brava ^^
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