Jiraya depose fogli e pennino e
svogliatamente si alzò,
dirigendosi alla porta di ingresso poco dopo che quattro colpi
rimbombarono nel
legno. Si chiese chi mai potesse essere a quell’ora di sera.
-Minato?- si stupì,
vedendolo all’ingresso, sorridente.
-Buonasera!- salutò.
-Che ci fai qui? Quelle rose sono
per me?- chiese
l’eremita sarcastico alludendo al bouquet che il giovane
teneva poggiato su una
spalla.
-Eheheh… il fatto
è che ho un appuntamento e volevo
chiederti un favore.-
Jiraya annuì -Dimmi
pure.-
-Potresti badare a lui per questa
sera?- disse abbassando
lo sguardo.
L’eremita
seguì lo sguardo dell’allievo e accanto a lui
vide un bambino dai capelli argentati spettinati e una mascherina che
gli
nascondeva metà viso.
-Salve.- salutò
cordialmente.
-Ciao Kakashi…- Jiraya
rimase un po’ stupito. Tornò a
guardare Minato.
-Mi dispiace lasciarlo da solo-
spiegò il biondo -se lo
affido a te sono tranquillo.-
-Sì, certo. Non ti
preoccupare!- lo rassicurò.
-Grazie Jiraya! Ti devo un
favore!!-
-Non pensarci e va a divertirti!-
gli sorrise.
Minato si chinò davanti
al piccolo Kakashi -Bene, io
vado! Tu fai il bravo, torno a prenderti domani mattina.-
Il bambino annuì -Va
bene, maestro.-
Jiraya sorrise: Si
comporta come se fosse suo padre…
-Ciao Kakashi!- salutò,
scompigliandoli i capelli, poi si
alzò -Ci vediamo Jiraya!-
-Ciao Minato.-
-Arrivederci maestro!-
Minato se ne andò,
lasciando i due.
-Forza, entriamo.-
Kakashi seguì
l’eremita all’interno dell’appartamento,
dirigendosi al piccolo tavolino al centro della stanza, poggiandoci
sopra lo
zainetto che si era portato dietro.
Mi tocca
fare il
baby-sitter… Jiraya si sedette dove aveva lasciato
il suo lavoro. -Cos’hai
lì?-
-Qualcosa da leggere.- rispose,
prendendo un libro dallo
zaino.
Una volta
i bambini
andavano in giro con i giocattoli, non con i libri. -Se hai
bisogno di
qualcosa chiedi pure, va bene?-
-Sì, certo. Grazie.-
Jiraya rimase per un attimo ad
osservare Kakashi, che si
mise sdraiato sul tatami, prono a leggere il suo libro.
Si rimise al lavoro.
Dopo un’ora Kakashi
chiuse il libro, interrompendo la
lettura. Si mise a sedere guardandosi intorno: quella casa non era
tanto
diversa da quella del maestro, anche se era un po’
più spoglia; probabilmente
perché l’eremita viaggiava molto.
Si voltò verso Jiraya
che era preso a scrivere qualcosa.
Incuriosito, Kakashi si sporse sul tavolino per vedere cosa stesse
scrivendo
-Cosa fa?-
Jiraya alzò lo sguardo
dai fogli -Scrivo un romanzo… o
meglio, degli appunti.-
L’eremita
dei rospi
scrive romanzi!? -E che romanzo è?-
-Parlerà di un ninja
valoroso, pronto a tutto per
difendere il suo credo e il suo villaggio!- esclamò, pieno
di sé.
-Sembra bello…- Kakashi
rimase pensieroso -Questo ninja
difende anche gli abitanti del villaggio?-
-Ma sì, certo!-
-Proprio tutti?-
-Ovvio!-
Kakashi chinò il capo,
restando in silenzio.
-… tutto bene?- gli
chiese Jiraya un po’ preoccupato.
-Sì,
sì… mi piacerebbe se quel ninja esistesse per
davvero.-
…
con tutte le
maldicenze che girano in questi tempi non sta passando un bel
periodo…
-Sono sicuro che ci sarà! Presto o tardi vedremo un ninja
così, credimi!- enfatizzò
nel tentativo di risollevargli il morale.
Il piccolo abbozzò un
debole sorriso, non molto
rassicurato.
A quel punto il sannin
posò una mano sulla sua testa,
sorridendo -E poi noi due conosciamo un ninja simile, non credi?-
Kakashi rimase un attimo perplesso.
-Il nostro amico Minato!- aggiunse
Jiraya -Lui ti aiuta,
vero? È sempre con te e ti vuole bene!-
Kakashi annuì
-Sì, è vero. Il maestro fa sempre molto per
me.-
-Lo so. Mi parla spesso di te,
sai?!-
-… eh? Davvero?-
-Eh sì!!- sorrise
Jiraya, poi stette in silenzio,
osservando il bambino -Gli somigli davvero molto, lo sai? Sei la copia
di tuo
padre.- disse con un accenno di malinconia ricordando l’amico
ormai defunto.
-… sì, me lo
dicono tutti, purtroppo.- si incupì.
-Aah, perché dici
così?-
Kakashi lo guardò -Lei
non passa molto tempo al
villaggio, per fortuna non sente le calunniate che dice la gente.-
-Non dare retta a ciò
che dice. Spesso giudica senza
conoscere.-
-… ma parla lo
stesso…- disse rammaricato, chinando il
capo.
-Guardami, Kakashi.- adesso era
serio.
Il piccolo non si mosse.
-Tu hai ereditato un grande
talento. Non sei una piaga
per il villaggio, ma una grande risorsa! Sei diventato genin a cinque
anni e
chunin a sei! Nemmeno io sono salito di grado in così poco
tempo!-
Ora Kakashi alzò lo
sguardo verso l’eremita.
-Adesso devi dimostrare a tutti
che ninja sei! E chi è
stato in realtà tuo padre!-
Annuì -Sì,
ha ragione…- Anche se non
è facile far tacere la gente…
Jiraya assentì -Mi
raccomando, nei miei viaggi voglio
sentire parlare di te!-
-Credo ci vorrà del
tempo…-
-Vedremo!- sorrise -In cambio tu
devi promettermi che
quando pubblicherò il mio romanzo ne comprerai una copia!
Anzi no, te ne
regalerò io una!!-
-Va bene, affare fatto!-
-Magnifico! Adesso leggi qua e
dimmi cosa ne pensi!-
disse, facendo scivolare sul piano di legno un paio di fogli verso
Kakashi, che
si sedette iniziando a leggere attentamente.
Jiraya poggiò i gomiti
sul tavolo, analizzando le
reazioni del bambino ad ogni riga.
Dopo qualche minuto Kakashi
posò i fogli.
-Allora?- incalzò
l’eremita.
-Direi che la storia
sarà un successo! Almeno… a me
piace…- ammise con un debole sorriso.
-Credi che il personaggio sia
strutturato bene…?- chiese
incerto.
Annuì -Mi pare abbia un
buon carattere… ma, come si
chiama?-
-Non lo so, non gliel’ho
ancora trovato un nome… ma per
quello c’è tempo!-
-Comunque è una bella
storia!-
-Grazie, Kakashi. Sei un buon
assistente!-
Dopo un attimo di incertezza
Kakashi azzardò una domanda
-Posso leggere anche quello che ha appena scritto?-
-Ma certo!! Leggi pure, mi fa
piacere!- disse alzandosi e
dirigendosi verso la piccola cucina.
Kakashi raggruppò tutti
i fogli, iniziando a leggerli,
curioso di scoprire i risvolti principali di quella storia.
Dopo cinque minuti Jiraya
tornò con un vassoio, sul quale
aveva posato una grande tazza fumante di un dolce aroma per il suo
piccolo
ospite, una bottiglia dal collo alto riscaldata e un bicchierino per
sé.
-Kakashi, ti va una
tisana…? Oh…- lo vide con la testa
appoggiata sul tavolo, immerso in un sonno profondo. Tra le mani
stringeva
ancora i fogli del manoscritto. -Si è
addormentato…- poggiò il vassoio sul
tavolo, sistemò da parte le pagine, poi sollevò
il bambino prendendolo in braccio.
L’eremita lo
adagiò nel futon, sistemandogli le coperte. Come
se reagissero ad un riflesso involontario i piccoli pugni del bambino
si
strinsero attorno ai lembi della coperta, tirandola vicino al viso.
-Buonanotte piccolo Kakashi.-
Jiraya tornò al tavolo
di lavoro e, dopo aver bevuto un
sorso di sakè, prese i suoi appunti, rileggendo
l’ultimo foglio che Kakashi
aveva tra le mani.
Il nemico, steso a
terra da un colpo
assestatogli alla nuca alzò lo sguardo verso il giovane
shinobi di Konoha, che
lo guardava con occhi lucenti, ricchi di vita e carichi di esperienza.
-Chi sei
tu?-
Lui protese una mano
verso il nemico e si
presentò -Mi chiamo…-
Kakashi richiuse il polveroso
libro, rigirandolo tra le
mani sfiorando la copertina sfilacciata e le pagine leggermente
ingiallite
-Credevo di averlo perso, invece era finito in fondo a questo
scatolone… devo
proprio fare un po’ d’ordine.- si disse guardandosi
attorno, seduto sul letto.
Nella camera c’erano libri, oggetti vari e scatole di
cartone, alcune piene
fino all’orlo, altre in attesa di ospitare elementi nuovi.
Al ninja venne da sorridere -Avevo
ragione, la storia che
ha scritto è davvero bella, ma purtroppo non ha avuto molto
successo…-
Una voce richiamò la
sua attenzione. Mise il romanzo sul
letto e si affacciò alla finestra.
Sulla strada Naruto si stava
sbracciando -Maestro, si
sbrighi!! Il capitano Yamato ci sta già aspettando per
l’allenamento!! Non ci
faccia sempre fare tardi!!-
Kakashi gli fece un cenno con il
capo, poi scomparve
dalla visuale del ragazzo.
Riprese tra le mani il primo
romanzo. Sono sicuro che ci sarà!
Presto o tardi
vedremo un ninja così, credimi!
Sorrise ripensando a quelle parole
-Quel ninja è arrivato
prima di quanto pensassi… riteniamoci fortunati per averlo
incontrato, amico
mio…- sistemò il libro sulla mensola sopra il suo
letto, accanto agli altri
tre, poi uscì.
-Finalmente! Possibile che
è sempre in ritardo!?- lo
rimproverò Naruto.
-Scusami, mi ero perso nei
ricordi.-
-Questa è la scusa
più assurda che abbia mai usato!-
-Ah, uffa… non mi
capisci!-
Il nemico, steso a
terra da un colpo
assestatogli alla nuca alzo lo sguardo verso il giovane shinobi di
Konoha, che
lo guardava con occhi lucenti, ricchi di vita e carichi di esperienza.
-Chi sei
tu?-
Lui protese una mano
verso il nemico e si
presentò -Mi chiamo… Naruto.-
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