Capitolo 1
SAlve
a tutti!!!^^ grazie mille per aver aperto la mia storia ve ne sono
mooooolto grata^^ si lo sò il primo capitolo è un
pò piccino,ma abbiate pazienza e il prossimo sarà
più lungo promesso :) buona lettura :D
Toc
toc....toc toc un rumore fastidioso mi perforava le
orecchie. Toc toc
non accennava a fermarsi, la cosa cominciava ad infastidirmi.
Aprì stancamente gli occhi. La camera era buia, rischiarata
dal
tenue bagliore lunare che penetrava dalla finestra posta dietro il mio
letto. Mi alzai carponi più intontita di prima. I capelli mi
solleticavano il bacino, ormai li avevo davvero lunghi. Mi spostai una
ciocca dal viso e cercai di fare mente locale. La camera era
silenziosa, non vi era più traccia del brusio di poco fa.
Spostai lo sguardo sulla sveglia vicino al letto, le tre meno venti.
Forse ero più stanca di quanto pensassi: avere sedici anni
non
è così facile come lo fanno vedere in tv. Mi
girai e feci
per rimettermi sotto le coperte. Toc
toc spalancai gli occhi, stavolta non lo avevo immaginato.
Mi guardai intorno...toc
toc...toc tocil
suono si era fatto più insistente, riecheggiava per tutta la
stanza. Scesi dal materasso, i pantaloni del pigiama mi sfioravano i
talloni, il pavimento era freddo. Camminai incerta fino alla fonte di
quel ticchettio insolito: il mio armadio. Fissai quell'imponente
costruzione in mogano scuro che mi guardava minacciosa, mai come in
quel momento mi sembrava così cupa ed irreale. Alzai la mano
tremante verso l'anta e presi un bel respiro. Feci un passo avanti e
toccai il materiale legnoso, attesi. Non accadde nulla. Il brusio era
cessato, ormai solo il silenzio riempiva la stanza. Mi presi un minuto
di riflessione per accertarmi di non essere impazzita. Mi ero
immaginata tutto? una risatina nervosa cominciò a
solleticarmi
la gola. Mi coprì la bocca con le mani per evitare di
svegliare
i miei. Con più decisione nella mano e un sogghigno che mi
dipingeva il viso posai stavolta tutto il palmo sull'anta. Mi diedi
dell'idiota. Fu però quando allontanai la mano dall'armadio
che
tutto accadde: la superficie da liscia diventò morbida e
increspata, come se avessi lanciato un sassolino in un lago. Feci due
passi indietro ritraendo la mano. Le ante si aprirono di scatto,
annaspai in cerca d'aria, ma ai polmoni non arrivava nulla. Mi sentivo
morire. L'interno dell'armadio era ormai una nebbia nera e fitta, non
si vedeva la fine. Cominciai a pensare a qualunque spiegazione
minimamente logica, ma non la trovai. Feci due passi indietro cercando
di tranquillizzarmi, ma non servì a nulla. La...cosa
cominciava a uscire dall'armadio e a prendere forma. In poco divenne
una mano grossa possente e consistente. Rimasi impietrita. Era un
sogno, sicuramente un sogno...doveva
essere un sogno. Le dita lunghe e affusolate, spesse più o
meno
come la mia testa, mi si avvicinarono lentamente, fluttuarono per un
pò nel mio campo visivo per poi sfiorarmi la fronte. Erano
fredde e pungenti. Non potevo star sognando. Era tutto troppo reale per
star ancora sognando. Feci un'altro passo indietro, ma la cosa non era
d'accordo. Appena percepito il mio movimento, con forza e decisione
chiuse le dita intorno alla mia vita. Provai a strillare in cerca di
aiuto, ma una gran quantità di fumo nero mi
penetrò con
forza la gola, bloccandomi la voce e il respiro. Impietrita non potevo
fare altro che stare immobile mentre l'essere indefinito mi portava con
se dentro quel vortice che una volta era il mio armadio. Chiusi gli
occhi con forza, non volevo vedere. L'ultimo ricordo di quella vita
sono le ante dell'armadio che si richiudono sbattendo con forza.
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