Science
of silence
Era
una notte buia e senza luna.
Il
cielo era trapuntato da punti di tenue luce, piccole stelle appese agli
scuri
drappi celesti.
L'ufficio
del Preside era al buio quando Minerva vi entrò, avvolta in
una pesante
vestaglia scozzese.
Si
fermò sulla soglia e i suoi occhi verdi scrutarono
l'oscurità, non riuscendo a
distinguere la familiare figura che andava cercando.
Come
se avesse percepito la sua presenza, il Preside parlò.
«Vieni pure avanti,
Minerva».
Avanzò
incerta nel buio, muovendosi con cautela, le mani leggermente in avanti
per
evitare di urtare qualcosa.
Lo
trovò in piedi di fronte alla finestra, lo sguardo perso nel
vuoto.
La
fioca luce esterna gli illuminava la barba bianca, pareva un complicato
intreccio
di fili d'argento.
L'espressione
del suo viso era malinconica, quasi sofferente.
«Professor
Silente, sta bene?»
Albus
la guardò con gli occhi azzurri inumiditi da un sottile velo
di lacrime.
«P-professore?»,
balbettò disorientata.
Si
avvicinò a lui, poggiando una mano sulla sua spalla. Il
Preside continuò a
guardarla in silenzio.
Minerva
rimase impietrita sul posto, le pupille dilatate dalla preoccupazione.
Silente
si girò di nuovo verso la finestra.
La
quiete che avvolgeva il suo studio era disturbata solo dai respiri dei
due interlocutori,
lento e pacato il primo, rapido e ritmato il secondo.
«Per
la barba di Merlino, Albus», cominciò,
«Che sta succedendo? Non sopporto di
vederti così».
L'uomo
sorrise lievemente. «Se solo sapessi, Minerva».
«Questa
notte mi assenterò da scuola», proseguì
dopo una breve pausa. «Entro l'alba
dovrei ritornare».
«Dove
andrai?»
Albus
inspirò profondamente. «Non posso
dirtelo».
«Non
puoi dirmelo?», ripeté la donna, la voce incrinata
dalla delusione. «Perché?»
Il
Preside fece per parlare, ma lei lo interruppe. «Ti ho
appoggiato in qualsiasi
tua decisione. Sono sempre stata al tuo fianco, Albus. Sempre».
«Lo
so, Minerva».
«Perché
mi ripaghi così, allora? Non ho mai posto domande sui tuoi
affari o sulla tua
vita personale. Quello che so è ciò che hai
voluto confidarmi di tua spontanea
volontà. Ora spiegami perché la tua ricompensa
è il silenzio».
«Il
silenzio, quale sottile scienza! Vale più di mille parole,
per chi sa
ascoltarlo», sospirò.
La
professoressa esplose. «Basta parlarmi per enigmi,
Albus!»
Gli
occhi di Silente la fissarono, tristi e penetranti come lame di
ghiaccio, onde
di un mare in tempesta.
«Voglio
la verità»,
singhiozzò la donna.
«La verità
è una cosa
meravigliosa e terribile, per questo va trattata con cautela»,
sussurrò senza dare risposta all'implorazione ricevuta.
«E'
così che vuole vedermi, professore?
Brancolare nel buio e vederla soffrire, per poi soffrire io stessa? Non
è molto
altruista da parte sua», concluse dandogli freddamente del
lei, la voce
infranta dal pianto.
Il
Preside si avvicinò alla collega lentamente, quasi misurando
ogni passo che li
separava.
La
strinse a sé, cercando di calmare i gemiti che ne scuotevano
il corpo e le
lacrime che scorrevano copiose lungo la barba argentea.
La
stanza era silenziosa, si percepiva solo il battito di due cuori
sofferenti,
lacerati dal dolore.
Albus
le accarezzò una guancia, guardandola con gli umidi occhi
azzurri.
La
baciò sulla fronte teneramente, con un sorriso triste.
Minerva
chiuse gli occhi, cercando di carpire ogni singola sfumatura del suo
profumo,
cercando di conservare ogni singolo particolare di quel momento.
Tempo
un battito di ciglia e Silente era sparito.
Nell'ufficio
del Preside non rimase che un cuore solitario, infranto dal dolore.
Non
rimase che un cuore solitario a battere in silenzio.
La fic sta partecipando al Flashback contest - con citazioni
da Harry
Potter! di
Polvere_di_stelle, di cui devo ancora ricevere i risultati
da molto tempo *sospira*. Suppongo che prima o poi arriveranno.
Dovevo utilizzare alcuni prompt (nel mio caso ho usato: stelle, sguardo
e mare -andavano bene anche solo se citati) e, soprattutto, la
citazione, segnata in rosso nel testo.
Il mio lavoro non mi entusiasma particolarmente, potevo fare
sicuramente di meglio, mi pare di non essere riscita ad esprimere il
momento, i sentimenti, le emozioni. Ma questo sarete voi a giudicarlo.
Fatemi sapere ;D
Jo
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