«Quando cammina con
Sherlock Holmes, Lei vede il campo di battaglia. E lei lo ha
già visto, non è vero?»
John Watson si
chiedeva cosa, esattamente, lo facesse sentire una nave alla deriva.
L'oceano sciolto in ogni direzione.
Senza capitano.
Senza meta.
Solo un'eternità mai desiderata di acqua e ricordi.
Non era successo niente di particolare in fondo, niente di nuovo.
Stagioni che passano,
lampadine che si fulminano, gente che muore. E' ciò che
succede a tutti.
Qualcuno di sua
conoscenza l’avrebbe trovata estremamente noiosa,
quell’esistenza letargica che gli scorreva sotto ai piedi.
Mai che facesse uno
sgambetto, mai che scivolasse via più veloce e lo mandasse
gambe all’aria.
Noia e rassegnazione.
Di nuovo era successo
che un bel giorno quella che gli sembrava un’aquila reale,
era solo una busta di carta che – gonfia per il vento come
una mongolfiera – era volata via.
John era cenere e
sotto il grigiore le braci ardevano ancora. Era bastato soffiare un
po’ e le fiamme gli si erano divorate la pelle,
quell’involucro in simil-plastica che teneva lontana la
polvere del vissuto, portato addosso un po' come croce, un po' come
protezione.
A volte è
sufficiente cercare nell’armadio una vecchia cintura per
trovare un bastone da soldato in congedo con la mente zoppa e le gambe
buone. E di fronte a quel pezzo di legno, capita magari di bloccarsi
qualche minuto e realizzare che forse domani il tempo sarà
immobile come sempre ma l’uomo sarà presto
spazzato via.
Allora succede che la
mano torna a tremare, che l’inedia si mastica la gamba sana e
la mente zoppa, che per mettere a tacere il proprio stramaledetto corpo
bisogna arrendersi all’evidenza. Il rumore secco della porta
che ci si chiude dietro è una bonaria presa in giro,
perché suggerisce che l’unica cosa da fare era
sempre stata lì, in quella pelle di plastica che lo
ricopriva come lenzuola sul mobilio, in quella mano sempre meno ferma e
sempre più fredda.
Allora succede che un
volo militare sta per partire e che la mano non trema più.
La sabbia nelle
orecchie non è solo la roccia sgretolata dei sogni.
Le esplosioni non sono
solo polvere da sparo e scintille di tuono.
Le ferite non sono
solo sangue che pesa sull'anima.
Il cielo non
è solo uno scarabocchio sbiadito.
Ogni cosa è
sporcata di grigio e d’azzurro, tra le urla
c’è la voce tagliente su cui finalmente
può sbriciolare le idee, e passare i giorni, e suturare la
vita altrui con ossigeno vero nei polmoni.
Il campo di battaglia
è concreto sotto ai piedi, e quasi sembra che anche quei bei
riccioli sparpagliati gli sorridano accanto.
Mano gamba e cuore,
nessuno trema più.
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Scritta per il prompt
dello SFI - John/Sherlock, tremore intermittente alla mano
sinistra.
Senza pretese, senza voglia, senza niente. Tanto, ormai.
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