Di
ricette, bottoni e formaggio
In
quel mattino di dicembre, Albus Dumbledore si girò sul
fianco da sotto le
coperte, poggiando il viso su una parte del materasso fredda come
ghiaccio.
Aprì
gli occhi di scatto, le pupille scure distinsero le lenzuola scostate
dal lato
destro del letto: Minerva si era già svegliata.
Si
alzò a fatica, infilando i piedi nel suo paio preferito di
babbucce imbottite.
Dalla
stanza attigua proveniva un tintinnio di pentole e scodelle.
Strascicò
i piedi stancamente e si affacciò sulla soglia, incuriosito.
Minerva
McGonagall, vestita con una lunga tunica verde smeraldo coperta da un
grembiule
di lino dall'aria consunta, si affaccendava intorno a un grande tavolo
di legno
occupato da cucchiai, pentole di rame, scodelle e libri di cucina.
«Minerva?»,
domandò confuso con la voce ancora impastata dal sonno.
La
donna alzò la testa. Gli occhi verdi e penetranti erano
puntati su di lui, una
scintilla di terrore e affanno li accendeva, unita a quella strana
espressione
che assumono i bambini quando li si scopre con le mani nel vasetto
della
marmellata.
«A-
Albus», borbottò con la voce incrinata dall'ansia.
Le
sue guance erano eccessivamente arrossate, i capelli scuri erano
scompigliati,
ciocche ribelli sfuggivano alla crocchia in cui la professoressa era
solita
legarli.
«Sono
contento che anche tu sia felice di vedermi, cara»,
commentò divertito il
Preside.
Si
avvicinò al tavolo, osservando il lavoro della compagna.
Una
scodella conteneva chiare d'uovo, affiancata da un'altra colma di
tuorli, altre
ancora esibivano il loro contenuto di zucchero, formaggio, panna e
biscotti.
«Stavi
facendo una torta?», le chiese l'uomo con perspicacia, senza
nascondere un
sorriso impertinente.
Il
labbro inferiore di Minerva tremò un poco, prima che la
proprietaria lo tirasse
in un sorriso forzato, fino a farlo divenire quasi livido.
«Volevo
preparare un cheesecake per il tuo compleanno, so che ti piace
molto».
«Addirittura
senza magia? Che pensiero gentile».
«Purtroppo
ti sei svegliato e io sono ancora in alto mare, sorpresa
rovinata».
Albus
le sorrise a trentadue denti, cingendole la vita con le mani,
«Possiamo
prepararla insieme se vuoi», le sussurrò.
Minerva
si girò a guardarlo, gli occhi lucidi. «Sul
serio?».
«Sul
serio», assicurò lui afferrando il cucchiaio di
legno che la donna aveva
appoggiato su una pentola e porgendoglielo.
Minerva
lo strinse con dolcezza, un'espressione decisa sul viso, iniziando ad
amalgamare lentamente zucchero, uova e formaggio.
La
base della torta, formata da biscotti triturati e cotti al forno con
zucchero e
burro, aveva appena concluso la cottura. Un denso profumo dolciastro
aleggiava
nella stanza.
Osservò
la professoressa mescolare con esperienza l'intruglio di ingredienti da
sopra
la sua spalla, la barba argentea che solleticava delicatamente la pelle.
Seguì
le sue istruzioni con diligenza, notando come scrutava il libro di
ricette con
attenzione, gli occhi puntati sulle pagine scritte a mano, la lingua
che sporgeva
un poco dalle labbra per mantenere la concentrazione.
Ogni
tanto, mentre la donna si distraeva per controllare minuziosamente la
ricetta o
la solidità della base di biscotto, Albus infilava furtivo
il cucchiaio in
bocca, assaporando il particolare sapore della crema al formaggio.
Minerva
versò infine il preparato in una teglia, ignara che fosse
stato alleggerito di
qualche cucchiaiata in meno, per poi infornarla.
«Adesso
che si fa?».
La
donna gli sorrise, rimuovendo una parte di formaggio fresco che era
rimasta sul
naso adunco di Albus con un bacio. «Adesso si
aspetta», gli rispose.
Poco
tempo dopo il forno trillò. «E'
pronta!», s'illuminò la cuoca. S'infilò
rapida
i guanti di panno e l'estrasse con maestria.
La
torta era di un bianco candore, la superficie pareva quasi caramellata
e un
delizioso profumo di formaggio e zucchero invase la cucina improvvisata.
Minerva
la poggiò sul tavolo, annusando l'aroma che saliva in dense
spirali verso il
soffitto con aria soddisfatta. «Oh, Albus»,
cominciò appena si fu girata, «Il
tuo bel pigiama si è sporcato!».
Dumbledore
abbassò lo sguardo sulla propria tunica blu notte,
evidentemente chiazzata da
macchie chiare che spiccavano sul pregiato tessuto scuro.
Passò
l'indice su una di queste e se lo portò alle labbra.
«Formaggio», mormorò
deliziato, facendo schioccare la lingua.
Ridacchiò
davanti all'espressione sbalordita della donna, osservandola da capo a
piedi.
«Io sono sporco, ma tu hai il vestito slacciato».
Minerva
fece per allacciarsi il bottone all'altezza del petto, ma Albus la
fermò,
facendo passare lui stesso il bottone all'interno dell'asola,
lentamente.
Sorrise,
alzando lo sguardo e posandolo sui suoi occhi. Indugiò un
momento nel guardare
la propria compagna: le guance scavate e arrossate, i capelli
scarmigliati, le
prime leggere rughe che comparivano intorno agli occhi verde prato.
Si
avvicinò al suo viso, per lasciarle un delicato bacio sulle
labbra.
Minerva
avvampò notevolmente, si pulì le mani sul
grembiule e borbottò: «Devo finire di
guarnire il cheesecake».
Albus
le accarezzò la guancia, sorridendo un poco. Posò
le sue labbra sulla fronte
della donna e mormorò: «Vado a prendere le
fragole».
La
fic si è classificata seconda al contest Dolci Tentazioni di stellalontana
(segue il giudizio).
Mi
sono particolarmente divertita a scrivere di quei due in un
ambito così particolare, direi un fluff tendente al comico xD
Spero
vi sia piaciuta, attendo commenti speranzosa
Jo
Secondo
posto:
Jo_96 “Di ricette,
bottoni e formaggio” con 46,50/50 punti vincitrice
del premio
“miglior finale”
Grammatica
e sintassi: 9.5/10
Stile e lessico: 9/10
Uso del prompt: 14/15
Originalità della trama: 9/10
Caratterizzazione dei Personaggi: 5/5
TOT: 46.5/50
Una
storia deliziosa come la torta che Minerva
prepara per Albus. Un miscuglio di dolcezza e simpatia che mi ha
lasciato la
voglia di assaggiare il cheesecake. Non avevo mai letto nessuna storia
su questa
coppia e devo dire che è stata una bella scoperta. Ho
apprezzato l’uso del
prompt, soprattutto il bel pigiama blu notte di Albus. In conclusione
una
storia ben costruita, leggera, gradevole e dolce. Il finale
è il migliore,
secondo il mio modesto parere, che ho letto, quindi ti meriti il premio
“Miglior Finale”. Brava!
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