Capitolo 1
Benvenuti,
e grazie per aver aperto la pagina.
Prima di iniziare la storia, vorrei mettere in chiaro alcune cose.
1) Voglio sin da subito chiarire che per scrivere questa storia io mi
baso su "Yosuga no Sora",
l'anime che mi sta rendendo il lavoro molto più facile, non
vi stupite, quindi, se trovate dei pezzi identici all'anime.
2) Anche se prendo spunto da qualcosa di non mio, questo non vuol dire
che sarà una copia totale, dove potrò, infatti,
cercherò di modificare la storia, ed il finale
sarà sicuramente diverso da quello dell'anime.
Detto questo, vi lascio alla storia, ci vediamo alla fine del capitolo
Buona lettura.
Verso una nuova pagina
Il sole estivo mattutino illuminava
il piccolo paese di Himitsu, era pieno luglio, il 13, per l'esattezza,
il piccolo pullman che collegava il paesino alla città di
Nara,
una delle provincie della regione una volta al giorno, stava per
portare a termine la sua corsa, il vecchio motore emetteva un continuo
ronzio, infrangendo il silenzio che dominava sugli immensi campi del
luogo. Nessuno si trovava sul quella piccola circolare giornaliera,
nessuno, a parte due ragazzini, 16-17 anni circa, la prima figura era
un maschio, capelli bianchi, occhi rossi e carnagione chiara, il suo
sguardo, insieme a quel leggero sorriso sulle labbra, lasciava
trapelare l'innocenza, lasciava intendere tutti i buoni propositi che
giravano nella sua testa, le speranze, i sogni di tutti i ragazzi della
sua età, anche se, in quello sguardo cremisi, c'era una
leggera,
o anche impercettibile, sfumatura di tristezza, di segreti nascosti. La
seconda figura, invece, era una ragazza, lunghi capelli bianchi, che, a
giudicare dalla lunghezza, arrivavano fino a metà della
schiena,
ai lati, due fiocchi neri li raccoglievano in due codine, come il
fratello, anche lei, oltre ad avere i capelli dello stesso colore,
anche gli occhi e la carnagione erano uguali, la differenza, invece,
stava negli occhi, anche se identici per colore a quelli del fratello,
e nonostante il rosso accesso, simile al fuoco, erano freddi, chiusi,
non lasciavano trasparire nessuna emozione, nessun rimpianto, nessuna
gioia. I due erano i fratelli Evans, fratelli gemelli, orfani dopo un
incidente stradale che aveva ucciso entrambi i genitori, e che adesso,
in cerca di pace, si stavano dirigendo verso la, ormai abbandonata,
casa dei nonni paterni.
Yui, la sorella, si
trovava testa
poggiata sulla spalla del fratello, Soul, un pò scomodo
visto
che era più alto di lei, con lo sguardo fisso su
ciò che
si notava al di fuori del finestrino del veicolo, il continuo correre
di un immenso campo, in lontananza delle montagne, mentre il cielo
azzurro, intervallato da qualche piccola ed innocua nuvola bianca,
faceva da sfondo.
-Quanto altro manca?-
chiese con un
tono annoiato, stanco, quasi rude nei confronti del fratello gemello,
che sembrò non offendersi a quelle parole, rispondendo con
un
leggero sorriso e con qualche semplici parole
-Non manca molto,
siamo quasi
arrivati...hai fame?- chiese poi il ragazzo, preoccupandosi per la
sorella, sapeva come prenderla, bisognava solo distrarla, nient'altro,
tenerla occupata quanto bastava.
-Si- rispose schietta
la ragazza, rapida.
-Beh, sei fortunata...
è
rimasto un altro pacchetto di bastoncini al cioccolato...- disse il
ragazzo, mentre con la destra si faceva largo tra le varie confezioni
di brioche, e lattine di tè.
Una volta aperto il
pacchetto, lo porse alla sorella, che subito lo prese, iniziando a
mangiare qualche bastoncino
-Potevi dirlo anche
prima- disse,
con un tono di rimprovero, Soul, però, non si
lamentò di
ciò, anzi, fu felice, perché poteva essere anche
strano,
ma quelle parole non erano parole di ringraziamento, secondo Alice
erano parole di ringraziamento.
-Cosa c'è
adesso?- chiese la
ragazza, dopo aver dato un veloce sguardo al fratello gemello, che
sembrava perso nei suoi pensieri, anche se non lo lasciava a vedere.
-Niente...stavo solo
pensando
perché non ti fai fare una divisa, tutto
qui...così
potresti venire a scuola quando vuoi tu...- disse il ragazzo, ma la
sorella gli rispose subito, negando ogni possibilità
-Non voglio...non mi
piace-
concluse, anticipando la prossima, e sicura, domanda del fratello,
ormai si conoscevano da quando erano nati.
Quando arrivarono ad
Himitsu, il
pullman lasciò loro nella isolata stazione degli autobus, ad
accoglierli solo un distributore di merendine e bibite, nessun altro,
osservandosi intorno non si vedeva in lontananza le presenza di una
abitazione, probabilmente avrebbero dovuto camminare a piedi per poter
arrivare a casa.
-Io non voglio
camminare a piedi-
si lamentò subito Yui, osservando il fratello, pretendendo
da
lui che trovasse una soluzione.
-Andiamo...non ci
vuole molto
tempo, e poi qui vicino c'è un grande centro commerciale-
disse
il ragazzo, scusandosi con la sorella con lo sguardo, e sperando che
questa non si fosse lamentata ancora prima di incamminarsi.
Fortunatamente non fu così, i due iniziarono a camminare con
un
leggero passo, Soul avanti, mentre la sorella si tratteneva a lui
tenendolo per la maglia, poteva sembrare anche rude, antipatica e
lamentosa, ma la ragazza non voleva assolutamente allontanarsi da suo
fratello, l'unico membro della famiglia che gli era rimasto e che la
capiva come non mai.
-Soul...stiamo
camminando da molto
tempo...e non ho visto nessun centro commerciale- disse la ragazza, che
adesso, giustamente, chiedeva spiegazioni al fratello, visto che
l'aveva ingannata per poter camminare e dirigersi verso casa senza che
la ragazza si lamentasse.
-Andiamo...siamo quasi
arrivati...e
siamo fortunati che abbiamo comprato la cena per stasera prima di
partire, altrimenti ci saremo dovuti allungarci di più...-
disse il
ragazzo, chiedendo alla sorella un altro piccolo sforzo, dopotutto non
mancava molto, infatti si ritrovarono sulla cima di una salita, che,
una
volta scesa, li avrebbe portati direttamente a casa, la quale si vedeva
anche da lì
-Visto?...siamo
arrivati- disse il ragazzo, tranquillizzando la ragazza con un sorriso
tenue.
Prima di scendere la
discesa, diede
un ultimo sguardo alla casa, nella mente gli tornarono i motivi per il
quale dovettero andare via, ma scosse subito la testa, scacciandoli, il
passato era passato, adesso bisognava pensare al presente, concluse.
NdA
Piaciuta? ci sono errori? non aspettate e ditemelo immediatamente,
cercherò di migliorare la storia in modo da renderla il
più preferibile a voi.
L'unico dispiacere che mi do è il fatto di scrivere una
storia che non farina del mio sacco.
Aggiungo delle ultime informazioni, la lunghezza del capitolo
è variabile.
Ultima informazione che vi do è la frequenza della storia,
che sarà settimanale
Quindi, ci vediamo Mercoledì 18
Carcar93
|