ff
Premessa: Questa storia è nata
per partecipare alla Nona sfida tra le Houses nel Vkfansforumcommunity
e contro tutte le più rosee previsioni della sottoscritta, che
non voleva nemmeno pubblicarla, ha vinto il Secondo Round. E' una
storia OOC, anzi, fortemente OOC, quindi prendetela come merita,
è una parodia! Ringrazio Maika, Aoi-chan, Maleka, Airi e tutte
le ragazze della Kaname House che in quella serata di sclero comune,
scherzando su "Kaname ginecologo" mi hanno dato l'idea per scrivere
tutto questo. Ringrazio chi nel forum l'ha votata e si è fatto
quattro risate. Ringrazio chi tra tutte voi la leggerà e
vorrà lasciarmi un commentino...
Avete
presente il detto avere Saturno contro?
No, non sto parlando del film di Ozpeteck, sto proprio parlando del
detto popolare. No? E allora, conoscete la legge di Murphy if
anything can go wrong, it will?
Oh bene, almeno quella la conoscete!
Ecco,
questa è più o meno la frase che rappresenta la situazione che si
era venuta a verificare a Villa Kuran in
quel famoso fine settimana di pieno inverno di un paio di anni fa.
Per chi non ne è ancora a conoscenza, i fatti sono questi.
Kaname Kuran, leader incontrastato dei vampiri, si stava finalmente
godendo di un periodo di pace e serenità dopo aver vinto la
battaglia con Sara Shirabuki, vampira sanguepuro sua antagonista che
chissà perché si era messa in testa di diventare regina dei
vampiri. Come se ne avessimo bisogno! C'era già Yuuki Kuran come
candidata e, diciamocelo francamente, tra una pazza furiosa e una
cerebrolesa totale, è decisamente meglio la seconda, non credete?
Se non altro fa meno danni!
Comunque, dopo aver vinto la battaglia, fatto pace con Takuma, aver
consolato Zero per la perdita della donna amata (ah, dimenticavo,
Kuran non lo sa, ma Zero tutte le sere lo ringrazia nelle sue
preghierine prima di andare a letto per avergli tolto il criceto
ambulante dai piedi...), aver firmato un trattato di non
belligeranza con gli hunter e chi più ne ha più ne metta, Kaname
era finalmente convolato a giuste nozze con la sua amata Yuuki e
adesso si godeva la tanto meritata serenità familiare.
L'unico vezzo che ancora si concedeva erano gli scacchi ma, dato che
non c'erano più battaglie da combattere e di conseguenza non c'era
più nessuno da usare come pedina, ora si dilettava negli scacchi
viventi, organizzando spesso delle serate in cui chiamava i suoi
vecchi amici e chiedeva loro di prestarsi spontaneamente. Ovviamente
accettavano tutti, ma non sempre di buon grado, ricordando i tempi
lontani quando essere usati da Kaname come pedine poteva portare a
delle conseguenze molto serie.
Anche quel fine settimana era stata organizzata una partita,
nonostante Yuuki Kuran ormai fosse più larga che alta. Eh sì,
perché tra le tante novità c'era anche il fatto che la
Principessina di ghiaccio aveva finalmente ceduto alle gioie del
sesso e le piaceva talmente tanto che spesso era suo marito a dover
dire basta, e contando che parliamo di un uomo che per millenni ha
solo sperimentato la pace dei sensi e la morte genitale, è tutto
detto! Di conseguenza, questa nuova attività fisica aveva portato,
come da manuale, un pargolo in arrivo, e ormai mancava meno di un
mese al lieto evento.
Oltre al bebè in viaggio, quel fine settimana aveva visto la
nevicata più copiosa degli ultimi duecento anni, ma data l'immensità
della magione, Kaname non si era scoraggiato e aveva invitato i suoi
ospiti a trascorrere da loro tutte le notti che volevano.
La neve era talmente alta e fitta che la protezione civile aveva
imposto il divieto assoluto di uscire di casa, di usare mezzi privati
e tanto meno pubblici e aveva consigliato di fare scorte di cibo e
attrezzature varie per tenere calde le abitazioni.
Secondo voi, in una situazione del genere, quale evento poteva
verificarsi, così, all'improvviso? Ovvio, no? Che iniziasse il
travaglio della gentil consorte! E si sa che in tale situazione anche
la donna più tranquilla, dolce, mesta, educata e posata si trasforma
in un'erinni tale da fare invidia alle tre originali della mitologia
greca.
Inutile dire che tutta l'attenzione fu monopolizzata dall'emergenza
travaglio e che la partita di scacchi tanto agognata dal povero
Kaname andava avanti a rilento.
In realtà Yuuki aveva una gran voglia di prendere la scacchiera e
buttarla giù dalla finestra, ma la sua educazione e il suo ruolo di
Regina le imponevano un certo contegno che lei riuscì a mantenere
nelle prime fasi del travaglio, quando le contrazioni non erano
ancora così forti e le permettevano ancora di poter esercitare il
suo fascino sull'aitante e premuroso maritino.
I suoi tentativi di boicottaggio iniziarono più o meno così:
“Kaname, tesoro, mi faresti una tazza di latte caldo? Sai ho
sentito dire che il latte allenta la tensione addominale...”, disse
la principessina sbattendo i suoi occhioni da cerbiatto.
E Kaname ovviamente si alzò, lasciando la scacchiera e si recò in
cucina a preparare il latte per la sua mogliettina, mentre una Ruka
visibilmente sconvolta e allibita lo guardava facendo fatica a
riconoscere lo stesso Kaname energico ed autoritario che amava lei.
Il latte fu portato a Yuuki, ma non appena lei iniziò a
sorseggiarlo, disse:
“Kaname, scusami, ma è troppo caldo, così non riesco a berlo.
Avresti voglia di raffreddarlo un po'?”
E Kaname, docile come una pecorella, andò nuovamente in cucina a
raffreddare il latte affinché le tenere labbrucce della sua Yuuki
non si ustionassero.
Ma anche questa volta non andava bene...
“Kaname, così è troppo freddo, rischio una congestione. Sii
gentile, su, riscaldalo un po'”.
Hanabusa rideva di nascosto, Ruka fulminava con gli occhi Yuuki e
Kaname eseguiva gli ordini senza battere ciglio.
Al terzo tentativo il latte era perfetto, ma proprio quando il
silenzio era calato e la partita stava ricominciando, alla
principessa venne un altro desiderio:
“Kaname, amore, mi porteresti un paio di biscotti. Ho un po'
fame...”
I biscotti arrivarono in men che non si dica e per un buon quarto
d'ora sembrò filare tutto liscio, ma era solo una tregua momentanea,
infatti non appena le contrazioni aumentarono la pazienza e
l'autocontrollo di Yuuki cominciarono a diminuire.
La giovane futura mamma camminava avanti ed indietro per il lungo
corridoio, andando dal salotto alla camera da letto e viceversa,
accucciandosi di tanto in tanto per terra, o appoggiandosi alla
parete, o aggrappandosi ad una tenda ed imprecando selvaggiamente.
Kaname era sinceramente preoccupato per la moglie e il fatto di non
poter uscire per andare in ospedale aumentava la sua ansia.
Yuuki era ormai fuori controllo.
“Ma insomma, Kaname, sei o no il re dei vampiri? E allora non puoi
usare uno dei tuoi poteri per aiutarmi???”, gli urlava dietro
Yuuki.
“Purtroppo no, tesoro. Questo è l'unico caso in cui nemmeno un
vampiro può nulla, devi avere pazienza...”
“Pazienza! Parli bene tu, non sei qui a soffrire...sei davvero un
ingrato egoista! Se io sono qui a soffrire, è solo colpa tua! Se
solo non ti fossi divertito tanto...”
Nessuno aveva mai visto Kaname Kuran arrossire imbarazzato, né in
questa vita, né nella precedente per tanto tutti i presenti fecero
finta di non aver sentito ciò che Yuuki aveva detto, mentre Kaname
tentava di farla calmare.
“Dai, Yuuki, vieni qui, ti massaggio un po' la schiena...e ti
ricordo che eri presente anche tu quando è successo...”
“Vai via! Non ti azzardare a toccarmi con quelle luride manacce! Se
sopravvivo stai pur certo che non mi toccherai mai più!!!”
E tra un insulto e un'imprecazione la serata trascorse fino ad
arrivare alla piena notte che, essendo la parte del giorno più
congeniale ai vampiri, non portava conseguenze a livello di sonno o
stanchezza.
Yuuki era ormai arrivata allo stremo delle forze, le sembrava che
quello strazio infinito non avesse mai fine e si chiedeva perché,
essendo una vampira, dovesse soffrire così tanto.
“Perché questa è l'unica cosa che accomuna le donne umane a
quelle vampire, Yuuki”, le spiegò Kaien Cross, un po' in veste di
padre, un po' in quella di hunter.
“Bella soddisfazione...a che ci serve avere tanti poteri se poi
dobbiamo soffrire così...”
“E' per apprezzare meglio la gioia che proverai dopo”, le disse
Hanabusa, guadagnandosi contemporaneamente una ciabatta in fronte da
Yuuki e una sberlotta sulla testa da Ruka.
La bella vampira era l'unica che, a dispetto dei suoi sentimenti, si
sentiva profondamente in pena per Yuuki e così, parlandole
dolcemente e sorreggendola, la convinse ad andare in camera, dove la
fece stendere sul letto per farla riposare un po'.
Nel frattempo chiese a Kaname se davvero non poteva fare nulla.
“No, Ruka, te l'ho detto.”
“Kaname, ma Yuuki non ce la farà mai da sola, ha bisogno di un
dottore. Non puoi usare il teletrasporto?”
“No, come giustificheremmo un arrivo in ospedale da qui, senza
un'auto? Capirebbero subito che c'è qualcosa di strano in noi...”
“E quindi vuoi dire che dobbiamo solo sperare che la nevicata
finisca?”, continuò Ruka, visibilmente agitata.
“Sì, è l'unica cosa da fare”.
Così, grazie alla proverbiale perspicacia delle donne, Ruka capì
che ormai era certo che Yuuki avrebbe dato alla luce il suo bambino
in quella casa, in quel fine settimana e che avrebbero dovuto fare
tutto da soli, tra di loro, dato che anche la speranza di chiamare il
medico si era infranta davanti all'evidenza delle linee telefoniche
che non funzionavano, né quella fissa, né quella mobile.
Cercando di fare leva su ciò che ricordava dai racconti di sua mamma
e sua nonna, Ruka cominciò a chiedere tutto l'occorrente per il
nascituro, cioè acqua calda, asciugamani, bende, forbici
sterilizzate sulla fiamma e tutto ciò che anche noi abbiamo sempre
sentito dire, da Via col Vento in poi, in ogni film in cui c'è una
povera sfig..ehm sfortunata che deve partorire da sola in condizioni
avverse.
E quelle condizioni erano davvero avverse, perché in tutto quel caos
Yuuki improvvisamente si rese conto che di fronte a lei c'era Ruka e
quindi la invase un'ondata di imbarazzo tale che si alzò e si
rannicchiò in un angolo della camera, dicendo che non avrebbe
permesso a nessun altro se non a Kaname di aiutarla a partorire.
“Ma Yuuki, ragiona un attimo”, cercava invano di dire Ruka
“Kaname non ne capisce nulla di bambini, di parti e di cose
simili!”
“Sì, è vero, ma non ho intenzione di farmi vedere in quelle
condizioni da te...e...poi...mi vergogno, ecco...a stare...in quella
posizione...così...esposta...” balbettava Yuuki tra una
contrazione e l'altra.
“Yuuki, cosa vuoi che me ne importi! Sei fatta come me, non starò
certo a guardale come sei fatta lì, ti pare?”
“No, no e ancora no! Mi faccio vedere nuda solo da Kaname, e così
sarà anche stavolta, chiuso il discorso!”
“E va bene, allora quando arriverà il momento chiamerò lui, ma
adesso, da brava, torna a letto e continuiamo a prepararci”, disse
Ruka, alquanto spazientita.
E Yuuki, tra i lacrimoni, si fece accompagnare docilmente da Ruka
che, sconsolata, non sapeva davvero più cosa fare.
Intanto c'era un continuo via vai tra il corridoio e l'anticamera,
tutti andavano a chiedere notizie della puerpera e soprattutto di
Ruka che era in evidente difficoltà, trattata da Yuuki in una
maniera tale che Sara al confronto sarebbe sembrata Biancaneve mentre
parlava con gli uccellini e Takuma si chiedeva seriamente chi fosse
più spaventosa tra le due sanguepuro.
Quando sembrava essere finalmente giunto il momento tanto atteso,
Ruka mandò a chiamare Kaname, il quale entrò di filata in stanza
seguito da Kaien, che non aveva nessuna intenzione di abbandonare la
sua bambina in un momento così delicato.
Ruka li squadrò dalla testa ai piedi, Kaname specialmente.
“Kaname-sama, scusa se te lo chiedo, ma...hai intenzione di aiutare
Yuuki a partorire vestito così?”
Kaname si guardò e, non notando nulla di strano nel suo
abbigliamento, disse:
“Sì, certo. C'è qualcosa che non va, secondo te?”
“Beh...direi che i pantaloni bianchi e la camicia di seta non sono
proprio indicati. Sai, non è che il parto sia proprio un momento
immacolato...cioè...c'è di tutto...sangue, acqua...un gran
pasticcio insomma, e i bambini non escono belli, puliti, profumati e
vestiti con graziose tutine...”
Kaname guardò Kaien, il quale ricambiò con uno sguardo paterno che
diceva Ruka ha ragione, figliolo mio, al che il
sanguepuro fece notare con candore degno di Lapo Elkan che il suo
abbigliamento era tutto pressapoco così, che non aveva abiti da
battaglia.
“Kaname, non ti preoccupare, vado a prendere i grembiuli! Ne ho
portati diversi, pensando di rendermi utile in cucina”, disse
Kaien, e in men che non si dica tornò con due dei suoi famosi e
orribili grembiulini con i gatti, tipo quello che Yagari gli aveva
già intimato di non indossare più.
Alla vista dei due vestiti in quel modo, Yuuki scoppiò a piangere:
“Non...voglio...che...che...la prima...cosa che...che...il bimbo
veda sia...sia...DUE IDIOTI VESTITI DA PAGLIACCI!!!”.
E come darle torto, povera stella? Kaname era assolutamente
inguardabile, seppur tenerissimo, mentre Kaien...beh...a vedere Kaien
vestito con il grembiulino con i gatti siamo tutte abbastanza
abituate, purtroppo!
Un urlo assordante mise fine a quella tragica scena e tutti si misero
ai posti di combattimento: Ruka vicino a Yuuki, a tenerle la mano e
possibilmente sollevarle le spalle nei momenti più critici; Kaien
dall'altro lato, tipo Santa Trinità, alla destra del padre, pronto
ad intervenire con una bella gomitata sul pancione in caso di discesa
troppo difficoltosa e Kaname in posizione frontale, pronto a prendere
il pupetto al volo manco fosse un giocatore di baseball.
Ma a questo punto, un dubbio assalì il re dei vampiri:
“Yuuki, cosa dovrei fare esattamente?”, chiese con innocenza pari
a quella di un angioletto.
Ruka, scuotendo il capo, gli spiegò con calma e pazienza che doveva
controllare la dilatazione e al momento giusto afferrare con
delicatezza il bimbo, aiutandolo ad uscire.
Kaname sbiancava lentamente ad ogni parola, pensando con orrore alla
scena che gli si sarebbe parata davanti agli occhi a breve.
“Su Kaname, ce la puoi fare!”, gli disse Ruka, cercando di
incoraggiarlo, ma chiedendosi mentalmente come avesse fatto ad
impazzire d'amore per lui per tanti ed interminabili anni, “Hai
fatto ben di peggio nella vita, no?”
Kaname annuì poco convinto e si sistemò, tra i pianti di Yuuki che
non riponeva nel marito la benché minima fiducia e a ben ragione,
dato che poco dopo, vedendo che la situazione non si sbloccava, il
suddetto marito se ne uscì con un consiglio non richiesto:
“Yuuki, tesoro, secondo me spingi nella maniera sbagliata...”
Ecco, un consiglio a tutti voi che leggete...non dite MAI una cosa
del genere ad una donna che partorisce, perché il povero Kaname si
ricorda ancora adesso la pedata, accompagnata da un “Vuoi venire a
spingere tu?!?!”, che ricevette dalla dolce mogliettina che, benché
sfinita, in quel momento riuscì a tirare fuori una forza sovrumana.
Ma alla fine, con enorme gioia, sollievo, stupore, meraviglia,
ammirazione e tutti gli aggettivi della lingua Italiana che volete,
il pargoletto riuscì a vedere la luce, tra le lacrime di Yuuki, che
non credeva di avercela fatta, di Ruka, che commossa dalla situazione
aveva deciso che un figlio lo avrebbe voluto presto anche lei, di
Kaien, che saltava avanti e indietro congratulandosi con sé stesso
per esser diventato nonno, e Kaname, che invece era rimasto
visibilmente sconvolto da ciò che aveva visto, e avendo la
“posizione d'onore”, capirete che non era stato certo un bello
spettacolo. Tutto quello che riusciva a ripetere era:
“Ma come è possibile che diventi...così?!?! Giuro che
d'ora in poi passerò tutte le sere a giocare a scacchi...chi ha più
il coraggio di...”.
Lascio a voi la gioia di capire a cosa si riferiva Kaname...dai,
su..non è difficile.
E come tutte le belle storie a lieto fine, anche quel fine settimana
finì nel migliore dei modi, pur cominciando in maniera pessima. La
famiglia Kuran gode di ottima salute, il piccolo cresce che è un
amore e le partite a scacchi continuano tutte le settimane.
Ah, ovviamente i propositi di Kaname sono stati dimenticati appena
possibile, e adesso un nuovo Kuran è in arrivo, ma questa volta la
famiglia al completo si è trasferita al Collegio Cross, che è in
centro città, comodo a tutti i servizi e soprattutto con un ospedale
vicino vicino, perché Kaname ha messo nero su bianco che non ha
nessuna intenzione di ripetere l'esperienza di ostetrico e
ginecologo...con buona pace di chi invece lo immagina così!
|