La
danza del vento
Le
spighe dorate ondeggiavano al vento, illuminate dai caldi raggi del
sole di
maggio.
Minerva
McGonagall e Albus Dumbledore camminavano lungo un sentiero sterrato,
l'uno
vicino all'altra, le tuniche colorate fruscianti che segnalavano i loro
passi.
«Guarda
Albus, le spighe danzano sospinte dal vento», notò
Minerva, lo sguardo
perso nel panorama, quasi come una bambina che scopre il cielo azzurro
per la
prima volta.
Lui
sorrise, guardandola intensamente. «Amo il tuo gusto per la
semplicità».
Minerva
abbassò lo sguardo dal suo e fissò il piccolo
medaglione dorato che portava al
petto, irritata con se stessa per essere arrossita quasi
impercettibilmente.
Con
un movimento della bacchetta il mago aprì un varco tra il
grano e le tese una
mano, «Vieni, uniamoci alle danze».
La
donna la strinse dopo un momento di titubanza, seguendolo docilmente.
Il
profumo delle spighe si diffuse nell'aria mano a mano che i due si
addentravano
nella fitta selva dorata.
Poco
distante dal limitare del campo di grano stava un piccolo spiazzo,
esattamente
dove il sole aveva bruciato parte delle spighe con l'eccessivo calore e
i
contadini avevano dovuto tagliarle.
Dumbledore
si sedette con grazia, imitato da Minerva. L'uomo si distese a pochi
centimetri
da lei, osservando il sole con gli occhi
azzurri velati dagli occhiali a mezzaluna.
La
professoressa lo imitò, contemplando il cielo di un intensa
sfumatura di
zaffiro, come gli occhi del suo vicino. Il vento leggero e tiepido le
solleticava il viso, arrossandole un poco le gote.
Quando
abbassò lo sguardo, Albus Dumbledore si era alzato in piedi
e le tendeva una
mano, un sorriso sornione a illuminargli il viso. «Mi concede
questo ballo nel
vento, professoressa McGonagall?».
L'ombra
di un sorriso increspò le labbra della donna, che
annuì leggermente.
Si
alzò in piedi e poggiò la mano destra nella sua,
lasciandosi cingere la vita
con dolcezza. Si fece guidare da un esperto Albus, i piedi seguivano i
suoi, i
movimenti erano lo specchio di quelli dell'uomo.
Con
un'elegante giravolta, il Preside la fece girare su se stessa, seguendo
il
ritmo delle lievi raffiche d'aria che muovevano la gonna di Minerva.
Terminato
il volteggio la strinse a sé, il petto aderente a quello
della donna. Minerva
iniziò a respirare quasi affannosamente, lo sguardo perso in
quel mare celeste
che erano i suoi occhi.
Lui
accennò un sorriso, scostando una ciocca di capelli scuri
che si era ribellata
alla crocchia e giaceva inerme sulla fronte della compagna.
Infine,
lentamente ma senza esitazioni, le sue labbra sfiorarono quelle di
Minerva; un
bacio dolce e casto, che la fece avvampare notevolmente.
Il
suo primo bacio. Il loro primo
bacio.
Dumbledore
ridacchiò, premendo le labbra sulle sue ancora. Minerva
rispose con
delicatezza, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.
«Voglio
che lo tenga tu, davvero», gli mormorò
più tardi in quello stesso campo la
compagna, la schiena appoggiata al suo petto.
Albus
prese il medaglione che la donna gli porgeva. «Sul
serio?», chiese sorpreso.
Lei
annuì seria, girandosi per farglielo indossare
personalmente. Sfiorò il naso
adunco con le labbra sottili, facendosi stringere le mani tra quelle
due volte
più grandi dell'uomo.
«Sul
serio», sussurrò.
Albus
Dumbledore giaceva sul terreno, gli arti in una posizione innaturale.
Minerva
accorse su di lui, trattenendo un urlo di dolore.
Del
suo migliore amico, compagno e amore non era rimasto nulla. Nulla
tranne che un
corpo vuoto. Un cadavere.
Lacrime
trasparenti scivolarono dalle sue guance, cadendo e immergendosi tra i
fili
argentati della barba dell'uomo.
Solo
allora lo notò. Un bagliore dorato, quasi impercettibile al
buio.
Si
trattava di un piccolo medaglione, di fattezza familiare.
Lo
strinse tra le mani tremanti, sperando che avesse conservato un
briciolo del
calore del suo corpo, del suo cuore.
Sperando
che avesse conservato un briciolo di quel caloroso pomeriggio nel campo
di
grano, un briciolo di quel vento tiepido da liberare nell'aria fredda
della
sera, come l'anima di Albus che abbandonava lentamente il corpo del suo
padrone, librandosi in cielo e danzando come l'etere di quel giorno di
fine
maggio.
Buonasera.
La
fic si è classificata seconda al contest Una carrellata di primi baci di Acquamarine_ .
Spero
vi sia piaciuta, l'ho scritta abbastanza di getto, a di la
verità. Fatemi sapere che ne pensate.
Buona serata e buon primo bacio a tutti.
Jo
2a
classificata: “La danza del vento” di Jo_96
Grammatica: 19,5/20
“maggio” → la prima lettera
sarebbe maiuscola. -0,10*2=-0,20
“per aver arrossito”
→ l'ausiliare sarebbe dovuto essere
“essere”. -0,20
“Con un movimento della
bacchetta il mago aprì un varco tra il grano e le tese una
mano, «Vieni, uniamoci alle danze».”
→ credo che quella virgola fosse un punto, giusto? -0,10
(errore di distrazione)
Caratterizzazione
personaggi: 9/10
Albus è silenzioso e
stupefacente proprio come l'originale, Minerva è tranquilla
e riservata, anche in una situazione come questa. Sono anche molto
credibili, soprattutto l'ultima parte, ma mi sarebbe piaciuto che tu
avessi curato un po' di più l'introspezione.
Originalità:
10/10
Sai anche meglio di me che il
pairing è poco usuale, quindi questo gioca tantissimo a tuo
favore! Inoltre sul sito non ho mai letto una fic simile, molto brava!
Utilizzo
prompt: 5/5
Il filo sottile che collega le
due parti della storia è proprio quel ciondolo che assume,
quindi, un ruolo centrale, come simbolo dell'amore dei due, che supera
anche la morte.
Bonus:
1/1
Il luogo facoltativo
è stato utilizzato!
Gradimento
personale: 10/10
Io adoro il tuo stile,
semplicemente.
Hai utilizzato parole ed
espressioni arcane, ma ciò non ha minimamente appesantito il
testo. Il tuo modo di impostare le frasi, la semplicità
complessa dei periodi, il sentimento che traspare ad ogni battuta, la
leggerezza dell'intero scritto... non so più come dirlo xD
Bravissima!
TOTALE:
54,5/56
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